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Cupido non dorme mai: Il divertente romanzo con Giotto & Lucretia
Cupido non dorme mai: Il divertente romanzo con Giotto & Lucretia
Cupido non dorme mai: Il divertente romanzo con Giotto & Lucretia
E-book473 pagine6 ore

Cupido non dorme mai: Il divertente romanzo con Giotto & Lucretia

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Info su questo ebook

Una tela del Guercino trafugata in Italia ricompare misteriosamente a Londra. Lucretia, una giovane vivace aristocratica italiana, rimane coinvolta nel tentativo di recupero del famoso dipinto.
La casa della nobildonna si incendia durante la sua festa. Inoltre, intrighi, sgambetti in ufficio e un sospetto trasferimento di lavoro sconvolgeranno la vita della protagonista e del suo fedele
cagnolino, un meraviglioso bracco italiano bianco e arancio di nome Giotto. A peggiorare la situazione, Lucretia scopre che il suo fidanzato sta per sposare un’altra!
Quale sarà l’esito della lotta contro i pericolosi trafficanti d’arte?
Può l’affetto incondizionato di Giotto dare a Lucretia la forza per affrontare tutto?
Troverà il suo principe azzurro?
“Cupido non dorme mai” è la prima di una serie di commedie vivaci e sentimentali che terranno in allenamento il tuo buon umore. Preparati a esser coinvolto in avventure piene di colpi di
scena.
LinguaItaliano
Data di uscita15 mar 2022
ISBN9791221002508
Cupido non dorme mai: Il divertente romanzo con Giotto & Lucretia

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    Anteprima del libro

    Cupido non dorme mai - Cristina Bartolomei Bastoni

    Disclamer, Diritto d'autore e ISBN

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    Disclaimer

    Questo romanzo è un’opera di pura fantasia.

    Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi sono frutto della fervida immaginazione dell’autrice e non sono da considerarsi reali.

    Ogni riferimento o somiglianza con fatti, scenari, situazioni, organizzazioni o persone, viventi o defunte, veri o immaginari, è totalmente casuale.

    Titolo: Cupido non dorme mai

    Copyright 2021

    Autrice Cristina Bartolomei Bastoni

    L’opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla Legge sul Diritto di Autore

    The right of Cristina Bartolomei Bastoni to be identified as the Author of the Work

    has been in accordance with Italian Copyright Law.

    Edizione ebook: marzo 2022

    ISBN 979-12-210-0250-8

    Immagine di copertina creata da Cristina Bartolomei Bastoni

    www.cristinabartolomeibastoni.com

    Dedicato a

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    Ai miei meravigliosi genitori

    A Pier Luigi & Giotto

    Al dolce ricordo dei nonni

    Disclaimer

    Questo romanzo è un’opera di pura fantasia.

    Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi sono frutto della fervida immaginazione dell’autrice e non sono da considerarsi reali.

    Ogni riferimento o somiglianza con fatti, scenari, situazioni, organizzazioni o persone, viventi o defunte, veri o immaginari, è totalmente casuale.

    Titolo: Cupido non dorme mai

    Copyright 2021

    Autrice Cristina Bartolomei Bastoni

    L’opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla Legge sul Diritto di Autore

    The right of Cristina Bartolomei Bastoni to be identified as the Author of the Work

    has been in accordance with Italian Copyright Law.

    Edizione ebook: marzo 2022

    ISBN 979-12-210-0250-8

    Immagine di copertina creata da Cristina Bartolomei Bastoni

    www.cristinabartolomeibastoni.com

    Ai miei meravigliosi genitori

    A Pier Luigi & Giotto

    Al dolce ricordo dei nonni

    Introduzione

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    Una tela del Guercino trafugata in Italia ricompare misteriosamente a Londra. Lucretia, una giovane vivace aristocratica italiana, rimane coinvolta nel tentativo di recupero del famoso dipinto.

    La casa della nobildonna si incendia durante la sua festa. Inoltre, intrighi, sgambetti in ufficio e un sospetto trasferimento di lavoro sconvolgeranno la vita della protagonista e del suo fedele cagnolino, un meraviglioso bracco italiano bianco e arancio di nome Giotto. A peggiorare la situazione, Lucretia scopre che il suo fidanzato sta per sposare un’altra!

    Quale sarà l’esito della lotta contro i pericolosi trafficanti d’arte?

    Può l’affetto incondizionato di Giotto dare a Lucretia la forza per affrontare tutto?

    Troverà il suo principe azzurro?

    Cupido non dorme mai è la prima di una serie di commedie vivaci e sentimentali che terranno in allenamento il tuo buon umore. Preparati a esser coinvolto in avventure piene di colpi di scena.

    Capitolo I

    Imprevisto d’amore

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    Roma è una città caotica e affascinante. La capitale italiana vanta molti soprannomi: l’Urbe, la città eterna e, per via di chissà quale antico romano, anche Caput Mundi. Tra i milioni dei suoi abitanti c’è Lucretia, una giovane aristocratica che lavora presso uno studio legale internazionale in forte espansione. È alla sua prima esperienza professionale dopo il conseguimento della laurea Magistrale. Nella filiale romana dello studio, l’ambiente lavorativo è altamente competitivo e Lucretia è uno dei pochi economisti impegnati al fianco di un esercito di avvocati che, a volte, prendono le sembianze di squali aggressivi.

    Lei è una donna determinata, proattiva, socievole e profondamente romantica. Purtroppo, negli ultimi quattro giorni della sua vita, la visione luminosa e positiva del suo futuro è ottenebrata dall’afflizione. Ma procediamo con ordine: tutto ha origine da una telefonata.

    È un venerdì come tanti altri e Lucretia ignora che, di lì a poco, il suo cuore sarebbe stato frantumato e poi avvolto da una spirale di dolore e disperazione. Lei lavora serenamente in ufficio, mentre pregusta il programma per il fine settimana. Il suo amato fidanzato norvegese, il Principe Johannes, sarebbe arrivato l’indomani e insieme avrebbero partecipato alla grande festa a Palazzo Ferbasoli. Si immagina già di camminare per quei saloni incantevoli, mentre, attraverso le finestre, ammira l’imponente Palazzo Chigi e la colonna di Marco Aurelio, che si eleva al centro di Piazza Colonna.

    I suoi pensieri vengono interrotti dalla suoneria del suo telefono cellulare. Risponde distrattamente mentre mantiene lo sguardo fisso sullo schermo del pc. Lavora su di un foglio Excel, ma quel file sarebbe stato la sua priorità ancora per poco. Perché dall’altro capo del telefono, una sconosciuta esordisce in un inglese perfetto: <>.

    Lucretia distoglie lo sguardo dallo schermo e pensa con sorpresa: <>. Mostra tutto il suo sconcerto mentre replica: <>.

    <confidenza con il mio futuro sposo, il Principe Johannes Markus di Tromson. Quindi, sono certa le farà piacere essere la mia damigella d’onore. Le sto offrendo un’occasione unica per assistere in prima fila al giorno più importante della vita di Johannes, qui a Stoccolma>>.

    Segue un lungo silenzio, pesante come il piombo. Lucretia pensa che si tratti di uno scherzo di cattivo gusto, però decide di stare al gioco e quindi risponde con ironia: <>.

    La contessa non aspetta altro e, con un’aria trionfante, sferra il suo attacco finale dicendo: <>. Dopo aver gettato una bomba a mano sulla vita di Lucretia, la contessa svedese chiude unilateralmente la conversazione.

    Lucretia è frastornata e rimane seduta con lo sguardo fisso nel vuoto. Poi i suoi pensieri sono distolti dalle notifiche dei messaggi in arrivo. Prende il telefono e scruta le immagini ricevute, sono dei rotocalchi di circa un anno fa. Osserva bene le foto del suo principe abbracciato a un’altra donna. Legge i titoli che annunciano il loro fidanzamento. La contessa le ha inviato anche articoli più recenti, relativi a pettegolezzi sull’imminente matrimonio.

    Lucretia è sotto shock. Scoprire che il suo amato principe ha omesso di informarla del suo matrimonio con "l ’altra " è emotivamente devastante. La poveretta si chiede: <>.

    La poveretta è in uno stato amebico per l’incredulità e, a un certo punto, le gira la testa. Le sue tempie pulsano forte e il cuore le batte tanto da avvertirne il rintocco. Rimane seduta mentre tiene le palme delle mani sulla scrivania, come se si volesse aggrappare a qualcosa di stabile. Però, all’improvviso, riprende vivacità pensando: <>.

    Ben presto si rammarica della scelta di approfondire l’argomento reputazione del Principe Johannes. È profondamente amareggiata quando conclude: <disgraziato-aspirante-bigamo vanta una brillante carriera come " rubacuori seriale "! …L’Europa è piccola, l’aristocrazia è un microcosmo e le voci corrono in fretta: per quanto tempo ancora pensava di prendermi in giro?>>.

    È accecata dalla collera. Presa dall’impulsività, inoltra al Principe uno dei link appena ricevuti, quello di un rotocalco corredato della foto dei due piccioncini scandinavi. Aggiunge anche un commento ironico-sarcastico: <>.

    La risposta di Johannes non si fa attendere, infatti la raggiunge telefonicamente ed esordisce: <>.

    Lei è calma, ma come una tigre appostata e in attesa di saltare sul collo della preda. Risponde sarcastica: <>.

    Come al suo solito, Johannes è troppo preso dal suo ego per ascoltare Lucretia, infatti continua a parlare dicendo: <>.

    Le ultime parole di Johannes mandano Lucretia su tutte le furie! Lei sente il calore della collera salire dallo stomaco fino a raggiungere le tempie. Pensa: <se è questo ciò che vuoi, sono pronto a mandare in aria il matrimonio "? Non ha il minimo rispetto per i sentimenti altrui!?>>. La donna è inferocita come mamma orsa quando le minacciano i cuccioli. Chiede in tono di sfida: <>.

    Lui non bada minimamente al sarcasmo di Lucretia, piuttosto parla in modo concitato dicendo: <>. La telefonata viene interrotta unilateralmente da Johannes, il principe ormai non più azzurro .

    " Se è questo ciò che vuoi, sono pronto a mandare in aria il matrimonio " è la peggiore frase che Johannes poté pronunciare. Quell’asserzione continua a ronzare nella mente di Lucretia, tanto da convincerla della malafede e della profonda disonestà dell’ ormai ex fidanzato.

    Annovera indignata il numero di Johannes tra quelli della lista nera del suo telefono, così da risparmiarsi la pena di ricevere ulteriori notizie dal mascalzone. È profondamente amareggiata quando pensa: <>.

    In quelle condizioni non è certo in grado di lavorare. Avverte la necessità di andar via dall’ufficio, quindi spenge il pc e prende la sua borsetta. Mentre esce dalla stanza ode il suo telefono squillare di nuovo. Sbircia lo schermo e, con sollievo, constata che questa volta il chiamante è Marianna, la sua migliore amica.

    Lucretia risponde ed esordisce in modo logorroico. <>, prende fiato e, con un tono di voce duro, decreta la sua sentenza di condanna: <>.

    Marianna è incredula, ma risponde con calma dicendo: <>.

    <>, è la risposta asciutta di Lucretia.

    Marianna ha un’idea geniale, quindi chiede con aria angelica: <>.

    <>, risponde Lucretia senza rendersi conto della portata della sua autorizzazione. Poi, in preda all’impeto e alla collera, ammette: <>.

    Marianna, sperando che la sua amica non beva troppe bollicine per dimenticare, dice: <>.

    L’aristocrazia italiana è divisa storicamente per ogni motivo pensabile: patrizi e nobiltà, casate antiche e più recenti, per stati preunitari, tra nobiltà nera e un ventaglio di orientamenti dalle sfumature più o meno guelfe e ghibelline. A volte è divisa a causa di motivi seri, per ripicche o perfino per scaramucce infantili. Tuttavia, quando un suo appartenente è toccato o provocato dall’esterno, allora essa, come colta da amnesia temporanea, si dimentica delle divisioni e dei settarismi intestini. Istintivamente si allea e, una volta unita, diventa un’anima potente piena di cameratismo, capace di gesta gloriose e, perché no? Anche di congiure ben architettate.

    Marianna, una volta terminata la telefonata, legge i link inviati da Lucretia e, in un baleno, li inoltra a tutta l’aristocrazia italiana invitata alla festa del giorno dopo. Nel giro di pochi minuti, tutti sono informati e indignati per come il Casanova della Norvegia ha maltrattato il cuore di Lucretia. Di conseguenza, si organizzano per trasformare il soggiorno a Roma di Johannes in un indimenticabile incubo.

    Se solo Machiavelli avesse udito i loro piani, sarebbe impallidito.

    Capitolo II

    Courmayeur

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    La gelida mattina del 27 gennaio Lucretia arriva al Grand Hotel Lauro di Courmayeur, è accompagnata dalle sue migliori amiche: Marianna e Domitilla. Entrambe sono molto preoccupate per Lucretia perché, dopo aver scoperto le inclinazioni bigame di Johannes, lei ha trascorso gli ultimi sei giorni in un profondo stato di apatia. Quindi, Marianna e Domitilla, nel tentativo di scuotere e distrarre l’amica dalle sue pene d’amore, l’hanno trascinata in settimana bianca.

    Marianna ha un buon cuore ed è un’amica leale. È una principessa dotata di una notevole vena artistica. Ama dipingere i paesaggi ed è bravissima a restaurare gli affreschi e il mobilio antico delle proprietà di famiglia. È longilinea, ha i capelli color miele, lunghi fino alle spalle e lisci come spaghetti. I lineamenti del viso sono delicati e simpatici. Gli occhi vispi di Marianna sono color ambra e lasciano trasparire la sua bontà d’animo. È un tipo accomodante, avvicinabile e sempre disponibile. I suoi genitori sono morti quando lei era piccina, a causa in un incidente stradale in Medio Oriente. Erano lì in qualità di archeologi, partecipavano ad una spedizione. Marianna è stata cresciuta da Donna Elena, la vivace nonna materna, nota per il suo polso di ferro.

    Domitilla è un’organizzatrice di matrimoni. Per deformazione professionale pianifica ogni minimo dettaglio della giornata. Ha preso da suo padre Uberto, un ingegnere carismatico, determinato e di umili origini. Si è mantenuto agli studi da solo, svolgendo anche due o tre lavori contemporaneamente. Susanna, la madre di Domitilla, è l’ultima erede di un’antichissima casata di baroni siciliani. Si è innamorata follemente di Uberto sin dai tempi dell’università. Lucretia adora la famiglia di Domitilla e va spesso a trovarla. A casa loro si sente a suo agio e prova la piacevole sensazione di sentirsi parte della famiglia.

    Le sembianze di Domitilla sono tipiche normanne, le ha riprese dalla sua mamma sicula. Domitilla è alta, snella, bionda e ha i capelli mossi e corti. I suoi occhi sono cerulei. Sembrerebbe un angelo, se non fosse per il suo caratterino tutto pepe, per la sua innata predisposizione a far rigare tutti dritto e a risultare puntigliosa. È sempre mossa da buoni sentimenti, ma spesso si punzecchia con Lucretia. Tra le due amiche c’è un rapporto schietto, benefico per entrambe, perché costruttivo.

    Lucretia è la tipica donna mediterranea, con la pelle chiara come il latte, corporatura asciutta, capelli mossi, neri e lunghi fino alle scapole. Ha gli occhi a mandorla e di un colore nocciola intenso. Il naso è leggermente all’insù. I lineamenti del viso risultano gradevoli e armoniosi. A volte la sua gentilezza e nobiltà d’animo viene erroneamente scambiata per debolezza, o peggio, per stupidità. Ma coloro che commettono questo sbaglio, nel tempo tendono sempre a ricredersi.

    Lucretia discende da un’antica casata di Marchesi fiorentini. La famiglia si è trasferita a Roma a metà del XVI secolo, perché i capifamiglia, uno dopo l’altro, sono stati chiamati a servire i Pontefici succedutesi nel tempo. Il padre di Lucretia, Francesco Maria, è stato il primo a interrompere questa tradizione ereditaria, ha avuto l’ardire di cambiare mestiere. Il rivoluzionario rampollo della casata, invece di diventare un cosiddetto Gentiluomo di sua Santità, ha avuto il coraggio di inseguire il suo sogno di intraprendere la carriera togata, che poi lo ha condotto alla Corte Costituzionale. Sua moglie, Maria Gabriella, la madre di Lucretia, è dedita alla vita di società ed è un pochino assente. Però Lucretia non ne ha risentito, perché la sua bambinaia, Giovanna, e la nonna paterna Ulderica sono state sempre presenti e, con il loro affetto, hanno colmato ogni lacuna materna.

    Le tre amiche camminano nel corridoio, hanno appena lasciato la ricezione dell’hotel e si dirigono nelle loro stanze. Domitilla ne approfitta per illustrare gli impegni in agenda: <

    abbiamo a disposizione 45 minuti di relax;

    ci incontreremo a mezzogiorno per il pranzo;

    trascorreremo il pomeriggio sciando;

    dopo cena, è previsto del relax nell’idromassaggio dell’hotel, quella circondata da una mega-vetrata con vista sul giardino innevato;

    quando saremo in ammollo, osserveremo il Monte Bianco sorseggiando del prosecco>>.

    Lucretia detesta profondamente quando in vacanza le si scandisce il tempo. Ama la sensazione di libertà derivante dal non avere programmi, ma non riesce a nascondere la sua contrarietà a così tanta pianificazione e, perciò, osserva con una punta di ironia: <>.

    Domitilla finge di non aver sentito, ma è infastidita e ammonisce l’amica dicendo: <>.

    Lucretia scimmiotta il saluto militare e Marianna scoppia a ridere. Domitilla si indispettisce, però, mentre osserva il viso sorridente di Lucretia, comprende che la sua amica sta reagendo all’apatia e al dolore causato da Johannes, quindi anche lei abbozza un bel sorriso.

    Una volta entrata nella sua suite, Lucretia è sopraffatta dalla stanchezza e dallo stress accumulato negli ultimi giorni. Chiude la porta dietro a sé e si tuffa a braccia aperte sul letto. Atterra col viso sul cuscino che profuma di lavanda. Rimane con gli occhi chiusi per qualche istante, poi lentamente cade in un sonno profondo.

    All’ora prestabilita per il pranzo, Domitilla e Marianna bussano, puntuali come due orologi svizzeri, alla porta di Lucretia. Il silenzio che segue induce le ragazze a bussare di nuovo. Tentano un’altra volta e, poi, ancora una. Ma non c’è risposta.

    Le due amiche si lanciano uno sguardo d’intesa. È il momento giusto per fare uno scherzo a Lucretia. Così, Domitilla estrae dalla borsetta il telefono e chiama l’hotel.

    Qualcuno risponde: <>

    Domitilla mente spudoratamente alla ragazza della ricezione dicendo: <>.

    L’idea è banale ma funziona. Pochi istanti dopo, arriva una cameriera con l’aria indaffarata, apre la stanza 305 e svanisce velocemente lungo il corridoio.

    Domitilla e Marianna entrano e, con l’incedere simile a quello della Pantera Rosa, si dirigono verso il letto di Lucretia. Sono così intente a fare lo scherzo all’amica, che dimenticano di chiudere la porta della camera. Rimangono in silenzio qualche istante a osservare Lucretia che russa angelicamente. Poi, dopo un’occhiata d’intesa, saltano entrambe sul letto matrimoniale e solleticano la malcapitata vicino all’ombelico. Si sente esclamare: <>. <>.

    Lucretia sobbalza per lo spavento. È seduta e ha ancora i nervi scossi quando tenta di protestare con una voce impastata dal sonno: <>. Poi si lascia cadere all’indietro sul letto, è ancora frastornata e rimane a guardare il soffitto per qualche istante.

    All'improvviso, Lucretia colpisce col cuscino entrambe le amiche. Così inizia una guerra combattuta a colpi di guanciali. Il campo di battaglia è interessante: le tre donne saltano sul letto, sulla sedia della scrivania, sulle poltrone e sui due divani. Le munizioni impiegate sono abbondanti. Infatti, come arma convenzionale usano ogni cuscino della suite, inclusi quelli del divano! Ridono tanto e sembrano bambine piccole da civilizzare.

    Sfortunatamente, la scena inusuale non passa inosservata a tre uomini inglesi di passaggio. Dal corridoio vedono la guerra dei cuscini e, incuriositi, si fermano vicino alla porta aperta della stanza. Rimangono lì, a osservare in silenzio quello spettacolo divertente. In realtà, apprezzano soprattutto la bellezza delle tre guerriere italiche.

    Lucretia viene sbilanciata da un colpo di cuscino e finisce sul pavimento. Domitilla è in piedi sul letto e brandisce il cuscino a mo’ di spada. Però, subito dopo, perde a sua volta l’equilibrio per un colpo inferto da Marianna, che vendica Lucretia. Le tre giovani combattenti si accorgono della presenza maschile quando gli spettatori scoppiano in una risata fragorosa.

    Le donne rimangono immobili nelle posizioni di battaglia, mentre fissano interdette quei britannici affascinanti. Vorrebbero sprofondare fino a riemergere in Nuova Zelanda per l’imbarazzo di essere sorprese in quel comportamento infantile!

    Uno dei gentiluomini coglie l’opportunità per rompere il ghiaccio ed esordisce con allegria: <>.

    Le ragazze continuano a osservarli perplesse e, nel frattempo, assumono posture più composte e dignitose. Il loro timido silenzio non scoraggia l’uomo, un impavido avvocato, che si presenta dicendo: <<È un piacere conoscervi, mi chiamo Lawrence. Loro sono i miei amici Andrew e James>>. Le donne sono ancora a disagio e Lawrence persevera chiedendo: <>.

    Una guerriera finalmente risponde: <>.

    Andrew replica dicendo: <>.

    Domitilla si infastidisce per l’invito. Cambiare i suoi piani la destabilizza emotivamente, quindi, benché non autorizzata dalle altre, risponde a nome di tutte dicendo: <>.

    Nonostante la risposta asciutta appena ricevuta, James cerca di favorire la conversazione e chiede la prima cosa che gli viene in mente: <>.

    Per evitare che Domitilla fornisca un’altra risposta secca, Marianna si affretta a dire: <>.

    Lawrence taglia corto dicendo con gentilezza: <>. Così i tre adoni si accomiatano.

    Le giovani donne fanno capolino dalla porta per sbirciare gli inglesi, mentre si allontanano lentamente, conversando allegramente tra loro. Una volta che gli uomini spariscono inghiottiti dall’ascensore, le donne rientrano nella stanza. Marianna chiude la porta con un’espressione sognante ed esclama: <>.

    Lucretia replica: <>.

    Domitilla, da buona guastafeste, riprende le amiche tuonando: <>.

    Marianna e Lucretia rimuginano scontente per l’indebita iniziativa di Domitilla, sono deluse perché lei ha declinato l’invito di quei fascinosi britannici! Per giunta, dopo l’ultima paternale sul parlottare degli uomini, Marianna e Lucretia vorrebbero esiliare Domitilla tra gli affamati orsi polari del circolo artico.

    Le tre donne trascorrono il pomeriggio a sciare. Dopo un paio di ore di attività, i muscoli delle loro gambe sono già doloranti per la fatica. Si riposano un pochino quando sono sulla seggiovia, che le trasporta lungo il versante più panoramico. L’impianto si muove lentamente e da loro l’opportunità di osservare il Monte Bianco. Il gigante si erge proprio di fronte a loro, è innevato, maestoso e le tre donne lo ammirano estasiate. È così imponente che incute soggezione e le fa sentire piccole e insignificanti, come se fossero umili formichine di fronte a Golia.

    Lucretia non resiste alla tentazione di immortalare il Monte Bianco ed estrae dalla tasca del giaccone il telefono. È felice mentre inizia a scattare delle foto, poi gira qualche video e, nel frattempo, Domitilla dice con un’aria da paternale: <>.

    Marianna guarda in basso e aggiunge: <>.

    <>, risponde Lucretia con pazienza. Poi distoglie lo sguardo dal Monte Bianco e dal panorama per annunciare con entusiasmo: <>.

    Le tre amiche avvicinano le loro testoline per far bella mostra di sorrisi e visi raggianti. Appaiono radiose, come se avessero vinto tutto il tesoro dei Savoia custodito nei caveau della Banca d’Italia! Lucretia aggiunge: <>. Et voilà, la foto rimane impressa sullo schermo. Poi tutte la osservano con curiosità e Marianna esclama compiaciuta: <>.

    Domitilla aggiunge con entusiasmo: <>. Dopo pochi istanti, si odono le notifiche dei cellulari di Marianna e Domitilla, è il chiaro segno che Lucretia ha inoltrato loro la foto.

    Sono arrivate al punto dove si scende. Le due amiche si alzano e sciano allontanandosi quel tanto da non essere travolte dalla seggiovia. Invece Lucretia è distratta. Scatta altre foto di quell’incantevole panorama e non si accorge che il momento giusto per scendere è passato. Fortunatamente i due operatori dell’impianto di risalita sono attenti e capiscono subito il pericolo, così, dalla cabina di comando, fermano immediatamente la seggiovia. Entrambi desiderano recuperare la sciatrice nel più breve tempo possibile e in sicurezza, perciò uno dei due operatori esce e cammina verso la sconosciuta, reputata un’imbranata. L’uomo urla con un forte accento valdostano: <>.

    In quel momento Lucretia realizza di essere sospesa nel vuoto, è comodamente seduta a un metro e mezzo da terra. Guarda giù e osserva attentamente il terreno innevato. Le balena in mente la pessima idea di scendere facendo un saltino con tutti gli sci. Ma l’operatore valdostano intuisce le intenzioni della giovane donna e le intima perentorio: <>.

    Lucretia ubbidisce e rimane seduta. Si guarda dietro, vede tutti gli sciatori sulla seggiovia fermi e sospesi nel vuoto per colpa sua. La guardano. Sono tutti in attesa che lei scenda e permetta loro di ripartire. Lucretia prova dell’imbarazzo e, quando istintivamente rivolge lo sguardo verso le sue amiche, vede Marianna che la riprende col cellulare. Protesta dicendo: <>.

    Marianna scrolla le spalle divertita, mentre continua a girare il suo video. Immortala pure il viso imbronciato di Lucretia. Non smette di registrare perché ha l’intuizione che qualcosa di buffo accadrà di lì a poco. Intanto l’operatore valdostano ha raggiunto Lucretia, è di fronte a lei e le sta parlando. Lei è ancora appollaiata sulla seggiovia. Si distrae ammirando gli occhi cerulei del tizio.

    L’uomo è un suo coetaneo. Ha i lineamenti tipicamente nordici. È alto forse più di un metro e novantacinque. Lucretia ascolta solo qualche stralcio di ciò che l’operatore le sta dicendo: <> … <>. L’uomo sta per fornirle l’informazione più importante su come non ferirlo con gli sci, ma Lucretia non gli lascia il tempo necessario. Cinge le braccia intorno al collo del malcapitato e dimentica di avere gli sci ancora agganciati, quindi muove i piedi. In quel preciso istante, vede il viso del suo salvatore diventare progressivamente rosso, sempre più rosso, fino a diventare bordeaux.

    Lucretia osserva stupita l‘espressione contrita dell’operatore, che chiude gli occhi e serra le labbra. Però, nonostante la sofferenza patita, il valdostano tenta di mantenere un contegno dignitoso.

    Marianna e Domitilla sono testimoni oculari dell’infortunio e soffocano a stento una risatina, mentre l’uomo riesce a dire con un fil di voce: <>.

    Lucretia guarda giù e vede le punte dei suoi sci conficcati proprio nel linguine del poveretto. Insomma, lo ha infilzato proprio nel punto più delicato. Mentre lei si mortifica per l’increscioso incidente, lui la solleva di peso e la posa sulla pista.

    Lucretia mormora dispiaciuta: <>.

    Il valdostano taglia corto chiedendo: <>.

    Lucretia gli rivela: <>.

    L’operatore domanda ancora: <>. Sembra davvero interessato, così Lucretia si illude di essere stata perdonata per il colpo basso inferto. Risponde con entusiasmo: <>.

    <>, esclama l’uomo preoccupato, poi aggiunge asciutto: <>. L’operatore si gira sui tacchi e si allontana.

    Lucretia è delusa dalla riposta ricevuta, invece centinaia di sciatori gioiscono, perché la seggiovia riprende a funzionare.

    Marianna, Domitilla e Lucretia osservano il salvatore valdostano mentre cammina verso la cabina comandi, probabilmente per ricongiungersi con il collega. L’uomo prende in mano una specie di walkie talkie di servizio e preme un bottone, dopo si odono le comunicazioni che riceve dai suoi colleghi. <>. Un altro lo schernisce dicendo: <>. Un altro collega deride il poveretto dicendo: <>. Un altro è più sarcastico commentando: <>.

    Marco zittisce tutti i colleghi dicendo, con quel suo forte accento valdostano: <>.

    Dal walkie talkie si sente qualcuno esclamare spaventato: <>.

    Lucretia rimane a bocca aperta, stenta a credere che l’intero staff dell’impianto del Monte Bianco stia spettegolando in sua presenza e sul suo conto! Marianna si avvicina e l’abbraccia per consolarla, poi le sussurra con dolcezza: <>.

    Lucretia si volta e guarda l’amica in cagnesco, ma Marianna non si lascia intimidire e le mostra il video del misfatto che ha registrato. Lucretia osserva tutta la scenetta dallo schermo del telefono e, alla fine, rendendosi conto di quanto male avesse fatto al poveretto, esclama dispiaciuta: <>.

    Domitilla interviene aggiungendo divertita: <>, e ridacchia maliziosa.

    Marianna nota che Lucretia è mortificata per l’accaduto e cerca di confortarla commentando: <>. Mente spudoratamente e spera che Lucretia la beva. Domitilla fa fatica a trattenere una risatina, perché le espressioni facciali dell’uomo erano state più che eloquenti, lasciando trasparire l’intensità del dolore provato. Però non vuole infierire e non contraddice Marianna, piuttosto cambia argomento ammettendo: <>.

    Lucretia è d’accordo e suggerisce: <>. Le amiche concordano, così si dirigono velocemente verso il rifugio.

    Il punto di ristoro prescelto è uno chalet con una parete di vetro, dalla quale si gode una vista del Monte Bianco spettacolare. È il posto perfetto per ritemprarsi al calduccio, sorseggiare un’eccellente vin brûlé e ammirare il panorama.

    Una volta giunte di fronte allo chalet, sganciano gli sci dagli scarponi e li appoggiano, insieme alle bacchette, nei porta-sci. Entrano e si siedono al tavolino più vicino alla vetrata.

    Osservano estasiate il panorama, mentre attendono che venga servito il vin brûlé. La vista degli alberi innevati e del tramonto sul Monte Bianco è suggestiva, oltre che romantica. Il cielo è un’esplosione di colori, dove presenziano tutte le tonalità del rosso e dell’arancio, che si mescolano abilmente a una gamma di colori che vanno dal giallo al rosa.

    Il gigante d’Europa appare quasi un’entità surreale, perché al tramonto si tinge di color oro. È un effetto del riflesso dei raggi solari sui minerali delle rocce brulle del Monte. Ma a prescindere dalla spiegazione scientifica del fenomeno, è di sicuro una meraviglia della natura! Le tre amiche ammirano in silenzio quel panorama mozzafiato. Vedere il gigante tutto d’orato è uno spettacolo unico, rimane impresso nella mente degli spettatori come se fosse inciso col fuoco.

    Arriva la cameriera, serve il vin brûlé e poi si allontana. Le tre amiche lo sorseggiano lentamente. È gradevole tenere le tazze calde tra le mani ancora infreddolite.

    Lucretia ammette: <>.

    Marianna concorda dicendo: <>.

    Domitilla si lamenta asserendo: <

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