Il mistero della dama mascherata
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Il mistero della dama mascherata - Maurizio Falduti De Rosa
Indice
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EPILOGO
Maurizio Falduti De Rosa
Il Mistero della Dama Mascherata
Lettere Animate
Maurizio Falduti De Rosa
Il Mistero della Dama Mascherata
ISBN: 979-12-21400-81-6
PROLOGO
La conobbe a una festa in maschera, quelle feste dove tutto sembra surreale. dove la notte è complice della trasgressione.
Lei vestita da dama veneziana settecentesca. Aveva una maschera decorata a mano, sulla quale brillavano delle perle di cristallo.
Quella maschera celava del tutto il suo viso e lasciava scorgere solamente i suoi attraenti e misteriosi occhi scuri.
Lui era in abito da sera copriva il suo volto solamente con una sottile maschera da Arlecchino.
Attratti subito l’uno dall’altra dal mistero, dalle voci, dai sussurri, dagli sguardi, dai volti nascosti dalle maschere.
La musica, le movenze trascinanti e una danza sensuale fu galeotta per i due personaggi misteriosi.
Una danza così coinvolgente dove i corpi erano avvinghiati attraverso passionali balli, dove nel frattempo i sospiri si stavano sostituendo alle parole. Complici del momento furono i bicchieri scintillanti di effluvi bevande alcoliche che lasciavano cadere ogni inibizione. Quell’ambiente non poteva più contenere ciò che inevitabilmente stava per accadere. Presi dall’estasi, guidati dall’istinto abbandonarono ciò che li rendeva carne e carnefice nella sofferenza dei sensi.
Eccoli mano nella mano scendere furtivi in strada tra i vicoli semibui di Venezia, senza sapere chi fosse lui, sena sapere chi fosse lei.
Avvolti così nel fascino erotico del mistero, complice le maschere calate sui volti e sull’anima, lasciarono andare i loro freni inibitori. Travolti dalla passione i due corpi si unirono all’unisono consumando il loro pressante desiderio di trasgressione.
Lei appoggiata alla parete del vicolo, lui che la prendeva sensualmente facendola gridare di piacere.
I baci sul collo si perdevano tra il viso le labbra e il seno. Il desiderio di aversi aumentava ogni istante. Lei lo attirò a sé e in un istante con passione lui era dentro di lei passando tra le pieghe degli indumenti intimi. Movimenti lenti ritmati accompagnati da sospiri e gemiti di piacere mentre le mani percorrevano ogni angolo del corpo. Poi, come a interrompere quell’idillio, all'improvviso due gatti che si azzuffavano passarono repentini dinanzi a loro.
Una finestra si aprì sopra le loro teste e una vecchia assonnata lanciò con un contenitore una secchiata d'acqua sui gatti che sgattaiolarono accanto agli amanti. I due amanti imperterriti, dopo un momento di smarrimento ed imbarazzo, con un seducente sorriso continuarono ad alimentare la loro passione.
Lei approfittando di quell’istante si girò cambiando posizione con le mani radenti alla parete del muro della casa.
Lui gli alzò l’ampio vestito sfilandole gli slip con gesto rapido e deciso. Al suo cospetto nella penombra apparvero all'improvviso rotondità recondite, voluttuose, bianche, che aprirono infinite fantasie e desideri dell’uomo. Solo la tonda luna che era sopra di loro, con i suoi ultimi raggi prima dell’arrivo dell’aurora, era paragonabile per similitudine a cotanta bellezza.
Lui la prese così da dietro accarezzandogli i seni e cingendoglieli forte con le mani.
Lei spinse fino in fondo per assaporare e raccogliere in tutta la sua pienezza ciò che le dava il suo piacere e spinse più forte fino a far battere i suoi glutei sulle gambe di lui.
Poi girò la testa per incontrare le sue labbra affondando la lingua come a cercare ancor di più un piacere condiviso e carnale.
Lui gli baciò il collo afferrandole dolcemente i capelli dietro la nuca e raccogliendoli tra le sue mani provocando in lei un infinito fremito di piacere.
La dama in un sussulto di passione con una mano allungò le sue braccia, prese il membro tra le sue mani, lo sfilò da dove era fino a poco prima e lo portò nel nido nascosto e buio dei suoi glutei.
Lentamente lei si appoggiò alla sua estremità e piano si inarcò per accoglierlo dentro di sé. Dopo un primo approccio incerto iniziò il piacere, sempre più deciso.
Lui spinse piano fino in fondo e lei sentì tutta la sua interezza. La mano di lui si infilò tra le gambe a toccare i suoi più intimi segreti.
Il piacere di lei ora era confuso non sapeva da dove provenisse, ma era particolare, eccitante, nuovo e i due corpi si avvinghiarono mentre lui raggiunse il piacere dentro di lei inondandola di sensazioni e di emozioni. Il sereno dopo la tempesta di passioni prese posto nel loro animo.
Esausti dall’incedere delle emozioni, sfiniti, si abbandonarono uno sull’altro a ridosso della parete del muro ancora ansimanti.
La dama mascherata sfilandosi da quell’abbraccio, scostò l’uomo che, rilassato, cercò un appoggio sicuro per le sue membra tra le mura veneziane. La donna lo guardò per un istante, poi gli diede un ultimo bacio e così come era apparsa si dileguò via lasciando dietro di sé quell'alone di mistero.
In lui invece si faceva spazio quel desiderio di rivederla, di riassaporarla, pur non sapendo chi o cosa si nascondesse dietro quelle mentite spoglie.
Nella sua mente confusa pensava che forse era stato tutto un sogno. Un’illusione dovuta ai fumi dell’alcool o ai fantasmi della sua mente.
Si avviò anch’egli per i vicoli che albeggiavano alle luci del primo mattino e passandosi una mano tra i capelli bagnati dalla brina della notte, guardò verso il mare e lì vide una gondola allontanarsi.
A bordo raccoglieva una donna, una dama che ancora in maschera si univa al suo uomo che era lì ad attenderla per portarla via con sé. Lui li guardò impotente andare via, mentre il sole sorgeva all'orizzonte stendendo i suoi primi raggi luminosi sull'acqua confondendo le figure che lentamente si allontanavano.
Chiuse gli occhi respirò quelle sensazioni profondamente per non farle fuggire via dal suo animo e piano si avviò verso un bar che con il suo aroma di caffè lo invitava a perdersi nel nuovo giorno.
1
Matteo, questa era il nome dell’uomo, dopo aver gironzolato per qualche ora tra i rii veneziani a smaltire gli effetti dell’alcol, si sedette a un tavolino all’interno di un bar vicino Piazza San Marco. Si distese sulla sedia chiudendo gli occhi come a ripercorrere le ultime ore della sua vita.
Si passò le mani sul volto, sulle mani vi era ancora l’intenso profumo lasciatogli dalla donna, un profumo particolare, una fragranza di essenze orientali. Annusò fino in fondo quel dolce profumo affinché nella sua mente si materializzasse quella splendida visione. Nel raccogliere i suoi pensieri cercò di fissare nella sua testa quelle sensazioni e quell’ essenza indelebile.
Dopo un po’, destandolo dai propri ricordi si avvicinò il cameriere del bar che assonnato e chiese: Il signore desidera?
Un caffè grazie…! Doppio possibilmente!
Ordinò Matteo.
Matteo Terenzi era un attraente scrittore emergente. Aveva pubblicato diversi libri conseguendo un ottimo riscontro di critica e di pubblico con le sue migliaia di copie vendute. Egli era al momento con i suoi 37 anni di età, uno dei più promettenti giovani autori del momento ricercato dalle maggiori case editrici italiane.
I suoi romanzi erano racconti avventurosi, thriller, dove all’azione si mescolava il sentimento, la passione, il mistero, un po’ come la notte appena trascorsa.
Ecco a lei il caffè doppio!
disse il cameriere appoggiando la tazza sul tavolino interrompendo ancora una volta i pensieri dell’uomo che fluivano lenti nel ricordo della dama.
Quanto pago?
Cinque euro signore!
Matteo mise lentamente la mano destra in tasca per prendere il denaro e nel tirarla fuori insieme ai soldi, che porse al cameriere, notò tra le sue mani un foglietto di carta e uno strano oggetto, una minuscola pendrive e sul foglietto vi erano riportati dei numeri, dei simboli algebrici scritti sicuramente da mano veloce e frettolosa. Sembravano indicazioni simili a coordinate G.P.S. da inserire in un navigatore satellitare per trovare un luogo, una strada o un albergo.
Matteo pensieroso iniziò a mescolare il caffè dove aveva riposto una bustina e mezza di zucchero fine e bianco.
Fissò il liquido bruno e perse i suoi pensieri nelle spire che volteggiavano lente nella tazza di ceramica bianca.
2
Erano circa le otto del mattino. Un avventore che era seduto lì anch’egli, sfogliava tra le sue mani il giornale del giorno.
Si soffermò sulla pagina della cronaca e rivolgendosi al barista, che probabilmente conosceva già da tempo esclamò ad alta voce.
Ehi Beppe hai letto qua che c’è scritto?
No! Cosa?
Rispose l’uomo mentre si districava nel proprio lavoro servendo qualche altro cliente che si era fermato al banco.
A quanto pare durante la festa in maschera organizzata ieri sera per l’ambasciatore Cinese a Palazzo Ducale, è stato commesso un omicidio. Infatti è stato trovato il corpo senza vita di un uomo colpito con uno stiletto al cuore. Quest’individuo dall’aspetto mediorientale di cui non se ne conosce ancora l’identità è stato trovato dagli addetti alle pulizie stanotte nei bagni del palazzo. Inoltre, dalle indagini della polizia sembra che quest’uomo sia stato visto in compagnia di una donna mascherata da dama veneziana
.
Matteo che stava sorseggiando il suo caffè ascoltando la notizia si bloccò a metà con la mano tra la tazza e la sua bocca ripensando alle ultime parole lette sul giornale dall’avventore.
"In compagnia di una donna vestita da dama veneziana."
Bevve in fretta il suo caffè, si alzò e si avvicinò incredulo all’uomo volendo verificare di persona ciò che appena aveva udito e chiese:
Scusi mi potrebbe far vedere la notizia che ha letto poco fa?
Prego… si accomodi pure, tanto ho tutta la mattinata a disposizione. Veda, da quando sono in pensione devo organizzarmi per impegnare al meglio la mia giornata e una delle mie attività preferite è la lettura.
Fa bene è una sana abitudine.
ribatté Matteo. Prese il giornale dalle mani dell’uomo che continuò con noncuranza le proprie considerazioni e fece scorrere veloce i propri occhi sulla notizia di cronaca appena ascoltata. Chiuse con gesto rapido il quotidiano e ringraziando l’avventore glielo porse di nuovo. Uscì dal bar con le mani in tasca nei pantaloni assicurandosi della presenza di ciò che prima aveva trovato al loro interno.
3
Si avviò a passo veloce verso la piazza antistante al bar lasciando dietro di sé il rumore delle ceramiche e il vapore della macchina del caffè. Sulla soglia a salutarlo ci fu il brusio dei clienti e il brontolio dell’avventore pensionato alle prese con un cliente.
All’uscita il sole colpì come spilli di metallo i suoi occhi assonnati e istintivamente li chiuse vedendo centinaia di puntini rossi roteare all’interno delle sue palpebre serrate.
Mise una mano davanti al volto per ripararsi dalla luce immergendosi nella splendida piazza San Marco antistante il locale. Una delle più belle piazze italiane con la sua Basilica di San Marco che custodisce le spoglie del santo Evangelista. Un monumento unico per la maestosità della sua facciata e del suo interno in cui hanno operato per secoli grandi artisti italiani ed europei. Il suo stile bizantino è evidenziato soprattutto nei grandi mosaici che narrano le storie di San Marco e gli episodi dell’antico e nuovo testamento. Accanto alla Basilica il Palazzo Ducale antica sede dei Dogi e capolavoro del gotico veneziano.
Matteo in quello scenario osservò le variopinte comitive di turisti che colorando allegramente la piazza, stupiti, ammiravano quella meravigliosa opera d’arte unica al mondo.
Ad essi si accompagnavano decine di svolazzanti piccioni che radenti volteggiavano dispettosi sulle loro teste.
4
Matteo era stato invitato alla festa in maschera quale ospite della casa editrice la Fenice, sponsor della serata. La Fenice, la casa editrice lagunare che aveva acquisito i diritti d’autore del promettente giovane scrittore.