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In viaggio con le Fate
In viaggio con le Fate
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E-book212 pagine2 ore

In viaggio con le Fate

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Info su questo ebook

Esiste un universo meraviglioso al di là della realtà che possiamo cogliere con i sensi, un mondo popolato da creature fantastiche e caratterizzato da eventi che hanno del miracoloso: boschi incantati che prendono vita, pianeti surreali dove possono piovere dal cielo torte e granite, paesi dove le persone camminano a testa in giù… è in questa dimensione –onirica ma non per questo meno reale – che vivono le Fate, creature votate al Bene che hanno il dono di comparire proprio quando ne abbiamo più bisogno. Non è facile vederle, perché parlano alla nostra anima prima ancora che alle nostre orecchie, ma se prestiamo attenzione possiamo sentire la loro presenza dietro a quella mano tesa che ci è venuta in soccorso in un momento di difficoltà, oppure in quella sensazione di pace e benessere che talvolta ci capita di sperimentare nei momenti più inaspettati. In viaggio con le Fate ci prende per mano e ci porta a conoscere più da vicino queste creature, narrando con la semplicità del linguaggio quotidiano un viaggio straordinario sotto la guida della Fata dei Sogni, per riscoprire – adulti o bambini – il potere benefico ed educativo delle favole.

«Caterina Novak’s enchanting fairy tales bring healing and peace to the hearts and souls of all of today’s adults».
Carol Nies (Director of Rome Music Festival)

«Una fantastica avventura che ci consente di uscire ed entrare nella realtà che ci circonda con un pizzico di mistero, in cui attingere momenti di sogno ma anche preziosi insegnamenti, un libro che si presta allo svago ma anche ad una riflessione profonda sui temi del significato della vita».
Barbara Salles (Docente di Musica)
LinguaItaliano
Data di uscita31 mar 2022
ISBN9788830651517
In viaggio con le Fate

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    Anteprima del libro

    In viaggio con le Fate - Caterina Novak

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: «Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov».

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Prologo

    Dedico questa fiaba ai bambini di ogni tempo, ai piccoli e ai grandi di ogni età e di ogni nazione, perché possano ritrovare in questo viaggio fantastico tanti amici con cui condividere momenti sereni. Sono profondamente convinta che tutte le ricchezze di questo mondo non possono appagare quanto una bella favola.

    Mai come ai tempi d’oggi le favole sono necessarie. Esse portano vita e speranza a tutti i nostri sogni, ci educano dandoci la misura e il senso delle cose, sublimano i nostri sentimenti ed elevano le nostre aspirazioni.

    Eppure nessuno le racconta più. Non c’è tempo e tutti corrono verso l’infinito con le mani piene di beni materiali, come se poi potessero conservarli oltre la vita.

    Come erano belle quelle sere in cui sotto le coperte la nonna mi raccontava tante storie da lei inventate solo per farmi divertire e addormentare sognando.

    Le favole legano i ricordi ai nostri affetti più profondi e ci fanno sentire a casa anche quando la vita ci spinge lontano, nei posti più impenetrabili dell’universo.

    Per questo ho deciso di lasciare in eredità, come mio personale ricordo, ai miei nipoti Giulia, Lorenzo, Oscar, Emanuele ed a tutti coloro che mi hanno incontrata questo piccolo libro, frutto di una mia personale esperienza.

    Nella speranza di farvi sorridere nel lungo e faticoso sentiero della vita vi bacio e vi abbraccio con tanto affetto.

    Caterina Novak

    La Fata dei Sogni

    Questo libro è fatto per tutti coloro che credono che la Terra non sia l’unico posto dove imparare a vivere. Ci sono tanti altri pianeti, tanti altri mondi con cui comunicare. Esiste un Universo meraviglioso col quale possiamo confrontarci e dal quale possiamo attingere pensieri ed energie positive. Esso è pieno di creature diverse, con altri stili di vita, con altre risorse e capacità come ad esempio quella di volare anziché quella di camminare o di guidare l’automobile, che possono comparire e scomparire a loro piacimento. Questa realtà invisibile ci circonda e quando meno ce lo aspettiamo può intervenire nella nostra vita lasciando una traccia, un piccolo segno che ci ricordi sempre che qualcuno ci ama e ci ha amato per primo di amore infinito ed eterno.

    Nello spirito di Amore dell’Universo le Fate hanno un posto privilegiato. Esse hanno in serbo per noi tanti doni ed ammaestramenti utili. Ma chi sono questi esseri fantastici? Li conosceremo meglio durante questo lungo avventuroso viaggio e scopriremo che è molto facile poter dire di averne già incontrata una sulla nostra strada. A tutti è capitato, in un momento di difficoltà, di trovare un aiuto, una mano tesa che veniva dall’alto, da un mondo nascosto, lontano, misterioso, impenetrabile eppure reale, esistente e veritiero.

    Le Fate hanno il dono di poter comparire sempre al momento giusto. Esse si rendono maggiormente visibili ai nostri occhi quando siamo bambini e la nostra fiducia nel Bene è ancora illimitata. Da adulti non ci accorgiamo più della loro presenza benefica e di tutti i segnali che vengono dal mondo invisibile. Esse, tuttavia, continuano a starci vicine, ad aiutarci, perché sono capaci di un amore più grande e disinteressato del nostro, lo stesso Amore che circonda l’Universo, l’Amore incommensurabile di Dio che tutto pervade nel suo abbraccio eterno.

    Le Fate vengono inviate nel mondo per fare del bene e infondere pace, benessere e sicurezza alle creature piccole o grandi di tutte le specie viventi sotto il cielo, dall’est all’ovest dei deserti della Terra.

    Ma come poterle incontrare e conoscere? Come riuscire a fare amicizia con una di loro? Vi assicuro che non è difficile, basta rifugiarsi nella parte più profonda della vostra anima, laddove la speranza brilla ancora come una piccola lampada e ci indica un sentiero luminoso da percorrere.

    Chiudete gli occhi e concentrate il pensiero sulle cose più belle che avete mai sognato… Riuscite a vederla? Sì, è proprio Lei, è la Fata dei Sogni. Esiste davvero e viene inviata la notte a tenere compagnia a quanti si sentono soli e abbandonati in questo mondo.

    Ella vi guiderà attraverso le stelle del firmamento fino al Grande Arcobaleno luminoso, per prati verde smeraldo e colline dorate, sulle alte cime dei monti innevati, dove potrete vivere avventure fantastiche e scoprire finalmente un po’ di felicità.

    La mia Fata dei Sogni è piccola e leggera, dolce e sorridente, mi guarda con i suoi occhi birichini e mi invita sempre a seguirla. Volteggia nell’aria come una piuma e ad ogni giravolta cadono dalle tasche del suo mantello stelline colorate come coriandoli e polvere luminescente sottilissima: la magica polvere delle Fate!

    Si chiama Daisy e non appena sparge la sua brilluccicosa polverina dorata sull’universo lo colora tutto, ravvivandolo di tinte meravigliose.

    Daisy vive assieme alle Fate della Luna in un piccolo villaggio nascosto in uno dei suoi crateri.

    Quando è notte e la luna risplende alta nel cielo, le Fate si destano dai loro giacigli e danzano attorno al fuoco ridendo e raccontando storielle divertenti.

    Gli Elfi, invece, passeggiano frettolosi e burberi alla ricerca di pietre lunari, di tesori nascosti, di erbe dalle virtù magiche, di rocce o pozzi incantati che conducano al Mar delle Sirene, alla Cava dei Pirati o alla Terra dei Dinosauri, tutti posti dove vivere tante avventure.

    Ebbene, quando un essere umano chiude gli occhi per addormentarsi, basta che esprima il desiderio di vederla che un piccolo tintinnio risveglia Daisy e le ricorda che è ora di mettersi al lavoro.

    La Fatina scende lesta dal guscio a forma di noce dove dorme nella sua piccola casetta, si infila il vestitino intessuto di margheritine bianche e di lillà, indossa le sue scarpine dorate, poi batte tre volte le ali e spiega il volo fino al pianeta Terra.

    Le Fate non hanno bisogno di parole o di lunghi discorsi, ascoltano e parlano il linguaggio del cuore, sentono i desideri degli uomini, i pensieri positivi di ognuno e li esaudiscono. Cercano di dare un po’ di conforto al nostro mondo facendo sorridere i bambini, gli anziani, provvedendo a nutrire i fiori, gli alberi dei boschi, gli animali abbandonati e dando vita perfino ai nostri sogni.

    Quando Daisy venne per la prima volta vicino al mio lettino ero molto piccola, tanto ammalata che mi ero proprio avvilita: starnutivo, tossivo, avevo la febbre alta e per quanti sforzi facessi, non riuscivo proprio ad addormentarmi.

    Sul mio comodino c’era una favola antica, che avevo l’abitudine di leggere e rileggere ogni sera, dal titolo: Il Principe della Tailandia.

    La racconto a voi per farvi capire quanta tristezza ci fosse nel mio cuore e quanto fosse difficile uscirne. Vedevo il mondo e la realtà che mi circondava ostile e ferma, cristallizzata in una morsa oscura da cui non riuscivo proprio a liberarmi e pensavo che ormai tutto fosse perduto. Mi domandavo cosa ne sarebbe stato della mia vita: sarei finita come il cavallino di quella favola?

    Non sapevo che dopo pochi minuti dalla lettura di quel libro sarebbe successa una cosa straordinaria che avrebbe segnato per sempre la mia esistenza.

    Grazie all’aiuto di Daisy sarei divenuta io stessa la protagonista di un viaggio fantastico e meraviglioso che non avrei mai più dimenticato.

    Ma andiamo per gradi… intanto tutto è cominciato da questa favola che leggevo e rileggevo da piccola in un libro vecchio come il cucco dalle pagine logore e ingiallite che non so proprio da dove fosse spuntato, probabilmente da qualche vecchia soffitta dei nonni.

    Qualche pagina era anche mancante e l’autore completamente ignoto. Ma faccio prima a raccontarvela.

    Il Principe della Tailandia

    In un inverno freddo e tagliente come il ghiaccio, mentre un pallido raggio di sole attraversava la stradina del paese, una bambina si perse tra i vicoli di quell’enorme labirinto. Entrò in un portone antico con i manici d’ottone lucidati a festa ed il custode la guardò perplesso chiedendosi cosa ci facesse lì una bambina tutta sola e intirizzita.

    «Piccola, hai forse bisogno d’aiuto? Dove sono i tuoi genitori?» disse il custode con uno sguardo paterno e gentile.

    «Signore io devo nascondermi, devo salvarmi. Sto cercando di sfuggire alla terribile furia della Strega del Ghiaccio, che tiene prigioniero con il suo sguardo ogni essere umano costringendolo a vivere una vita grama, piena di dolore e di fatica. Quando la neve che ella invia scende lentamente nel nostro cuore, tutto ci sembra grigio e triste, vuoto e senza senso, perfino le parole si fermano sulle nostre labbra e non riusciamo più a dire quello che vorremmo, a fare ciò che dovremmo, non riusciamo più a sognare né a sperare in giorni migliori. L’opera della malefica Strega è quella di congelare il nostro essere costringendolo all’inerzia, al silenzio, alla rassegnazione ed infine alla morte.»

    Così dicendo, riscaldandosi al calore di quella portineria che aveva un bel caminetto col fuoco acceso, la bambina si sedette su di una sedia a dondolo e si assopì dolcemente.

    Dopo pochi minuti fu risvegliata da un tintinnio soave: era la Fata dei Desideri che le apparve in tutto il suo splendore, una figura eterea e sorridente vestita con un abito di seta azzurro pervinca, come il terso cielo delle calde notti d’estate.

    Adagiò la bimba sulle sue grandi ali e assieme volarono via e percorsero metà dell’Universo, in mezzo alle stelle.

    La luna brillava altissima nel cielo, per un istante si fermarono ad osservarla e poi via… nella sconfinata immensità.

    Respirando all’unisono percorsero chilometri e chilometri, forse viaggiarono anni luce per monti e per vallate, per deserti e foreste tropicali. Tutti i paesi del mondo giravano come in una giostra sotto il loro sguardo.

    Atterrarono, a causa di una meteora, in un grande reame, il più grande della Terra, dove tutti i tetti delle case erano d’oro tempestato di zaffiri e di rubini ed enormi statue di divinità asiatiche troneggiavano nei parchi, sotto alle pagode colorate.

    Lontane, dall’altra parte del reame, alcune piccole imbarcazioni miserabili giacevano in un torrente putrido, nero come la pece.

    Lì vivevano i poveri pescatori di pesci-rana, i disperati uomini che non contavano nulla e che perfino quando morivano nessuno piangeva. Mangiavano foglie di loto e bacche selvatiche, avevano mani nere,

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