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Lotta contro il tempo
Lotta contro il tempo
Lotta contro il tempo
E-book51 pagine36 minuti

Lotta contro il tempo

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Info su questo ebook

Riuscire a sconfiggere il Tempo, conquistando la vita eterna anche solo attraverso la propria discendenza, è il sogno di ogni uomo.
E se proprio la vita eterna non si può viverla per intero, non è poi tanto male poterla gustare a balzi, dormendo un sonno criogenico in attesa di un futuro migliore. Forse può sembrare un sotterfugio per combattere quel subdolo nemico che è il Tempo, ma non per Leonardo Cavon.
Nel 2068, lui sa di essere destinato a quella vita eterna a balzi e alla gloria, perché è l'inventore della prima capsula per l'ibernazione umana.
Non gli importa che quell'invenzione gli sia costata il matrimonio e la possibilità di avere figli, perché la commercializzazione del sonno criogenico gli ha già dato la ricchezza e a breve gli permetterà di sostituire quelle perdite, facendolo risvegliare migliaia di anni nel futuro, così da assaporare i frutti del suo lavoro e la gioia di aver battuto il Tempo.
Sono proprio questi i primi pensieri coscienti di Cavon al suo risveglio nella capsula conservata nel bunker fatto costruire sotto la sua abitazione. Non c'è stato alcun problema nel corso della stasi criogenica e, anzi, la macchina da lui inventata ha funzionato oltre ogni aspettativa, portandolo fino all'anno 7945.
Appena riemerso in superficie, l'eccitazione iniziale per la possibilità di incontrare gli uomini di quel tempo viene sostituita dall'angoscia.
Cosa diavolo è quel soffitto metallico, sorretto da colonne ciclopiche, che non permette di vedere il cielo? E le pareti lontane altrettanto gigantesche che racchiudono la città in cui viveva, ormai ridotta in rovine?
E, soprattutto, dov'è finita l'Umanità?
Per scoprirlo, a Cavon non resta che salire verso l'alto in quella struttura per Titani, utilizzando lo strano ascensore in cui si è imbattuto. Certo, non lo tranquillizza il fatto che sono più di 4000 anni che nessuno se ne serve...
LinguaItaliano
Data di uscita19 ago 2015
ISBN9786050406665
Lotta contro il tempo

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    Anteprima del libro

    Lotta contro il tempo - Marco Alfaroli

    1

    Leonardo Cavon era immerso in uno strano sogno.

    Era a casa sua, ma non riposava nel suo letto. Infatti era sdraiato dentro una capsula d’ibernazione!

    Cuscino comodo, pareti imbottite, un freddo pungente eppure ben tollerato in ogni parte del corpo. In quel sogno navigò tra i ricordi e, oltre al suo nome, recuperò la sua età, sessant’anni, il suo mestiere, ricercatore specializzato in biocriogenia e i tratti di un volto femminile che gli fecero digrignare i denti per il nervosismo.

    Quel viso apparteneva alla sua ex moglie.

    Era l’unico elemento che stonava col successo raggiunto nella sua maturità: aveva ricevuto il Premio Nobel proprio per aver perfezionato il sistema di ibernazione, era diventato milionario grazie ai diritti sulle scoperte scientifiche, aveva girato il mondo e si era divertito. Forse i soldi avevano contribuito a distruggere il suo matrimonio, ma di questo ormai non si curava più; si rammaricava solo per non aver avuto figli. Gli era stata preclusa quell’immortalità generazionale tipicamente umana che permetteva di sconfiggere il Tempo.

    Ma lui aveva inventato un modo più intelligente di sconfiggere quel subdolo bastardo. I legami col suo mondo, vista l’assenza di una famiglia, si erano spezzati. Non aveva più ragioni per vivere nel 2068.

    Del resto, nel suo sogno il 2068 era lontano, l’aveva superato da secoli ed era in attesa di vedere un mondo migliore... nel futuro.

    In un angolo della sua mente, un pensiero cosciente emerse e pose una domanda impertinente.

    Come è possibile che abbia ricordi di un sogno?

    Durante il sonno criogenico, la fase REM era del tutto assente. Anche in un sogno, il suo subcosciente di scienziato non avrebbe mai potuto compiere un errore simile. Il fatto che invece lui sognasse poteva significare una cosa soltanto: era davvero dentro una capsula d’ibernazione e la sua coscienza stava riaffiorando lentamente, vicina al risveglio.

    Sentì un formicolio diffuso, riuscì a muovere le dita e subito dopo strinse i pugni. Mosse le dita dei piedi, mosse i piedi e le gambe. Aprì gli occhi.

    Sul vetro offuscato dal ghiaccio della sua capsula vide proiettati i parametri vitali, erano regolari, colorati in verde. Lampeggiando in blu, alla sua sinistra, apparve il tempo rimanente alla fine del processo di rianimazione: quattro minuti.

    Attese trepidante il passare di quei duecentoquaranta secondi. Un getto di vapore annunciò l’attivazione del meccanismo di apertura, il coperchio bianco lucido della capsula con la visiera di vetro posta all’altezza del viso si alzò e fu libero.

    Sfortunatamente, si drizzò sulla schiena con eccessiva velocità e batté la fronte sull’apertura che si era sollevata solo per tre quarti davanti a lui.

    «Stramaledetta di una...». Lasciò a metà l’imprecazione e si toccò il bozzo cresciuto sulla fronte. «Grazie, Futuro, per questo magnifico benvenuto».

    Tra una selva di maledizioni, sollevarsi comportò non poca fatica, a causa dell’età e del lungo intervallo di inattività. Un individuo più giovane avrebbe fatto meglio? Forse. E il supporto di uno staff medico sarebbe stato utile? Certo che sì, ma nessuno poteva prevedere

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