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Il mio solo rimpianto
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E-book310 pagine4 ore

Il mio solo rimpianto

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Info su questo ebook

Dallas:
Era l’uomo della mia vita, e l’ho perduto. Ma Banks Weston è più di un semplice ex. Se n’è andato a causa mia. Era pronto a condividere con il mondo il suo vero io, a vivere senza nascondersi. A gridare al mondo di essere gay. Lui è tutto quello che io non sono. Mi ci è voluto un po’, ma ora tutti sanno che sono gay. Lo rivoglio. Con il mio tradimento gli ho spezzato il cuore. No, gliel’ho strappato via. Per qualche ragione, le nostre strade si sono incrociate di nuovo e abbiamo un motivo per tornare insieme e fingere di essere qualcosa che non siamo. Anche se in cuor mio spererò sempre di avere una immeritata seconda occasione.

Banks:
Lo odio e lo amo. Il suo sorrisetto arrogante, il modo in cui si passa le mani tra i capelli quando è nervoso e il come riesca a stemperare ogni situazione con il senso dell’umorismo, ecco alcune delle cose che mi mancano di Dallas Phillips. Non permetterò al suo fascino di risucchiarmi di nuovo. Sono diffidente. Non cambierò idea. O almeno così pensavo finché non abbiamo trovato un motivo per stare insieme. Dovremo fingere, mostrarci al mondo intero come una coppia. Ma non sarà tanto difficile, perché in cuor mio non ho mai smesso di amarlo.
 
LinguaItaliano
Data di uscita8 apr 2024
ISBN9791220708319
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    Anteprima del libro

    Il mio solo rimpianto - Leigh Lennon

    1

    DALLAS

    Un anno dopo

    Come giocatore di football, il mio sogno più grande è sempre stato vincere la Finalissima. E quando torniamo al nostro stadio, non c’è nessuno ad aspettarmi. Da quando ho lasciato che se ne andasse, un anno fa, ho sempre saputo che nessuno avrebbe riempito quel vuoto.

    Vorrei festeggiare la vittoria, ma a che scopo quando l’unica persona che vorrei al mio fianco non risponde alle mie chiamate? Ma so che era tra il pubblico stasera. Speravo che facendo coming out gli avrei mostrato di essere davvero pronto a tornare insieme. Ma me l’aveva detto il giorno in cui aveva portato via le sue cose da casa: aveva lasciato un biglietto con su scritto che non mi avrebbe mai aspettato.

    Tornare alla mia grande e lussuosa casa è un altro calcio nello stomaco: ho ogni cosa che i soldi possano comprare, ma non lui. Parcheggio la Mustang vintage nel garage e la notifica di un messaggio mi fa sobbalzare. Prendo il cellulare per guardarlo e sorrido vedendo il nome sullo schermo.

    Ryder: Dove sei amico? Sei scappato così di fretta che pensavo avessi i pantaloni in fiamme.

    Ho degli amici. Ma Ryder e Crush hanno l’un l’altro e se io avessi quello che c’è tra loro, non vorrei di sicuro gente tra i piedi. Mi alzo dal sedile e in pochi passi raggiungo la porta di casa. L’allarme è disattivato.

    Nessuno conosce il codice, a parte… Ma non può essere lui. Apro lentamente la porta, estraendo dal sistema dall’allarme il pulsante antipanico, ed entro in casa.

    «Chiunque sia qui, la polizia sta arrivando, coglione,» mento.

    Una luce illumina il percorso verso il salotto e vedo l’unica persona che ha sempre avuto accesso alla mia vita seduta sul sofà.

    «Sai, annunciarlo non è proprio un’idea intelligente. Se fossi un assassino a sangue freddo, ti sparerei e me ne andrei prima di essere preso.»

    I suoi capelli sono sempre biondo fragola, forse un po’ più chiari di quel che ricordavo. Ma sento ancora la mancanza della fossetta sul suo mento, dato che il suo sorriso radioso non gli illumina il volto.

    «Uhm, che ci fai qui?» chiedo, come se non lo volessi a casa mia. «Sei tornato in fretta da Atlanta. Hai visto la partita dopo il concerto?» domando, ma dalla sua espressione capisco che non risponderà alla mia domanda.

    Si dà una pacca sulla gamba, come se io lo offendessi o forse è stata la mia domanda. «Innanzitutto,» la sua voce si alza e si fa severa, «ti sei dato da fare per rintracciarmi, mi hai chiamato più e più volte ogni settimana e hai persino contattato il mio manager. Ora sono tornato in città e ho pensato di fare un salto da te per scoprire cosa diavolo avevi tanta voglia di dirmi dopo un anno, Dal.»

    Dal. Mi ha sempre chiamato così, e gli angoli delle mie labbra risalgono sentendo il suo affetto.

    «E secondo,» continua, «non ce l’ho fatta a guardare la partita dopo lo spettacolo dell’intervallo.»

    Questo mi spinge a riflettere: perché non ha voluto guardare la partita? Lui ama il football, quasi quanto me. Ma per ora ignoro la questione. «E allora ti sei intrufolato a casa mia?» Il mio tono di voce è scherzoso, quasi un flirt, ma lui non ci casca. È immune a me.

    «Intrufolarmi? Ma se il codice è lo stesso di quando stavamo insieme,» ringhia.

    Rispondo facendo spallucce e mi avvicino, fermandomi a meno di un metro dal divano dove siede. «Avrai saputo che ho fatto coming out.» È un patetico tentativo di riconquistare la sua fiducia.

    «Sì, forse l’ho visto nel feed dei miei social media. Ma che c’entra con me?» È ancora seduto come se per lui fosse un negoziato come altri.

    «Mi manchi.»

    La sua risata beffarda riecheggia per casa mia. «Ti manco. Cazzo, è passato un anno e ancora ti manco?»

    «Sì, ma non solo. Non ho mai smesso di amarti. So di aver fatto una cazzata, ma…»

    Qualcosa cambia nel suo atteggiamento e si alza dal divano scattando verso di me, finché i nostri nasi non si toccano. Questo piccolo scambio è solo un assaggio di tutto quello che mi sono perso nella sua vita.

    «Anche io avevo molto da perdere. Tu eri già famoso. Io no. Cazzo, suonavo ancora nei bar. Non avevo praticamente niente in mano e ho fatto coming out. Avevamo un patto: ci eravamo promessi di farlo insieme, dopo esserci promessi di appartenere l’uno all’altro, ma quando è toccato a te, ti sei rifiutato.»

    È arrabbiato, ma conosco l’ardore e la rabbia nei suoi occhi color verde smeraldo. Mi sono mancati.

    «Sono stato uno stupido, un idiota del cazzo.»

    Mi spinge via come se il mio tocco potesse farlo crollare.

    «Ed è anche troppo tardi, Dal.»

    Ed è così che abbandona la mia casa e la mia vita. E so che non lo vedrò mai più. Tutti lo conoscono come Banks Weston, ma per me è semplicemente l’unica persona che abbia mai amato, nonché mio marito.

    parole di Banks e il suo atteggiamento glaciale continuano a tormentarmi, insieme alla fantasia che mi ero costruito in cui mi avrebbe accolto a braccia aperte. Tutto questo continua a rigirarmi in testa, causando una notte di sonno travagliato dopo la partita più importante della mia vita. Ma non posso passare la notte con la persona che amo.

    Mia madre non mi ignora completamente. Ma non direi nemmeno che accetta la situazione.

    E, in tutto questo, sono io il cattivo nella storia di me e Banks, quello malvagio. La persona imperdonabile che non merita una seconda chance.

    È colpa mia ma, al contempo, non ho mai voluto odiare Banks perché era a suo agio con la propria sessualità quando io non ero pronto. Se il mondo mi si fosse rivoltato contro, come avrei potuto continuare con Banks? È stupido, soprattutto perché legalmente è mio marito, anche se nessuno al mondo lo sa.

    Per Banks è successo il contrario. Non voglio dire che fare coming out abbia lanciato la sua carriera, ma è stato accolto a braccia aperte dalla comunità discografica. La sua band è stata messa sotto contratto in un attimo. E, arrivata la scorsa estate, aveva già una canzone al primo posto: Love is love, l’amore è amore. Era partito per un tour nazionale e si è persino esibito durante l’intervallo della Finalissima la scorsa notte. In appena un anno, la sua carriera è decollata.

    E la paura mi ha fatto perdere il mio uomo.

    Non sono troppo lontano dal centro della città e dalla finestra riesco ad ammirare il panorama per cui ho pagato profumatamente: le strade affollate di Nashville mentre festeggiano la nostra vittoria. Dovrei essere con la squadra, ma quando non si ha nessuno con cui festeggiare è meno divertente.

    Il mio riflesso è quello di un uomo solo, che può incolpare unicamente se stesso. Non mi aiuta a offuscare la paura.

    Avrei potuto trovare qualcuno con cui passare la notte a scopare, prima di incontrare Banks. Senza scordare Garrison, con cui sono diventato più amico durante la settimana di conferenze stampa prima della Finalissima. Lui sì che mi aiuterebbe a dimenticare tutto. Per qualche motivo si trova in città, a raccontare il nostro rientro e la grande parata che la città sta organizzando per noi. Mi ha passato il suo numero di telefono prima che volassimo a casa.

    Sì, mi divertirei con lui. Senza dubbio, ma non sarebbe la stessa cosa, visto che non ho mai smesso di amare Banks. La mia vita sarebbe molto più facile se l’amore che provo fosse finito assieme alla nostra relazione. Così potrei essere qualunque cosa volessi essere per Garrison.

    L’amore è un figlio di puttana e non vuole mollare. In preda all’infelicità, continuo a fissare dalla grande finestra la strada principale di Nashville, la grande festa a cui tutta la città partecipa. Io invece mi crogiolo nell’autocommiserazione. Mi concedo questa notte e mi sveglierò domattina con una nuova prospettiva sulla vita. Non ho altra scelta. Lui se n’è andato e probabilmente non tornerà mai da me.

    Il telefono non smette di squillare e finalmente la sveglia mi strappa al sonno. Prendo il cellulare e vedo dieci chiamate senza risposta. La maggior parte sono di mia madre, che a malapena mi rivolge la parola da quando ho fatto coming out. Lei pensa sia una scelta. Io amo chi amo, non è una scelta perché, se potessi semplicemente scegliere, allora prenderei la strada più facile. Ma non posso, perché non sono così.

    Mia madre, che era stata la mia fan numero uno, ha rifiutato i biglietti aerei e per la partita più importante che sogno da quando ho iniziato a giocare a football alla tenera età di sei anni. Ha detto che sarebbe stata troppo dura sedere sugli spalti e ascoltare le altre persone parlare male di me.

    È una scusa del cazzo, ma la rispetto troppo per dirglielo. Ho cercato di far finta di niente, ma sono rimasto ferito. Il mio fratellino e mio padre sono venuti invece a sostenermi. Sono sempre stato più vicino a mia madre e, dopo il divorzio, mio padre ha creato una nuova famiglia. Mi ha voluto bene, ma mia madre aveva bisogno di me. Le darò il tempo necessario per piangere il fatto che probabilmente non avrà mai dei nipotini e le mie scelte sono contrarie a quanto scritto nella Bibbia.

    Ignoro i messaggi di mia madre perché anche io ho bisogno di tempo per superare l’abbandono dovuto ai suoi preconcetti.

    Ci sono un paio di messaggi di Ryder in cui mi invita a fare colazione prima della parata. Mi tenta, ma non voglio vedere i due piccioncini dopo lo scontro con Banks. Rispondo con un veloce "magari la prossima volta" e continuo a leggere i messaggi.

    Mi fermo al messaggio della mia addetta stampa, subito dopo quello di Ry. Lavora con me da quando ho fatto coming out e la tengo a libro paga perché mi aiuti a partecipare a più eventi LGBTQ+. Non lo faccio per la mia immagine, ma perché credo nella causa e ora posso prenderne parte apertamente.

    Blaire: Congratulazioni per la vittoria! Sto monitorando i tuoi social media e i commenti sono molto incoraggianti. Naturalmente c’è chi ti odia, ma dalla tua hai tanti sostenitori. Ieri sera, alla partita, ho incontrato un mio amico e collega. Sta cercando di mettere insieme dei cittadini famosi e amati che abbiano influenza in città per partecipare a una serie di eventi a sostegno dei giovani nel movimento LGBTQ+.

    Passo al messaggio successivo, sempre di Blaire, inviato un’ora dopo il primo.

    Blaire: Dove sei? Non devi prepararti per la parata? Ho altre informazioni sugli eventi. Ne parlerò a Ry e Crush e il mio collega sta radunando altri cittadini di Nashville. So che ti importa più dell’evento che della tua immagine, mentre a me, in quanto tua addetta stampa, importa di entrambi. Fammi sapere cose ne pensi. Sarebbe fantastico se fossi il volto di questa nuova fondazione. Voglio dire, dopotutto il campionato è finito, cos’altro hai da fare?

    Dannazione, Blaire è a dir poco prolissa, ma è la migliore addetta stampa che conosca. Ha aiutato Ry quando ha fatto coming out e appena una settimana prima ha aiutato a controllare la tempesta di merda abbattutasi quando la storia di Crush è emersa prima di quanto i due si aspettassero. Ma alla fine si è rivelata la cosa migliore per entrambi.

    Vorrei accettare immediatamente. Voglio essere un esempio per i ragazzi che affrontano le stesse difficoltà che ho affrontato da giovane. Non ho mai pensato che la mia sessualità fosse sbagliata, perché la desideravo tantissimo. Ho accettato l’essere gay come ho accettato essere un giocatore di football. È parte di me. E, come bramo giocare a football, voglio sentire il tocco di un uomo.

    Ma ho imparato a non buttarmi a capofitto senza avere più informazioni. Rispondo a Blaire e per caso guardo l’ora. Cazzo, tra venti minuti devo uscire per andare allo stadio, dove a quanto pare partirà la parata.

    Io: Ottima idea. Ho bisogno di saperne di più. Perché non troviamo qualche minuto per chiamarci e parlarne? Ma hai ragione. Sarà meglio che vada. Ci sentiamo presto.

    Quando premo invio ho quasi una nuova mentalità. È proprio quel che mi serve per dimenticare Banks. E se la cosa andrà a buon fine, tutta la mia frustrazione repressa potrà essere usata e trasformata in passione da usare in questo nuovo progetto. Sì, ogni cosa riguardante Banks Weston cadrà nel dimenticatoio. Ne sono sicuro.

    2

    BANKS

    Quello stronzo di mio marito che dovrei far diventare ex mi sta incasinando la testa. Cosa diavolo si aspettava? Che mi buttassi in ginocchio e lo implorassi di darmi il suo uccello?

    Merda! Ora sto pensando al suo uccello. Sono proprio un idiota. Sono un masochista, ecco cosa sono: mi infliggo volontariamente del dolore. Perché sono andato a vederlo di persona la scorsa notte? Si potrebbe quasi dire che volessi metterlo al suo posto e ferirlo come ha fatto lui un anno fa.

    Non è andata come mi aspettavo. Pensavo che vedendolo avrei capito di odiarlo, ma non appena ho osservato ogni singolo tratto del suo bellissimo volto – gli zigomi affilati, gli occhi color ambra che mi hanno sempre affascinato e quel sorriso che bastava da solo a farmi venire nei pantaloni – ho capito una cosa importante. E anche terribile.

    Lo odio tanto quanto lo amo. Com’è possibile? L’oscurità che mi ha lasciato nel cuore è pura. Il giorno in cui mi ha abbandonato, invece di svelare il suo segreto al mondo come avevamo concordato appena qualche giorno prima del nostro matrimonio, mi ha distrutto il cuore. Non funzionerà mai più come prima.

    Non appena ho sentito la sua voce ho dovuto farmi forza. Non avrei ceduto all’orgasmatore, così chiamavo il suo sorriso quando stavamo insieme. Ha fatto troppo male a me e al mio cuore.

    Poi lui aveva girato l’angolo e i suoi capelli, un po’ più lunghi di quanto preferisce, e i suoi occhi color ambra mi avevano fatto venir voglia di alzarmi dal divano e corrergli incontro, di passare le dita tra le sue lunghe ciocche. Merda, quanto mi piaceva passargli le dita tra i capelli.

    Ero riuscito a malapena ad andarmene senza perdere la dignità, ma il cuore mi si era spezzato di nuovo quando avevo capito che ancora gli apparteneva. A letto, continuo a riesaminare gli eventi di ieri. Quanto sarebbe facile perdonarlo. Ma non credo sia questo il problema. È molto più profondo. Si tratta di fiducia. Come posso credere che non mi abbandonerà di nuovo? Se mi spezzasse di nuovo il cuore, non so se sopravvivrei. Non è vero: lo so senza ombra di dubbio. Se Dallas mi lasciasse di nuovo, non mi riprenderei più. Allora perché non gli ho chiesto il divorzio o l’annullamento?

    Devo smetterla. Non succederà. È l’unico modo che conosco per proteggere me stesso. E siccome non posso pensare a lui, nemmeno per un altro secondo, accendo la televisione.

    «Merda!» urlo spaventando a morte il cucciolo di Boston terrier sul mio letto. Dopo aver visto i volti dei tre giocatori più famosi in squadra, tra cui l’uomo che, cazzo, amo ancora, sollevo Roxie, la mia cucciola, stringendo a me il suo corpo caldo.

    So che dovrei metterla nella sua cuccia, come mi consigliano tutti, ma è l’unico essere a cui abbia permesso di condividere il mio letto dopo Dallas e l’unica ragazza che sarà mai tra le mie lenzuola, e inizio ad accarezzarle la testa. «Mi dispiace, piccola.» Strofina la testa contro il mio mento. È contenta di essere a casa. L’ho presa dopo la rottura con Dallas ed è venuta in tour con me. Confuso com’ero, adottare un cane era la sola cosa che sembrasse avere senso. Ed è stata la mia compagna all’inizio e durante i giorni peggiori. E visto che la mia carriera è decollata all’improvviso, non mi aspettavo di partire per un tour di tre mesi in tutto il Nord America. Ma lei ha resistito.

    Sbadiglia a lungo, emettendo un buffo squittio, e chiude gli occhi dopo aver messo il mento sulla mia gamba. Sì, ha bisogno di me quanto io ho bisogno di lei. Ma mentre le mie ferite sono emotive, grazie a Dallas, lei è stata abusata fisicamente, nonostante avesse appena quattro mesi all’epoca. Mentre accarezzo Roxie spengo la televisione, perché la tortura di vedere il bellissimo volto di Dallas sull’enorme televisione non fa che reiterare quanto sia masochista. E dato che mancano ancora tre ore all’incontro con il mio manager, mi rimetto a letto stringendo Roxie e mi addormento, cercando di dimenticare il fatto che amo ancora lo stronzo che è anche mio marito.

    Non sono uno stronzo primadonna come alcune delle nuove rivelazioni che vengono e vanno in questo campo. Un giorno raggiungono il successo e iniziano a comportarsi come se le loro scoregge odorassero di violetta. Fanno i loro comodi e pensano di avere l’intera casa discografica e la direzione a loro completa disposizione. Mia mamma mi ha insegnato valori, etica e rispetto sin dalla tenera età. Non avevamo molto. Mamma mi aveva detto che quelle tre cose, e il non comportarmi da stronzo, mi avrebbero fatto fare strada. Mia mamma sarebbe la prima a prendermi a schiaffi se iniziassi a comportarmi da stronzo.

    Sono in anticipo di dieci minuti, aspetto il mio manager nella sala conferenze, quando le doppie porte si aprono e non c’è solo Gus, ma anche il presidente della casa discografica.

    Mi metto in piedi, un altro modo per mostrare rispetto, come se mia mamma fosse lì con me pronta a prendermi a schiaffi se non mi fossi alzato in sua presenza.

    «Accomodati, Banks. Non serve alzarsi per me.»

    Mi siedo dopo di lui, e vedo Gus alle sue spalle. Incrocio il suo sguardo e improvvisamente sento lo stomaco in gola. È la fine. Ho raggiunto la fama troppo in fretta. Sono una meteora. E ora non sono più gradito.

    Gus è indecifrabile e distoglie lo sguardo. Anche se lavora con me, e per me, si potrebbe dire che sia fedele solo alla casa discografica. Pensavo avessimo creato una connessione, un’amicizia, negli ultimi quattro mesi.

    «Vado dritto al sodo, ragazzo. Lo spettacolo di ieri sera, durante la Finalissima, è stato fantastico, cazzo. E porca puttana, ha vinto pure il Nashville. Neanche a farlo apposta, cosa c’è di meglio di uno di Nashville che appena due anni fa riusciva a malapena a comprarsi da mangiare che suona sullo stesso campo della sua squadra di casa. Cazzo, sembra proprio una di quelle storie leggendarie.»

    Dovrei respirare. L’ho a malapena fatto da quando i due sono entrati nella stanza e sto ancora aspettando la cattiva notizia.

    «Ragazzo, stai diventando blu, respira. Non ti sta licenziando.» Gus ha imparato a decifrarmi molto bene durante i mesi passati in tour.

    «Porca troia, ragazzo, no. Tu diventerai una star. E devo dirtelo, non sei cambiato. Certo, hai una casa migliore e i tuoi vestiti non sono più in stile poveraccismo, come dicono i giovani d’oggi. Ma i tuoi principi, la tua etica del lavoro e il tuo atteggiamento mi dimostrano che sei un ragazzo country nel cuore e sai che ogni cosa ti può essere strappata via in qualsiasi momento.»

    Ha ragione. Inutile negarlo.

    «E devo dirtelo, ho conosciuto tua mamma l’altra sera alla partita. Eravamo nello stesso sky box e, cavolo, meglio non far arrabbiare quella donna. Appena mi ha visto mi ha chiesto se ti stessi comportando da stronzo, perché non l’avrebbe tollerato. Naturalmente l’ho rassicurata dicendo che lavorare con te è fantastico. Non sei presuntuoso ma sai il fatto tuo.»

    Alzo una mano per chiedergli di fermarsi e scoppio a ridere. «Sì, mia mamma è così. È davvero una persona agguerrita e non tollera stronzate da me o dai suoi altri figli.»

    «Sì, è una donna fantastica, ma non vorrei mai farla arrabbiare, poco ma sicuro.» Inspira a fondo prima di continuare. «Comunque, abbiamo delle idee. Se ci stai, ti faccio parlare con Gus e il capo del marketing. Pensiamo di poter arricchire la tua immagine. So che vuoi solo cantare, ma in fin dei conti questi sono affari e della buona pubblicità non ha mai fatto male a nessuno.»

    Gli rivolgo un cenno affermativo del capo e se ne va. Io e Gus rimaniamo soli nella stanza.

    «Sai, ragazzo, non te ne andrai tanto presto, finché continuerai a fare il tuo lavoro e a sfornare canzoni da primo posto in classifica.»

    Per la prima volta da quando i due uomini sono entrati nella sala conferenze, espiro a fondo. Forse Gus ha ragione. Questo non è solo un sogno divenuto realtà, ma delle fondamenta su cui costruire qualcos’altro. Anche il tempismo è perfetto, perché qualunque cosa tenga me e Dal lontani è la cosa migliore per noi in questo momento.

    3

    DALLAS

    Mi hanno fregato. Avrei dovuto capire che sarebbe stata una cena sdolcinata. Ryder stringe Crush tra le braccia, ma non sto cercando di ignorare solo loro due: il fratellino di Crush mette le braccia attorno alle spalle della sorella di Ryder e iniziano a coccolarsi sul divano. Non riesco a scappare dai lieto fine.

    Non lo noto, ma la lattina di birra che sorseggio sta perdendo la guerra con la mia mano. «Ehi, Dal, cosa ti ha fatto la birra?» chiede Ry. «Mi sono assicurato che fosse vegana.»

    Abbasso lo sguardo e ha ragione, è schiacciata da tutte le parti e l’ho a malapena iniziata. Ormai sarà calda. Dopo la parata, abbiamo deciso di andare a casa di Crush e Ry per rilassarci

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