Se si può raccontare: Attraversare la malattia è un dramma. . .non facciamone una tragedia.
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Info su questo ebook
Un sorprendente equilibrio tra emozione ed ironia accompagna tutta la narrazione,
animata da una carrellata di amici, amiche, dottori, parenti e ignari passanti, piena di vita e di colori, fino a farci dire con un sorriso, insieme all'autrice, che “attraversare la malattia è un dramma, ma non facciamone una tragedia! In fondo, se si può raccontare ci si può anche permettere qualche piccola irriverenza. Per dirla con le parole di Beckett: Quale modo migliore di glorificare l’Altissimo se non quello di ridacchiare con lui dei suoi scherzetti?”
I proventi delle vendite del libro saranno devoluti a Europa Donna Italia, coalizione europea per i diritti delle donne nella prevenzione e nella cura del tumore al seno.
Marina Senesi
Marina Senesi, attrice e autrice, si divide fra teatro, radio e performance itineranti di spettacolo/informazione. Si è formata alla scuola del Teatro Stabile di Genova. Nel 2007, in collaborazione con la giornalista di Report (Rai 3) Sabrina Giannini, ha scritto il monologo di teatro civile "La vacanza", sul caso di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, uccisi in Somalia nel marzo 1994. Il monologo, dopo il debutto al Premio Giornalistico Televisivo Ilaria Alpi - Premio Anacapri 2007, viene riproposto ogni anno a marzo ed è stato rappresentato per due edizioni consecutive alla Giornata in Memoria delle Vittime di mafia. In Rai, per Radio 2, è stata inviata e autrice Caterpillar; ha ideato e condotto il programma itinerante Camper e tre edizioni di Libro oggetto. In televisione, per Rai 3, è stata nel cast fisso di Quelli di Caterpillar e Caternoster. Per RaiNews 24 è stata protagonista del documentario Sulla retta via (dalla Rai di Milano a Senigallia in linea retta). Con Il Sole 24 Ore ha pubblicato "Un’argonauta contromano. Da Milano a Senigallia pedalando sull'acqua. Diario di un viaggio in slow economy".
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Anteprima del libro
Se si può raccontare - Marina Senesi
Prologo
Una sera di un po’ di tempo fa vado a cena da una coppia di amici, si fa tardi e decido di rimanere a dormire a casa loro. Così succede che mi sistemo nel divano-letto dello studio che funziona, all’occorrenza, da camera degli ospiti.
Ora, dovete anche sapere che io a dormire sola ho paura. Ma mica dei ladri: dei fantasmi! Sento i rumori, guardo sotto il letto… Insomma, sono lì con la luce accesa in attesa di ambientarmi e intanto fisso la libreria che si trova proprio davanti a me: una bella libreria di legno, con tanti scaffali. In mezzo alle file fitte fitte di libri, mi cade l’occhio su un volume in particolare: un bel tomo, ben rilegato. Allora mi tiro su e mi sporgo in avanti per cercare di leggere il titolo: L’Esorcista!
– … Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhh!
Si precipitano da me in pigiama e ciabatte i due padroni di casa: – Oddio, oddio, abbiamo sentito un urlo, cosa c’è, cos’è successo…?!
– Aaahh! (Mima una figura mostruosa, indicando la libreria)
– Un ragno?
(Fa segno di no)
– Uno scarafaggio?
(Fa segno di no)
– Uno scorpione?
(Fa segno di no, mimando una coda)
– Un topo?
(Fa segno di no, mimando le corna)
– Un toro??!
– Portate via quel libroooooo!
Insomma, li costringo a tirare giù il libro dallo scaffale – con me con la testa sotto le coperte – e glielo faccio portare via. Mi assicuro che non ci siano in giro altri libri del genere e mi risistemo nel letto soddisfatta. Butto ancora l’occhio sulla libreria, sulla fila di libri sistemati ordinatamente, tutti stretti uno dopo l’altro. Tutti tranne L’Esorcista… Che adesso non era più un libro: era un buco nero nello scaffale, una voragine, un pozzo senza fondo dal quale potevano uscire i diavoli di tutto l’inferno. Senza contare che adesso lui, the book, era di là, lontano dalla mia vista e dal mio udito e avrebbe anche potuto – che ne so – muoversi, saltare, far versacci, vomitare verde… Con me ignara nella stanza accanto!
Così mi sono alzata – da sola, senza chiamare nessuno – e sono andata di là a cercarlo. L’ho trovato: lo avevano appoggiato sul tavolo della sala da pranzo. L’ho affettato a mani nude, l’ho riportato nella stanza dove dormivo e l’ho rimesso al suo posto nella libreria. Mi sono messa a letto, ho guardato lo scaffale di libri tutti in fila, L’Esorcista compreso, che adesso con la sua presenza, primo: tappava l’orrido imperscrutabile; secondo, era sotto il mio controllo: –