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Quel che resta delle parole
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E-book154 pagine49 minuti

Quel che resta delle parole

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Questo è un libro atipico, onirico, ondeggiante, a tratti pungente. Tutto da scoprire.
Una raccolta di Poesie, Prosa e monologhi teatrali che accompagnano il lettore tra le emozioni più pure come gli affetti familiari e altre più cupe, come l’ossessione, il dramma della violenza contro le donne. Un conflitto che da interiore, caratteristico di un’anima inquieta, si fa strada nel mondo esterno, in un continuo scontro con le maschere, i clichés e la mediocrità che imperversano senza tregua nella vita quotidiana. Il perenne combattimento tra il Bene e il Male trova spazio, spesso ben occultato tra simbolismi e cromie, nella musicalità dei versi, delle parole.
Un’opera che unisce il profondo scavo interiore delle Poesie con la manifestazione luminosa che emerge attraverso il Teatro e la Prosa. Il risultato sono le parti di cui è costituita la raccolta, come in un cosmo variegato ma armonico: “Poesie ad est” sono le parole che esplorano l’intima essenza dei sentimenti più preziosi e nascosti; “Miti al centro” racconta il viaggio che si sviluppa attraverso la dimensione teatrale dei monologhi, tappe di un percorso esistenziale fatto di lotte estenuanti e solitarie, individuali e collettive; “Quel che resta delle parole”, infine, fa il punto della situazione, dove prose, monologhi e poesie (i ponti sommersi che collegano l’inconscio alla superficie, rendendosi visibili solo per pochi attimi, tra il fluttuare delle onde), si fondono per offrire un approdo, la sintesi di un viaggio che ha attraversato le profondità dell’animo umano e la luminosità della manifestazione artistica.
 
“L’arte si fonde e si scompone in tanti piccoli, immensi tasselli, ognuno sfumatura dell’altro. La Letteratura è una donna dalle ossa possenti e dagli occhi delicati. Il Teatro un uomo dall’anima multiforme, forte e nostalgico.”
Tamara Marcelli
LinguaItaliano
EditorePubMe
Data di uscita5 feb 2024
ISBN9791254584996
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    Quel che resta delle parole - Tamara Marcelli

    Immagine che contiene Carattere, nero, Elementi grafici, schermata Descrizione generata automaticamente

    COLLANA GLI SCRITTORI

    DELLA PORTA ACCANTO

    TAMARA MARCELLI

    Quel che resta delle parole

    POESIE E MONOLOGHI

    Pubblicato da Pubme © – Collana Gli scrittori della porta accanto

    Prima edizione 2024

    ISBN:

    Copyright © 2024 Gli scrittori della porta accanto

    Responsabile editoriale: Stefania Bergo

    Art director: Stefania Bergo

    Graphic designer: Stefania Bergo

    Immagine di copertina: AI generated

    Per essere informati sulle novità della collana Gli Scrittori della Porta Accanto visita: www.gliscrittoridellaportaaccanto.com.

    Quest’opera è frutto della fantasia dell’autore, ogni riferimento a persone o avvenimenti reali è puramente casuale.

    È vietata la riproduzione completa o parziale dell’opera ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile (Legge 633/1941).

    A mio padre.

    Insieme verso il tramonto infinito.

    André

    .

    La Poesia non è omogeneità, schema, determinatezza, è un battito d’ali, un suono, un ricordo, un profumo, un dolore, un’immagine. È inafferrabile, ma talmente concreta nella sua indeterminatezza, da riportarci all’essenza profonda del mondo.

    Tamara Marcelli

    Una cosa lieve e alata e sacra.[1]

    Platone

    PREFAZIONE

    Note di versi: tra Poesia e Musica

    La musicalità è sempre stata parte fondante ed essenziale della Poesia, già implicita nel suo elemento originario.

    Ma cos’è la Poesia?

    E la Musica?

    Poesia

    La si può definire? Si può insegnare? È davvero possibile spiegarla?

    Fin dalle origini della letteratura conosciuta, la Poesia ha sempre rappresentato un mondo parallelo a quello della realtà tangibile, spesso definito fantastico, ideale, un rifugio per l’anima, lo specchio dei sentimenti.

    Nonostante in ogni epoca vi siano state delle differenze nell’individuarne il senso, le finalità, estrinseche o intrinseche che fossero, la Poesia ha mantenuto costante l’interesse in tutta la sua complessità.

    Ed è per questo che, forse più di tutte le altre Arti, è quella che può aiutarci a disegnare meglio l’evoluzione dell’umanità, ad affrescare il muro della storia.

    Quale definizione migliore della Poesia può esserci se non quella sgorgante, magnificamente, dalle parole alate di quei Grandi che ce la donarono?

    […] poesia

    è il mondo, l’umanità,

    la propria vita

    fioriti nella parola;

    è la meraviglia

    di un delirante fermento[2]

    Questa breve introduzione vuole solo dare uno sguardo d’insieme all’immenso mondo della Poesia, un mondo talmente variegato da riuscire ad accogliere l’universo dell’animo umano, così disomogeneo.

    Perché la Poesia non è omogeneità, schema, determinatezza, ma un battito d’ali, un suono, un ricordo, un profumo, un dolore, un’immagine, qualcosa di inafferrabile ma talmente concreta nella sua indeterminatezza da riportarci all’essenza profonda del mondo.

    E la Poesia è Arte a sé, o piuttosto un contenitore di tante altre espressioni artistiche?

    La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.[3]

    La Poesia nell’Antica Grecia

    Le origini della Poesia greca si possono individuare nella trasmissione delle leggende orali su dèi ed eroi dell’età micenea XVI-XII sec. a.C. da parte dei cantori girovaghi che si esibivano in occasione di feste religiose e banchetti nelle corti. Rimane la leggenda di un vasto patrimonio epico che culmina con la figura di Omero nel VIII e VII sec. a.C., a cui furono attribuite l’Iliade e l’Odissea.

    Nel VIII sec. a.C., in Grecia, il filosofo Platone definiva la poesia una cosa lieve e alata e sacra, ma la considerava anche pericolosa poiché accusata di alimentare le passioni che la ragione avrebbe dovuto limitare in un continuo sforzo per non rimanere turbata.

    Nel IV sec. a.C. il filosofo Aristotele affermava che Arte e Poesia rispecchiano realtà e ideale e che con il procedimento catartico (purificatore), che proprio la Poesia agevola, l’animo umano ritrova il suo equilibrio.

    Nel III sec. a.C. il filosofo Epicuro riteneva che la Poesia fosse utile a insegnare agli uomini a evitare il dolore.

    La Poesia nella Roma Antica

    I sec. a.C.: il poeta Quinto Orazio Flacco, più noto come l’autore del componimento Carpe diem, considerava la Poesia un mezzo per dilettare ma allo stesso tempo utile a livello morale. L’artista deve essere libero, deve ispirarsi a principi di coerenza, semplicità, spontaneità, ma deve anche possedere cultura e sapienza. Le emozioni che il poeta intende trasmettere devono poter raggiungere il lettore, essere fruibili, non fini a se stesse.

    Nel IV sec. d.C. S. Agostino riteneva che l’Arte fosse la strada per raggiungere la Bellezza divina. La funzione diventa quella di elevare lo spirito umano, non di distrarlo. Secondo questa visione, l’Arte in generale e la Poesia in particolare rappresentano forme di illuminazione derivanti direttamente da Dio. I concetti espressi nell’Arte sono impregnati di morale e fede.

    La Poesia del Trecento: Dante e Petrarca

    Nel XIV sec. Dante scriveva: "I’ mi son un

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