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Schegge dallo spazio - volume 5
Schegge dallo spazio - volume 5
Schegge dallo spazio - volume 5
E-book43 pagine31 minuti

Schegge dallo spazio - volume 5

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Info su questo ebook

Volume 5 è un omaggio alla space opera in TV! Ricordate vecchie serie come “Le avventure dell'astronave Orion” o “Battlestar Galactica” (del 1978)? Ricordate il comandante Cliff McLane e i piloti coloniali Scorpion e Apollo? Ebbene: non li troverete certo qui... però leggerete qualcosa di molto simile e che forse vi farà provare un po' di nostalgia per quei piccoli capolavori del passato.
LinguaItaliano
Data di uscita26 mag 2014
ISBN9786050305678
Schegge dallo spazio - volume 5

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    Anteprima del libro

    Schegge dallo spazio - volume 5 - Marco Alfaroli

    Alfaroli

    Invasione

    Il comandante Maddox si alzò a fatica in mezzo ai rottami. Fumo e scintille lo circondavano. Si guardò intorno: la plancia era in pezzi.

    «State tutti bene?» chiese agli altri, che risposero con un cenno. Alcuni erano sdraiati, altri in ginocchio; si aggrapparono a qualcosa per tirarsi su. Avevano ferite lievi, graffi, ma per fortuna niente di grave.

    «Stiamo bene, comandante. Quella che non sta bene è la nave» disse Aksakov, il cannoniere.

    Aveva ragione e Maddox lo sapeva. La battaglia contro i Gridon era stata devastante e i terrestri l’avevano persa. Di tutte le astronavi della Terra, due sole erano sopravvissute: Il Drakkar e la Shardana. Entrambe erano pesantemente danneggiate.

    Mentre i suoi uomini spegnevano gli ultimi focolai d’incendio, Maddox esaminò la strumentazione di bordo. A occhio e croce il funzionamento era garantito al quaranta per cento. Poteva bastare per manovrare, ma non per ingaggiare un altro scontro, che sarebbe stato sicuramente fatale.

    Accanto a lui c’erano il guardiamarina Elena Bellucci e l’addetto ai motori Olof Hakansson. Proprio a quest’ultimo in quel momento affidava le sue speranze.

    «Puoi fare qulcosa, Olof?»

    Il tenente scosse la testa.

    «Posso fare ben poco. Troppe parti sono compromesse; credo di riuscire a muoverla, ma sarà una tartaruga».

    Ma come diavolo avevano fatto quei maledetti Gridon a vincere? Come avevano fatto a neutralizzare il Sandblaster, l’arma più potente della Terra? Non lo sapeva, ma in qualche modo l’avevano fatto. Subito dopo avevano annientato tutte le difese esterne e ora stavano dilagando nel Sistema Solare.

    Allontanò quei pensieri.

    «Farò il possibile» disse Olof. «Proverò a muoverla».

    «Bene! Alicia, mettimi in contatto con la Shardana o con la Terra» ordinò il comandante all’operatrice radio.

    Alicia si diede da fare.

    «Shardana da Drakkar, rispondete... Shardana da Drakkar...»

    Non ci fu nessuna risposta; provò ancora diverse volte. Poi passò alla Terra.

    «Terra da Drakkar, riuscite a sentirmi?»

    Niente. Erano isolati.

    Olof regolò la potenza residua, tolse tutta l’energia agli scudi e la convogliò ai motori. Escluse i circuiti danneggiati.

    L’astronave Drakkar, ferma nello spazio, riattivò le luci. Iniziò lentamente a ruotare, poi si mosse in avanti.

    «Funziona, anche se ci spostiamo solo a bassa velocità!» gridò soddisfatto.

    Maddox gli dette una pacca sulla spalla.

    «Ottimo lavoro».

    L’entusiasmo gli si spense subito in gola, ripensando a tutti gli amici che aveva perso quel giorno sulle navi distrutte e al suo mondo che si sgretolava sotto il peso dell’invasione.

    Il generale Schlegel, sulla Terra, osservava inorridito la comunicazione registrata da Marte. Si vedevano sullo sfondo uomini che combattevano e, ancora più lontani, le figure evanescenti dei Gridon che si avvicinavano. L’uomo in primo piano

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