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Amore, cinismo e technicolor
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E-book151 pagine1 ora

Amore, cinismo e technicolor

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Due giovani autrici. Un libro a quattro mani: due scrivono, due disegnano. Una Storia. Illustrazioni asciutte ed essenziali, perché oltre alle linee non c’è altro da vedere. Una serie di racconti scritti in post-sbronza sul telefono, quando l’alcol ti abbandona e vieni imbevuto dai ricordi, da playlist di Spotify fatte male, dall’amarsi male. Amore perché l’amore è sempre l’amore, anche quando non ci incontriamo più l’amore resta, il cinismo per vedere in maniera laterale il dolore, il technicolor come i film Disney, dove alla fine c’è il lieto fine. L’autoritratto di una generazione che non conosciamo.
PREFAZIONI di GIAN MARIA "GM" ACCUSANI DEI PROZAC+ e di IVANO PORPORA (scrittore, autore Einaudi, Marsilio, Miraggi, Liberaria)
LinguaItaliano
Data di uscita29 giu 2020
ISBN9788833860466
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    Anteprima del libro

    Amore, cinismo e technicolor - Kants Exhibition

    Tavola dei Contenuti (TOC)

    Prefazione di Ivano Porpora

    Prefazione di Gianmaria Accusani

    In My Life The Beatles

    Tell Me Galaxie 500

    Make You Feel My Love Bob Dylan

    Questa città Giorgieness

    Come va, Paolo Gomma

    Here Comes Your Man Pixies

    California Stars Billy Bragg - Wilko

    There Is a Light That Never Goes Out The Smiths

    La mia mano sola Sick Tamburo

    Disorder Joy Division

    Ragazza eroina The Zen Circus

    Factory Eyedea & Abilities

    Golf Girl Caravan

    Curami CCCP - Fedeli alla linea

    Little Trouble Girl Sonic Youth

    Apart The Cure

    Il mare non è niente di speciale Cambogia

    GM Prozac+

    Morire di malinconia I miei migliori complimenti

    Somehow You’re Happy I Need a Plastic Face

    Questo nostro grande amore I Cani

    Thinking About You Radiohead

    La nostra ultima canzone Motta

    Forse non è la felicità Fast Animals and Slow Kids

    Quanto eri bello Maria Antonietta

    La descrizione di un attimo Tiromancino

    Bella mia Tre Allegri Ragazzi Morti

    Senza un perché Nada

    April Skies The Jesus and Mary Chain

    I Am a Poseur X-Ray Spex

    The Quiet Chelou

    Doused DIIV

    Fingertips The Brian Jonestown Massacre

    On My Shoulders The Dø

    The Last High The Dandy Warhols

    Twice as Hard Interpol

    Occhiali da luna Murubutu, Dutch Nazari, Willie Peyote

    Ou va le monde La Femme

    Until the Morning Thievery Corporation

    Tua madre Kahbum, Willie Peyote, Zibba

    Sotto prescrizione del Dott. Huxley Verdena

    Dove sei tu Mecna

    Dissolved Girl Massive Attack

    River of Life - T.O.M. and His Computer Trentemøller

    Come a Little Closer Cage the Elephant

    Something Good alt-J

    Coriandoli a Natale Subsonica

    Male in polvere Afterhours

    Baby Building Dente

    Stormi Iosonouncane

    Il giorno che riprovo a prendermi Ministri

    Come stai Brunori Sas

    La tua prima luna Claudio Rocchi

    Five Minutes Her

    Being No One, Going Nowhere STRFKR

    When I’m Small Phantogram

    Atomic Man Portugal. The man

    Broken Heart Eddie Vedder

    Un incubo stupendo Management

    I Could Have Lied Red Hot Chili Peppers

    golem

    ©

    2019

    Miraggi Edizioni

    via Mazzini 46,

    10123

    Torino

    www.miraggiedizioni.it

    Progetto grafico Miraggi

    In copertina: disegni di Ombretta Tavano

    Finito di stampare a Borgoricco (PD)

    nel mese di maggio

    2019

    da Gruppo Logo srl

    per conto di Miraggi Edizioni

    su carta Book Cream Avorio

    80

    gr

    Prima edizione digitale: maggio

    2019

    isbn

    978-88-3386-046-6

    Prima edizione cartacea: maggio

    2019

    isbn

    978-88-3386-044-2

    Prefazione

    di Ivano Porpora

    Quando una persona intende appropriarsi di una tecnica, solitamente lo fa per due usi diversi: perché vuol canalizzare attraverso questa i propri contenuti, oppure perché vuole trovare un modo per inventarseli. Non sono bravo a disegnare, ma se frequentassi un corso di fumetto, per dire, credo che la mia domanda (da dilettante) sarebbe: Insegnatemi a fare il fumetto, e non (da professionista): Insegnatemi a disegnare il fumetto che ho qui dentro.

    Ombretta l’ho conosciuta un paio d’anni fa, prima per i suoi lavori, poi online, poi ancora di persona. Credo che il miglior modo di descriverla sia quello di persona: siamo andati in una birreria artigianale, ha chiesto una Heineken, ha continuato ad asserire di fronte a noi che ridevamo e al cameriere incredulo che lei lì dentro la Heineken l’aveva già bevuta. Sembra un aneddoto divertente, ma non lo è: da quando è successo ho capito che Ombretta ha un mondo di dentro e che deve cercare di farlo combaciare col mondo di fuori, e se il mondo di dentro chiede una Heineken e il mondo di fuori propone una ambrata al sentore di fieno e retrogusti di vaniglia, lei ha chiesto la Heineken e vuole la Heineken – e il cameriere, se gliela procura, le farebbe davvero un grosso piacere.

    Questo la colloca, nella distinzione che ho fatto all’inizio, in una terza categoria, rara: quella delle persone che non vogliono canalizzare i contenuti né vogliono inventarseli, ma che già in sé sono i propri contenuti, sono (lo dico tra venti virgolette) inadeguate al mondo, e grazie a questo entrano in una maniera incredibilmente acuta nel mondo, innamorandosi della sua superficie e girandolo per trovare l’angolazione unica, quella che rende il mondo e lo sguardo vivi insieme. È da lì che il suo disegno, sempre un disegno di relazione, gioca le sue caratteristiche: corpi maschili e femminili uniti, linee pulite, studi sul colore, immagini erotiche contrappuntate da un’attenzione spasmodica nei confronti del sentimento. Il sentimento, però, non è mai urlato: Ombretta, coi suoi capelli e quel corpo, sembra una figura illustrata in sé, quasi quelle immagini in cui una persona urla e si tappa le orecchie per non percepire il frastuono altrui.

    Io, di me posso dire che ho un originale di Ombretta sul lato sinistro della sala, di fronte a dove scrivo, e lo guardo ogni tanto. Ritrae un personaggio di un mio libro, mi assomiglia fin troppo, al punto che è quasi doloroso benché non abbia le mie fattezze; mi addolora ma mi racconta e mi viene voglia di raccontarlo, è un tratto peculiare dei suoi disegni, raccontano e viene voglia di raccontarli, e questo credo sia il più grande complimento che io possa farle.

    Prefazione

    di Gianmaria Accusani

    Anch’io, come ormai molti, sono entrato nel mondo di Instagram, così mi capita di guardare in velocità quello che viene pubblicato dalle persone che seguo. Di solito sono foto o piccoli video a cui, in altrettanta velocità, mi capita di mettere il like.

    Tempo fa, però, proprio perché non è cosa frequente, mi è capitato di soffermarmi su alcuni post che invece della solita foto avevano solo cose scritte, e così mi sono fermato a leggere. La prima reazione, senza nemmeno capire perché, è stata di stupore. Mi sembrava di leggere cose che conoscevo, pur non essendo così, a tratti mi sembrava di leggere cose scritte in un modo familiare, un modo che avrei potuto usare per dire o scrivere qualcosa.

    Circa un mese dopo, Giulia mi scrive e mi dice che sta per essere pubblicato il suo primo libro e che le piacerebbe che ne scrivessi io una prefazione.

    Giulia è la persone che aveva scritto quei post che mi ero soffermato a leggere. Giulia aveva scritto quelle cose.

    Giulia scrive in un modo che mi fa sentire a casa ed è per questo che le voglio bene.

    Primo atto

    In My Life The Beatles

    E non chiamarla l’ambulanza anche se ho le labbra blu, prendimi in cura da te, non servono medicine e a me la minestrina fa schifo, mi piace il riso in bianco senza sale e se me lo fai, ci scambiamo i batteri delle

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