Gli Angeli di Mastemoth
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Gli Angeli di Mastemoth - Francesca Bartellini Moech
FRANCESCA BARTELLINI MOECH
GLI ANGELI DI MASTEMOTH
TRAGEDIA IN DUE ATTI E DIECI QUADRI
LOGO EDIZIONI AURORA BOREALEEdizioni Aurora Boreale
Titolo: Gli Angeli di Mastemoth
Autore: Francesca Bartellini Moech
Collana: Théatron
Con presentazione di Nicola Bizzi
e prefazione di Laura Mainardi (Daphne Varenya Eleusinia)
Immagine di copertina a cura di Roberta Boccacci
ISBN versione e-book: 979-12-80130-52-2
LOGO EDIZIONI AURORA BOREALEEdizioni Aurora Boreale
© 2021 Edizioni Aurora Boreale
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IL TEATRO È VITA, BELLEZZA, LIBERTÀ, TRADIZIONE E SPIRITUALITÀ
di Nicola Bizzi
Con la pubblicazione di questa straordinaria tragedia di Francesca Bartellini Moech, Gli Angeli di Mastemoth, le Edizioni Aurora Boreale inaugurano Théatron, una collana editoriale interamente dedicata al teatro. Una collana finalizzata non solo alla pubblicazione di coraggiose opere teatrali di autori indipendenti in sintonia con gli ideali di libertà, spiritualità e ricerca interiore che caratterizzano da sempre il nostro progetto editoriale, ma anche dedicata a saggi e ricerche che affrontino il magico mondo del teatro sotto gli aspetti storici e culturali. Ma anche – e soprattutto – sotto i suoi aspetti esoterici e spirituali.
Francesca Bartellini Moech, artista poliedrica e geniale, attrice e regista teatrale e cinematografica di fama internazionale, è sicuramente un’anima antica. Lo scrivo con cognizione di causa, perché credo ormai di saper riconoscere istintivamente, a fiuto
direi, quelle anime che da molto tempo, anche da millenni, calcano le scene del pianeta Terra, tornando periodicamente fra gli esseri umani per svolgere un compito, per adempiere ad una missione magari affidata loro da Potenze superiori, da Dei dai quali proveniamo e che ancora hanno a cuore i nostri destini. Anime antiche che sono destinate, travalicando le barriere spazio-temporali, o attraversando – come dicevano certi Vati e Cantori-Sciamani come Orfeo, Tamiri, Lino e Museo – «gli oscuri recessi della Caverna del Tempo», a reincontrarsi, a riconoscersi e talvolta (cosa, questa, assai ardua!) a indicare la via a un’umanità smarrita e dimentica delle proprie origini ancestrali e delle proprie potenzialità. Un’umanità non più consapevole di discendere dalla titanica stirpe di Giapeto e di essere pertanto figlia non solo di Gea, ma anche del Cielo Stellato.
Ho scritto calcano le scene
, parlando certe anime antiche, utilizzando di proposito una metafora teatrale, perché in fondo il Teatro, nella sua essenza più intima, è lo specchio della stessa Vita umana. Uno specchio che, talvolta, se lo sappiamo conoscere e correttamente interrogare, come nella favola (iniziatica) di Biancaneve può assumere vita propria e magari anche rispondere alle nostre fatidiche domande: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?
Il teatro occidentale, come lo conosciamo e comunemente oggi lo intendiamo, viene fatto risalire dagli storici alle forme drammatiche sorte nell’antica Grecia attorno al V° secolo a.C., così come sono effettivamente di derivazione greca le parole teatro, scena, dramma, tragedia, coro, dialogo. Θέατρον (théatron) significa letteralmente, in Greco antico, luogo di pubblico spettacolo
, dal verbo θεάομαι (theàomai), osservare
, guardare
, peraltro la stessa radice di theoreo, da cui teoria
. Ma le sue origini, in realtà, sono molto, molto più antiche e si perdono probabilmente nella notte dei tempi. Oserei dire che sono antiche quanto l’uomo stesso. Se è attestato, ad esempio, che un nostro progenitore quale l’Uomo di Neanderthal, già aveva una marcata propensione alla spiritualità e alla ritualità e già aveva sviluppato compiutamente forme artistiche quali la pittura e la musica, cosa ci impedisce di ipotizzare che possa anche aver praticato forme primordiali di vera e propria rappresentazione scenica? Gli antropologi ipotizzano infatti che alle origini del teatro vi sia quell’innata aspirazione umana a rendere tangibile la relazione con le Divinità, attraverso la rappresentazione del Sacro nei riti e nelle danze, e allo stesso tempo il bisogno di intrattenere e definire i rapporti sociali, attraverso la forma della festa e della finzione ludica. Requisiti ed elementi, questi, ben presenti tanto nella cultura Neanderthal quanto in quella Cro-Magnon, entrambe dirette progenitrici delle più antiche civiltà europee e mediterranee.
Ma, se è vero – ed è vero, ve lo assicuro! – che tutte le Arti umane nascono in un alveo di sacralità, il teatro è sicuramente l’Arte sacra per eccellenza. E questo perché permetteva agli antichi nostri predecessori, interpretando e rappresentando le stesse Divinità e le loro vicende mitiche, di immedesimarsi con esse durante la rappresentazione scenico-rituale, di vivere in prima persona tali vicende e lo hieros-logos che le caratterizzava, fino ad arrivare ad essere letteralmente posseduti dagli Dei e dalla loro essenza, ad essere un tutt’uno con Essi e con la loro potenza.
Il ritrovamento di un papiro, nel 1928, da parte del grande egittologo tedesco Kurt Sethe, ha dimostrato come, oltre mille anni prima della nascita della tragedia greca, il teatro fosse già ampiamente praticato nella terra bagnata dal Nilo nell’ambito del culto e della celebrazione-rappresentazione dei Misteri di Osiride.
Il teatro, fin dall’antichità, comprende tutto un insieme di Arti espressive tramite cui viene rappresentata, sia sotto forma di testo recitato che di drammatizzazione scenica, una storia, una vicenda o un dramma (parola, quest’ultima, derivante dal greco δραω (drao) = agisco
). Una rappresentazione teatrale si svolge davanti ad un pubblico utilizzando una combinazione variabile di parola, gestualità, musica, danza, vocalità, suono e, potenzialmente, ogni altro elemento proveniente dalle altre Arti performative. E, cosa che molti ignorano o sottovalutano, una rappresentazione teatrale, proprio per via dell’interazione emotiva fra interpreti e spettatori, genera vere e proprie forme di energia che possono dar vita, in alcuni casi, ad una eggregore. E, chi si intende anche solo minimamente di Esoterismo, potrà ben comprendere di cosa sto parlando.
Ecco perché il teatro è anche Magia. Una forma di Magia non solo capace di generare onde e forme di energia, ma che può anche giocare con le stesse leggi della realtà, con altri piani dimensionali e con lo stesso continuum spazio-temporale. L’elemento temporale, infatti, in una rappresentazione teatrale, è ciò che ne determina più di ogni altra cosa le caratteristiche di alterità rispetto all’esperienza quotidiana. Dalla ideazione, attraverso il tempo dedicato alle prove, fino alla rappresentazione, i tempi teatrali prendono il sopravvento sul tempo individuale, coinvolgendo alla fine all’interno di coordinate extra-quotidiane anche il pubblico, che tornerà poi al proprio tempo abituale al calare del sipario. Esattamente allo stesso modo in cui, al termine di un’esperienza