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I Fantasmi del Passato
I Fantasmi del Passato
I Fantasmi del Passato
E-book153 pagine1 ora

I Fantasmi del Passato

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Info su questo ebook

In un bar alla periferia di Napoli, Antonio incontra casualmente il suo vecchio amico Giorgio, con cui non parlava da decenni. I due decidono di trascorrere la giornata insieme, tra ricordi e confessioni, in un viaggio nei meandri più reconditi delle loro esistenze e del loro turbolento passato. Antonio e Giorgio rievocano gli anni dell'adolescenza, quando la loro amicizia era stata improvvisamente interrotta senza un motivo apparente. Ripercorrono le scelte e i percorsi di vita che li hanno portati lontano l'uno dall'altro. Affrontano vecchi rancori, gelosie, incomprensioni.

LinguaItaliano
Data di uscita26 apr 2024
ISBN9798223856108
I Fantasmi del Passato
Autore

Luigi Pascal Rondanini

Author also writes as Pascal De Napoli. Luigi Pascal Rondanini's determination and tenacity in pursuing his ideals pushed him to leave his native Naples to pursue the opportunities offered by the world. Born in November 1967 and raised in the capital of Campania, from a young age he cultivated a passion for writing and politics. The desire for social justice led him to actively engage in social issues and write literary works inspired by these values. At a very young age, he moved abroad to the United Kingdom, where he embarked on a brilliant career in the financial sector and continued his passion for writing, infusing his works with social and political themes with courage and frankness. Despite living in London, Rondanini has never lost the connection with his Neapolitan roots after having lived on five continents. In his writings, Neapolitan culture and identity emerge vividly as an example of cultural diversity that enriches humanity. Rondanini wants to inspire readers to pursue their dreams with courage and determination. His story demonstrates how, with commitment and sacrifice, you can achieve great goals while remaining true to yourself and your va lues. Less

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    Anteprima del libro

    I Fantasmi del Passato - Luigi Pascal Rondanini

    I FANTASMI DEL PASSATO

    Luigi Pascal Rondanini

    Copyright © 2024 Luigi Pascal Rondanini

    Tutti i diritti riservati

    I personaggi e gli eventi rappresentati in questo libro sono immaginari. Qualsiasi somiglianza a persone reali, vive o morte, è casuale e non voluta dall'autore.

    Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o archiviata in un sistema di recupero né trasmessa in qualsivoglia forma o mediante qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, tramite fotocopie o registrazioni o in altro modo, senza l'autorizzazione scritta esplicita dell'editore.

    Autore della copertina: Luigi Pascal Rondanini

    Indice

    Atto primo

    Atto secondo

    Atto terzo

    Atto primo

    (In un bar, nella periferia orientale di Napoli, entra un uomo di mezza età che riconosce qualcuno, una vecchia conoscenza)

    Antonio: Ma sei tu? Giorgio, come stai?

    (la conoscenza, simile età, si gira, con calma)

    Giorgio: Ciao Anto’. Sì, sono io. Stai bene?

    A: Ma sì, tutto apposto. Stai in vacanza?

    G: Sono venuto a trovare papà. Ho portato un poco i ragazzi a vedere il nonno che ormai è solo. Hai saputo di mia madre, vero?

    A: Sì, ho chiamato Massimino quando l’ho saputo. C’eri anche tu ma eri uscito un momento. Ho detto a tuo fratello di fartelo sapere e gli ho lasciato il mio numero, in caso volessi sentirmi.

    G: Mi devi scusare ma non sono stati giorni facili. Sai com’è?

    (Giorgio si guarda intorno, imbarazzato)

    A: Ci mancherebbe. Quanto ti fermi?

    G: Parto domani. Devo tornare a lavoro presto, purtroppo; con la storia della separazione e mio padre solo a Napoli sto facendo avanti e indietro. Tu invece?

    (Antonio si avvicina sorridente)

    A: Sono arrivato ieri sera e parto domenica. Tre o quattro giorni toccata e fuga. Ho da vedere il produttore del film che stanno per girare per il mio libro. Ci dovrebbe essere anche il regista, vogliono farmi vedere anche la lista degli attori per vedere se vanno bene come caratteri. Insomma, ogni tanto anche a Napoli, per lavoro. Prendi un caffè? qualcosa?

    G: Ma sì, vai un caffè va bene.

    (si avvicinano al bancone)

    A: Pasca’, due caffè

    G: Anche tu sei separato no? I figli come stanno?

    A: io sono separato e risposato. Un figlio con la prima ed uno con la seconda. Sperando che stavolta vada meglio. Me la sono presa italiana.

    G: Buona fortuna con le italiane…

    A: Certo non è tutta rose e fiori, come puoi immaginare, ma potrebbe essere peggio. I figli come stanno…  Bella domanda. Stanno bene, suppongo. I figli giudicano molto. Importa poco se fai bene o male e se fai male per fare loro del bene, stanno sempre là a darti addosso. Insomma, di tutti i mestieri, quello del genitore è il più difficile. Sono riuscito in tutto, ma credo che fare il padre non sia il mio forte. Tu invece, è da tanto che sei separato?

    (Giorgio risponde quasi titubante)

    G: Saranno due anni.

    A: Sono rimasto scioccato quando l’ho saputo. Forse mi pensavo che solo io potevo divorziare. Ma sembrava così strano; stavate insieme da una vita. I figli?

    G: Purtroppo è andata così, ma me ne sono fatto una ragione e passo molto tempo coi ragazzi. Devo dire che il fatto di stare spesso a casa ha aiutato comunque a creare un bel rapporto con loro ed a parte quando abbiamo dovuto annunciare, all’improvviso che ci lasciavamo, non è andata malaccio.

    A: Mi fa piacere. Tuo padre come sta? L’ho visto l’ultima volta che sono stato qua. È  invecchiato e parla spesso di tua madre.

    G: Sì, ormai non è che ci stia tanto con la testa

    (Giorgio fa segno con la mano facendo ruotare il dito più volte all’altezza della tempia)

    A: Beh ha i suoi 90 anni ora no?

    G: 92.

    A: Beh… non male. Lo sai che io e te non ci vediamo dal ‘92 e non ci sentiamo dal 2000.

    G: No, credo che ci siamo visti dopo il 2000. Ti sbagli.

    A: No, ero a Milano per lavoro. Ti ho chiamato ed hai detto che non potevi. Non ti ricordi?

    G: Veramente no. Però penso che ci siamo visti dopo.

    A: Impossibile perché dopo che mi hai detto che non potevi pigliarti neanche un caffè al mattino, era domenica, in quanto avevi amici a cena la sera, non ti ho più contattato.

    G: Strano, non mi ricordo proprio.

    (Antonio beve il caffè facendo una smorfia)

    A: Grazie per il caffè, Oreste, sempre Ottimo

    G: Veramente ti piace?

    (Antonio ride)

    A: No fa schifo come ai vecchi tempi.

    (Ride di gusto)

    (Momento di silenzio tra i due)

    G: Ho visto che hai fatto una bella carriera, anche se pensavo che avresti fatto il politico di professione.

    A: No, la politica mi è sempre piaciuta ma essendo radicale nel mio intimo, trovo difficile accasarmi con ogni partito politico e dire sì a tutti i compromessi. Io ai compromessi sono stato sempre poco avvezzo. Per il resto, non mi lamento. Ho fatto tutti i mestieri che volevo fare ed ho avuto riconoscimenti in ogni campo.

    G: Cosa ti definisci oggi? Uno scrittore, un comunicatore, un influencer?

    A: No, no, influencer proprio no. Lo lascio a quelli che non hanno nessun mestiere. A me piace solo dire quello che penso e non me ne fotte di chi è d’accordo e chi no. Poi, lo sai, forse, che non ho nessuna presenza online. Non ho Facebook, Instagram, Tiktok. Me ne fotto dei social media.

    G: A me sembra di leggerti dappertutto. Ogni tanto salta fuori il tuo nome da una parte e dall’altra. Una volta ho fatto una ricerca online ed apparivi quando si parlava di finanza, di politica, di libri. Sarà pure che non hai una tua pagina o un tuo profilo, però stai dappertutto.

    A: E perché mi cercavi?

    G: Così.

    A: Non per potermi contattare, immagino. Anche io ti ho cercato online ma non esisti proprio.

    G: No, non ho mai desiderato avere una vetrina pubblica. Non sono come te. Poi, hai ragione a non avere social media presence, ci pensano gli altri a promuoverti. Ad ogni occasione salti fuori.

    (Antonio si imbarazza)

    A: Beh, ma non sono io che scrivo di me. Lo fanno gli altri. E non sempre in maniera positiva. Per uno che è all’estero da una vita, sembra che gli italiani siano più interessati a me di quanto lo siano gli inglesi.

    G: E’ vero, scrivi anche in inglese. Ho trovato qualche articolo ed anche delle interviste dove parli della politica inglese.

    A: Saranno articoli vecchi quando il partito liberaldemocratico mi ha fatto candidare in un posto dove non avevo nessuna possibilità di vincere. Mi hanno messo lì per non bruciare qualche candidato buono. Sai il sistema elettorale in Gran Bretagna è diverso da quello italiano.

    G: In meglio, spero.

    A: Solitamente si vota contro il favorito, più che per il proprio candidato. Quindi io essendo in una circoscrizione dove il mio partito non aveva nessuna possibilità di vittoria, mi hanno fatto fare la vittima sacrificale. Alla fine è andata meglio di quello che pensavo ed ho raccattato molti più voti del candidato dell’opposizione, ma sono arrivato secondo, quindi fuori.

    G: Vabbè, dai. Buono però.

    A: Volevano poi che mi presentassi due anni dopo da un’altra parte, ma ho troppi impegni e la politica inglese mi è venuta a schifo più di quella italiana, quindi ho detto di no. Però, devo ammettere che quell’esperienza mi ha aiutato nella carriera. Mi invitano ancora a vari show sia in radio che in TV anche per parlare di politica.

    G: Ma quindi sei inglese ora? E perché non ti sei mai candidato con i socialisti?

    A: Sì, sono britannico da più di trent’anni e no, i laburisti non sono quelli di una volta, sono tipo i comunisti italiani di quando

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