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Il sogno di una notte di mezz'estate
Il sogno di una notte di mezz'estate
Il sogno di una notte di mezz'estate
E-book125 pagine1 ora

Il sogno di una notte di mezz'estate

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Info su questo ebook

Egeo si presenta al cospetto del re di Atene con i due pretendenti della figlia Ermia, che rifiuta di sposare Demetrio perché innamorata di Lisandro: il padre però preferisce di gran lunga Demetrio ed è giunto al cospetto del re affinché obblighi Ermia a sposarlo. I due innamorati decidono quindi di scappare attraverso il bosco per sposarsi in segreto. Ermia confida il piano soltanto all'amica Elena, che sceglie di tradirla perché innamorata di Demetrio: in un gioco di inseguimenti, equivoci e pozioni magiche, i quattro ragazzi si ritroveranno protagonisti di una fuga contro il tempo che li porterà a trascorrere la notte nel bosco, un luogo onirico e misterioso, popolato di fate e creature magiche che sapranno intrecciare le fila del destino come nessun uomo è mai riuscito a fare. -
LinguaItaliano
Data di uscita10 set 2021
ISBN9788726900583
Il sogno di una notte di mezz'estate
Autore

William Shakespeare

William Shakespeare (1564–1616) is arguably the most famous playwright to ever live. Born in England, he attended grammar school but did not study at a university. In the 1590s, Shakespeare worked as partner and performer at the London-based acting company, the King’s Men. His earliest plays were Henry VI and Richard III, both based on the historical figures. During his career, Shakespeare produced nearly 40 plays that reached multiple countries and cultures. Some of his most notable titles include Hamlet, Romeo and Juliet and Julius Caesar. His acclaimed catalog earned him the title of the world’s greatest dramatist.

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    Il sogno di una notte di mezz'estate - William Shakespeare

    William Shakespeare

    Il sogno di una notte di mezz’estate

    Translated by Diego Angeli

    Saga

    Il sogno di una notte di mezz’estate

    Translated by Diego Angeli

    Original title: A Midsummer Night’s Dream

    Original language: English

    Immagine di copertina: Shutterstock

    Copyright © 1605, 2021 SAGA Egmont

    All rights reserved

    ISBN: 9788726900583

    1st ebook edition

    Format: EPUB 3.0

    No part of this publication may be reproduced, stored in a retrievial system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    This work is republished as a historical document. It contains contemporary use of language.

    www.sagaegmont.com

    Saga Egmont - a part of Egmont, www.egmont.com

    ATTO PRIMO.

    SCENA PRIMA.

    Atene. Una stanza nel palazzo di Teseo.

    Entrano Teseo, Ippolita, Fllostrato e personaggi del seguito.

    Teseo.

    Ecco, Ippolita bella, che si avanza

    rapida l’ora nostra nuziale.

    Quattro giorni felici e una novella

    Luna ci arrecheranno. Ma sì lenta

    a tramontar mi sembra questa! I miei

    desiderî ella fa languir sì come

    una matrigna che l’esausta borsa

    di un giovinetto indugi a rifornire.

    Ippolita.

    Ma quattro giorni si dissolveranno

    ben presto in notti, e quattro notti in sogni

    avran svanito il tempo. E allor la luna,

    simile a un qualche grande arco d’argento

    novellamente in ciel teso, la veglia

    di nostre nozze guarderà.

    Teseo.

    Tu intanto,

    o Filostrato, va. La gioventù

    d’Atene incita all’allegrezza; sveglia

    l’agile e arguta anima della gioia

    e la tristezza ai funerali invia.

    Esce Filostrato.

    Con la mia spada, o Ippolita, il consenso

    tuo mi ebbi e fu con violenza ch’io

    vinsi il tuo amor. Ma con ben altri suoni

    ti sposerò: con ogni pompa ed ogni

    tripudio e ogni trionfo.

    Entrano Egeo, Hermia, Lisandro e Demetrio.

    Egeo.

    Sii felice

    o Teseo, nostro duca illustre.

    Teseo.

    Grazie,

    mio buon Egeo. Quali notizie arrechi?

    Egeo.

    Pieno di cruccio io vengo e reco un grave

    lamento contro uno di mia famiglia;

    contro mia figlia stessa Hermia. Demetrio,

    fatti vicino. O mio nobil signore,

    quest’uomo ha il mio consenso a disposarla.

    Lisandro, or tu fatti vicino. E questo,

    o grazioso Duca, ha avvinto il cuore

    di mia figlia. Sì tu, Lisandro, tu

    versi d’amore hai dedicato a mia

    figlia e doni d’amore hai secolei

    scambiati. Sotto le finestre sue

    con ingannevol voce le hai cantato

    ingannevoli canti nel chiarore

    della luce lunare. Ti facesti

    signore d’ogni suo pensiero offrendole

    braccialetti intessuti coi capelli

    tuoi, gingilli ed anelli e complimenti

    ingegnosi e dolciumi e mazzolini

    di fiori e mille inezie, testimoni

    di gran poter su gioventù inesperta.

    Astutamente di mia figlia il cuore

    hai rubato, cambiando in ostinata

    ribellion l’obbedienza ch’ella

    mi deve. Onde, o mio Duca grazioso,

    s’ella qui non consente innanzi al tuo

    cospetto di sposar Demetrio, invoco

    d’Atene il privilegio antico. E come

    è mia, posso di lei disporre e sia

    di quest’uomo gentile o della morte

    in virtù della legge nostra, chiara

    su questo punto.

    Teseo.

    Che mai dici, o Hermia?

    Pensa, o bella fanciulla, che tuo padre

    esser dovrebbe un dio per te. Le tue

    grazie ei creò sì che tu sei d’innanzi

    a lui quale una immagine di cera

    modellata da lui, ch’egli può solo

    conservare o distruggere. Demetrio

    è un uomo degno.

    Hermia

    E tale anche è Lisandro.

    Teseo.

    Sì, per lui stesso. Ma poichè tuo padre

    non gli diè il voto suo, l’altro deve essere

    per te più degno.

    Hermia.

    Io pur vorrei che il padre

    mio vedesse coi miei occhi.

    Teseo.

    Son gli occhi

    tuoi che invece dovrebbero col suo

    discernimento giudicare!

    Hermia.

    Io prego

    la grazia tua a perdonarmi. Ignoro

    qual possanza mi renda ardita a dire

    il mio pensiero in tua presenza e quanto

    la mia modestia lo consenta. Invoco

    sol di saper qual mai sorte mi attende

    s’io rifiuti Demetrio.

    Teseo.

    Di subire

    la morte, o rinunciar per sempre ad ogni

    società d’uomo. Ora tu dunque, o bella

    Hermia, interroga bene il desiderio

    tuo, fatti certa di tua giovinezza,

    odi il tuo sangue affinchè se la scelta

    del padre tuo rifiuti, il rozzo saio

    possa vestir di monaco e l’ombroso

    chiostro abitare e la tua vita tutta

    passar cantando all’infeconda luna

    pallidi canti. Son tre volte elette

    quelle padrone sì del sangue loro

    che possono compire il virginale

    pellegrinaggio! Ma per questa nostra

    gioia terrestre è più lieta la rosa

    da cui si trasse un balsamo, di quella

    che cresce e vive e muor rabbrividendo

    sopra il vergine stelo, in solitario

    rapimento.

    Hermia.

    E così io crescerò,

    e vivrò e morrò così, signore

    mio, prima che un sol dritto ceda sopra

    il mio vergine corpo ad uomo il cui

    giogo è odioso all’anima che nega

    di sottoporsi a lui!

    Teseo.

    Prendi ancor tempo

    a riflettere, e il giorno della nuova

    luna — giorno che in vincolo tenace

    di giuramento eterno l’amor mio

    unirà a me — preparati a morire

    per la negata obedienza al padre

    o, come ei vuole, ad accettar Demetrio

    qual sposo o finalmente sull’altare

    di Diana votarti ad una vita

    solitaria ed austera.

    Demetrio.

    Hermia soave,

    ascolta! E tu Lisandro al mio sicuro

    titolo cedi un tuo mal certo dritto!

    Lisandro.

    O Demetrio! Hai l’amor del padre, lascia

    pur quello

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