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Un gioco rischioso
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E-book139 pagine1 ora

Un gioco rischioso

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Info su questo ebook

Dall’autrice bestseller del New York Times e USA Today

The Lick Series

A volte la ragazza dei tuoi sogni somiglia più a un incubo

Sam Knowles è il responsabile della sicurezza degli Stage Dive, uno dei gruppi rock più famosi del mondo, e ha molta esperienza nel risolvere problemi. Ma la viziatissima Martha Nicholson potrebbe essere la cosa peggiore che gli sia mai capitata. La bellissima piantagrane sostiene di essere cambiata, ma Sam sa che deve stare attento a pensare con la testa. Sfortunatamente, il suo cuore non è altrettanto facile da mantenere nei ranghi.
Martha ha messo gli occhi su quel bellissimo esemplare di guardia del corpo da anni. Tranquillo e silenzioso, non è neanche lontanamente il suo tipo. E allora perché diavolo non riesce a toglierselo dalla testa? Lei non è più la ragazza frivola e festaiola degli anni passati. È arrivato il momento di farglielo capire...
Kylie Scott
è un’autrice bestseller del «New York Times» e «USA Today», da sempre appassionata di storie d’amore, rock’n’roll e film horror di serie B. Vive nel Queensland, in Australia, legge, scrive e non perde troppo tempo su internet. La Newton Compton ha pubblicato la Lick Series: Tutto in una sola notte, È stato solo un gioco, Nessun pentimento, Doppio gioco, Un gioco rischioso e la novella I disastri del cuore. Con Crazy continua la Dive Bar Series, iniziata con Dirty e Pretty. Con Audrey Carlan ha scritto Il mio bellissimo vicino di casa.
LinguaItaliano
Data di uscita18 set 2020
ISBN9788822749727
Un gioco rischioso
Autore

Kylie Scott

Kylie is a long-time fan of erotic love stories and B-grade horror films. Based in Queensland, Australia with her two children and one husband, she reads, writes and never dithers around on the internet. Her New York Times bestselling novels include Lick, Play, Lead and Deep, which make up the Stage Dive series.

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    Anteprima del libro

    Un gioco rischioso - Kylie Scott

    Mille e una notte tenebrosa

    Tanto tempo fa, nel futuro…

    Ero una studentessa affascinata dai racconti e avida di conoscere.

    Studiavo la filosofia, la poesia, la storia, l’occulto

    e l’arte e la scienza dell’amore e della magia. A casa di mio padre possedevo

    una vasta biblioteca che raccoglieva migliaia

    di libri di racconti fantastici.

    Appresi tutto quel che c’era da imparare sui popoli antichi e sul loro tempo.

    Sui miti e le leggende e i sogni degli uomini

    vissuti nel corso dei secoli. E più leggevo

    più la mia fantasia galoppava, finché scoprii

    di essere in grado di viaggiare dentro ai racconti…

    tanto da diventarne protagonista.

    Vorrei poter dire di aver ascoltato la mia insegnante

    e di aver rispettato il mio dono, come avrei dovuto. Se lo avessi fatto,

    adesso non sarei qui a raccontarti questa storia.

    Sono stata imprudente e avventata,

    fiera della mia spavalderia.

    Un pomeriggio, incuriosita dal mito

    delle Mille e una notte, ho viaggiato nel passato e sono giunta nell’antica Persia

    per vedere coi miei occhi se fosse vero che ogni giorno Shahriyār

    (in persiano شهریار, re) sposava una vergine che poi

    faceva decapitare dopo la prima notte di nozze.

    Avevo letto che quando incontrò Sheherazade,

    la figlia del gran visir, aveva già ucciso mille donne.

    Ma qualcosa è andato storto. Sono arrivata

    nel bel mezzo di un racconto e, non so come, mi sono ritrovata

    al posto di Sheherazade – un fenomeno

    che non era mai accaduto prima

    e che ancora oggi non so spiegarmi.

    Così ora sono intrappolata in quel lontano passato.

    La vita di Sheherazade è diventata la mia e

    per proteggermi e restare viva posso solo fare

    quel che faceva lei per salvarsi.

    Ogni notte il re mi chiama per ascoltare una storia.

    Quando vedo spuntare l’alba, interrompo il racconto

    e lascio il re col fiato sospeso e il desiderio di conoscere il resto della storia.

    E così mi risparmia la vita per un altro giorno,

    pur di sapere come andrà a finire il racconto notturno.

    E non appena termino una storia… ne inizio un’altra…

    come quella che adesso, caro lettore,

    stai per leggere tu.

    Capitolo uno

    «Non ci posso credere», dissi con voce stizzita. «I miei stivali di Valentino si appiccicano letteralmente al pavimento. Questo per dire quanto è sporco il locale».

    Lizzy si limitò a sorridere. «Te l’avevo detto di vestirti casual».

    «L’ho fatto».

    Il sorriso si allargò.

    «Un jeans e una maglietta sono casual».

    «Una maglietta? È di velluto, Martha». Si portò la bottiglia di birra alle labbra e ne bevve un sorso. «Te l’avevo detto che saremmo andati in un posto informale. Se hai sbagliato mise è solo colpa tua».

    «Ma il velluto è di moda!».

    «La smettete di parlare, voi due? Sto cercando di ascoltare», disse Ben, mio fratello. Quello stupido capellone stava stravaccato sulla sedia e intanto muoveva la testa al ritmo della musica.

    Lizzy mi si avvicinò con fare cospiratorio. «Lo so perché ti sei vestita così carina».

    Non dissi nulla. Non c’era nulla da dire.

    Spostò lo sguardo sull’uomo in piedi di fronte a noi in fondo al bancone del bar. No, no, non avrei voltato la testa. Non avrei abboccato alle sue stronzate. Dopotutto, ero riuscita a evitare con successo quell’uomo nelle quarantott’ore, o giù di lì, che erano trascorse dal mio non troppo onorevole ritorno a sorpresa sulla West Coast. Pur trovandoci entrambi sotto lo stesso tetto, di una casa decisamente grande, però.

    A ogni modo, c’era da dire che stasera stava davvero bene vestito con un paio di jeans, una maglietta bianca e una giacca di pelle nera. Samuel Rhodes, meglio conosciuto come Sam. Non si poteva definire un bell’uomo, con quel viso dai tratti spigolosi e il collo taurino, ma qualcosa in lui mi affascinava. Aveva la testa rasata e il fisico atletico e muscoloso, e le mie stupide dita fremevano dal desiderio di esplorarlo.

    Okay. Prima o poi era scontato che girassi la testa. Merda, mi beccò proprio mentre lo stavo guardando.

    Sollevò appena gli angoli della bocca, giusto il necessario per scombussolarmi un po’, poi tornò a fare il suo lavoro: controllare, con una certa disinvoltura, la sala gremita. Il mio cuore non aveva accelerato i battiti per qualcosa che aveva fatto lui. Evidentemente avevo ancora un po’ il fiatone nonostante fossimo arrivati nel locale già da una mezz’oretta. Tutto qui. Da notare che lui, a differenza di qualunque altro maschio eterosessuale a cui potevo interessare, non ci aveva mai provato con me. A pensarci bene, mai lanciato alcun segnale in tal senso. Punto.

    Cosa poteva significare, allora, quello strano sorrisetto? Niente di che. Lui aveva ben altro a cui pensare e non stava certo in giro a perder tempo. Sam era quasi maniacale quando si trattava di svolgere con professionalità e dedizione il suo lavoro. No, Lizzy doveva essersi sbagliata, non aveva nessun debole per me. Un po’ di chimica e qualche leggero imbarazzo non dimostravano proprio un bel niente. A meno che non fosse lui a prendere l’iniziativa. Perché di sicuro io non avevo intenzione di far nulla, visti anche i miei complicati trascorsi in campo sentimentale.

    «Oooh, beccata», disse Lizzy. «La guardia del corpo ti ha colta sul fatto mentre lo stavi guardando».

    «Smettila». Sollevai appena il mento, cercando di non corrugare la fronte, perché fa venire le rughe. «Io e Sam ci conosciamo da anni e non è mai successo niente. Sei completamente fuori strada».

    «Davvero?»

    «Proprio così, non c’è niente tra noi».

    «Allora perché lo stavi fissando?».

    Decisi di non risponderle. «E poi lo sai che preferisce essere chiamato l’uomo della sicurezza invece che guardia del corpo».

    Lizzy rispose al mio commento con una risatina e un guizzo malizioso nello sguardo. Quanto mi piaceva mia cognata negli ultimi tempi.

    Irritato, Ben ci lanciò un’occhiata torva. Lo ignorammo entrambe.

    Naturalmente sapevo che forse Sam ci sarebbe stato. È un affare delicato quando una rockstar si fa vedere in pubblico. La gente di solito impazzisce. E se è facile gestire una persona che chiede un autografo, può diventare problematico se invece te ne vengono addosso venti o trenta all’improvviso. Avendo fatto parte anch’io dell’entourage, mi era capitato di assistere a scene di fan scatenati per Ben e gli altri membri degli Stage Dive, ed ero diventata piuttosto diffidente. Non ci si può affidare a normali addetti alla sicurezza. Le rockstar hanno bisogno di essere protette da fan un po’ troppo scalmanati, ma d’altro canto non vogliono che gli stessi vengano picchiati o feriti in alcun modo. Serve quindi trovare il giusto equilibrio: pieno controllo della situazione, esperienza ed eccezionali doti fisiche. In altre parole, Sam.

    Portland, comunque, in generale sembrava meno folle rispetto alla Los Angeles dei bei tempi andati. Anche i ragazzi adesso erano più stabili e conducevano un’esistenza più tranquilla, lontani anni luce dalle continue sregolatezze della vita notturna che si erano goduti in passato. Senza contare l’effetto che avevano su di loro mogli/compagne e figli. Il più grande gruppo rock del mondo era stato ufficialmente addomesticato.

    Una cosa adorabile. O triste. Non saprei.

    «Scusa, non era mia intenzione turbarti», mentì. «Che ne pensi del nuovo protetto di tuo fratello?».

    Su un piccolo palco sistemato in un angolo del locale, un ragazzo, accompagnandosi con una chitarra acustica, stava mettendo a nudo il suo cuore. Un dolore straziante per una ragazza che lo avrebbe cercato solo dopo mezzanotte per fare sesso. Solo una vera rockstar è in grado di trasformare una semplice sveltina in una canzone struggente, che comunque era davvero bella. Il ragazzo aveva talento. Quand’ero più giovane ne avevo già conosciuti un mucchio di tipi del genere. Doveva avere più o meno venticinque anni. Alto, magro, pieno di tatuaggi. Il tipico Principe Azzurro dell’universo rock. Da far venire quasi la nausea. Al momento il mio tipo era più… be’, quello che cercavo o che volevo in un uomo era un vero mistero.

    Non spostai di nuovo lo sguardo su Sam. Non l’avrei fatto per nulla al mondo.

    «Non è male», dissi, riprendendo il filo del discorso. «E ha una buona presenza scenica, che al giorno d’oggi è ciò che conta di più. Quindi direi che è già molto».

    «Non è male?», intervenne Ben in tono ironico. «È dannatamente bravo».

    Lizzy sorrise e sollevò le mani disegnando un cuore con le dita.

    «Ti ho vista», grugnì suo marito.

    «Adam è il nuovo genio della musica». Si portò di nuovo la birra alle labbra e ne bevve un bel sorso. «Si trasferisce nella nostra dépendance perché la sua spietata e crudele ragazza lo ha sbattuto fuori casa visto che era più interessato alla musica che a passare del tempo con lei. Da allora il poveretto si fa ospitare a casa di amici pronti ad accoglierlo».

    Scossi la testa con aria fintamente contrariata. «Donne».

    «Roviniamo sempre tutto, eh? Ma cosa abbiamo che non va?»

    «Da dove iniziare… potremmo stare qui all’infinito…».

    Ben soffocò un sorriso. «Andateci piano. È giovane, ha ancora un mucchio di tempo per trovarsi una ragazza e fare cazzate più in là».

    «E fare cazzate», ripeté Lizzy. «Il tuo romanticismo mi commuove fin nell’intimo».

    «Vieni qui che ti coccolo un po’».

    Data la prestanza fisica, mio fratello sollevò con facilità la moglie dalla sedia e se la mise sulle ginocchia. Le infilò le mani tra i capelli e la baciò con trasporto. Dio, quanta passione in quelle lingue, e davanti a tutti per giunta. Coppie sposate. Coppie in generale. Di sicuro potevo vivere senza dover assistere a spettacoli del genere. Solo quando

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