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Poesie e Racconti
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E-book150 pagine2 ore

Poesie e Racconti

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Info su questo ebook

Sebastiano Cannizzaro nasce a Monterosso Almo (RG) il 2 gennaio 1946 e ha sempre vissuto a Vizzini (CT) .

È sempre un piacere parlare di Sebastiano Cannizzaro, uomo mite e sensibile, grande amante della natura, musa ispiratrice della maggior parte delle sue poesie.

Per quanto riguarda i racconti, come dice l'autore stesso, si ispirano a fatti realmente accaduti, trattano di argomenti di vita quotidiana in quanto si parla di amore, passione, inganni. Storie che finiscono bene, storie con delitti che finiscono male in tragedie.

Professore Dott. Giuseppe Capuana

Si ringrazia il Dott. Massimo Papa, Direttore dei Musei di Vizzini, per la sua cordialità e disponibilità.

Grazie all'amico Paolo Costa che ha collaborato alla ricerca dei ruderi del Mulino ad acqua, mai più ricostruito dopo la tragedia
LinguaItaliano
Data di uscita10 mar 2015
ISBN9786050358551
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    Anteprima del libro

    Poesie e Racconti - Sebastiano Cannizzaro

    Lisi

    Sebastiano Cannizzaro

    Poesie e Racconti

    Prefazione

    Sebastiano Cannizzaro, lo scrittore, nasce a Monterosso Almo ma trascorre la sua intera vita a Vizzini, piccolo centro agricolo in provincia di Catania, qui cresce, si forma, diventa adulto, qui vive e lavora, qui ha la sua famiglia, i suoi figli, questo è il suo mondo.

    Sebastiano Cannizzaro attinge le sue ispirazioni dalla natura, dai racconti degli anziani, dalle confessioni delle persone, dalle osservazioni più varie e disparate.

    Per motivi del suo lavoro, lavorava nell'edilizia, Sebastiano incontrava ogni giorno persone nuove, persone diverse, persone anziane o persone giovani, ognuno aveva sempre qualcosa da raccontare, raccontavano episodi o accadimenti recenti o antichi; queste persone alimentavano la sua conoscenza sui fatti locali ambientati nella Sicilia degli ultimi decenni o del precedente secolo. Da tutto ciò nascono i racconti di Sebastiano, ed è per questo che ciò che racconta Sebastiano sono fatti realmente accaduti e corrispondenti al vero.

    Si rappresenta che questa è la seconda edizione riveduta e corretta nell'anno 2017.

    Si ringraziano, la Dott.ssa Professoressa Maria Antonella Cannizzaro, e Il Dott. Professore Giuseppe Capuana per la disponibilità mostrata nell'esaminare l'opera e commentarla fornendo utili consigli precedentemente alla pubblicazione.

    INDICE

    Rassegna di poesie pag. 4 25

    Bartolomeo Noto tradito e ammazzato pag. 26 47

    La Tragedia del Mulino ad Acqua pag. 48 71

    L'Amante tradita pag. 72 94

    Adele e Rossano, la loro storia pag. 95 116

    Marco e Caterina, appuntamento

    d'amore a Venezia pag. 117 146

    L'amore tormentato della

    Baronessa Viria pag. 147 165

    Iano Lisi, la sua storia pag. 166 186

    La Farfalla

    La farfalla che il fiore accarezza

    gli gira intorno

    posandosi con dolcezza.

    Si allontana e ritorna dal fiore

    che l’aspetta con amore.

    Il fiore che fermo sembra stare,

    ondeggiato dal vento,

    i capricci par che voglia fare.

    Ma infine le cose si sanno

    i due si uniranno

    accarezzandosi

    con affetto e amore

    perché così vuole il Creatore.

    Dove sono gli Uccelli

    Dove sono gli uccelli

    quando piove e fa freddo

    o quando c’è la neve

    e i rami son troppo bagnati.

    Poverini sono stati sfrattati,

    cercano rifugio

    cercano riparo

    per salvarsi

    da un inverno severo.

    Ma per loro non tutto

    è perduto: il Creatore

    ci ha già pensato

    provvedendo per il loro

    domani, solamente

    tendendo le mani.

    Ruderi

    Ruderi tristi

    malinconici, silenziosi

    circondati da erbacce spinose

    le mura semidistrutte e diroccate

    qua e là sul terreno appoggiate.

    Ruderi, dolce passato

    tristemente se n’è andato,

    le pietre se potessero parlare

    quante cose avrebbero

    da raccontare:

    la gioia, l’allegria

    di un tempo che fu

    e ormai non c’è più.

    Ruderi abbandonati

    all’acqua e al vento

    siete stati lasciati.

    Il Fiume che sereno scende

    Il fiume che sereno scende

    con le dolci sue acque

    accarezza le sponde,

    l’acqua limpida e pura

    dà vita ad ogni creatura,

    nel mistero di questa natura

    si chiede la gente insicura,

    finirà questo scender dell’acqua?

    Orgogliosa la natura risponde:

    non lascerò a secco le mie sponde.

    Uomo cammina

    Uomo cammina

    segui il tuo ideale

    non pensare al domani,

    uomo cammina

    va per i giusti sentieri,

    non pensare ciò che fu ieri,

    uomo cammina

    va con giustizia e pace

    troverai chi

    ti vuol bene e tace.

    Le Rondini

    Oh rondini che volate

    senza voi non v’è primavera

    e senza voi non v’è estate

    volate, volate, volate

    senza posa mai vi fermate

    correte gioiose, gridate:

    siamo noi che portiamo l’estate!

    La Formica

    La formica laboriosa e piccina,

    in mattinata,

    inizia la propria giornata,

    con i suoi passi decisi e sicuri,

    attraversa i terreni più duri,

    con i suoi occhi che vedono lontano

    intravede un bel chicco di grano.

    Lei è piccola, il grano è più grosso

    ma è tenace a più non posso.

    torna a casa col chicco di grano contenta

    d’esser stata lontano.

    L’Inverno

    Venne l’inverno

    la neve, la pioggia, l’ombrello

    il cielo cupo, certo non bello

    le strade fredde semispoglie

    i viali alberati senza foglie

    in un gelido viale

    un vecchio cammina,

    cammina, cammina

    la sua meta è ormai vicina.

    Cadono le Foglie

    Cadono le foglie

    il vento le raccoglie

    le culla dolcemente

    le posa a terra teneramente

    han percorso la loro strada

    ora riposano

    nella terra amata.

    Settembre

    L’estate da poco finita

    sembra da tanto che sia andata.

    Le serate sotto gli alberi in fiore,

    mi riempiono di gioia il cuore.

    A settembre un brivido di tristezza

    mi assale con amarezza

    son finite

    le belle giornate

    cari amici

    è passata l’estate.

    Il Fiume

    Fiume,

    tu cammini sempre,

    tu che non ti fermi mai,

    una volte forte

    una volta sereno

    porta con te

    i mali

    dell’uomo terreno.

    Le Rondini spensierate

    Volano le rondini

    sfrecciano spensierate

    per i fiumi, città e prati,

    nell’aria velocemente,

    si rincorrono pazzamente

    volano sopra i tetti

    volano dappertutto.

    Non hanno magazzini

    non hanno terreni

    vivono più serene.

    La Neve

    Fiocca la neve

    scende sulla terra

    dolce, soave, lieve

    candida, bianca, pura

    dolce regalo della natura.

    Saltella la gente

    grida a festa

    mentre la neve

    vien giù più lesta.

    Gli alberi senza foglie,

    coi rami stecchiti,

    son pieni e rinvigoriti;

    di un candido bianco

    le strade, le piazze, i tetti,

    tutto è un bianco candore.

    Ringraziamo il Creatore !

    Natura

    Natura che tanto ci hai amato

    natura che tanto ci hai dato:

    il cielo, le stelle, la luna

    contandoli per noi ad una ad una.

    Il mare che sembra infinito,

    le distese, le grandi pianure,

    i fiumi che scendono sicuri,

    ogni frutto

    ogni albero hai fatto

    e questo lo hai lasciato scritto.

    Natura veramente sei meravigliosa,

    solo la morte non è misericordiosa.

    Valle del Dirillo

    Oh valle tanto cara,

    a noi tutti quanti bei ricordi fai tornare !

    Passa il tempo

    passano gli uomini

    ma tu sei sempre là

    dal Carmine all’Alia

    maestosa ti estendi

    meraviglia d’ogni passante

    dal vecchio bastione del Rosario

    vecchi, anziani, giovani ti ammirano:

    gli ortaggi in riga,

    il fiume, la diga,

    gli splendidi vigneti, gli estesi uliveti, le chiuse

    ti fanno generosa.

    Cunziria

    Scinniennu pa Cunziria

    è naturali: u passatu s’incontra pa’ via.

    U vecchiu macellu quanti cosi mi putissi cuntari

    storii di ieri,

    di macillari e carabinieri.

    Iennu ancora avanti pà via …

    eccu ca spuntunu

    i vecchi casi da Cunziria;

    Taliannuli cu attenzioni u passatu pari ca mai fussu statu:

    i rutti ca’ nun c’entrunu nenti …

    su addivintati nu bellu risturanti !

    De cunzioruoti na vota fiurenti

    nunn’è rimastu propri unenti !

    Sulu i vecchi casi e i pali di ficurinia

    na’ riordinu, iornu dopu iornu

    simana dopu simana,

    a vecchia storia da Cavalleria Rusticana.

    Dio

    Un dì di buon’ora

    la natura contemplavo

    col pensiero lontano vagavo

    lontano dal mondo

    lontano dalla gente

    con la lingua da serpente

    lontano dal denaro

    lontano da tutti quanti

    sognavo nuovi orizzonti

    vagando nella creazione infinita

    scoprivo Colui che dà la vera vita.

    Primavera

    E’ primavera

    ogni cuore desidera e spera

    spera che allo sbocciar

    d’ogni fiore

    nella gente sbocciasse l’amore

    l’amore che tutti unisce

    con l’amore

    ogni male sparisce.

    Primavera dà a tutti

    la gioia

    di vivere la propria vita

    senza noia.

    La Nebbia di Milano

    Passeggiando d’inverno a Milano

    Dal cuore senti un impulso strano:

    nebbia e pioggerella

    la fanno una città bella.

    L’impressione

    è che tutt’intorno ci sia un muro,

    un muro di protezione.

    Più in là della nebbia

    un altro mondo

    gente che corre,

    s’affanna, s’affatica,

    aggrappandosi disperata

    a cose vane da sempre sognate.

    Ma questa non è Milano

    nebbia e pioggerella

    fanno Milano più bella.

    Petali di Rosa

    Petali di rosa

    nel giardino posati,

    un lieve venticello

    li ha accarezzati

    li muove delicatamente

    per dargli un po’ di vita

    ma per loro, haimè,

    tristemente è finita.

    Insiste ancora il vento:

    ma sono freschi e belli !

    Il vento non capisce

    che ogni cosa

    col tempo finisce.

    La Sicilia ed i Siciliani

    A Sicilia è la terra da paci

    cu ni parra mali

    nun sa chiddu ca dici.

    A mafia disunura tutti quanti

    ma i veri Siciliani

    sunu onesti e santi.

    U sicilianu travagghia

    cu tuttu lu cori

    purtannu avanti

    a so famigghia cu onori;

    nunn’avi paura do dumani

    picchì avi fiducia

    ne so’ fratuzzi siciliani.

    Chisti su i veri Siciliani

    genti ca quannu dannu na cosa

    la dununu

    cu tutti dui li manu.

    Il Piave

    Il Piave

    una volta mormorava

    ora non mormora più

    urla urla con voce tonante

    grida con grande potenza

    ai suoi figli con insistenza:

    non esistono terròn

    non esistono polentòn

    ma fratelli

    d’ogni parte d’Italia

    da Trieste alla lontana Sicilia

    nel loro spirito e nel loro cuor

    si aman tutti di sincero amor.

    Chi non prova

    questa gioia nel cuor

    non è nè terron nè polenton

    ma solamente

    un’egoista ignorantòn.

    Racconti

    Bartolomeo Noto tradito e ammazzato

    Bartolomeo Noto nasce a Vizzini il 12 marzo 1914, aveva due sorelle ed il padre don Simone, contadino che possedeva alcuni appezzamenti di terreni in varie contrade di Vizzini.

    Bartolomeo all’età di 20 anni, come tutti i giovani, cercava di trovarsi una ragazza. A quel tempo buone occasioni per avvicinare e conoscere le ragazze erano le feste da ballo, organizzate in case private, una delle migliori era di sicuro la casa della cosiddetta Turca, dove c’era un salone di sessanta metri quadrati. Le più belle feste da ballo si svolgevano in quella casa ed è in una di queste feste che Bartolomeo conosce una ragazza di nome Concetta Amico, di due anni più giovane. I due ballarono insieme per tutta la serata e sottovoce si scambiavano qualche dolce parola. Nei giorni a seguire Bartolomeo e Concetta si vedevano scambiandosi uno sguardo solo da lontano. Andarono avanti così per mesi. Un giorno, Bartolomeo che sentiva, sempre di più, crescere il desiderio di stare con Concetta, le scrive una lettera e le spiega di essersi innamorato di lei e non voleva più aspettare di vederla solo in qualche festa. Io, se tu mi ami come mi fai capire, vorrei venire a casa tua, con la mia famiglia e chiedere la tua mano perché ti voglio sposare. Con la stessa persona con cui ti mando questa lettera dammi la risposta. Bartolomeo, chiusa la lettera, prega una vicina di casa di Concetta affinché consegnasse la lettera e dopo Concetta avrebbe consegnato un biglietto con la risposta. La vicina di casa donna Giovanna con una scusa va in casa di Concetta, saluta sua madre, saluta i presenti e parlano un po’ del più e del meno. Poi la vicina se ne va e sull’uscio della porta si rivolge a Concetta e le dice "mi hai chiesto tempo addietro che volevi una piantina di rose, io te l’ho preparata ed è pronta, se passi da me te la do. Concetta capì che c’era sotto qualcosa e disse alla madre che andava un attimo dalla signora Giovanna. Così insieme vanno nella casa della signora Giovanna. La piantina di rose c’era veramente e Concetta la prende. A quel punto la signora Giovanna disse: Concetta, la piantina era una scusa per farti venire qui. Ti devo consegnare una lettera di Bartolomeo, leggila e poi mi scrivi la risposta. Concetta,

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