Il rosso il giallo e il nero
Di Alan Rorsch
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Anteprima del libro
Il rosso il giallo e il nero - Alan Rorsch
L’autore
Post copertina
ALAN RORSCH
IL ROSSO IL GIALLO E IL NERO
illustrazioni a cura di Luna Design
Copyright
ISBN: 979-12-20332-30-9
Proprietà letteraria e artistica riservata.
Tutti i diritti riservati.
Edizione a cura di © 2011 Red Blood Moon Editions S.S.
Toronto Canada Post office box M4B 1B3
Illustrazioni: © 2010 Luna Design
Graphic Designer: Luna Design
E-mail: lunadesign87@gmail.com
Racconti di © 2017 Alan Rorsch
E-mail: alanrorsch@gmail.com
Introduzione
INTRODUZIONE
"Il rosso il giallo e il nero, è un’antologia di brevi storie e racconti horror, in bilico tra il genere thriller, giallo e noir.
Ho voluto dar loro il nome usando e immaginando tre colori caldi, che si hanno in alcune fasi dei delitti, di solito casi più complessi e marginali.
Pensando d’illustrarli in questo modo:
Il rosso è uno dei colori dello spettro percepibile dall’occhio umano, classificato come colore caldo
.
Ha la frequenza minore e, conseguentemente, la lunghezza d’onda più lunga rispetto a tutti gli altri colori visibili (tra 625 e 740 nanometri circa).
Frequenze ancora minori ricadono nell’infrarosso.
È il colore del sangue, e tende a evidenziare i delitti efferati di poca durata, quelli dove già si conosce l’assassino
, che sia stato colto sul fatto, abbia confessato l’omicidio, o sia stato catturato in seguito.
Ciò non vuol dire che sia già finita lì, ma è da lì, che inizia tutto, aprendosi un sipario mondiale per psicologi, medici legali, e criminologi, che hanno il duro, ma allo stesso tempo intrigante compito, di scavare nelle menti oscure
di questi temibili e controversi personaggi.
Il Giallo è uno dei colori dello spettro percepibile dall’occhio umano, classificato anch’esso come colore caldo
.
Il colore giallo ha una lunghezza d’onda tra 565 e 590 nanometri.
È uno dei tre colori primari sottrattivi, insieme al ciano ed al magenta.
Il suo colore complementare è il viola.
Il giallo è in Italia un genere narrativo, che deriva dal colore della copertina di una fortunatissima serie di romanzi polizieschi, editi dalla casa editrice Arnoldo Mondadori
a partire dal 1929.
È usato nei delitti dove membri della forza pubblica: investigatori, ispettori commissari e non solo, hanno il compito di ricomporre un puzzle per arrivare a decifrare chi abbia compiuto quel particolare delitto, o risolvere una strana condizione di un dettagliato enigma, molto difficile da determinare.
Il nero è un colore con luminosità teoricamente nulla, senza tinta (per cui è detto acromatico
).
Più precisamente è dato dalla sintesi sottrattiva di tutti i colori dello spettro visibile (o di tre primari, ad esempio rosso, verde e blu oppure ciano, magenta e giallo).
Da questo punto di vista, può essere considerato l’opposto del bianco, anch’esso senza tinta, ma dato dalla sintesi additiva di tutti i colori dello spettro visibile (o di tre primari).
In questo senso, si dice comunemente che il bianco è dato dalla combinazione di tutti i colori
, mentre il nero è stabilito dall’assenza di colore.
È un colore che si usa spesso nei delitti irrisolti, oscuri, avvolti dalle tenebre, e dalle ombre, frequentemente legati a scomodi personaggi, oppure a circostanze soprannaturali, (demoni, spiriti, mostri, e altre creature del folklore).
Tetro, misterioso, cupo, lugubre, e inquietante, ma allo stesso tempo affascinante, di solito il protagonista non è un investigatore, ma bensì una vittima, un sospettato, in certi casi anche un esecutore materiale del delitto.
Tutti i personaggi sono guidati dall’istinto, e finiscono per scontrarsi con i loro atroci demoni, e le loro paure più scostanti, dove attraverso la narrativa del nostro folklore italico, ad aspettarli in agguato, ci sarà per loro la morte
.
© Copyright ALAN RORSCH 2017. Tutti i diritti riservati.
Prefazione a cura di Gianluca Giove (Benvenuti a Darkside)
PREFAZIONE A CURA DI GIANULUCA GIOVE
(Benvenuti a Darkside).
Ciao a tutti, amanti della letteratura dell’orrore, se siete approdati su questo libro, significa che siete dei veri sostenitori del genere, o forse, semplici curiosi, che, hanno avuto la fortuna di aver preso questa antologia per prima.
Alan Rorsch non è solo uno dei prossimi scrittori del genere horror in ascesa in Italia, ma anche un ottimo amico, consigliere e sostenitore in ogni ambito.
Avendo letto già alcune tracce dei suoi primi racconti, sono rimasto subito colpito dal suo stile, che ti penetra nelle pupille e ti cattura dalla prima pagina all’ultima, e ti spinge a saperne sempre di più.
Inoltre, le sue idee sono tra le più estrose e mai scontate, rispetto ai classici che ci sono in giro, salvando sempre quella sensazione di old style
nella sua scrittura e nelle sue storie.
Se nel suo volume precedente, brividi sanguinanti
, narrava di diverse storie in una compilation horror di alta qualità, invece, Il rosso il giallo ed il nero
si basa su un’antologia dove l’enigma dei colori sarà ricorrente.
E a voi, che colori vi piacciono? In questa opera di sicuro troverete un significato del tutto diverso a quel che stavate pensando.
Sono molto fiducioso di poter consigliare questo testo, e di poterlo presentare sulle mie piattaforme
Se siete amanti dei thriller, degli horror e del noir retrò, non potete fare a meno di leggere questa opera.
A presto!
Gianluca Giove
Frase
Quando vedi cose che gli altri non vedono,
essi la chiamano pazzia...
io la chiamo dono.
Alan Rorsch
Ore notturne di bufera
Immagine che contiene testo Descrizione generata automaticamenteORE NOTTURNE DI BUFERA
Il motore prese a tossire, produsse una serie di strani rumori per poi tacere del tutto, l’auto si fermò nel mezzo della strada.
Io e Raffaele ci guardammo preoccupati, e poi, mentre il mio amico imprecava sottovoce scendemmo dalla macchina.
La strada era piuttosto buia.
Spessi nuvoloni neri annunciavano la pioggia che, già cominciava a cadere con grosse gocce spaziate; una anticipazione del temporale estivo il quale aveva minacciato di scatenarsi fin dalla mattina.
«Chi ci capisce... Forse sono le candele.»
Il mio amico alzò il capo sommerso da una perlustrazione nel motore, mentre io sorreggevo una lanterna le cui pile riuscivano a malapena a dare una lucina fioca e giallognola.
«E adesso cosa facciamo?» Gli domandai.
La pioggia era ormai qualcosa di più d’una vaga minaccia, e quello era il luogo meno adatto per rimanere in mezzo alle intemperie.
«Per il momento rientriamo in macchina e cerchiamo una soluzione.»
In realtà non esistevano soluzioni possibili, al di fuori di riparare quel dannato motore.
Nessuno di noi due brillava in quanto a capacità sul fai da te in meccanica.
«Forse sarebbe meglio aspettare che passi qualcuno e avvisi per noi una stazione di servizio… Con un po’ di fortuna potranno mandare un carro attrezzi a rimorchiarci prima che faccia giorno» suggerii senza convinzione.
«Non ci contare affatto, questa strada è un vero deserto a quest’ora… Possono passare ore prima che qualcuno ci veda.»
Il mio amico mi guardò significativamente.
«Credo che uno di noi dovrebbe restare qui e l’altro andare in cerca di aiuto.»
Che altro potevamo fare?
Per fortuna avevo un impermeabile di plastica, piuttosto antiestetico, però sufficientemente pratico da consentire di non inzupparmi.
Presi a camminare costeggiando il bordo della strada.
Mi resi conto che la pioggia aveva concesso una piccola tregua, eppure la vita notturna che abitualmente anima la campagna sembrava vinta da un pesante silenzio.
Non si sentiva né il gracidare delle rane, né il canto stridulo dei grilli, e tanto meno il frinire delle cicale.
Camminai senza fermarmi, senza neppure riuscire a pensare, isolato totalmente in me stesso, avvolto dal manto nero di quella malinconica campagna.
Sembrava un universo così differente da quello che mi era abituale e nel quale sarebbe potuto accadere qualsiasi cosa.
Bruscamente, dietro una curva della stradina al di là di una boscaglia con alte sequoie, una insegna di color giallo verdastro colpì i miei occhi, abituati ormai a quelle oscure tenebre.
Il movimento della vegetazione mossa dal vento provocava un bersaglio imminente che proveniva da una grande cascina di campagna.
Affrettai il passo e quasi nello stesso tempo riprese a piovere con violenza.
Stavo per bussare, meravigliandomi del fatto che nessun cane mi si fosse fatto contro abbaiandomi, come al solito avviene in queste circostanze.
Quando la porta si aprì sulla soglia apparve un uomo pallido e accigliato, il quale sosteneva con la mano sinistra una vecchia lampada a petrolio, mentre teneva la mano destra come nascosta dietro l’uscio.
«Mi scusi signore...» Cominciai col dire.
«Sono in panne con la mia auto e avrei bisogno di aiuto... Avete per caso un telefono? Con questa pioggia non posso andare molto lontano e…»
«Chi è Giovanni?!»
Una voce femminile interruppe le mie parole, mentre l’uomo che mi aprì la porta si mise da parte per farmi entrare.
Fu allora che vidi la sua mano destra, impegnata a reggere