Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Coma
Coma
Coma
E-book232 pagine2 ore

Coma

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Esistono vari tipi di coma e le cause possono essere svariate.
Indurre un coma farmacologico in un paziente serve a focalizzare tutte le sue energie vitali verso la parte del corpo che deve guarire, ed è quello che accade a Luigi Mazza quando, un giorno di autunno, si trova coinvolto in un incidente stradale sulla tangenziale di Bologna.
Da quel momento, nella sua mente si susseguono tante immagini ricorrenti che si presentano in forma onirica e apparentemente incomprensibile, ma che avranno un peso non indifferente nel futuro del protagonista e di chi gli sta attorno.
I medici fanno un ottimo lavoro, Luigi Mazza si sveglia dal coma e giorno dopo giorno ricomincia a vivere la sua vita, ma la sua mente sembra segnata.
Chi è Luigi Mazza, ma soprattutto, chi è il colpevole di quell'incidente? Perché l'uomo si ritrova in quella condizione fisica e mentale?
Ad aiutarlo, suo fratello Mario, di molti anni più anziano: i due sono sempre stati incredibilmente legati, ma da quel giorno sembrano esserlo molto di più. Anche se Mario non può sapere che cos'abbia provato e che cosa provi realmente Luigi.
Alla fine sarà compito dell'agente Stefano Zamagni, insieme ai suoi uomini, fare luce in questa storia dentro la storia, con un finale imprevedibile.
LinguaItaliano
Data di uscita17 giu 2018
ISBN9788828337294
Coma

Leggi altro di Federico Betti

Correlato a Coma

Ebook correlati

Thriller per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Coma

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Coma - Federico Betti

    XC

    I

    Regnavano silenzio e solitudine in quella stanza dell'ospedale Maggiore di Bologna. Gli unici rumori che si sentivano erano quelli prodotti dalle macchine presenti, che i medici passavano a controllare a intervalli regolari durante il giorno.

    Da cinque giorni il corpo di Luigi Mazza giaceva immobile in stato di coma farmacologico, indotto dall'equipe di esperti anestesisti dopo il grave incidente stradale che gli aveva causato un trauma cranico guaribile, a parere dei medici, soltanto in quel modo.

    Quando era arrivato in ambulanza al pronto soccorso, trasportato d'urgenza a sirene spiegate dalla tangenziale del capoluogo emiliano, l'uomo era risultato subito in condizioni gravi e gli era stato attribuito un codice rosso; dopo lunghe attese gli erano stati eseguiti tutti gli esami del caso ed era stato ricoverato in prognosi riservata.

    Viveva solo: non aveva mai avuto nemmeno intenzione di sposarsi, per cui l'unico parente che gli potesse essere di aiuto era suo fratello, Mario, il quale, appena ebbe ricevuto la notizia dagli operatori del pronto soccorso, era arrivato prontamente a sincerarsi delle condizioni di Luigi, riuscendo, però, a intravederlo soltanto per un attimo, mentre veniva trasferito in barella alla stanza dove era adesso.

    Senza accorgersi di nulla, Luigi riceveva giornalmente la visita del fratello, che poteva limitarsi a guardarlo da oltre un vetro. Rimaneva circa un'ora al giorno, fissandolo nella vana speranza di infondergli la forza di guarire, e spesso se ne andava senza dire una parola nemmeno ai medici.

    Quando li interpellava, il primario gli diceva sempre che le condizioni dell'uomo erano stabili e che ci sarebbero volute circa due settimane prima che potesse uscire dal coma.

    Ci penseremo noi, quando sarà guarito., assicurava

    A cadenza regolare, i medici sottoponevano Luigi agli esami per tenere monitorata la situazione, cercando di segnalare i miglioramenti al fratello.

    Un inserviente mi ha riferito che il coma è stato...indotto? Nel senso che voi avete fatto in modo che andasse in stato di coma?, chiese Mario a un infermiere, a due giorni dall'incidente.

    Sì. E' stato deciso di indurre un coma farmacologico al paziente., rispose il giovane.

    Farmacologico?, fece eco Mario.

    Esatto, farmacologico. Non sa di che cosa si tratta?

    No, mi spieghi!, gli intimò Mario.

    "Quando un paziente subisce lesioni gravi, come può essere il trauma cranico di suo fratello, i medici possono decidere di causare un coma farmacologico, usando appunto dei farmaci. In questo modo tutte le energie vitali vengono indirizzate verso il danno da riparare.", spiegò l'infermiere.

    Grazie per la spiegazione. Potrei parlare direttamente con chi si è occupato di questo, così da avere una previsione di miglioramento?, domandò Mario.

    Dovrebbe parlare con gli anestesisti. Soltanto loro possono indurre un coma farmacologico., ribatté l'uomo.

    E dove li posso trovare?

    Può parlare con il dottor Parri. Adesso però credo che sia impegnato per un intervento chirurgico. Di solito la mattina è più libero.

    Capisco. Allora lo cercherò domani. A mezzogiorno lo trovo?

    Sì. Salvo imprevisti, va in pausa pranzo alle 13.30. Poi alle 15 cominciano gli interventi, per cui le consiglio di parlargli prima di pranzo, così avrà quasi sicuramente un po' di tempo da dedicarle, concluse l'infermiere.

    La ringrazio, disse Mario Mazza subito prima di accomiatarsi e uscire dall'ospedale.

    Quando arrivò in strada erano quasi le cinque di pomeriggio e il buio invernale era interrotto soltanto dalle luci dei lampioni.

    Se ne andò a casa per riposare, sapendo che, dopo poche ore, avrebbe dovuto essere di nuovo lì.

    II

    Sto guidando, ma non so verso quale meta. Non so nemmeno dove sono. In auto. Stringo il volante e davanti non c'è nulla. Non capisco se ci sia buio o luce. Io, davanti a un volante, che tengo con una presa salda. E basta. Dove sto andando? Non lo so... o non ricordo? Non sento alcun rumore attorno, né proveniente da fuori. Sempre che fuori vi sia qualcosa. Sempre che il fuori esista.

    Mi sembra di essere in un ambiente in cui sia stato creato artificialmente il vuoto. In fondo, nel vuoto il suono non si propaga, e questo spiegherebbe anche il motivo per cui non sento nessun rumore attorno. Sono in una scatola chiusa ermeticamente? Forse non sono in auto, bensì dentro un simulatore di guida, come al luna park. Sì, forse sono al luna park, ma non so che cosa ci sia venuto a fare. Io dentro il simulatore. Non sto guidando un'auto. Perché sono qui? Come ci sono arrivato? In auto. Sì, probabilmente ci sono venuto in auto.

    No, ora che ci penso non posso essere dentro un simulatore: sentirei almeno qualche piccolo rumore, di qualche ingranaggio che si muove, qualche pistone che si alza e si abbassa.

    Allora vuol dire che sono in auto. Con il vuoto attorno? Impossibile! Dovrei essere stato introdotto qui in qualche modo. Non so nemmeno dove mi trovo. Non lo capisco, o non lo ricordo. Dove sono? E perché? Che cosa mi ha portato qui? E dove sto andando? Sempre che io stia andando da qualche parte. Fuori c'è il nulla, oppure sono io che non riesco a vedere? Non vedo che cosa ci sia oltre il volante che tengo con le mie mani. Forse non è un simulatore, ma c'è comunque un telo nero davanti a me, che mi nasconde la visuale sull'esterno. Sono al luna park, non dentro un simulatore di guida, ma su una giostra in cui guidi apparentemente un'auto, o un altro veicolo qualunque, e ti sembra di muoverti, mentre in realtà sei davanti a questo telo nero e aspetti che succeda qualcosa. Ma che cosa? E soprattutto, esistono giostre del genere? Non lo so, o almeno io non ricordo di averne mai viste..

    Siamo da capo. Non so dove mi trovo. Non ho indizi che possano aiutarmi a capire. Almeno capisco che sono solo e con me non c'è nessun altro. Un momento... sono solo, ma è anche vero che non ci sono sedili per i passeggeri. Ci sono soltanto io. Davanti ho il volante e il telo nero, sempre che di telo si tratti. Non riesco nemmeno a capire se ci sia un vetro tra il volante e il telo.

    Mi sto muovendo, oppure sono fermo? Forse mi sto muovendo solo apparentemente. Forse non sto andando da nessuna parte, sono fermo, seduto da qualche parte, con un volante, un telo nero e nulla attorno a me.

    Non ci sto capendo niente, o comunque ho molta confusione in testa.

    Se sono su un'auto, ci sono i vetri? Guardo a sinistra: un secondo telo nero. Guardo a destra: un terzo telo nero. E dietro? Un telo nero.

    Cerco di toccare con una mano il telo alla mia sinistra, ma mi accorgo di non toccare nulla: la mia mano non trova nessuna resistenza; è come se passasse attraverso il telo, oppure è il telo, a non esistere. Telo o non telo, la mia mano viene come inghiottita dal nero, e ora vedo soltanto il mio braccio. Allora lo riporto dentro, di fianco a me, e ritrovo anche la mia mano, ancora lì, e non persa come sembrava.

    Ora tengo il volante con entrambe le mani. Non riesco proprio a capire nulla. Anzi, ogni minuto che passa ho sempre più confusione in testa.

    Ora so che sto guidando qualcosa, ho un volante davanti a me, tutto intorno è nero, ma non ci sono teli. Mi accorgo che in questo veicolo, sempre che di veicolo si tratti, manca la leva del cambio.

    Il caos nella mia testa sta aumentando.

    Non so dove stia andando, ma probabilmente da nessuna parte: rimango qui, fermo, in attesa che succeda qualcosa.

    III

    Le condizioni di Luigi Mazza rimanevano stabili, con qualche lento miglioramento ogni giorno, e i medici erano fiduciosi. Il corpo guarirà spontaneamente, era la risposta che si sentiva dire il fratello ogni volta che chiedeva informazioni.

    Il giorno dopo il colloquio con l'infermiere, Mario Mazza riuscì a parlare con l'anestesista che aveva indotto il coma farmacologico al fratello.

    Mi potrebbe spiegare meglio di che cosa si tratta?, chiese.

    Ho saputo che le è già stato detto, a grandi linee, quello che abbiamo fatto, esordì il dottor Parri, Suo fratello è arrivato qui con un trauma cranico di entità non trascurabile. L'equipe medica del pronto soccorso, dopo avere eseguito tutti gli esami del caso, ha ritenuto che l'unico modo per guarire da questo trauma fosse il coma farmacologico. Abbiamo somministrato a suo fratello dei sedativi per indurlo allo stato comatoso, reputando che in questo modo il suo corpo potesse 'concentrarsi' solo sulla parte lesa, quella che ha veramente bisogno di cure. Stiamo monitorando tutti i miglioramenti che suo fratello sta facendo, giorno per giorno, e le garantisco che sono evidenti. Quando vedremo la completa guarigione dal trauma cranico, allora sveglieremo suo fratello: terminerà l'assunzione di sedativi e probabilmente gli somministreremo anche alcuni farmaci stimolanti per aiutare il risveglio.

    Capisco., disse Mario Mazza dopo avere ascoltato la spiegazione del medico. E quante probabilità ci sono che guarisca completamente?, chiese.

    Direi il cento percento., replicò ottimisticamente il medico.

    E che si risvegli dal coma?, ribatté Mario.

    Totali. Personalmente non ho mai riscontrato problemi di risveglio dopo un coma farmacologico indotto. Sappiamo quali siano le dosi da fare assumere ai pazienti. Non si preoccupi di questo., concluse il dottore.

    D'accordo., bisbigliò Mario con un sospiro.

    Ora dovrei andare a pranzo, mi aspetta un pomeriggio piuttosto impegnativo.

    La ringrazio, dottore.

    Si figuri, disse il medico, prima di congedarsi e dirigersi verso il suo studio.

    Mario Mazza era risollevato dopo avere sentito le parole del dottor Parri: erano positive, ottimiste e speranzose.

    Non era ancora terminato l'orario consentito per le visite ai pazienti, per cui decise di rimanere ancora un po' per vedere suo fratello.

    Uscendo dall'ospedale si sentiva il cuore più leggero: era ottimista perché sapeva che Luigi sarebbe guarito. In due settimane, circa, seguendo quello che dicevano i medici. Erano passati quasi sei giorni, per cui non mancava molto.

    Andò a casa, con il freddo che lo opprimeva e un vento gelido che gli soffiava addosso, quindi si preparò qualcosa da mangiare e si addormentò davanti al televisore, mentre veniva trasmesso un film western degli anni '70.

    IV

    Sto guidando, non so verso quale meta. E non so dove mi trovo. Mi accorgo soltanto che con me non c'è nessuno. Sono in auto, almeno così sembra, però non ci sono sedili per i passeggeri. Attorno è tutto buio, nero uniforme. Il buio mi genera insicurezza, perché non so che cosa mi dovrò aspettare. Intanto sono qui, seduto davanti al volante. Mi sembra di essere fermo, come in uno di quei drive-in americani dove guardi un film rimanendo seduto in auto, ma in questo caso pare che il film non venga proiettato da nessuna parte. Tutto intorno vedo solo un nero cupo tutto uguale.

    Dove sono? Non sono mai stato in America, quindi non sono a un drive-in. E allora dove?

    Non capisco. Con la mano sinistra tocco il nero, ma è qualcosa di inconsistente, come il buio della notte. Questo però è qualcosa di diverso, perché di notte ci sono alcune luci accese, ma non qui dove sono io adesso. E allora dove sono? Che cosa sto facendo? Riporto la mano sinistra sul volante, l'unica cosa certa. So che c'è un volante davanti a me, ma non so altro. Se avessi la possibilità di chiedere a qualcuno, sarebbe tutto più facile; ma non c'è nessuno con me, nemmeno nelle vicinanze. Sono solo. Prima o poi succederà qualcosa, cambierà qualcosa, almeno lo spero, ma per adesso sembra tutto immobile. Mi sembra di essere in una stanza buia, come rinchiuso per qualche motivo in attesa di giudizio: come se dovessi aspettare che un giudice emetta la sua sentenza per qualcosa che ho commesso, ma sono sicuro di non aver fatto nulla di illegale; non ho commesso un crimine, non ho fatto una rapina, non ho ucciso nessuno. Almeno è quello che so io, sempre che non abbia avuto un'amnesia, qualcosa che mi abbia fatto perdere completamente la memoria, per cui nella realtà io mi trovo davvero in una stanza buia a fare nulla finché non arriverà qualcuno, magari un poliziotto, per portarmi davanti al mio destino.

    No, non può essere. Se fosse davvero così, come si spiegherebbe la presenza del volante?

    Non so dove mi trovo. Se qualcuno potesse aiutarmi a capire...

    Adesso ho anche l'emicrania, un dolore che comincia sul lato sinistro della testa e piano piano si espande fino al lato destro.

    Non è un dolore molto forte, però è continuo, costante. Lo sento pulsare nella testa, si muove da una parte all'altra, da sinistra a destra, da destra a sinistra e, in alcuni momenti, ho male dappertutto. Non mi scoppia la testa, ma mi fa male. Forse avrei bisogno di un analgesico per calmare il dolore, oppure devo aspettare che se ne vada da solo così com'è venuto. Credo che l'unica opzione da scegliere sia la seconda, visto che non c'è nessuno qui, nessuno a cui chiedere dove mi trovo né perché, nessuno che possa aiutarmi in qualche modo, né dandomi un banale analgesico per il mal di testa, né facendomi capire qualcosa

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1