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Finding Melodie
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E-book111 pagine1 ora

Finding Melodie

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Info su questo ebook

Una storia d’amore tenera e divertente, perfetta per chi ha amato film come Notting Hill e Love Actually.

Melodie ha ventisette anni, è uno spirito libero e trascorre buona parte delle sue giornate a suonare ai piedi del London Eye.
Ogni giorno vede passare centinaia di persone, ma nel suo cuore c’è posto solo per lui, Mister Giacca e Cravatta, il ragazzo gentile che si presenta sempre a ora di pranzo.
Melodie non ha mai osato rivolgergli la parola, ma un pomeriggio è lui ad avvicinarsi per chiederle un favore: suonare una canzone mentre fa la proposta alla sua fidanzata.

Isaac ha degli obbiettivi ben definiti: lavorare sodo, ottenere una promozione e sposare la donna che ama. Ma non sempre le cose vanno secondo i piani, e quando i suoi progetti per il futuro vengono spazzati via da un inaspettato rifiuto, l’unica a tendergli la mano sarà la graziosa ragazza dai capelli rosa che fa da colonna sonora alle sue pause pranzo…
LinguaItaliano
Data di uscita1 giu 2022
ISBN9791220703109
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    Anteprima del libro

    Finding Melodie - Laura Rossi

    Finding Melodie

    Laura Rossi

    Triskell Edizioni

    FINDING MELODIE

    Edizione italiana

    Laura Rossi

    Traduzione di

    Chiara Messina

    TRISKELL EDIZIONI

    Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono il frutto dell’immaginazione dell’autore. Ogni somiglianza a persone reali, vive o morte, imprese commerciali, eventi o località è puramente casuale.

    Finding Melodie

    (Edizione italiana) - Copyright © 2022 Triskell Edizioni

    Copyright © 2018 Finding Melodie di Laura Rossi

    Immagine di copertina:doodko Depositphotos; AllaSerebrina Depositphotos; MioBuono12 Depositphotos

    Progetto grafico: Angelice Graphics

    Prodotto in Italia

    Prima edizione – giugno 2022

    Edizione Ebook: 979-12-207-0310-9

    Edizione cartacea: 979-12-207-0312-3

    Contents

    Dedica

    1. Capitolo Uno

    2. Capitolo Due

    3. Capitolo Tre

    4. Capitolo Quattro

    5. Capitolo Cinque

    6. Capitolo Sei

    7. Capitolo Sette

    8. Capitolo Otto

    9. Capitolo Nove

    Playlist

    Ringraziamenti

    Biografia

    Dedica

    Questo libro è dedicato a Carol Jones. Spero che tu ti stia facendo una bella risata in Paradiso.

    Capitolo Uno

    Credete nell’amore a prima vista? Avete presente, quel momento in cui incontrate lo sguardo di una persona e bang, non riuscite più a smettere di pensare a lei? Il battito del cuore accelera, e sentite quel caldo formicolio allo stomaco ogni volta che la vedete?

    Io, ovviamente, ci credo. L’amore è il mio pane quotidiano, la mia specialità. No, non mi occupo di terapia di coppia, né niente di simile. Sono una musicista di strada. Canto di gente che s’innamora e di relazioni romantiche.

    Se siete di Londra e vi è capitato di fare un giro a South Bank o di passare di fronte al London Eye probabilmente mi avete vista, o meglio, sentita. È lì che lavoro. E il panorama è uno dei migliori della città.

    Chiudete gli occhi e provate a immaginare. Strade affollate, vecchi edifici vittoriani, autobus rossi a due piani. Se vi concentrate, riuscirete quasi a sentire il rintocco del Big Bang in lontananza, i battelli pieni di turisti che solcano il Tamigi, la gente che si mette in fila per un giro sulla ruota panoramica.

    E ora fermi lì.

    Vedete la ragazza mingherlina con i capelli rosa che canta e suona la chitarra proprio sotto la ruota? Ecco, quella sono io, Melodie.

    Mi reputo fortunata di poter godere di questa fantastica vista tutti i giorni. E non mi riferisco solo alle attrazioni turistiche. Parlo delle persone che incrocio per strada. Sono loro la vera forza di Londra. In un certo senso, mi sembra di conoscerle tutte. Ogni tanto un turista o qualche passante occasionale sorride e mi scatta una foto, quasi fossi un’attrazione io stessa.

    Il pensiero mi strappa un sorriso perché, in effetti, sono una londinese al cento per cento, nata e cresciuta dai genitori più moderni e stravaganti sulla faccia della terra.

    E poi ci sono i passanti abituali, quelli che vedo ogni singolo giorno. Mi basta un’occhiata per riconoscerli e loro mi considerano una presenza fissa. Se non piove, sono lì a suonare mentre pranzano o fanno una pausa sigaretta.

    Mi diverto a osservare quello che mi succede intorno e ad affibbiare soprannomi alla gente. Lo so, è un po’ sciocco, ma credo di averne il diritto. In fondo passo con questa gente la maggior parte del mio tempo. C’è il dog-sitter trasandato, il tipo che ogni giorno porta a spasso quattro cani. Labbra Rosse, la donna con l’irrinunciabile rossetto scarlatto che legge il giornale sulla panchina di fronte, e così via.

    Come ho detto, ho un soprannome per tutti. Ne avevo uno anche per lui.

    La nostra storia è cominciata in un giorno come tanti, a settembre inoltrato. Erano le sei del pomeriggio. Gli ultimi raggi di sole scintillavano alle spalle del Parlamento, riflettendosi sul Tamigi, ma la temperatura era ancora mite e non c’erano nuvole di pioggia all’orizzonte.

    È abbastanza bello da avventurarsi fuori casa, mi dissi, notando la gente seduta a godersi quegli ultimi giorni d’estate sul prato di un piccolo parco tra due palazzi di uffici.

    Ero nel bel mezzo di una canzone – Wonderwall degli Oasis – quando, come ogni giorno, lo vidi dirigersi verso la panchina alla mia sinistra e accomodarsi all’angolo estremo.

    Mister Giacca e Cravatta. Sorridendo tra me e me, continuai a cantare, le labbra fucsia che sfioravano il microfono. Era un habitué, anche se non avevo idea di come si chiamasse. Non ci eravamo mai rivolti la parola, ma prima di tornare al lavoro mi lasciava sempre qualche sterlina e sorrideva da dietro i suoi occhiali neri da nerd.

    Mi sembra giusto precisare che avevo una cotta per lui dal primo giorno, dalla prima volta che mi era passato davanti e i nostri sguardi si erano incrociati.

    Detto tra noi, Mister Giacca e Cravatta non era neanche il mio tipo. Di solito frequentavo musicisti punk rock o heavy metal, o artisti di qualche genere. Ma la sua vista era sufficiente a mettermi in agitazione e farmi sentire inadeguata.

    Forse ad attrarmi era stato il suo aspetto: alto e dinoccolato, con spalle ben definite e occhi gentili.

    Portava sempre una camicia bianca pulita e pantaloni scuri dal taglio elegante.

    Nei giorni caldi, teneva le maniche arrotolate, mettendo in mostra le braccia toniche e muscolose. I muscoli erano proprio lì, era impossibile non vederli. Non potevo mica ignorarli. Dovevo prendere atto della loro esistenza, non farlo sarebbe stato scortese da parte mia.

    E poi aveva quei capelli castani e scompigliati che gli ricadevano sugli occhi. Li trovavo adorabili. E gli occhiali… andavo matta per i suoi occhiali. Erano neri e quadrati, della forma perfetta per i suoi occhi color cioccolato. Un autentico nerd.

    Ora capite fino a che punto può essere spaventosa la mia mania di osservare la gente?

    Sapevo per filo e per segno quello che Mister Giacca e Cravatta avrebbe fatto durante la pausa pranzo. Mangiava un panino o un’insalata, lo sguardo rivolto verso il fiume. Mi guardava suonare e ascoltava la mia musica. Poi faceva qualche telefonata e tornava al lavoro dopo avermi lasciato una piccola mancia. Tutto qui. Non mancava mai all’appuntamento.

    Quel giorno, però, mi colse alla sprovvista. A pranzo non si fece vedere, ma all’uscita dal lavoro si presentò con la borsa del portatile e rimase lì a temporeggiare per qualche minuto. Ero disorientata, come se mi avesse tradita o chissà cosa.

    Non puoi destabilizzarmi così, Mister Giacca e Cravatta, mi trovai a pensare con un sorriso.

    Ma la vera sorpresa fu vederlo avvicinarsi alla fine di Wonderwall.

    «Salve,» disse, una mano affondata con nonchalance nella tasca dei pantaloni.

    Alzai gli occhi dal mio spartito e sorrisi. Quella sì che era una novità. Nonostante ci vedessimo da più di tre mesi, non mi aveva mai rivolto la parola prima di allora.

    Sì, esatto, avevo una relazione con un passante. Lo so, può sembrare patetico, ma non avevo più frequentato nessuno da quando avevo rotto con il ragazzo con cui stavo da due anni. Mi aveva tradita, ed ero rimasta scottata. Potete biasimarmi?

    La storia con Mister Giacca e Cravatta esisteva solo nella mia testa, quindi non costituiva una minaccia.

    «Avrei un favore da chiederti,» proseguì, tirando fuori dalla tasca cinquanta sterline. Sorrise grattandosi la testa, l’aria impacciata.

    Dio, è così, così…

    Non riuscii a terminare il pensiero, perché le parole di Mister Giacca e Cravatta mi colpirono in pieno petto come pallottole.

    «Vorrei chiedere alla mia fidanzata di sposarmi e ho bisogno del tuo aiuto. Potresti cantare la nostra canzone, mentre le faccio la proposta? È Yellow dei Coldplay.»

    Mister Giacca e Cravatta ha una fidanzata. Ingoiai quel boccone

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