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#raccontilicenziosi
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E-book44 pagine36 minuti

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Info su questo ebook

Una raccolta di racconti maliziosamente licenziosi incentrati sul rapporto donna ed uomo basati su storie vissute.

Nel pieno rispetto delle persone terminano con un racconto il cui modo di descrivere è un'omaggio a Bukowski.
LinguaItaliano
Data di uscita2 set 2020
ISBN9788831691710
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    Anteprima del libro

    #raccontilicenziosi - Fulvio Lacagnina

    traiettoria.

    La vita a volte riserva sorprese

    Qualche anno fa ho avuto un incidente d’auto e al termine del periodo di cure l’assicurazione mi chiede una raccolta di certificati e una perizia che valutasse l’invalidità provocata dall’incidente, chiamo il mio medico, che è in ospedale pure lui incidentato dopo una caduta in moto ma rispetto a me ne ha per molto e mi suggerisce di attendere un paio di mesi che si riprenda.

    Il denaro è denaro già l’assicurazione si prenderà comodo eseguire il risarcimento, meglio pensare un’alternativa, e la trovo, c’è Gigi, un amico dei tempi del liceo non che alla fine ce la ha fatta anzi e mi hanno detto è medico ortopedico ed esercita al Pini Clinica Ortopedica fra l’altro vicino a casa.

    Caspita non lo vedo da una vita un paio di anni dopo la fine del liceo ho comprato un nuovo ingranditore per stampare fotografie e lui mi ha comprato quello vecchio, un mitico Durst300 con cui mi ero svezzato fotografo sia battesimi e matrimoni sia occasionali foto come dire amatoriali.

    Ho passato con lui alcune serate per spiegargli i rudimenti di liquidi di sviluppo e di fissaggio, temperature e tempi, con qualche suggerimento per correggere qualche esposizione sbagliata o ottenere qualche effetto di stampa. L’ultima sera Gigi ha voluto provare viraggi e poi mi ha scattato una serie di foto per poi sviluppare il rullino e fare varie elaborazioni di stampa. Belle serate, piacevoli anche le chiacchiere. Così trovo facilmente un contatto telefonico, faccio la faccia di merda telefonica e quando mi risponde, mi riconosce subito, gli spiego il problema e mi fissa senza indugio un incontro in studio il primo sabato, mi dice prenditi un po’ di tempo che parliamo anche un po’ dopo tanto che non ci vediamo.

    Arrivo al suo studio qualche minuto prima come sono abituato, attendo fuori qualche minuto immagino stia visitando un paziente, mi affaccio sul cortile da cui intravedo la mia scuola media, quando si apre la porta, non esce nessuno, Gigi indossa un camice bianco aperto sembra un po’ affannato, si scusa, dice ha riordinato un po’ lo studio prima di aprire.

    È in sostanza un monolocale, e da una porticina aperta vedo un bagno, come arredamento un gran divano a parete, un tavolo che fa da scrivania, un raccoglitore a rotelle affiancato a un mini frigo di pari altezza, un lettino medico vintage tanto che sembra più un pezzo di arredamento, alle pareti foto ricordo di viaggi fatte evidentemente da Gigi, uno stereo che non vedo riproduce canzoni italiane anni settanta, sezione nostalgia.

    Così mi siedo e dopo le comuni chiacchiere su cosa hai fatto, continui a fotografare, io no, sono tue le foto alle pareti, hai visto qualcuno del liceo? Inizio a spiegargli il mio problema, ho portato con me le radiografie, mi chiede se ho reperti dell’altro medico, quindi mi chiede una cronologia dei fatti che appunta su un foglietto. Mette in ordine cronologico per data le radiografie e i documenti allegati,

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