SuperGiovanni
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CON ILLUSTRAZIONI E DISEGNI A COLORI
Yel-Fabio Bosco (1961-2021) ha dedicato gran parte della sua produzione artistica al teatro, alla musica e alla letteratura. Già autrice per Antonella Ruggero, ha scritto numerosi racconti soprattutto incentrati sul rapporto fra bambini e adulti. SuperGiovanni è uno di questi.
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Anteprima del libro
SuperGiovanni - Yel Fabio Bosco
UN MATTINO COME TANTI
LE DUE COSE PIU' BELLE AL MONDO
UNA GIORNATA SENZA TREGUA
CHE BRUTTO INCUBO!
PIU' VELOCE DELLA LUCE
UN SALVATAGGIO MIRACOLOSO
IL SOGNO CONTINUA
Crediti
Tra i Fogli volanti
titleUna realizzazione Falsopiano/Fogli Volanti
secondo gli standard dell'International Digital
Publishing Forum
ISBN 9788893042444
Prima edizione digitale: dicembre 2022
UN MATTINO COME TANTI
-Giovanni! Giovanni! Insomma, vuoi muoverti?
È la voce di mia sorella Elisabetta, Bettina si fa chiamare, anche se ormai è quasi più alta e grossa della mamma
.
PUM! PUM! Le sue mani battono nervose sulla porta del bagno: adesso le ha tirato pure un calcio.
-È mai possibile che tutte le mattine sia la stessa storia? GIOVANNI!
PUM! Altro calcio.
-Che sta succedendo lassù? – La voce della mamma arriva da sotto, in fondo alle scale. È già un po’ impaziente.
-Cosa vuoi che succeda mamma, è quello stupido di mio fratello che non si muove; un giorno o l’altro mi farà arrivare tardi in ufficio.
La mamma ha in mano un’arancia tagliata a metà: sta preparando una spremuta per la mia colazione. Adesso grida rivolta in su:
-Giovanni! Dai, muoviti. Fai entrare tua sorella!
Il fatto è che io, come tutte le mattine, ci sono entrato per primo nel bagno, e non ho ancora finito. Adesso, per esempio, mi sto asciugando la parte destra della faccia – quella sinistra l’ho già fatta – e poi devo ancora pettinarmi e lavarmi i denti. Che aspetti, quella!
Chissà perché deve avere sempre questa fretta del cavolo. Io non ce l’ho mica la fretta, e non mi agito mai e mai. Non tiro calci alle porte, io.
Magari l’ha pure rotta. Fammi vedere un po’.
Mi avvicino alla porta e mi abbasso per vedere se il pannello di legno dipinto di rosa con i fiorellini blu ha qualche crepa.
No, non ce l’ha.
Ti è andata bene, sorella Elisabetta, sennò lo sentivi poi, il papà.
Elisabetta sbuffa dall’altra parte: - Non è possibile, non è possibile... - e si allontana ciabattando verso la camera.
Io faccio un paio di smorfie allo specchio e ripiego con cura l’asciugamani, perché mi piace tenere le cose in ordine. Infatti la mamma me lo dice sempre che sono un tipetto ordinato
.
Un po’ lento
dice anche ma sicuramente ordinato
.
E io sono d’accordo con lei quando dice ordinato
; un po’ meno quando dice lento
: perché io non sono lento.
No.
Diciamo che sono meno veloce degli altri.
E poi neanche tanto. È che sono gli altri che sembrano avere tutta questa fretta del cavolo. Sono sempre lì a correre, dal mattino alla sera, quasi senza respirare.
Cominciano già a colazione, come ad esempio mia sorella: si beve un caffè in un sorso e corre subito via, senza neanche mangiarsi un biscotto.
Beh, magari nel suo caso è un po’ colpa mia.
Comunque, li vedo tutti gli altri – quando vado a scuola con l’autobus – che sfrecciano sulle loro automobili da un capo all’altro della città, e suonano i clacson e accelerano e frenano e, a volte, fanno pure degli incidenti: tutto per arrivare più veloci a destinazione. Qualcuno corre anche di notte, quando proprio motivi non ce ne sono. Le sento le auto che passano veloci davanti a casa mia.
La maestra a scuola ci ha insegnato invece il proverbio contro la velocità, quello che mi piace più di tutti gli altri, quello che dice: CHI VA PIANO, VA SANO E VA LONTANO
.
Io penso che quel proverbio lì, l’hanno scritto apposta per me, se non addirittura ispirandosi a me.
Anzi, sicuramente, il giorno che hanno inventato quel proverbio, si sono messi intorno al tavolo – tutti gli inventori di proverbi, dico, ognuno con il suo grande cappello e ognuno con la sua specialità: quello esperto di volpi e uva, quell’altro di gatte e di lardo, questo intenditore di uova e galline, insomma tutti – e hanno detto: - Che proverbio inventiamo oggi?
E nessuno sapeva bene cosa dire, erano anche un po’ stanchi perché – diciamolo francamente – non è mica un lavoro facile inventare un proverbio nuovo tutti i santi giorni.
Però, a un certo punto, quando stavano già pensando di