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Il banchetto degli Dei
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Il banchetto degli Dei
E-book120 pagine1 ora

Il banchetto degli Dei

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Info su questo ebook

Nel mito esiodeo della creazione del mondo Crono divora i suoi figli e Zeus ingoia Meti, la sua prima sposa: cosa si cela dietro questi pasti cannibaleschi degli dèi? Perché Zeus celebra con un banchetto le nozze di Peleo e Teti, e mette in moto gli avvenimenti che porteranno alla guerra di Troia e alla fine degli eroi? Un'analisi dello scenario del banchetto dal caos alla rigenerazione, nei miti e nell'immaginario attraverso le fonti mitologiche e letterarie.
LinguaItaliano
Data di uscita1 dic 2009
ISBN9788896720134
Il banchetto degli Dei

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    Anteprima del libro

    Il banchetto degli Dei - Anna Rita Zara

    9788896720134

    Via Lattea

    13

    Anna Rita Zara

    Il banchetto

    degli Dei

    IL RACCONTO MITICO DEL BANCHETTO DIVINO

    DAL CAOS ALLA RIGENERAZIONE

    pub

    In copertina:

    L. Sabatelli, Il concilio degli déi, Firenze, Palazzo Pitti

    ISBN: 978-88-96720-13-4

    © Copyright 2002

    Edizioni Il leone verde

    Via della Consolata 7, Torino

    Tel/fax 011 52.11.790

    e-mail: leoneverde@leoneverde.it

    http://www.leoneverde.it

    PREMESSA

    Il racconto mitico è permeato di sacralità, perché incentrato su presenze divine, e nasce dall’intuizione, non dal ragionamento. Dinamico e imprevedibile, ci trasporta nell’ignoto, nel mistero, nell’inconoscibile e avvia dentro di noi un processo intimo e psicologico che libera modelli archetipi radicati nella memoria collettiva.

    Anche la Teogonia di Esiodo non ci trasmette una conoscenza razionale, ma una conoscenza intuitiva attraverso simboli inquietanti e immagini metaforiche delle verità recondite e delle misteriose energie che regolano il mondo. Ecco allora la Terra-Madre, il Figlio-Amante, il Re Detronizzato, simboli di tortuosi nodi della psiche, oppure concetti astratti come il Tempo, l’Amore, la Giustizia. Essa non è però solamente un’intuizione del soprannaturale, è un’opera d’arte, una trasfigurazione fantastica dell’aspirazione umana al divino. La stessa osservazione vale per i miti raccontati dall’epos o dalla tragedia.

    Il racconto mitico per sua natura è sempre drammatico, polisemico, ambiguo e figurato con la caratteristica di ricrearsi, ogni volta che viene ripresentato, come avventura nel mondo del meraviglioso e come mistero al di là del tempo e dello spazio, tanto il cosmico e l’abissale, la luce e le tenebre, il destino e la morte sono radicati nel nostro inconscio e nel nostro immaginario.

    La Teogonia ha un’estrinseca connessione organica e unitaria nel rappresentare il mondo fisico ed il mondo divino. Gli orrori primordiali al centro della scena non sono fini a se stessi, ma rispecchiano una poetica della verità ispirata direttamente dalle Muse. Terrificante e ammaliante, lo scenario teogonico si apre con l’immissione di Caos nel nulla del tempo e nel nulla dello spazio: il lato oscuro dell’essere si presenta ab origine e per sempre passando dalle stirpi divine all’uomo.

    I momenti più crudelmente abbietti sono quelli riservati alla conquista e al mantenimento del potere, un banchetto che lo celebra con un’orgia sanguinaria senza esclusione di colpi. Il tradimento, l’ambiguità, l’astuzia, la gelosia, l’invidia, l’egoismo, la smania del possesso sono le pulsioni che contrappongono i divini commensali tra madre e figlio, figlio e padre, marito e moglie per celebrare il sacrificio di chi soccombe per divorarlo. In questo contesto il padre odia il figlio ed il figlio il padre e la madre si schiera in modo impulsivo e istintivo, in contraddizione con se stessa.

    Le entità e gli dèi che nascono da Gaia e da Urano costituiscono la stirpe titanica, che si ribella contro il padre. La castrazione di Urano ad opera di Crono aiutato da Gaia è narrata con una bellezza grandiosa quanto terribile, perché al di là dell’atto efferato si verifica un immane evento cosmologico: la terra si separa dal cielo, Gaia non deve più sopportare le continue richieste sessuali di Urano che la costringono a generare senza sosta figli che il padre odia e nasconde. L’odio per i figli caratterizza anche Crono, a sua volta detronizzato da loro e Zeus, divenuto supremo reggitore, divora Meti, la sua prima sposa.

    La violenza e la crudeltà presenti nella Teogonia compaiono nei racconti mitici delle saghe, come nel Ciclo tebano, che inizia con Edipo e termina con la reciproca strage dei suoi figli, o come in quello degli Atridi, in cui Atreo fa mangiare al fratello Tieste i suoi figli o in quello qui narrato di Tantalo che uccide suo figlio e lo serve come cibo agli dèi. E con un banchetto, quello celebrato per le nozze di Peleo e Teti, si decreta la fine degli eroi, la cui stirpe semidivina annegherà nel sangue della guerra di Troia.

    A. R. Z.

    IL MITO ESIODEO DELLA CREAZIONE

    1 Introduzione

    Vivere il mito

    Vivere il mito è un’esperienza che riattualizza avvenimenti esaltanti e ci trasporta in un mondo trasfigurato, dove la divina forza creatrice dà origine alla vita: nelle società arcaiche rivelava la storia di esseri soprannaturali, l’origine del mondo, delle cose, degli uomini, rifletteva la luce divina ed illuminava l’anima con un racconto per immagini.

    Bronislav Malinowski parla del mito come di un racconto "che fa rivivere una realtà originaria… lungi dall’essere una favola, è al contrario una realtà vivente, alla quale non si cessa di ricorrere con la conseguenza che il mito, forzando l’uomo a trascendere i suoi limiti, lo colloca accanto agli dèi e agli eroi" (B. M., Magic, Science and Religion, New York 1955).

    Tramandato e reinterpretato continuamente da poeti e profeti, nel tempo il mito ha acquisito uno scenario fantastico, drammatico e ricco d’immagini. In Grecia il mito fu la fonte d’ispirazione della poesia epica, della tragedia, della commedia e delle arti plastiche e pittoriche.

    Sul termine mitologia si è sovrapposto un doppio registro semantico: da un lato indica un insieme di racconti, di storie, dall’altro un discorso sui miti, sulla loro origine e natura e sulla loro essenza, al fine d’interpretarli.

    Il racconto mitico ed il suo significato costituiscono un campo d’indagine, sul quale intervennero anche esegeti, filosofi e tragici dell’età classica. Come collocare la follia cannibalesca di Crono che divora i suoi figli, di Zeus che ingoia la sua sposa? o di Tantalo che imbandisce il banchetto in onore degli dèi con le carni di suo figlio? Pasti divini, nei quali l’ambrosia, il cibo dell’immortalità che nell’Iliade risana le ferite e preserva i cadaveri dalla corruzione, non è ancora la pietanza abituale degli Immortali.

    Nella concezione neo-platonica e post-plotiniana i miti della tradizione omerica ed esiodea vennero riletti e reinterpretati in chiave allegorica in linea con le concezioni di Porfirio.

    Secondo questa analisi la Teomachia alludeva all’opposizione (secco-umido e caldo-freddo) tra i principi elementari della filosofia della natura e Omero, Esiodo e Orfeo, ritenuti poeti ispirati dalla Muse, avevano rivelato nelle loro opere la struttura della realtà e il destino dell’anima.

    Con l’avvento della filosofia dal mito si passò all’interpretazione del mito, che diventò strumento di conoscenza per la storia dell’anima, dalla sua caduta nel mondo sensibile alle sue incarnazioni e infine alla sua risalita in cielo; già in Platone c’è il connubio mito-mistero e filosofia-iniziazione.

    Salustio, neoplatonico della quarta generazione, amico e consigliere dell’imperatore Giuliano – fu governatore d’Aquitania, proconsole d’Africa, questore e infine Prefetto Pretorio d’Oriente, morto nel 379 – confermò la sacralità dei miti sia perché erano stati cantati dai poeti ispirati dalla divinità, sia perché furono impiegati da grandi filosofi, dai fondatori dei riti misterici e dagli

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