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La sindrome di Lilliput
La sindrome di Lilliput
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E-book64 pagine49 minuti

La sindrome di Lilliput

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Fantascienza - racconto lungo (45 pagine) - La soluzione per la sovrappopolazione e la scarsità di risorse? Dimezzare il genere umano. Ma non come pensate.


Le risorse sulla Terra scarseggiano, la sovrappopolazione soffoca il pianeta e la democrazia è un ricordo lontano.

Attraverso una lunga lezione di storia, in una classe sovraffollata, le nuove generazioni scoprono gli eventi che hanno trasformato il mondo in un luogo triste e autoritario. Fanno la conoscenza di Peppino III, Imperatore mondiale di dubbia competenza e di scarsa moralità, e apprendono l’assurda evoluzione della loro società.

Una narrazione grottesca, per raccontare un futuro in radicato nel nostro presente. Un testo provocatorio, che usa un’ironia caricaturale per affrontare i grandi problemi della nostra epoca.


Lorenzo Iacobellis vive a Bari. Attualmente in pensione, ha lavorato nel settore della riabilitazione psichiatrica dei malati di mente. Scrive i suoi primi racconti oltre quattro decenni orsono, pubblicando su Galassia, Nova SF* e altre riviste, professionali e amatoriali (tra queste ultime si  ricorda la mitica The Time Machine di Padova). Nel 1981 vince il premio Tolkien con il racconto Mondo incompleto e collabora con le pubblicazioni dell’editore Solfanelli. Collabora per una decina di anni con il quotidiano di Bari La Gazzetta del Mezzogiorno, con articoli di attualità e cultura e numerosi racconti. Dopo il ‘90 abbandona quasi completamente le collaborazioni letterarie e giornalistiche fino a quando, su richiesta di un racconto da parte di Gianfranco De Turris ricomincia a interessarsi alla realtà fantascientifica. Negli ultimi anni ha pubblicato parecchi racconti su Elara ed è apparso anche su Fantascienza.com, in una rubrica curata da Vittorio Catani, in cui si ripubblicavano racconti di autori italiani storici. Insomma, un’autentica certificazione di antichità!

LinguaItaliano
Data di uscita25 ott 2022
ISBN9788825422030
La sindrome di Lilliput

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    La sindrome di Lilliput - Lorenzo Iacobellis

    1. In aula

    – Okay, ragazzi – disse il professor Quantiq. – Non cominciate a fare come al vostro solito. Siete in tanti, siete in troppi! Per cui, ordine e disciplina, per cortesia.

    Ormai aveva una certa età, quasi duecentottantacinqe anni, e dopo due secoli e mezzo senza un giorno di ferie e un impatto quotidiano con classi di studenti sempre più numerose, non ci metteva molto a irritarsi. Bastava un leggero chiacchiericcio a farlo imbestialire.

    – Allora, oggi, è il Quarantennale della Congiura degli Astinenti. Qualcuno sa cos’è, o almeno perché è così importante?

    Silenzio. Gli studenti delle prime file abbassarono lo sguardo e quelli dietro si nascosero alla meglio per evitare di essere chiamati a rispondere.

    – È la causa e l’origine dell’assetto economico, sociale, demografico e ovviamente sessuale della nostra società attuale.

    Si udì un sordo rombo.

    Il professore chiuse gli occhi e ne individuò mentalmente il punto di provenienza. Si trattava del quarantesimo piano. Dopo due secoli di insegnamento in quella scuola, era in grado di individuare con l’udito ogni singolo sito dell’Istituto. Probabilmente, erano i bagni di quel piano. Evidentemente una coppietta di studenti dell’ultimo anno si era infrattata in preda a entusiasmanti tempeste ormonali e si era abbandonata a pratiche proibite. I due sventurati erano stati rilevati dai Satelliti Giustizieri, grazie alle Cellule GPS intracraniali, e puniti per le loro infrazioni alla legge.

    Il professor Quantiq aprì gli occhi. Un silenzio tombale era sceso nella classe. Anche i suoi studenti avevano sentito il boato. Potevano immaginare cos’era appena successo. E ne erano terrorizzati.

    – E questo, della Congiura degli Astinenti e della loro marcia su New York – riprese il professore – sarà l’argomento che approfondiremo oggi. A cominciare naturalmente dalle ragioni che l’hanno determinata.

    Accese il maxischermo alle sue spalle e richiamò con il telecomando i file che aveva preparato. Gli stessi che usava ogni anno per quella lezione.

    – I documenti audio-video delle varie epoche storiche in cui sono avvenuti gli eventi scatenanti ci permetteranno di comprendere meglio l’assetto politico in cui si sono svolti. Ascolteremo allocuzioni, discorsi, interviste dalla viva voce dei grandi leader del passato. Io mi limiterò ad intervenire solo …

    Un’altra esplosione!

    Molto più vicina. Le pareti vibrarono. A quell’ora l’unico ambiente non occupato sul piano era la Sala dei professori, che quindi si prestava a quel tipo di attività clandestine. Diventare adulti non rendeva certe persone migliori dei ragazzini. A fine lezione, doveva ricordarsi di prendere nota dei loro nominativi, al fine di porgere le dovute condoglianze ai parenti.

    – Io mi limiterò, dicevo, a intervenire di tanto in tanto dove sarà necessario.

    Guardò i suoi studenti. Visi cupi, depressi. Due eliminazioni in pochi minuti non aiutavano, ma erano anche simboliche per quello che avrebbero imparato quel giorno.

    La terza C, la tipica classe pollaio lo fissava in attesa che continuasse

    Tanti alunni, troppi, in uno spazio davvero ristretto.

    Ma tutte le millesettecentoventisei sezioni del Liceo Orazio Flacco erano nelle stesse condizioni, per questo gli studenti dovevano fare i turni per andare a scuola e sottomettersi a regole severe.

    – Bene, ragazzi – attaccò il professor Quantiq, sistemando la sua sedia accanto agli studenti del primo banco. – Diamo inizio alla lezione. E guai al primo che si addormenta!

    Filmati, immagini e parole cominciarono a fluire sullo schermo.

    2. Duecentosettanta anni fa – L’alba del disastro

    – Nell’immane Sala del Governo – illustrò la voce narrante dell’antico documento video – era la mattina del 1° gennaio dell’anno 3235.

    Peppino III, il Dittatore Democratico che parlava da Roma, la capitale del pianeta, si piazzò sul trono elevatore che lo innalzò fino centoventi metri di altezza, circa a metà del monitor dell’Humanum Genus.

    Sullo schermo di duecento metri per duecentocinquanta dell’Humanum Genus erano presenti, ridotti a icone grandi quanto una capocchia di spillo, ognuno dei trentadue miliardi di individui che abitavano la Terra.

    – Sulla mappa non vengono visualizzati solo i cittadini elettori – continuò la voce narrante. – Peppino III, pur avendo abolito ogni forma di elezione, è così democratico da ascoltare, in diretta web, tutti i cittadini. Bambini, vecchi, donne, uomini, handicappati, negri, sonnambuli, ebrei, puttane, malati di Alzheimer e carcerati. – L’inquadratura si allargò

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