Confezioni Giovanardi
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Anteprima del libro
Confezioni Giovanardi - Laura Pezzotti
Confezioni Giovanardi
di
Laura Pezzotti
Pubblicato da Pubme © – Collana rosa storici Un cuore per capello
Prima edizione 2020
Copertina creata da: Angel Graphics – cover your book
Sito web: http://uncuorepercapello.pubme.me/
Pagina facebook: https://www.facebook.com/Un-cuore-per-capello-218110230877…/
Email: uncuorepercapello@gmail.com
Blog: https://uncuorepercapello.blogspot.com/
Sinossi: Ines, giovane e determinata sarta, lavora presso un rinomato atelier nella Modena degli anni Quaranta.
Irmo, affascinante ufficiale della Guardia di Finanza, se ne innamora perdutamente.
Galeotta è una serata danzante, dove i primi titubanti sguardi si fondono con l’intensa magia di un ballo e l’intraprendenza di Nelly, la sorella di Ines che è l’artefice del loro incontro.
A fare da sfondo alle vicende dei due protagonisti è il cuore pulsante della città: piazza Grande. Qui scorre la vita di tutti i giorni con il cicaleccio del mercato, la bellezza incontrastata del Duomo, ma soprattutto gli avvenimenti storici e le antiche tradizioni.
La quotidianità di Ines ruota attorno alle creazioni sartoriali realizzate assecondando le richieste delle clienti e le direttive della proprietaria dell'atelier, la raffinata signora Munari.
Al lavoro si alternano gli incontri con Irmo, i momenti familiari e quelli trascorsi con Anna, la sua migliore amica, una ragazza talentuosa che una malattia ha reso cieca.
Nell’elegante atmosfera dello storico Mak P 100 Ines e Irmo potranno rincontrarsi e si troveranno attorniati da ambienti lussuosi, abiti sfavillanti e danze di altri tempi.
Purtroppo la dichiarazione dell’entrata dell’Italia nel Secondo conflitto mondiale e il trasferimento di Irmo al confine, allontanerà i due giovani mettendo a rischio il sentimento che li lega…
Alla mia famiglia
PROLOGO
Breno, 1946
«Tesoro, la chiesa, l’ospedale e il cimitero ci sono.»
Dopo una breve conversazione, Irmo riagganciò il telefono e uscì dal centralino. Una pioggia sottile e fredda scendeva costante ormai da diverse ore. Aveva visto quasi tutto, non che ci fosse molto da visitare in realtà.
Il paese nel quale era stato trasferito appariva circondato da montagne, ed era davvero una ben strana percezione non avere più l’orizzonte libero e pulito che ti accompagna nella quotidianità della vita di pianura. Ma, in un certo senso, i monti davano anche una sensazione di protezione, avvolgevano il borgo e tenevano lontano la nebbia, elemento imprescindibile nell’autunno padano. Il castello poi era magnifico. Arroccato su una piccola collina dominava il paese, conferendogli quel tocco di antica poesia che solo una rovina medioevale sa trasmettere.
Si incamminò verso la stazione, doveva riprendere il treno per tornare a casa. Casa... d’ora in poi lo sarebbe stato quel piccolo villaggio, ma con Ines al suo fianco qualsiasi posto sarebbe stato la sua casa.
Il treno partì lento, sbuffando e cigolando sui binari umidi. Sembrava stanco proprio come si sentiva lui. Cercò una posizione comoda, per quanto si potesse stare comodi su dei sedili di legno, e appoggiò la testa all’indietro chiudendo gli occhi.
Sapeva che per sua moglie non sarebbe stato facile lasciare la loro città per seguirlo in quel luogo sperduto e fuori dal mondo. L’amava moltissimo e l’amava anche per questo. Ricordava ancora la prima volta che l’aveva vista. Era entrata nella sala da ballo avvolta da un delicato vestito in seta verde e il suo sorriso, in un attimo, gli aveva illuminato il cuore.
CAPITOLO 1
Modena, 1940
«Nelly, ti prego. Stasera non ho proprio voglia di uscire.» Ines si sdraiò sul letto affondando il viso nel cuscino.
«Ma se non vieni con me, la mamma non mi lascerà mai andare da sola!» Rovistando nell’armadio alla ricerca di una camicetta che si intonasse alla gonna, Nelly era decisa a convincere la sorella a uscire con lei.
«E come mai, proprio stasera, ci tieni tanto ad andare a ballare? Non sarà forse per quel bel giovanotto col quale ti ho vista parlare l’ultima volta?»
«Io? No, guarda che sicuramente ti stai confondendo con Alma.» Iniziò a infilarsi la camicetta correndo davanti allo specchio per giudicare il risultato.
Ines la guardò alzando leggermente un sopracciglio.
«Uffa! E va bene» cedette Nel «c’è un ragazzo che mi piace e vorrei rivederlo. Allora, che te ne pare?»
«Non mi sembra una buona idea, se mamma lo scopre sei fritta.»
«Ma, no! Intendevo, come sto vestita così?»
Ines sospirò e, scuotendo la testa, si costrinse ad alzarsi dal letto «Sei un vero disastro. È mai possibile che tu non riesca ad abbinare due capi?»
«Oh, insomma... Sei tu l’esperta di tessuti e vestiti, non io.»
«Già, per tua fortuna hai una consulente personale. Tieni, mettiti quest’abito. È mio, però a te che sei mora sta molto meglio.»
«Ma... allora uscirai con me?»
Un sorriso si allargò sul viso di Ines mentre Nelly saltava di gioia prendendole le mani «Diotestradòra! Sei la migliore sorella del mondo!»
«Ehi, c’è una condizione però.»
«Tutto quello che vuoi.»
«Lo sai vero quanto io detesti fare il bucato con l’acqua fredda? Mi fanno sempre male le mani. Beh, i prossimi due toccano a te.»
Nelly spalancò la bocca «Altro che migliore sorella, questo è un ricatto bello e buono!» Poi, alzando gli occhi al cielo, acconsentì.
Corse emozionata alla toeletta per arricciarsi i capelli e già il pensiero volava alla serata che stava per cominciare.
Il Tersicore, dove andavano solitamente, era il ritrovo prediletto dei modenesi. Il salone da ballo non era molto grande, però aveva una bella terrazza all’aperto, ideale per le serate estive. Sul palco l’orchestra stava già suonando mentre i camerieri, dietro al lungo bancone, miscelavano i liquori e li servivano ai signori che, galantemente, li portavano alle proprie dame. I toni del bordeaux e del beige rendevano il locale estremamente elegante e raffinato.
Le giovani fanciulle, sempre rigorosamente accompagnate da solerti zie il cui unico scopo era di controllare le loro protette, cercavano di attirare l’attenzione di qualche bel giovane, purtroppo fortemente disincentivato proprio dagli sguardi truci delle suddette zie.
La signora Dolores, anche detta il Generale, era bassa, tozza e con i capelli raccolti stretti sulla nuca. Tuttavia l'aspetto, apparentemente innocuo, non ne sminuiva la sicurezza. Entrò nella sala a passo di marcia e si diresse, come sempre, verso il tavolo d’angolo che lei considerava meno in vista e quindi più consono a due giovani fanciulle in età da marito.
L’attenzione di Irmo era stata catturata dal primo istante in cui l’aveva vista arrivare. Alta, bionda, con due splendide gambe messe in risalto dall’abito verde che fluttuava leggero mentre camminava. La ragazza al suo fianco, dall’aria simpatica e sbarazzina, si guadava attorno probabilmente alla ricerca di qualcuno, mentre lei si limitava a sorridere e salutare i presenti con un lieve cenno del capo.
L’unico problema era ovviamente rappresentato dalla rigida scorta che accompagnava le ragazze, eppure era sicuro che avrebbe trovato il modo per aggirare l’ostacolo.
Non appena si furono accomodate, Dolores iniziò a scambiare convenevoli con le altre signore e Nelly ne approfittò per avvicinarsi all’orecchio di Ines. «Sai, ho pensato una cosa: siccome noi siamo in due mentre il Generale è da sola, non può certo sorvegliarci contemporaneamente.»
«Ma dai, e quindi cosa suggerisci? Io la distraggo e tu la colpisci?»
«Sciocca! No, però ho un piano perfetto: mentre lei controlla te sulla pista da ballo, io posso andare indisturbata alla toilette e cogliere quell’occasione per avvicinarmi a Enzo.»
«Ah, Enzo! È così che si chiama? Siamo già ai nomi propri, eh?»
«Mhmm, quanto sei antica. Siamo negli anni Quaranta ormai!»
«Sì, da meno di due mesi. E va bene signorina piano perfetto, c’è un piccolo particolare però, io non sono quella che si dice una grande ballerina. E lo sai.»
«È un dettaglio del tutto irrilevante, limitati a seguire e il gioco è fatto.»
«E secondo te chi dovrei seguire? Un fantasma?»
«No, ma quel gran bel figliolo che ti sta fissando da quando siamo entrate nella sala.»
«Nel! Ma cosa dici?»
«Te lo giuro! Non ti ha tolto gli occhi di dosso per un solo istante.»
«Per essere interessata a Enzo, direi che ti sei guardata parecchio intorno.»
«Ma è proprio per lui che mi sto dando tanto da fare. Tu non devi far altro che collaborare. A proposito, ti vuoi decidere a voltarti? Altrimenti non si avvicinerà mai per chiederti di danzare.»
Ines rimaneva sempre stupita e ammirata dall’intraprendenza di sua sorella, lei si considerava più timida e introversa. «D’accordo. Dov’è?»
«Appoggiato al bancone, alto, divisa militare, capelli neri.»
Con un respiro profondo Ines si decise ad alzare gli occhi e lo vide... Il suo sguardo era fisso su di lei. Magnetico, intenso. Se non avesse indossato la divisa ma un normale completo, avrebbe potuto pensare che fosse un divo di Hollywood.
Le sorrise e un dolce brivido le si diffuse lungo la schiena. Non poté fare altro che sorridergli a sua volta. Una leggera gomitata da parte di Nelly la riportò sulla terra. «Molto bene! Noto con piacere che il ragazzo non ti è indifferente.»
«Ma ti diverti a mettermi a disagio?»
«Decisamente. Dunque, adesso deve solo invitarti a ballare.» Gettò uno sguardo furtivo alla signora Dolores e, notando che era distratta dall’intenso spettegolare con le altre comari, agì velocemente. Con un piccolo gesto attirò l’attenzione di Irmo, gli indicò sua sorella e mimò un ballo.
Irmo non se lo fece ripetere due volte. Appoggiando il calice sul bancone, strinse l’occhiolino a Nelly e lentamente iniziò ad attraversare il locale avvicinandosi al tavolino.
«Oh mio Dio. Sta venendo qui!» esclamò Ines toccandosi istintivamente i capelli.
«Eh già… è bastato giusto un piccolo invito.»
Ines si girò di scatto verso la sorella «Cosa diavolo hai fatto senza che io me ne accorgessi?»
«Chi? Io? Assolutamente nulla, non mi sono mossa di qua.»
«Come se non ti conoscessi vè. Non ho tempo per pensare a te in questo momento, ma ne riparleremo a casa.»
Irmo nel frattempo era giunto da loro e si era presentato al Generale. «Buonasera signora, potrebbe concedermi il permesso di ballare con la signorina?»
Dolores lo squadrò da capo a piedi. Di regola non avrebbe acconsentito che uno sconosciuto ballasse con una delle sue ragazze, ma si trattava di un militare e sembrava pure una persona a modo. «Juvnot, le concedo un solo ballo, purché non vi allontaniate dalla sala. E si ricordi: la tengo d’occhio!»
«Certamente signora.»
«Signorina mi presento: Irmo Giovanardi della Regia Guardia di Finanza.» Porse la mano a Ines che, dicendo il proprio nome con un filo di voce, si alzò e lo seguì.
Cosa le stava succedendo? Era già stata innamorata in passato però non si era mai sentita così a disagio prima d’ora.
Non appena la coppia si fu inoltrata sulla pista Nelly, consapevole di avere a disposizione solo il tempo di un ballo, si alzò rapida annunciando che sarebbe andata alla toilette. Dolores, troppo intenta a osservare i due fringuelli, quasi non vi badò.
Mentre le note di Un’ora sola ti vorrei iniziavano a diffondersi nella sala, Irmo prese Ines tra le braccia iniziando a muoversi dolcemente. Il Generale li osservava con occhio vigile e lui, per evitare che intervenisse a interrompere il ballo, tenne la distanza che poteva ritenersi consona.
Imbarazzata Ines non osava alzare gli occhi, ma era sempre più consapevole della mano appoggiata sulla schiena e dello sguardo che le sfiorava il viso.
«Posso chiederle a cosa sta pensando?» domandò Irmo.
«Oh, mi sto solo concentrando sui passi. Non vorrei pestarle i piedi.»
«Non si preoccupi di questo, è talmente leggera. Chiuda gli occhi e assapori la musica. Al resto penso io.»
E così fece. Si lasciò avvolgere dalla melodia e dalla delicatezza del ballo che li