Poesie e Racconti
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Anteprima del libro
Poesie e Racconti - Sebastiano Cannizzaro
Lisi
Sebastiano Cannizzaro
Poesie e Racconti
Prefazione
Sebastiano Cannizzaro, lo scrittore, nasce a Monterosso Almo ma trascorre la sua intera vita a Vizzini, piccolo centro agricolo in provincia di Catania, qui cresce, si forma, diventa adulto, qui vive e lavora, qui ha la sua famiglia, i suoi figli, questo è il suo mondo.
Sebastiano Cannizzaro attinge le sue ispirazioni dalla natura, dai racconti degli anziani, dalle confessioni delle persone, dalle osservazioni più varie e disparate.
Per motivi del suo lavoro, lavorava nell'edilizia, Sebastiano incontrava ogni giorno persone nuove, persone diverse, persone anziane o persone giovani, ognuno aveva sempre qualcosa da raccontare, raccontavano episodi o accadimenti recenti o antichi; queste persone alimentavano la sua conoscenza sui fatti locali ambientati nella Sicilia degli ultimi decenni o del precedente secolo. Da tutto ciò nascono i racconti di Sebastiano, ed è per questo che ciò che racconta Sebastiano sono fatti realmente accaduti e corrispondenti al vero.
Si rappresenta che questa è la seconda edizione riveduta e corretta nell'anno 2017.
Si ringraziano, la Dott.ssa Professoressa Maria Antonella Cannizzaro, e Il Dott. Professore Giuseppe Capuana per la disponibilità mostrata nell'esaminare l'opera e commentarla fornendo utili consigli precedentemente alla pubblicazione.
INDICE
Rassegna di poesie pag. 4 25
Bartolomeo Noto tradito e ammazzato pag. 26 47
La Tragedia del Mulino ad Acqua pag. 48 71
L'Amante tradita pag. 72 94
Adele e Rossano, la loro storia pag. 95 116
Marco e Caterina, appuntamento
d'amore a Venezia pag. 117 146
L'amore tormentato della
Baronessa Viria pag. 147 165
Iano Lisi, la sua storia pag. 166 186
La Farfalla
La farfalla che il fiore accarezza
gli gira intorno
posandosi con dolcezza.
Si allontana e ritorna dal fiore
che l’aspetta con amore.
Il fiore che fermo sembra stare,
ondeggiato dal vento,
i capricci par che voglia fare.
Ma infine le cose si sanno
i due si uniranno
accarezzandosi
con affetto e amore
perché così vuole il Creatore.
Dove sono gli Uccelli
Dove sono gli uccelli
quando piove e fa freddo
o quando c’è la neve
e i rami son troppo bagnati.
Poverini sono stati sfrattati,
cercano rifugio
cercano riparo
per salvarsi
da un inverno severo.
Ma per loro non tutto
è perduto: il Creatore
ci ha già pensato
provvedendo per il loro
domani, solamente
tendendo le mani.
Ruderi
Ruderi tristi
malinconici, silenziosi
circondati da erbacce spinose
le mura semidistrutte e diroccate
qua e là sul terreno appoggiate.
Ruderi, dolce passato
tristemente se n’è andato,
le pietre se potessero parlare
quante cose avrebbero
da raccontare:
la gioia, l’allegria
di un tempo che fu
e ormai non c’è più.
Ruderi abbandonati
all’acqua e al vento
siete stati lasciati.
Il Fiume che sereno scende
Il fiume che sereno scende
con le dolci sue acque
accarezza le sponde,
l’acqua limpida e pura
dà vita ad ogni creatura,
nel mistero di questa natura
si chiede la gente insicura,
finirà questo scender dell’acqua?
Orgogliosa la natura risponde:
non lascerò a secco le mie sponde
.
Uomo cammina
Uomo cammina
segui il tuo ideale
non pensare al domani,
uomo cammina
va per i giusti sentieri,
non pensare ciò che fu ieri,
uomo cammina
va con giustizia e pace
troverai chi
ti vuol bene e tace.
Le Rondini
Oh rondini che volate
senza voi non v’è primavera
e senza voi non v’è estate
volate, volate, volate
senza posa mai vi fermate
correte gioiose, gridate:
siamo noi che portiamo l’estate
!
La Formica
La formica laboriosa e piccina,
in mattinata,
inizia la propria giornata,
con i suoi passi decisi e sicuri,
attraversa i terreni più duri,
con i suoi occhi che vedono lontano
intravede un bel chicco di grano.
Lei è piccola, il grano è più grosso
ma è tenace a più non posso.
torna a casa col chicco di grano contenta
d’esser stata lontano.
L’Inverno
Venne l’inverno
la neve, la pioggia, l’ombrello
il cielo cupo, certo non bello
le strade fredde semispoglie
i viali alberati senza foglie
in un gelido viale
un vecchio cammina,
cammina, cammina
la sua meta è ormai vicina.
Cadono le Foglie
Cadono le foglie
il vento le raccoglie
le culla dolcemente
le posa a terra teneramente
han percorso la loro strada
ora riposano
nella terra amata.
Settembre
L’estate da poco finita
sembra da tanto che sia andata.
Le serate sotto gli alberi in fiore,
mi riempiono di gioia il cuore.
A settembre un brivido di tristezza
mi assale con amarezza
son finite
le belle giornate
cari amici
è passata l’estate.
Il Fiume
Fiume,
tu cammini sempre,
tu che non ti fermi mai,
una volte forte
una volta sereno
porta con te
i mali
dell’uomo terreno.
Le Rondini spensierate
Volano le rondini
sfrecciano spensierate
per i fiumi, città e prati,
nell’aria velocemente,
si rincorrono pazzamente
volano sopra i tetti
volano dappertutto.
Non hanno magazzini
non hanno terreni
vivono più serene.
La Neve
Fiocca la neve
scende sulla terra
dolce, soave, lieve
candida, bianca, pura
dolce regalo della natura.
Saltella la gente
grida a festa
mentre la neve
vien giù più lesta.
Gli alberi senza foglie,
coi rami stecchiti,
son pieni e rinvigoriti;
di un candido bianco
le strade, le piazze, i tetti,
tutto è un bianco candore.
Ringraziamo il Creatore !
Natura
Natura che tanto ci hai amato
natura che tanto ci hai dato:
il cielo, le stelle, la luna
contandoli per noi ad una ad una.
Il mare che sembra infinito,
le distese, le grandi pianure,
i fiumi che scendono sicuri,
ogni frutto
ogni albero hai fatto
e questo lo hai lasciato scritto.
Natura veramente sei meravigliosa,
solo la morte non è misericordiosa.
Valle del Dirillo
Oh valle tanto cara,
a noi tutti quanti bei ricordi fai tornare !
Passa il tempo
passano gli uomini
ma tu sei sempre là
dal Carmine all’Alia
maestosa ti estendi
meraviglia d’ogni passante
dal vecchio bastione del Rosario
vecchi, anziani, giovani ti ammirano:
gli ortaggi in riga,
il fiume, la diga,
gli splendidi vigneti, gli estesi uliveti, le chiuse
ti fanno generosa.
Cunziria
Scinniennu pa Cunziria
è naturali: u passatu s’incontra pa’ via.
U vecchiu macellu quanti cosi mi putissi cuntari
storii di ieri,
di macillari e carabinieri.
Iennu ancora avanti pà via …
eccu ca spuntunu
i vecchi casi da Cunziria;
Taliannuli cu attenzioni u passatu pari ca mai fussu statu:
i rutti ca’ nun c’entrunu nenti …
su addivintati nu bellu risturanti !
De cunzioruoti na vota fiurenti
nunn’è rimastu propri unenti !
Sulu i vecchi casi e i pali di ficurinia
na’ riordinu, iornu dopu iornu
simana dopu simana,
a vecchia storia da Cavalleria Rusticana.
Dio
Un dì di buon’ora
la natura contemplavo
col pensiero lontano vagavo
lontano dal mondo
lontano dalla gente
con la lingua da serpente
lontano dal denaro
lontano da tutti quanti
sognavo nuovi orizzonti
vagando nella creazione infinita
scoprivo Colui che dà la vera vita.
Primavera
E’ primavera
ogni cuore desidera e spera
spera che allo sbocciar
d’ogni fiore
nella gente sbocciasse l’amore
l’amore che tutti unisce
con l’amore
ogni male sparisce.
Primavera dà a tutti
la gioia
di vivere la propria vita
senza noia.
La Nebbia di Milano
Passeggiando d’inverno a Milano
Dal cuore senti un impulso strano:
nebbia e pioggerella
la fanno una città bella.
L’impressione
è che tutt’intorno ci sia un muro,
un muro di protezione.
Più in là della nebbia
un altro mondo
gente che corre,
s’affanna, s’affatica,
aggrappandosi disperata
a cose vane da sempre sognate.
Ma questa non è Milano
nebbia e pioggerella
fanno Milano più bella.
Petali di Rosa
Petali di rosa
nel giardino posati,
un lieve venticello
li ha accarezzati
li muove delicatamente
per dargli un po’ di vita
ma per loro, haimè,
tristemente è finita.
Insiste ancora il vento:
ma sono freschi e belli
!
Il vento non capisce
che ogni cosa
col tempo finisce.
La Sicilia ed i Siciliani
A Sicilia è la terra da paci
cu ni parra mali
nun sa chiddu ca dici.
A mafia disunura tutti quanti
ma i veri Siciliani
sunu onesti e santi.
U sicilianu travagghia
cu tuttu lu cori
purtannu avanti
a so famigghia cu onori;
nunn’avi paura do dumani
picchì avi fiducia
ne so’ fratuzzi siciliani.
Chisti su i veri Siciliani
genti ca quannu dannu na cosa
la dununu
cu tutti dui li manu.
Il Piave
Il Piave
una volta mormorava
ora non mormora più
urla urla con voce tonante
grida con grande potenza
ai suoi figli con insistenza:
non esistono terròn
non esistono polentòn
ma fratelli
d’ogni parte d’Italia
da Trieste alla lontana Sicilia
nel loro spirito e nel loro cuor
si aman tutti di sincero amor.
Chi non prova
questa gioia nel cuor
non è nè terron nè polenton
ma solamente
un’egoista ignorantòn.
Racconti
Bartolomeo Noto tradito e ammazzato
Bartolomeo Noto nasce a Vizzini il 12 marzo 1914, aveva due sorelle ed il padre don Simone, contadino che possedeva alcuni appezzamenti di terreni in varie contrade di Vizzini.
Bartolomeo all’età di 20 anni, come tutti i giovani, cercava di trovarsi una ragazza. A quel tempo buone occasioni per avvicinare e conoscere le ragazze erano le feste da ballo, organizzate in case private, una delle migliori era di sicuro la casa della cosiddetta Turca
, dove c’era un salone di sessanta metri quadrati. Le più belle feste da ballo si svolgevano in quella casa ed è in una di queste feste che Bartolomeo conosce una ragazza di nome Concetta Amico, di due anni più giovane. I due ballarono insieme per tutta la serata e sottovoce si scambiavano qualche dolce parola. Nei giorni a seguire Bartolomeo e Concetta si vedevano scambiandosi uno sguardo solo da lontano. Andarono avanti così per mesi. Un giorno, Bartolomeo che sentiva, sempre di più, crescere il desiderio di stare con Concetta, le scrive una lettera e le spiega di essersi innamorato di lei e non voleva più aspettare di vederla solo in qualche festa. Io, se tu mi ami come mi fai capire, vorrei venire a casa tua, con la mia famiglia e chiedere la tua mano perché ti voglio sposare. Con la stessa persona con cui ti mando questa lettera dammi la risposta
. Bartolomeo, chiusa la lettera, prega una vicina di casa di Concetta affinché consegnasse la lettera e dopo Concetta avrebbe consegnato un biglietto con la risposta. La vicina di casa donna Giovanna con una scusa va in casa di Concetta, saluta sua madre, saluta i presenti e parlano un po’ del più e del meno. Poi la vicina se ne va e sull’uscio della porta si rivolge a Concetta e le dice "mi hai chiesto tempo addietro che volevi una piantina di rose, io te l’ho preparata ed è pronta, se passi da me te la do. Concetta capì che c’era sotto qualcosa e disse alla madre che andava un attimo dalla signora Giovanna. Così insieme vanno nella casa della signora Giovanna. La piantina di rose c’era veramente e Concetta la prende. A quel punto la signora Giovanna disse: Concetta, la piantina era una scusa per farti venire qui. Ti devo consegnare una lettera di Bartolomeo, leggila e poi mi scrivi la risposta. Concetta,