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Atto unico
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E-book171 pagine2 ore

Atto unico

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Info su questo ebook

Il romanzo descrive la storia di un’attrice di nome Ginevra la quale va a vivere ormai anziana in una casa di riposo per artisti sul lago di Lugano ed il lettore conosce la sua vita attraverso il diario nel quale l’anziana donna scrive le sue memorie.
Nella casa di riposo fra i vari personaggi incontra un regista Abramo Barbieri il cui volto le ricorda un giovane soldato da lei soccorso nel lontano 1943 sfuggito ai tedeschi che lo avevano caricato su di un treno per trasferirlo in Germania a lavorare per la Wermacht. Il giovane però era riuscito a salvarsi gettandosi dal treno ed a causa del trauma subito non ricordava nemmeno il suo nome, ma soltanto il nome con cui i commilitoni lo chiamavano: Falco.
Nella casa di riposo gli anziani attori organizzano uno spettacolo che viene scritto a più mani e poi recitato dai vari ospiti della casa. Durante le prove di questo “Atto unico” i vari personaggi incrociano le loro storie e proprio durante le prove Abramo e Ginevra si “riconoscono” e si raccontano come la guerra li aveva divisi per così tanto tempo, ma il destino li ha fatti ritrovare dopo cinquanta anni.

  Andreina Cresta è nata in provincia di Terni. Ha frequentato a Perugia la facoltà di Lettere moderne laureandosi con il massimo dei voti. Ha insegnato per circa dieci anni nella provincia di Bergamo dove ha vissuto con il marito e le due figlie. Nel 1992 si è laureata in psicologia clinica e poi si è specializzata in psicologia giuridica e mediazione familiare esercitando la professione di giudice minorile presso il Tribunale di Perugia dal 2002 al 2005. Nel 2008 scrive una raccolta di racconti intitolata “Il Giardino magico”. Nel 2010 frequenta per un anno le lezioni di “Scrittura creativa” di Stas’ Gawronski. Insegna da dieci anni Scrittura creativa presso “Il giovedì culturale” ad Arrone (TR). Vince un primo premio nel 2014 con “Ritratti di donne in controluce” presso l’Istituto Italiano di Cultura di Napoli. Vince un terzo premio con le sue memorie” Un gioco serio” nel 2015 in un concorso a Roma Nel 2018 vince un primo premio con “Ritratti di donne in controluce” al Premio Logo d’oro di Terni. Nello stesso anno vince un premio speciale al Premio S. Valentino (TR)per una sua poesia. Nel 2019 vince un secondo premio al Concorso “Impavidarte” a Nicosia (EN) per il romanzo storico” Libera terra” con il quale vince un terzo premio al Logo d’oro 2020. Nel 2020 scrive il romanzo storico “Atto unico”.
LinguaItaliano
Data di uscita26 apr 2021
ISBN9791220297080
Atto unico

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    Atto unico - Andreina Cresta

    attounicointerna

    Andreina Cresta

    ATTO UNICO

    COLLANA SPAZIO AUTORI

    Andreina Cresta

    Atto unico

    Collana Spazio autori

    ©Andreina Cresta

    Tutti i libri inseriti nella collana spazio autori sono di proprietà degli stessi autori.

    GPM EDIZIONI www.gpmedizioni.it

    EDITRICE GDS www.gdsedizioni.it

    Ogni riferimento a fatti, persone e/o luoghi realmente esistenti e/o esistiti è puramente casuale.

    SERVIZIO EDITORIALE

    GPM SERVIZI EDITORIALI – EDITRICE GDS

    www. gdsbookstore.it

    I                                                                

    Una lunga auto nera s’accosta al marciapiede di fronte al grande ingresso che si affaccia su un parco immenso al centro del quale si erge un edificio in stile neoclassico. Ne discende un autista in livrea che apre la portiera posteriore dell’auto e con un leggero inchino fa discendere un’anziana signora alta, elegante con in testa un cappello bianco largo e ornato di fiori e veli.

    La signora vestita di bianco si avvia verso l’ingresso, cercando di badare ai due gradini che la separano dal cancello per non inciampare sul suo abito bianco che le scende fin quasi alle caviglie.

    Davanti al cancello l’attendono il direttore della casa di riposo per artisti e due infermiere che prendono i bagagli dalle mani dell’autista.

    L’anziana donna si volta verso lo chauffeur e aprendo una borsa di ciniglia bianca gli mette in mano un biglietto da cinquanta in cui oltre al pagamento è compresa una lauta mancia. L’anziano autista la ringrazia dicendole: Sempre al suo servizio, signora Aloisio! La donna gli sorride stancamente, salutandolo con la mano inguantata.

    Nel frattempo, il direttore alto e baffuto con una pancia sporgente le porge il braccio, accompagnandola nel grande parco che contorna Villa Edelweiss.

    Le due cameriere con in mano i bagagli seguono in breve processione il direttore e la signora Ginevra Aloisio e si avviano al viale principale che conduce ai tre piani dell’edificio color crema sulla cui facciata si aprono tre file di finestre.

    Di fronte all’ampia facciata zampilla una fontana che fa ricadere le acque cristalline dentro una grossa vasca di basalto.

    Dopo aver mostrato il boschetto che s’infittisce sulla loro destra, il direttore Leopoldo Castelli si accomiata gentilmente dalla nuova arrivata, affidandola alle attenzioni delle due assistenti.

    Appena l’ascensore si ferma al terzo piano, le due assistenti aprono una delle stanze più belle della casa con due finestre, una che si affaccia sul grande giardino e l’altra che si apre verso il boschetto da dove si vedono gli ospiti passeggiare nell’ombroso e tiepido pomeriggio di settembre.

    Ginevra ringrazia le due assistenti Lorena e Graziana e desiderosa di rimanere da sola le saluta quasi bruscamente. Dopo le forti emozioni che l’hanno condotta alla decisione di entrare in una casa di riposo, ha solo voglia di silenzio e solitudine.

    Durante il mese di luglio, infatti Ginevra Aloisio ha ricevuto la sgradevole notizia che tutte le sue azioni erano crollate e i suoi beni personali come mobili e gioielli dovevano essere messi all’asta per recuperare le cifre perdute negli investimenti a lei consigliati da un suo amico banchiere di Zurigo. Era stata questa l’ennesima ferita ricevuta da un uomo, che almeno fino al luglio di quell’anno aveva considerato tanto importante per lei.

    Ginevra sprofonda in una delle due poltrone di velluto beige che si trovano nel salottino ad angolo e, stanca dopo il viaggio da Milano a Lugano si assopisce.

    La risveglia un certo trambusto di gente che sale e scende in ascensore, allora guarda fuori dalle finestre e si accorge che si è fatto quasi buio.

    Il citofono suona e una gentile voce di ragazza le annuncia che la cena sarà servita fra una mezz’ora. Velocemente si fa una doccia cambiandosi d’abito e dopo essersi pettinati i lunghi capelli dorati li raccoglie in un nero fermaglio.

    Si sente un po’ in ansia e guardandosi allo specchio si prepara ad affrontare questo nuovo capitolo della sua vita.

    Nella grande sala ristorante sono disposti tavoli rotondi con rosee tovaglie intorno ai quali siedono già una decina di ospiti che si parlano da un tavolo all’altro, scambiandosi battute e risate.

    L’atmosfera sembra accogliente. Una giovane cameriera le viene incontro e le assegna un tavolo ad angolo, domandandole se lo gradisce.

    La giovane cameriera si chiama Rita ed è addetta a seguire quel settore della sala durante i pasti, mentre Lorena e Graziana sono dislocate in altre zone del grande soggiorno dove mangiano gli uomini che sono stati musicisti, pittori, scultori e attori di teatro.

    Ginevra osserva le sue vicine salutandole con un cenno del capo, ma continua a restare al suo tavolo con il busto eretto e lo sguardo rivolto alla sala in un atteggiamento riservato e lievemente scostante.

    Al termine della cena dietetica, ma squisita, le sue vicine di tavolo, la invitano a seguirle nel salone adiacente dove sopra una bassa pedana campeggia un nero pianoforte a coda, mentre sulla parete opposta si trova un moderno televisore con schermo piatto. Le altre pareti sono tappezzate di quadri e collages, creazioni artistiche degli ospiti della casa. Piccoli tavolini rotondi coperti da pesanti tovaglie verdi sono circondati da comode poltrone di velluto beige dove chi vuole può giocare a carte o guardare la televisione.

     Le tre ospiti vicine di tavolo sono state attrici come lei e prese da curiosità, la invitano a sedersi al loro fianco per conversare e prendere il caffè.

    Corinna è alta e statuaria ed ogni sera si cambia d’abito indossando vestiti molto eleganti, come se dovesse ogni volta rappresentare un nuovo personaggio da interpretare.

    I suoi capelli tinti di un rosso Tiziano sono raccolti in cima alla testa in un grande ciuffo, mentre i suoi occhi verdi splendono fra alcune rughe che la donna con abilità riesce a nascondere sotto la matita del trucco. Corinna è una donna orgogliosa, apparentemente sicura di sé e per questo motivo le altre due amiche si rivolgono a lei spesso per un consiglio, una parola di conforto o per confidarle un segreto.

    Adelaide e Alice, entrambe oltre la sessantina sono più piccole di statura ed anche più ciarliere.

    Adelaide è una persona molto emotiva e per la sua sensibilità sembra sempre commossa e con la lacrima facile, mentre Alice appare più pettegola e ridanciana, ama la buona tavola, come si può notare anche dal suo aspetto grassoccio.

    Le tre si affiancano a Ginevra che si siede al loro tavolo dove sono solite giocare a burraco. Durante gli intervalli di gioco Adelaide si avvicina alla nuova arrivata per fare amicizia chiedendole: - Il suo nome è Ginevra Aloisio vero? Io l’ho riconosciuta: lei è stata un’attrice di cinema, mi ricordo anche il film nel quale interpretò Caterina dei Medici. Anche noi tre siamo state attrici e vorremmo preparare insieme agli altri uno spettacolo da presentare nel nostro piccolo teatro per le festività natalizie. Che ne dice, le va di partecipare? –

    Ginevra presa alla sprovvista risponde: Ora dovrò ambientarmi e poi sarà necessario che prima legga il copione per constatare se sia adatto a me. Di quale argomento tratta? Lo state già scrivendo?

    Alice le indica un signore in fondo alla sala che di spalle sta osservando dalla finestra il giardino illuminato dalla luna mentre di tanto in tanto porta alla bocca una pipa e le risponde: - È quel signore laggiù che dirige le nostre esibizioni. È stato un regista ed insieme a tutti noi ha intenzione di scrivere un copione a più mani. Ancora non abbiamo deciso dove e come si svolgerà l’azione, ma tutti coloro che intendono partecipare al progetto hanno in mente una storia di suspence; comunque, la decisione definitiva spetterà a lui che tutti chiamiamo affettuosamente il Bramm: infatti il suo nome è Abramo Barbieri ed è originario di Milano.

    Ora che si è ritirato dalla sua vita frenetica di regista ha riscoperto dentro di sé la vocazione per la scrittura insieme agli amici Eugenio, un tempo attore di prosa e Gregorio, componente di un’orchestra nella quale ha suonato il pianoforte: il suo sogno sarebbe stato quello di diventare un solista e viaggiare per il mondo per esibirsi in concerti personali, ma il suo desiderio si è avverato solo a metà: infatti ha viaggiato in lungo e in largo, ma solo come componente di un’orchestra sinfonica insieme ai suoi colleghi e con loro ha condiviso gli applausi del pubblico".

    Corinna interviene aggiungendo il suo parere: Il Gregori cerca di mettersi alla prova nel campo della letteratura, ma a mio parere non ci capisce nulla insieme a quell’altro Eugenio che aspira ancora alla sua età a fare la parte dell’attor giovane il quale oltre a scrivere pretende sempre di recitare la parte del protagonista, perché si sente anche il più bello!

    Adelaide interviene in favore del Barbieri e conclude dicendo: Il Barbieri però essendo stato un regista di fama non permette a nessuno dei suoi amici di fargli qualche osservazione inopportuna o mettere in dubbio le sue capacità di conduzione per la messinscena degli spettacoli e fa bene perché è il più preparato con la sua trentennale esperienza".

    Corinna però vuole essere spietata nel raccontare chi sia questo regista e precisa: Bisogna dire per onestà che la sua vita è stata sempre un inseguire la fama senza alcuno scrupolo e soprattutto negli ambienti del cinema e del teatro si vociferava che dietro le quinte avesse spesso fatto delle avances" troppo spinte nei confronti delle attrici bionde e formose di cui si innamorava.

    È stato sposato con una sua editor da cui non si è mai separato, data la bravura di lei nel suggerirgli risvolti ad effetto nelle scene dei suoi film e nel montare le varie scene. Io l’ho conosciuta, si chiamava Rachel, era piccola, minuta, insignificante rispetto a lui, alto, robusto e autoritario. Lei non lo ha mai tradito, forse avrà avuto una relazione platonica con uno scrittore, mentre il marito invece, era ossessionato dalle dive che scopriva e portava sul set cercando di inseguirle per possederle. A volte gli è andata bene perché è stato contraccambiato, altre volte invece, ha rovinato la carriera delle sventurate che lo avevano respinto, facendo intorno a loro terra bruciata.

     Ora solo dopo la prematura scomparsa della moglie, gli è stato consigliato da un suo agente di ritirarsi in questa nostra dimora per artisti".

    Ginevra Aloisio guarda il Bramm che si è voltato mostrando un volto accigliato e burbero contornato da una barba brizzolata e uno sguardo acuto e penetrante.

    La donna rimane ad osservarlo per qualche istante perché il volto dell’uomo le ricorda qualcuno del suo passato quando tanti anni prima non era che una ragazzina e viveva in Maremma.

    Lo sguardo acuto dell’uomo dalle sopracciglia aggrottate si incontra con quello di Ginevra nel tentativo di osservare

    ùùùùù chi sia questa nuova arrivata; chissà dove l’ha vista? Forse in riviera a Nizza o a Montecarlo. La donna gli ricorda qualcuna, ma non riesce a mettere a fuoco chi.

    II

    Mentre le anziane artiste fanno colazione, le assistenti sgambettano da una stanza all’altra, riassettando le camere e spolverando le suppellettili.

    Le stanze delle signore sono sempre piene di foto del passato, ritratti personali e di famiglia che alcune tengono appesi alle pareti della loro stanza, ma in quella di Ginevra i suoi ritratti sono tutti incorniciati e disposti numerosi sopra il comò, sulla scrivania o sopra il tavolo e in tutti campeggia sempre lei, personaggio principale della sua storia dall’infanzia alla maturità sia nelle foto in bianco e nero che in quelle più recenti a colori.

    Rita mentre spolvera si sofferma a guardarne alcune. Qualche foto l’ha colpita maggiormente: una raffigura una fanciulla sorridente in abito bianco con una coroncina di fiori in testa, forse ricordo di una prima comunione, mentre un’altra rappresenta una ragazza con portamento fiero in groppa ad un nero purosangue; sullo sfondo in lontananza si scorge un

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