Letture per ogni età
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Anteprima del libro
Letture per ogni età - Antonio Sodano
ISBN
Antonio Sodano
Letture per ogni età
Studio Byblos - editore
Uomo-con-la-barba.jpgIl Risveglio
I capitolo
è una giornata di sole al circolo Poseidon. Una domenica mattina dove, come di abitudine, gli associati trascorrono la mattinata insieme sorseggiando un aperitivo.
Erano le dieci del mattino e il presidente ordinava come dovesse essere sitemato il circolo ai ragazzi del catering. I camerieri andavano avanti e indietro per organizzare il party e gli associati si intrattenevano con le attività del circolo. Si sentiva il fischietto dell’istruttore di pallanuoto giovanile, quando c’era un fallo o per attirare l’attenzione dei ragazzi. Giovanni che si occupava del bar, era intento a servire due caffè ad Adriana e Valentina e le ordinazioni per gli associati seduti ai tavolini all’esterno. Le due donne si intrattenevano al bar ed i mariti sui campi da tennis.
Adriana raccontava a Valentina che il figlio Simone aveva disputato il torneo giovanile individuale di tennis. Aveva giocato bene ma si è classificato quarto. Adriana è molto fiera del figlio perché anche se non ha vinto non si è demoralizzato, ha esclamato: Non è andata male, devo migliorare!
.
Valentina si complimenta del risultato e le dice che è fortunata. Simone è un ragazzo in gamba!
. Adriana domanda a Valentina il lavoro come và. Valentina è un avvocato. La crisi ha colpito tutti i settori!
, risponde Valentina, C’è sempre bisogno dei professionisti ma i clienti non hanno i soldi per pagare!
. Anche mio marito si lamenta di questo, gli sono stati commissionati due progetti, ma non sono stati approvati per costi troppo elevati. Anche il settore dell’edilizia non va granchè bene!
. Risponde Adriana.
I mariti delle donne hanno appena finito lo scontro. Si avviano negli spogliatoi per fare la doccia e cambiarsi. Ad ogni fine partita commentano il loro gioco. Sono due sportivi molto competitivi sul campo, ma molto amici nella vita reale.
Marco, 50 anni, architetto marito di Adriana e Stefano ingegnere di 53, marito di Valentina.
Escono dagli spogliatoi con le borse tra le mani continuando a ragionare sui colpi sbagliati nel gioco.
Arrivano nei pressi della piazzola fiorita e guardano avanti cercano le loro mogli per raggiungerle. Le vedono sedute ai tavolini che sorseggiano il caffè. Notano che anche alcuni degli altri tavolini sono occupati dal maestro di tennis Aldo ed un amico americano Matthew, ingegnere, amico e collega di Stefano arrivato li da qualche giorno per un lavoro che i due amici devono fare insieme. Matthew con voce sostenuta, all’arrivo dei due sportivi, domanda come fosse andato lo scontro. Stefano e Marco rispondono che non è stato un bel match.
Matthew e Aldo sanno che sono due sportivi molto bravi, da giovani erano due atleti professionisti. Per loro un incontro non sarà mai perfetto, giocato bene! Le mogli conoscendo i mariti accennano un sorriso ascoltando quelle parole. Sono abituate a quei commenti e provano una sorta di ammirazione per il perfezionismo che i due sportivi mettono in tutto ciò che fanno. Salutano il presidente del circolo che passa li vicino. Il presidente li saluta con un sorriso e va verso i ragazzi del catering per preparare i tavoli.
C’erano solo tre tavoli fuori al bar perché lo spazio è servito ai tavoli grandi per posare su le bottiglie di spumante, i vassoi con i bicchieri e i vassoi con la frutta tagliata. è quasi mezzo giorno e il circolo incomincia a riempirsi di soci. Si conoscono tutti.
Si salutano con affetto perché è da tanti anni che si conoscono e sono diventati amici. Il suono delle voci delle discussioni che i soci fanno, diventano sempre più intensi. Anche le voci dei figli si aggiungono alle loro, dopo l’allenamento. Il presidente aveva organizzato tutti i preparativi per l’occasione. Con una battuta o un commento saluta tutti gli ospiti. Il tempo passa e il presidente dice ai ragazzi di aprire le due bottiglie, versare lo spumante nei bicchieri e offrirlo ai soci.
I ragazzi dopo aver stappato le bottiglie riempiono i bicchieri nei vassoi. Prendono i vassoi nelle mani e girano per il circolo servendo. I soci continuano ad intrattenersi chi sorseggiando l’aperitivo, chi fumando una sigaretta. Ci sono anche i ragazzi della pallanuoto giovanile in tuta che sorseggiano un succo d’arancia.
La tranquillità della giornata viene interrotta da un suono molto forte e sgradevole. Tutti si guardano a vicenda e con la faccia stupita si domandano cosa fosse quel suono e da dove provenisse. ...Din Don…Era una campana. …Din Don...Din Don…Din Don…
Sulla panchina si sveglia Vittorio. Il clochard che ormai da 5 anni dorme li. Sono le 7 del mattino quando Don Egidio suona abitualmente il primo rintocco della giornata. Con i pochi ricordi del sogno che aveva fatto rimane infastidito. Ha la voglia di scuotere la testa per una forma di dissenso, ma ormai ha fatto l’abitudine a quello sgradevole suono. Assume un’altra posizione e torna a dormire.
Ormai ha avuto un risveglio brusco. Continua a provare a dormire, ma non riesce. Don Egidio suona un altro rintocco. Sono le otto. Vittorio decide che è inutile provare ad addormentarsi. Si siede sul letto, la panchina. Passa le mani sulla faccia come se volesse ringiovanire la pelle del suo viso dopo lunghi anni passati in strada.
Tolte le mani guarda davanti a se. Lo stesso panorama da 5 anni. La villa comunale di Napoli. Prende la coperta che ha utilizzato la notte per riscaldarsi.
La piega con cura e la appoggia sullo schienale della panchina. Alle 7e30 del mattino i custodi della villa aprono i cancelli, permettendo ai cittadini di entrare. Volge lo sguardo verso destra e vede arrivare Letizia, donna casalinga, di circa 65 anni. Conosce un po la sua storia perché tutte le mattine viene a correre qui ed incontra Francesca, architetto di 43 anni. Prima di iniziare a lavorare, corre anche lei per un ora al mattino quando l’aria è pulita e la villa è quasi vuota. Con lo sguardo Vittorio segue Letizia, la sua testa rivolta verso destra si ritrova rivolta verso sinistra. Vede arrivare Francesca e le due sportive alzano le braccia. Si salutano.
Sono 2 anni che corrono tutte le mattine e sono diventate amiche. Vicino Vittorio c’è una fontana dove tutti si fermano a bere.
Anche Letizia e Francesca si sono fermate, stanche dalla corsa.
Francesca esclama: Sono stanca, ma soddisfatta
. Letizia risponde che da quando ha iniziato a correre si sente molto meglio. Ringiovanita. Francesca dopo aver bevuto, aspetta che anche Letizia finisca di bere. Quando riporta la sua schiena in posizione verticale, Francesca, le chiede se il suo avvocato le avesse comunicato l’esito della sentenza che aspettava da due anni. No
, risponde Letizia. Il mio avvocato mi ha detto che hanno rimandato la sentenza perché è cambiato nuovamente il giudice. Il vecchio giudice ha cambiato sede di lavoro, è stato trasferito. Il giorno della sentenza è stato spostato, ma non si sa quando!
Letizia si informa del figlio di Francesca.
Com’è andata la gara di Marco domenica?
. Francesca risponde: è arrivato secondo. Era molto dispiaciuto perché aveva lavorato tanto
. Francesca la saluta dicendole che alle 9e30 sarebbe venuto un cliente in studio e che si sarebbero riviste la mattina successiva. Letizia la saluta invitandola a casa sua per un te nei prossimi giorni.
Francesca sorride di piacere dicendole che sarebbe andata presto, ma non sapeva dirle quando.
Francesca si allontana andando verso l’uscita e Letizia si avvicina ad un muretto e inizia ad eseguire alcuni esercizi di streatching.
Vittorio senza poterne fare a meno ascolta la conversazione delle donne. Ma senza dare nessun cenno di movimento, rimane nella sua fase di attesa che trascorra il tempo. Gli viene sete. Nel momento in cui pensa di alzarsi Letizia gli passa davanti. Lui pensa Ha finito l’allenamento
. Si alza, apre lo zaino che è li vicino e prende una piccola scatola. Fa dieci passi per raggiungere la fontana. Prende la scatola , toglie il coperchio e apre il bicchiere che è racchiuso al suo interno. Lo sciacqua sotto l’acqua e poi lo riempie. Beve tre bicchieri d’acqua, lo risciacqua e lo chiude. Lo asciuga con la maglia che indossava.
Fa uno scatto di paura. La saracinesca del bar proprio vicino alla fontana si alza facendo un forte rumore. Vorrebbe consigliare al proprietario del bar di fare qualcosa, ma non fa nulla. Si gira e va verso la sua casa, la panchina. Posa il bicchiere nello zaino e prende un cappello che mette a terra davanti a lui, in modo che le persone possano mettere delle monete, un offerta. Appoggia le spalle allo schienale della panchina e aspetta.
Vittorio inizia a sentire il rumore dei tavolini, che Gianluca, il proprietario del bar, mette fuori al suo bar. Sente esclamare: Finalmente sei arrivato, vai a prendere le sedie che sistemiamo i tavoli.
Era Gianluca che diceva al suo dipendente, Eduardo, appena arrivato, come al solito in ritardo.
Anche il traffico si intensifica. Vittorio dalla tranquillità mattutina ai rumori della mattinata capisce che sono passate circa due ore. Si guarda intorno e scopre che la villa si è riempita di gente.
Un gruppo di ragazzi, tre in tutto, corrono in direzione di Vittorio. Quando i ragazzi passano davanti a lui, Vittorio nota che è arrivata una giovane mamma con il passeggino doppio. Pensa: Sono gemelli
.
La donna con molta tranquillità passeggia osservando un cane di un passante che corre divertito e il padrone che lo segue con una corsa molto leggera, un passo molto svelto. Sirio!
, grida il padrone, perché si stava allontanando troppo.
Sirio subito si ferma, si gira e corre dal suo padrone passando molto vicino alla donna con i gemelli. La donna si spaventa, ma non succede nulla. Vittorio vuole accennare un sorrido, per la scena, ma non fa nulla. Vittorio, sente che una persona si sta avvicinando. è Eduardo con un tovagliolo di carta in mano. Eduardo dice :Buongiorno Vittorio, questo è per te!
. Era un cornetto che Gianluca ogni mattina dava a Vittorio. Vittorio lo prende e inizia a mangiare, senza dire nulla. Eduardo con aria soddisfatta torna al suo lavoro. Finito di mangiare il cornetto accartoccia il tovagliolo, si alza e lo va a buttare nel bidone della spazzatura che dista una ventina di metri da lui. Tornando verso la panchina nota che una donna sta china vicino al suo cappello e mette qualcosa dentro.
Una donna, snella e alta, vestita con un tailleur blu. Una maglietta di seta blu, coperta da una giacca e con un pantalone che arriva fino alla caviglia. Indossa delle scarpe basse, senza tacco. La donna si alza e se ne va. Vittorio torna a sedersi sulla panchina. Si china per vedere cosa ci fosse nel cappello. C’è un euro. Lo lascia li, come se non si interessasse di quel gesto. Appoggia nuovamente le spalle sullo schienale della panchina. Rimane immobile e in silenzio.
La Villa continua a riempirsi di persone. In particolare Vittorio osserva una famiglia. Nonno, madre e figlia. Il nonno e la madre si seggono sulle panchine proprio davanti alla sua. Sono distanti da lui una cinquantina di metri.
La bimba di circa 10 anni, con la sua bambola tra le braccia, cammina canticchiando una canzone che solo lei conosce perché ogni volta la inventa. Sempre nuova.
La incuriosisce perché le parole della canzone sono molto felici, rivolte alla sua bambola, ma il suo comportamento non è di una bambina tranquilla. Aveva un passo molto insicuro, si fermava spesso. Vittorio nota che ad un certo punto la bambina rimane ad osservarlo per qualche istante, poi si gira e torna da sua madre.
Ma Vittorio non le da molta importanza. Torna alla sua immobilità e al suo silenzio.
Si avvicina una giovane coppia che , nella pausa da lavoro, passeggia in villa. Lei si china verso il cappello e mette una moneta di due euro dentro.
La ragazza si alza e i due giovani si allontanano. Sente una canzoncina. La riconosce. è la bambina di prima che commina davanti a lui . Nota che la bambina si ferma di nuovo e lo osserva per qualche istante. Guarda il cappello e con aria spensierata torna verso la sua famiglia.
Vittorio infastidito da questa bambina solleva le spalle dallo schienale e si china verso il cappello. Prende le monete e poi il cappello. Si alza. Mette le monete in tasca e indossa il cappello. Si allontana. Va verso l’uscita della villa con un passo molto lento.
Adesso si può nuovamente tranquillizzare, l’oggetto della tensione è lontano.
Il suo sguardo è sempre volto verso il basso. Non ha bisogno di guardare avanti perché conosce molto bene la villa. In questo modo non incrocia gli sguardi delle persone. Ormai è vicino all’uscita. Si blocca, come se avesse paura di uscire. Fa un altro