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Un mare di luppolo
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E-book168 pagine2 ore

Un mare di luppolo

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Info su questo ebook

L’ispettore Hans Steiner, Der Code Knacker (il decifratore) per i colleghi del Kriminalreferat di Salisburgo, è incaricato ancora una volta di indagare su un efferato omicidio, dopo quello della violoncellista Andrea Wolf. Il cadavere di un uomo viene ritrovato immerso nel luppolo di un tino di fermentazione.
Mentre la sua precedente Gruppeninspektor Anna Fisher deve recarsi a Venezia per collaborare con la Polizia Italiana su un crimine informatico, Der Code con l’aiuto del suo nuovo assistente, Saul Liebermann, dovrà svelare le pieghe più nascoste dell’animo umano per poter risolvere il caso.
LinguaItaliano
EditoreIl Prato
Data di uscita20 feb 2018
ISBN9788863364422
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    Anteprima del libro

    Un mare di luppolo - Norah Gelbe

    1. Prologo – Casa Steiner

    I want you to come on, come on, come on, come on and take it. Take it! Take another little piece of my heart now, baby!

    Oh, oh, break it!

    Che cazz… La mano di Steiner cerca disperatamente il pulsante per bloccare la radiosveglia. Il piccolo schermo gli rimanda inesorabile l’ora. Le sei e quarantacinque.

    Che fine ha fatto Jazz Radio? pensa strofinandosi gli occhi. La risposta lo abbraccia con calore e si strofina sensualmente contro la sua schiena.

    La voce di Janis Joplin ha turbato il tuo risveglio?

    Anna, hai di nuovo cambiato la sintonia. Mi costringi ad usare le maniere forti.

    La voce è severa ma gli occhi non nascondono i veri sentimenti di Hans. Ancora adesso, dopo cinque mesi dall’inizio della loro relazione si domanda cosa abbia fatto di buono nella vita per meritare una tale fortuna. Era cominciato tutto durante l’inchiesta sulla morte della violoncellista, barbaramente uccisa in una sala del Mozarteum. Nonostante Anna fosse la sua assistente da più di un anno, solo in quel frangente aveva calato le difese immunitarie che lo proteggevano da qualsiasi virus affettivo. Lei lo aveva sedotto con la sua intelligenza, con la sua capacità investigativa ma anche con la sua bellezza, e quando la vede passargli accanto nuda per infilarsi nel bagno prima di lui, non può fare a meno di guardarla con desiderio.

    Era stato un tale shock per Hans riscoprirsi in grado di condividere intimità e spazi ristretti con un altro essere umano. Dal divorzio, una decina di anni prima, aveva scelto una quieta solitudine interrotta solo da storie brevi e senza importanza.

    Anna era entrata nella sua vita con la stessa forza di una ventata di aria pulita in una stanza chiusa da troppo tempo. Nel giro di qualche settimana avevano scoperto di voler stare assieme anche fuori dal lavoro e questo, ne erano certi, avrebbe creato un sacco di problemi con i colleghi. Anna, ancora una volta, lo aveva spiazzato annunciando di aver già chiesto il suo trasferimento al dipartimento di polizia giudiziaria per crimini informatici dove in poco tempo era diventata la responsabile dei collegamenti con le forze pubbliche degli altri paesi europei.

    Non fare quella faccia… gli aveva detto sorridendo "è solo un piano sopra al tuo. Questo cambiamento ci permetterà di vivere la nostra storia senza commenti fastidiosi.

    Te lo immagini Berger, sarebbe un’occasione d’oro per lui per screditarci!" aveva aggiunto incrociando gli occhi mentre pronunciava il nome del loro odiato sovrintendente.

    Naturalmente aveva avuto ragione. Nonostante adesso lavorassero in uffici diversi, al Kriminalreferat la loro relazione aveva suscitato una ridda di commenti, spesso scherzosi, su come Anna era riuscita a scongelare l’algido Der Code Knacker, il decifratore, come veniva chiamato dai colleghi. Il soprannome gli era stato affibbiato per la sua straordinaria capacità di sciogliere enigmi e inchieste a prima vista irrisolvibili.

    Anna aveva visto giusto anche riguardo a Berger. Erano stati entrambi convocati e accusati di scarsa professionalità per aver permesso alla vita lavorativa di mescolarsi con quella privata. Per fortuna era intervenuto Bosch, il capo, che aveva letto la loro relazione sui fatti e chiuso qualsiasi indagine disciplinare nei loro confronti, apprezzando la tempestiva richiesta di trasferimento della poliziotta.

    Metti su l’acqua per il thè visto che non hai niente da fare… la voce arriva mischiata allo scroscio della doccia bollente.

    Oggi mi hai fregato… ma domani in bagno ci vado prima io. Vedi di non usare tutta l’acqua calda… e non toccare mai più la mia sveglia. Con tutto il rispetto per miss Joplin, preferivo svegliarmi con un assolo di Miles Davis.

    La risata che gli arriva dal bagno lo mette di buonumore anche se percepisce una nota canzonatoria che gli regala la certezza assoluta che il suo amatissimo jazz se lo dovrà ascoltare in auto.

    Quando la sua compagna esce, nuda e avvolta solo dal vapore, deve mettere in pratica tutto la sua capacità di autocontrollo imparata come esperto di karate per frenare l’impulso di saltarle addosso. Gli passa accanto ed entra in bagno mentre lei rivolge un’occhiata ironica al gonfiore sulla patta del pigiama

    Almeno qualcuno è felice di vedermi.

    Hans si chiude dentro sentendosi imbarazzato come un adolescente.

    Una volta vestito si siede a tavola nella piccola cucina del loro appartamento. Come ogni mattina il suo sguardo corre al Salzach che scorre tumultuoso e carico delle piogge degli ultimi giorni. Il panorama del fiume era stata la ragione per cui aveva scelto quella vecchia palazzina di tre piani sulla Elisabethkai.

    Adoro questa vista la voce di Anna, in piedi vicino alla finestra, lo scuote.

    Siediti. Non so come fai a fare colazione in piedi. Io ho bisogno di fare le cose con calma. Una buona colazione mi aiuta per tutta la giornata. Le prende la mano e la tira a sé afferrandola per la vita.

    Hai ragione, amore. Ma passerò la giornata seduta davanti al computer e sento già il bisogno di sgranchirmi le gambe. Abbiamo una riunione tra un’ora gli risponde accarezzandogli la testa.

    Stai lavorando a qualcosa in particolare? chiede curioso. Gli mancano i loro scambi di idee sul lavoro e gli manca la competenza della sua assistente. Ora lavora con un giovane dotato di un paio di lauree e un master, molta buona volontà ma nessuna esperienza.

    Stiamo lavorando con la polizia postale italiana su un traffico di pedopornografia via web… anzi oggi ho un appuntamento telefonico con un commissario di Venezia. Si ferma per un attimo, come se stesse cercando le parole giuste per continuare. Non puoi immaginare quante schifezze riesco a vedere in un solo giorno.

    Non so come fai. Io impazzirei ad avere a che fare con quella feccia.

    Hans la abbraccia forte e la bacia con tenerezza. Nessuna donna, anche senza figli, dovrebbe mai vedere cosa la perversione umana può fare all’innocenza.

    Le note del Dixit Dominus k193 di Mozart lo distolgono dai suoi pensieri.

    È il mio o il tuo? chiede Anna.

    Davvero amore… È ridicolo avere tutti e due la stessa suoneria replica Hans cercando il suo cellulare. Il brano era stato la chiave della risoluzione del caso della violoncellista e il motivo per cui ora vivevano assieme. La sua compagna lo aveva voluto inserire in entrambi i telefonini in perpetua memoria.

    Steiner risponde premendo il tasto del vivavoce.

    Buongiorno ispettore. Sono Liebermann.

    Buongiorno Saul. Il tono torna ad essere secco e professionale. Il suo nuovo vice è ancora sotto esame. Istintivamente Steiner diffida di ogni poliziotto con un curriculum universitario ricco e prestigioso. Questo aveva addirittura un master in Scienze forensi ed ingegneria preso da qualche parte in Germania in una autorevole università.

    Mi spiace disturbarla, signore, ma sono al Birrificio Hegel. Hanno trovato un cadavere nel tino di fermentazione.

    Nel tino di fermentazione? E come ce l’hanno infilato? Immagino che possiamo eliminare l’ipotesi suicidio…

    Lo giudico improbabile anch’io, signore.

    Arrivo al più presto. Ha già avvisato il dottor Kragen?

    Sì, signore. Sta arrivando.

    Ok. Ci vediamo tra mezz’ora… e, Saul, se mi chiami ancora signore chiederò personalmente il tuo trasferimento risponde secco chiudendo la comunicazione.

    Perché sei sempre così duro con lui? interviene Anna. È un ragazzo così educato e, se vuoi la mia opinione, anche molto preparato. Ho avuto una lunga conversazione con lui e se tu gli dessi modo di esprimersi senza spaventarlo…

    Tutte quelle smancerie gerarchiche. Non mi piace essere chiamato signore in continuazione… suona sarcastico. Berger me l’ha rifilato dicendomi di farne un vero poliziotto. Nessuno mi toglie dalla mente l’idea che me l’ha mandato per controllarmi e riferire.

    Lo pensavo anch’io. Ma dopo avergli parlato mi sono ricreduta. Magari il ragazzo dimostra solo il suo rispetto. Tu sei un uomo che ha una certa reputazione…

    Gli sorride abbracciandolo.

    È che lui non è te, Anna le sussurra.

    Lo spero bene risponde lei mordendogli il lobo dell’orecchio. Non vorrei mai che tu gli facessi quello che hai fatto a me stanotte…

    Non farmici pensare. Mi stai trasformando in un maniaco sessuale risponde stringendola forte.

    "Coraggio, Der Code, the show must go on. Lo accarezza con un sorriso prima di afferrare le chiavi dell’auto Guido io… e scelgo io la musica."

    2. L’altare – Birrificio Hegel

    L’odore lo colpisce alla gola non appena entra nella grande sala, dove troneggia il gigantesco tino di fermentazione. Non ne ha mai visto uno di così grande, quasi maestoso. La parte superiore di rame rosso, brunito dal tempo, è posata sopra ad una muratura di mattoni, decorata con una frivola greca multicolore.

    "Deve avere più di 5 metri di diametro" pensa Steiner avvicinandosi.

    Davanti al portello per l’ispezione, steso per terra in una pozza di liquame, il corpo nudo di un uomo dal volto gonfio e distorto dalla decomposizione sembra gridare un silenzioso appello d’aiuto.

    Come sempre Steiner prova un senso d’imbarazzo e di pudore a entrare nella sfera segreta delle vittime. La morte sancisce un’intimità con gli altri esseri umani che raramente si prova nella vita.

    I cadaveri non possono opporre resistenza, né difendersi dall’intrusione che stanno per subire, necessaria per la ricerca della verità. Per Hans, restano comunque scrigni di un’esistenza che aveva ogni diritto di essere vissuta fino in fondo.

    Il suo assistente, Saul Liebermann, si avvicina velocemente. Alto e magro. Un bell’uomo, così almeno secondo le impiegate del Kriminalreferat. Steiner osserva la cura con cui è vestito. Abiti di classe.

    "Probabilmente di sartoria pensa infastidito. Certo non se li compra con lo stipendio da poliziotto."

    "Dimmi tutto dal principio… e lascia perdere il signore" sospira.

    Buongiorno ispettore. La chiamata al 133 è arrivata alle 7:00. L’operaio addetto alla sala, stamattina ha aperto il passo d’uomo per aggiungere i lieviti e il vapore maleodorante che ne è uscito lo ha quasi stordito. Adesso è niente in confronto a quando sono arrivato un’ora fa. Tira il fiato imbarazzato per essersi lasciato andare al commento. Mi scusi ispettore. Ma è la prima volta che mi trovo in una situazione del genere.

    Posso solo immaginare. Luppolo, lieviti e un cadavere in fermentazione. Si accorge che il volto del ragazzo è pallido, le labbra quasi violacee. Il suo primo incontro con la crudeltà umana non deve essere stato facile e questo segnale di debolezza glielo rende più simpatico. Continui e non si scusi. È dura anche per chi questo lavoro lo fa da una vita.

    Ha chiamato subito il proprietario… consulta veloce il suo taccuino Sebastian Mayr, che è arrivato nel giro di pochi minuti, visto che abita dietro al birrificio. Non si sono accorti subito del cadavere, anche se hanno pensato immediatamente che forse, dentro la vasca, potesse essere caduto un animale. Un odore così forte non trovava giustificazione negli usuali processi di fermentazione. Poi hanno visto un braccio. Hanno richiuso tutto e chiamato noi. Siamo arrivati dopo pochi minuti, quasi in contemporanea col medico legale e i paramedici. Tirarlo fuori è stato un vero macello.

    Chi sono quelle persone? chiede indicando due uomini e due donne dall’altro capo della sala.

    "Il proprietario, Mayr. Franz Bauer, l’operaio

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