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E-book47 pagine41 minuti

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Epitteto (Ἐπίκτητος) è stato un filosofo greco e un esponente dello Stoicismo vissuto in epoca romana imperiale, a cavallo tra il I° e il II° secolo e contemporaneo di Stazio, Tacito, Giovenale, Svetonio Tranquillo, Plinio il Giovane e Plutarco di Cheronea.
Il Manuale di Epitteto - che oggi riproponiamo ai nostri lettori nella mirabile traduzione italiana di Giacomno Leopardi -, redatto dal suo discepolo Arriano, insieme ai successivi Ricordi dell’Imperatore Marco Aurelio, che ne fu profondamente influenzato, racchiudono il nucleo della dottrina etica dello Stoicismo. Entrambi questi testi appartengono al genere che venne inaugurato da Epicuro, che con la sua Lettera a Meneceo indicava le regole per far sì che la Filosofia, liberando da ogni passione irrequieta, diventasse lo strumento, il mezzo, teorico e pratico, per raggiungere la felicità. Queste opere infatti, pur non contenendo nulla di carattere specificatamente religioso, racchiudono massime che, attraverso indicazioni da applicare alla vita pratica, intendono gradualmente condurre verso una vita virtuosa e serena.
LinguaItaliano
Data di uscita20 lug 2023
ISBN9791255043669
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    Manuale - Epitteto

    SIMBOLI & MITI

    EPITTETO

    (Ἐπίκτητος)

    MANUALE

    LOGO EDIZIONI AURORA BOREALE

    Edizioni Aurora Boreale

    Titolo: Manuale

    Autore: Epitteto

    Traduzione italiana di Giacomo Leopardi

    Collana: Simboli & Miti

    Con introduzione di Nicola Bizzi

    Editing a cura di Nicola Bizzi

    ISBN versione e-book: 979-12-5504-366-9

    LOGO EDIZIONI AURORA BOREALE

    Edizioni Aurora Boreale

    © 2023 Edizioni Aurora Boreale

    Via del Fiordaliso 14 - 59100 Prato - Italia

    edizioniauroraboreale@gmail.com

    www.auroraboreale-edizioni.com

    INTRODUZIONE DELL’EDITORE

    Epitteto (Ἐπίκτητος) è stato un filosofo greco e un esponente dello Stoicismo vissuto in epoca romana imperiale, a cavallo tra il I° e il II° secolo.

    Quasi tutte le fonti storiche e gli studiosi contemporanei concordano nel fissarne la nascita di Epitteto intorno al 50-55 d.C. nella città di Ierapoli in Frigia (oggi Pamukkale, in Turchia), e la sua morte intorno al 120-130 d.C. Egli visse dunque sotto l'impero di Nerone, dei Flavi, di Traiano e di Adriano. Furono suoi contemporanei, quindi, Publio Papinio Stazio, Publio Cornelio Tacito, Decimo Giunio Giovenale, Caio Svetonio Tranquillo, Plinio il Giovane e Plutarco di Cheronea.

    Relativamente scarse sono le notizie sulla sua vita. Il nome Epíktētos, letteralmente in Greco antico colui che è stato acquistato, contribuì già nell’antichità a diffondere la voce che fosse stato uno schiavo o che provenisse da una famiglia di schiavi. È infatti documentato che sua madre fosse una schiava, anche se un'iscrizione lo vuole figlio di genitori entrambi in condizione di schiavitù, e che, nato schiavo egli stesso, come era costume del tempo, tale sia rimasto per molti anni. Sappiamo che in gioventù fu comperato da Epafrodito, un ex schiavo liberato dall'Imperatore Claudio e divenuto il potente e ricchissimo segretario di Nerone. Pare che Epitteto fosse di salute cagionevole e tutte le antiche fonti concordano nel descriverlo come zoppo. Sulle cause di questo suo difetto fisico le opinioni sono però contrastanti. Celso, ad esempio, attribuiva questa sua menomazione fisica ai maltrattamenti subiti da parte di un padrone, forse dallo stesso Epafrodito. Altri autori propesero, data la sua condizione di schiavo istruito - quindi, come molti schiavi greci, avviato probabilmente a diventare un precettore privato di alto livello -, a credere che il problema fosse piuttosto riconducibile ad una malattia reumatica o, in alternativa, ad un semplice incidente. Il filosofo pitagorico Simplicio, che molto apprezzò il suo pensiero, attesta che Epitteto fin da piccolo fosse gracile e malato.

    Al servizio di Epafrodito, e forse per iniziativa dello stesso, Epitteto ebbe modo di istruirsi e frequentare a Roma le lezioni di Gaio Musonio Rufo, assieme ad Aruleno Rustico, il più celebre filosofo stoico di quegli anni.

    Epafrodito, prima di essere esiliato e poi fatto uccidere da Domiziano, per aver seguito nel 68 d.C. Nerone nella sua fuga e averlo aiutato a suicidarsi, liberò Epitteto, forse durante il regno di Tito o di Vespasiano, intorno al 79-80. La tradizione voleva che lo schiavo liberato assumesse il nome di famiglia dell'ex padrone (come Epafrodito stesso aveva fatto con Claudio), ma non è noto se Epitteto abbia aggiunto al suo vero nome quello di Tiberio Claudio. La condizione di schiavo di Epitteto non dovette comunque protrarsi oltre l'85-90 d.C., anni in cui l'Imperatore Domiziano cominciò a perseguitare i filosofi, tra i quali anche Aruleno Rustico (fatto uccidere dal princeps

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