Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Un castello in Corsica (eLit): eLit
Un castello in Corsica (eLit): eLit
Un castello in Corsica (eLit): eLit
E-book129 pagine2 ore

Un castello in Corsica (eLit): eLit

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Una valigia per... la Corsica. C'è solo un modo per capire chi è il misterioso Conte Xavier d'Erlanger, che minaccia ingiustamente il suo fratellastro: approdare sulle candite spiagge della Corsica, salire le dolci colline dell'entroterra e bussare al portone del suo castello dall'aspetto piuttosto inquietante. Louisa Thomas ha già pensato che cosa dire per difendere le proprie ragioni eppure, appena Xavier viene a riceverla...
LinguaItaliano
Data di uscita30 giu 2016
ISBN9788858956588
Un castello in Corsica (eLit): eLit

Leggi altro di Mary Lyons

Autori correlati

Correlato a Un castello in Corsica (eLit)

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Un castello in Corsica (eLit)

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Un castello in Corsica (eLit) - Mary Lyons

    successivo.

    1

    «Sono abituato a essere rincorso dal gentil sesso, anche se mi è capitato raramente di incontrare una donna bella come lei, mademoiselle. Tuttavia mi dispiace dirle che sta sprecando il suo tempo. E anche il mio.»

    Louisa Thomas incassò in silenzio le arroganti parole pronunciate dal suo interlocutore che, dietro una imponente scrivania, continuava a fissarla con aria di sfida.

    Lei non credeva ai suoi occhi. Era arrivata in Corsica la notte prima, su un traghetto proveniente da Nizza. Avrebbe dovuto incontrare un anziano aristocratico e ora, al suo posto, si trovava al cospetto di un uomo incredibilmente attraente che non poteva avere più di trentacinque anni!

    «Sto aspettando che lei mi spieghi i motivi di quest'intrusione, mademoiselle» incalzò lui gelido.

    «Temo... temo che si tratti di un errore» balbettò lei distogliendo lo sguardo imbarazzata. «Io... io avrei dovuto incontrare il conte Cinarchesi, il quale, a sua volta, dovrebbe presentarmi il signor Xavier d'Erlanger. È forse suo padre?»

    «Mio padre è morto parecchi anni fa. E lei non si è affatto sbagliata. Il conte Cinarchesi sono io.»

    «Ma... non può essere lei!» ribatté Louisa, incapace di accettare il fatto che quell'uomo potesse essere lo zio cattivo che stava per distruggere la vita del suo fratellastro Jamie Kendall.

    Louisa lavorava in una delle agenzie immobiliari più esclusive di Londra, quindi aveva frequenti contatti professionali con una clientela quasi sempre di sesso maschile. Mai prima d'allora, però, le era capitato di incontrare un uomo dalla bellezza così sensazionale: i capelli neri e ricci del presunto conte Cinarchesi incorniciavano un volto abbronzato e fiero che sembrava portare il marchio di un'antica stirpe. C'era qualcosa di sfrontato e aristocratico nelle sue labbra sottili e negli occhi scuri e scintillanti. Ogni particolare del suo abbigliamento rivelava un prestigio consolidato nei secoli: la camicia in seta, la sobria cravatta di Hermès, l'impeccabile completo scuro, lo smeraldo incastonato in una fascia d'oro e portato discretamente sul mignolo.

    «Le posso assicurare che io sono il conte Cinarchesi in persona» esclamò lui fissando Louisa con un'espressione divertita.

    Santo cielo! Era chiaro che suo fratello le aveva dato un nominativo sbagliato. Accidenti!, come era potuto incorrere in un errore tanto grossolano? Del resto, non era certo la prima volta che il carattere superficiale e distratto di Jamie le procurava dei problemi. Purtroppo in quel caso si trattava di un equivoco madornale: Louisa si trovava in una situazione tanto imbarazzante che non sapeva proprio come ne sarebbe uscita indenne.

    Quando Jamie le aveva telefonato, la settimana prima, lei avrebbe dovuto immaginare che ci fosse qualche guaio in vista. Ma lui le era sembrato così disperato all'idea di perdere lavoro e fidanzata in un colpo solo, che Louisa si era lasciata suo malgrado convincere ad aiutarlo in qualche modo durante l'imminente viaggio di lavoro in Corsica.

    Solo Jamie sarebbe potuto essere tanto sciocco da iniziare una relazione con una ragazza francese subito dopo essersi fidanzato con la figlia del suo nuovo capo, Lord Armstrong. Ora si rimproverava aspramente di essersi concesso quel breve intermezzo sentimentale perché, ad aggravare la situazione, si aggiungeva il fatto che lo zio della francesina, un còrso ricco e scorbutico, intendeva vendicarsi dell'oltraggio subito dalla nipote, alla quale era legatissimo.

    Eppure era assurdo pensare che l'uomo che Louisa aveva di fronte fosse il vecchio zio cattivo di cui Jamie aveva tanta paura!

    «Mademoiselle, le ricordo che sto aspettando di conoscere il motivo della sua visita nel mio ufficio...» incalzò lui in un inglese perfetto e per di più addolcito da un intrigante accento francese.

    Louisa provò un disagio che non aveva mai sperimentato prima di allora. Forse dipendeva dal silenzio tombale che regnava in quell'elegante ufficio, o dall'atmosfera tesa che aleggiava nella stanza. Avrebbe voluto trovarsi milioni di miglia lontano da quell'uomo che aveva il potere di intimidirla al punto da toglierle perfino la parola.

    In fondo lei era abituata a trattare con gente ricca e influente, quindi non intuiva la ragione del fatto che il conte Cinarchesi le incutesse tanta soggezione. Dipendeva forse da quell'aria di noncurante arroganza che rivelava quanto poco gli importasse delle opinioni dei comuni mortali? O forse dalla sua radicata consapevolezza che fosse lui, e solo lui, a dettare le regole del gioco?

    Se le cose stavano realmente così, era comprensibile che Louisa lo considerasse un pericoloso individuo da evitare con ogni cura.

    «La mia pazienza sta per terminare, mademoiselle. A meno che non si decida a dirmi subito cosa desidera da me, la invito ad andarsene.»

    «È... è vero, non... non intendo rubarle altro tempo prezioso» replicò lei sempre più imbarazzata. Non vedeva l'ora di tornarsene in albergo e di porre fine a quell'umiliante situazione. Prima usciva da lì, e meglio sarebbe stato.

    Per anni aveva sempre fatto tutto il possibile per trarre Jamie dagli impicci in cui lui puntualmente si cacciava, ma ora basta! Era arrivato il momento che si assumesse le giuste responsabilità e si arrangiasse da solo, imparando una volta per tutte a non fare sempre affidamento su di lei.

    «Mi dispiace per averla disturbata... Evidentemente si è trattato di un errore, uno stupido errore. Lei non può certo essere lo zio di una ragazza di diciotto anni! Arrivederci... mi scusi ancora!» urlò uscendo quasi di corsa e col cuore in gola.

    Più tardi, ripensando a quell'incontro avvenuto sotto il segno dell'equivoco, Louisa arrivava sempre alla conclusione che quanto era successo fosse solo colpa dello sguardo magnetico di quell'uomo, che era riuscito a farle perdere il suo sangue freddo. Altrimenti, perché mai, mentre lei era già sulla porta e si stava congedando, avrebbe avvertito l'impulso di comportarsi in quel modo idiota?

    «E invece è proprio così, mademoiselle.»

    «E... e sua nipote si chiama per caso Marie Thérèse?» A questa domanda il conte aggrottò le sopracciglia e le lanciò un'occhiata inquisitrice.

    «Perché lei si interessa di mio nipote?»

    Forse è solo una banale coincidenza, cercò di tranquillizzarsi lei. Casi di questo genere, però, succedono solo sui libri, e non nella vita di tutti i giorni...

    «Le garantisco che non ho mai incontrato sua nipote» lo rassicurò subito lei. «È il mio fratellastro, James Kendall, che ha conosciuto Marie Thérèse Moncourt mentre si trovava in vacanza a Londra e...»

    «E dov'è adesso monsieur Kendall?»

    «È molto occupato, e non può abbandonare il lavoro. Per questo mi ha pregato...»

    «Avrei dovuto immaginare che si trattava del tipo di uomo che si nasconde sempre dietro le sottane di una donna!» sbottò lui dirigendosi verso Louisa con aria minacciosa, simile a una pantera che si avventi sulla preda.

    «Jamie non si sta nascondendo dietro le mie sottane!» replicò lei pur riconoscendo fra sé che c'era del vero nell'affermazione del conte. «È solo che... il mio fratellastro ha appena iniziato un nuovo lavoro, e per lui sarebbe un problema assentarsi in questo periodo.»

    «Che scusa puerile!» commentò lui in tono acido, accompagnando le parole pronunciate con uno sprezzante sorriso.

    «Si ricordi che nessun còrso degno di questo nome permetterebbe mai a sua sorella di trovarsi immischiata in una storia del genere. Evidentemente gli Inglesi la pensano in un altro modo, n'est-ce-pas

    «N'est-ce-pas un corno! E la prego di smetterla con queste affermazioni scioviniste. Non si dimentichi che adesso facciamo tutti parte della Comunità Europea!» sbottò lei alzando un dito in segno di minaccia e puntandolo al petto del suo interlocutore.

    «Non osare toccarmi, bisbetica dai capelli rossi!» replicò lui afferrandola per il polso.

    Nel tentativo di svincolarsi da quella stretta, Louisa inciampò con gli alti tacchi nella moquette e andò a sbattere proprio contro il petto del conte.

    «Mi lasci andare!» sibilò furibonda e al tempo stesso determinata a mostrare che in fondo lei non era tipo da farsi mettere sotto i piedi. Mentre lo insultava, però, commise l'imperdonabile errore di alzare il capo e di fissare lo sguardo di lui che la sovrastava.

    Come vittima di un incantesimo inquietante e delizioso nello stesso tempo, appena incontrò gli occhi fieri di Cinarchesi sentì il proprio cervello svuotarsi lentamente. Non riusciva più a ricordare nulla, né a formulare un pensiero razionale o a parlare. Era stupita di accorgersi solo in quel magico istante che gli occhi scuri che la stavano fissando erano in realtà di un profondo blu, cosparso di pagliuzze dorate come il lapislazzuli. Le sembrava che la propria esistenza si stesse dissolvendo nella vellutata profondità di quello sguardo.

    Un attimo dopo, però, fu riportata alla realtà dal brusco gesto del conte che, lanciando imprecazioni incomprensibili, la scostò con violenza.

    Con grande sforzo, Louisa tentò di riprendere in qualche modo il controllo della situazione e di ricordarsi perché mai si trovasse lì. Poi, a poco a poco la nebbia si diradò: ormai non poteva esserci più alcun dubbio. Anche se la cosa poteva sembrare impossibile, quell'uomo era proprio il temuto vecchio zio.

    Secondo Jamie, quello con Marie Thérèse era stato per entrambi solo un breve flirt. Louisa non riusciva a capire, perciò, come mai il conte Cinarchesi si fosse tanto arrabbiato quando l'aveva scoperto né perché avesse fatto rientrare immediatamente in Corsica la ragazza. Del resto, lei non aveva mai creduto del tutto alla telefonata allarmata che Marie Thérèse avrebbe fatto al suo fratellastro per rivelargli di essere tenuta prigioniera dallo zio nel castello di famiglia.

    Un attimo dopo essersi sentita quasi ipnotizzata dallo sguardo magnetico di Cinarchesi,

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1