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La realtà soggettiva
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E-book200 pagine2 ore

La realtà soggettiva

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Info su questo ebook

Dopo anni di osservazione della realtà e di riflessioni sulla sua natura, Steve Pavlina giunge alla conclusione che la realtà in cui viviamo non è una realtà esterna a noi, uguale per tutti, completamente oggettiva. Al contrario, siamo noi, con le nostre convinzioni, i nostri pensieri e le nostre idee, a creare la realtà in cui ci crediamo immersi.
Non si tratta di una realtà che “ci circonda”, che si trova intorno a noi, bensì di qualcosa che è dentro di noi, che vive all’interno della nostra consapevolezza, dei nostri pensieri. Sono questi ultimi pensieri a dare forma al mondo in cui viviamo, a creare le situazioni che ci troviamo ad affrontare. Pensieri diversi danno forma a situazioni diverse. Ed ecco il concetto rivoluzionario che ne deriva: se cambiamo i nostri pensieri abbiamo il potere di cambiare le cose “intorno a noi”.

Acquisire la consapevolezza di come i nostri pensieri danno vita alla realtà in cui viviamo, comprendere l’effetto che hanno sulla nostra vita è il primo passo per capire come possiamo cambiare e in che modo possiamo affermare il nostro potere creativo per creare una realtà più corrispondente ai nostri desideri.

Nuova edizione ampliata 2020

Pagg 249 (in formato pad)
LinguaItaliano
Data di uscita4 giu 2015
ISBN9786050380958
La realtà soggettiva

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    Anteprima del libro

    La realtà soggettiva - Enrica Orecchia Traduce Steve Pavlina

    Copyright

    Tutti i diritti sono riservati a norma di legge. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con alcun mezzo senza l’autorizzazione scritta dell’Autore e dell’Editore. È espressamente vietato trasmettere ad altri il presente libro, né in formato cartaceo né elettronico, né per denaro né a titolo gratuito. 

    Il libro ha esclusivamente scopo formativo e non sostituisce alcun tipo di trattamento medico o psicologico. Se sospetti o sei a conoscenza di avere dei problemi o disturbi fisici o psicologici dovrai affidarti a un appropriato trattamento medico. 

    Prefazione

    Questo libro nasce dalla volontà dell’Autrice di rendere fruibile anche a chi non ha una conoscenza approfondita della lingua inglese il patrimonio di insegnamenti del blogger americano Steve Pavlina.

    Da circa un decennio Pavlina è autore del blog che porta il suo nome, sul quale ha pubblicato decine e decine di post.

    I post selezionati per comporre questo ebook (a ognuno dei quali è stato dedicato un capitolo) sono proposti nella loro traduzione in italiano e in un ordine preciso che dà all’opera intera un senso compiuto. I contenuti sono stati infatti assemblati creando la continuità che caratterizza un’opera organica.

    Le traduzioni, fedeli ai testi originali, permettono al pubblico di lingua italiana di comprendere e usufruire nella loro piena portata dei preziosi consigli di Steve Pavlina.

    Chi è Steve Pavlina

    Nato a Los Angeles nel 1971, Steve Pavlina è un ex sviluppatore di videogiochi che nell’ultimo decennio si è occupato di sviluppo personale, tanto da farne la sua unica, molto redditizia, attività.

    Oltre ad aggiornare regolarmente il blog, Pavlina si occupa di coaching, public speaking e tiene workshop a Las Vegas, dove vive, e un po’ dappertutto. E’ autore di Personal Development for Smart People e altri libri. 

    Introduzione

    Hai mai pensato che tutto ciò che ti circonda, il mondo che sta intorno a te, le persone che lo popolano, gli oggetti che incontri nella tua quotidianità potrebbero non esistere veramente ma essere presenti solo nella tua testa?

    Ti sei mai chiesto perché la realtà esterna è in un certo modo e che cosa potresti fare per cambiarla? 

    Hai mai riflettuto sul perché quando cambi interiormente, cioè cambiano i tuoi pensieri e i tuoi stati d’animo, anche le cose intorno a te sembrano modificarsi?

    Se così fosse, la realtà in cui sei immerso non sarebbe più costituita da elementi misurabili, osservabili e classificabili in modo obiettivo e scientifico. 

    Una realtà di questo genere non sarebbe oggettiva ma soggettiva: una realtà popolata da una sola consapevolezza, la tua, all’interno della quale si muovono tutte le cose e le persone, secondo modalità stabilite dalla tua interiorità. Una realtà creata da te. 

    Steve Pavlina ha dedicato anni a indagare questa ipotesi affascinante, osservando la realtà, riflettendo sulla sua natura e sperimentando di persona in varie situazioni della sua vita. Fin da subito si è reso conto che, se si parte dal presupposto che la realtà sia effettivamente soggettiva e si vive secondo questo assunto, i conti tornano. Le situazioni, cioè, si allineano ai pensieri come a rispecchiarli e a dimostrane la veridicità. Pavlina giunge alla conclusione che la realtà in cui viviamo non è una realtà esterna a noi, uguale per tutti, completamente oggettiva. Al contrario, siamo noi, con le nostre convinzioni, i nostri pensieri e le nostre idee, a creare la realtà in cui ci crediamo immersi. 

    Non si tratta di una realtà che ci circonda, che si trova intorno a noi, bensì di qualcosa che è dentro di noi, che vive all’interno della nostra consapevolezza, dei nostri pensieri. Sono questi ultimi pensieri a dare forma al mondo in cui viviamo, a creare le situazioni che ci troviamo ad affrontare. Pensieri diversi danno forma a situazioni diverse. Ed ecco il concetto rivoluzionario che ne deriva: se cambiamo i nostri pensieri abbiamo il potere di cambiare le cose intorno a noi

    Acquisire la consapevolezza di come i nostri pensieri danno vita alla realtà in cui viviamo, comprendere l’effetto che hanno sulla nostra vita è il primo passo per capire come possiamo cambiare e in che modo possiamo affermare il nostro potere creativo per creare una realtà più corrispondente ai nostri desideri. 

    La nuova edizione aprile 2020 comprende quattro capitoli aggiuntivi rispetto alla precedente edizione del 2015.

    1. Realtà oggettiva e realtà soggettiva

    Alcuni giorni fa ho visto il film Ma che ***bip*** sappiamo veramente

    Conoscevo già l’argomento ma l’ho visto con piacere e, più importante, sono convinto che sia utile per diffondere il concetto, propugnato dalla fisica quantistica, secondo cui il pensiero influenza la realtà

    Se accettiamo questo concetto come valido, dobbiamo cercare di capire con quale intensità e con quale portata ciò avvenga. Gli effetti del pensiero sulla realtà sono trascurabili, oppure siamo noi che non siamo in grado di valutarli correttamente?

    Nel film si citava il libro di Masaru Emoto, The Hidden Messages in Water (titolo in italiano L’insegnamento dell’acqua - Ndt), in cui l’autore descrive alcuni esperimenti condotti al fine di verificare se sia possibile modificare la struttura dell’acqua con il solo pensiero. Se questi esperimenti effettivamente riuscissero, le conseguenze per noi sarebbero assolutamente affascinanti. 

    Ho riflettuto molto sulla possibilità che il pensiero possa influenzare la realtà e fino a che punto ciò avvenga. Do per scontato il fatto che i miei pensieri influenzino le mie azioni e che queste, a loro volta, agiscano sulla realtà. Per esempio, se decido di scrivere questa frase, le mie dita battono i tasti corrispondenti e quello che ora stai leggendo è il risultato del mio pensiero iniziale. Ma fino a che punto il solo pensiero, cioè senza che da esso consegua un’azione, può avere degli effetti?

    Che cosa succederebbe se, invece di scrivere le parole che ora stai leggendo, mi limitassi a pensarle e mi concentrassi sull’intenzione affinché si realizzasse? Ovviamente non sarebbe la stessa cosa che scrivere veramente, ma avrebbe ugualmente un impatto, benché minimo? Continuo a chiedermelo.

    I numerosi esperimenti che ho condotto negli ultimi cinque anni mi hanno convinto del fatto che esiste sicuramente un collegamento di qualche tipo tra intenzione e realtà, un collegamento che va oltre l’azione diretta. Ma non sono ancora riuscito a capire quale. 

    La prima difficoltà è dovuta al fatto che,  in questo campo, non è possibile applicare il metodo scientifico. Questo metodo si compone di quattro fasi: osservazione, ipotesi, previsione, esperimento e si fonda sul presupposto che l’osservatore dell’esperimento e l’oggetto dell’esperimento siano due entità separate. Il metodo scientifico presuppone cioè l’esistenza di una realtà esterna separata dalla consapevolezza di chi osserva. Questo metodo può quindi funzionare solo nei limiti di una realtà del genere, esterna e separata da noi. Io sostengo però che la realtà in cui viviamo non è tale.

    Noi viviamo in una realtà in cui i pensieri di chi osserva possono influenzare l’oggetto dell’esperimento, con la conseguenza che il metodo scientifico non funziona. Prima di tutto,  il processo di osservazione è corrotto dal fatto che, se osservi la realtà utilizzando il metodo scientifico, non stai osservando passivamente qualcosa di separato da te stesso. Al contrario, mentre osservi la realtà la stai creando. Non esiste il modo di separarti completamente dalla realtà. 

    In secondo luogo, quando fai un’ipotesi basata sulle tue osservazioni, non stai valutando qualcosa obiettivamente, ma lo stai creando con i tuoi pensieri. Anche fare previsioni è un processo creativo. Perciò, nel momento in cui stai per cominciare l’esperimento, l’oggetto di questo esperimento è ormai talmente corrotto dai tuoi stessi pensieri che ciò che ti trovi a misurare è un oggetto ormai modificato dalla tua influenza creativa. 

    Ogni altro esperimento condotto da altri osservatori imparziali sarà influenzato dal potere creativo dei loro pensieri, a cominciare dalla loro reazione iniziale quando ti ascoltano raccontare dei risultati che hai ottenuto con il tuo esperimento.

    Se questa è la realtà in cui viviamo, il metodo scientifico non è  un puro processo di misurazione, è invece un processo in cui misurazione e creazione si intrecciano. Non esiste alcun atto di osservazione passiva da parte di esseri consapevoli, ogni nostro pensiero ha un impatto creativo. Non si può separare l’osservatore dall’esperimento. Pensa al principio di indeterminazione di Heisenberg (un principio della meccanica quantistica-NdT) e applicalo alla consapevolezza: tutto ciò che cerchiamo di misurare è modificato dall’atto della misurazione.

    Se sei pienamente convinto che la realtà sia oggettiva e separata dai tuoi pensieri, penserai che sto dicendo che il metodo scientifico è una frottola e potresti metterti a elencare tutti i risultati ottenuti con il suo utilizzo: abbiamo scoperto tutte le leggi della fisica e creato innumerevoli cose utili sfruttando questi principi. Come è possibile sostenere che questo metodo è privo di validità?

    Infatti non sto dicendo che il metodo scientifico non funziona. Sto dicendo che non serve per misurare la realtà oggettiva. È in realtà un processo di creazione. Perciò, quando mi dici che abbiamo scoperto le leggi della fisica, ti rispondo invece che le abbiamo create.

    Metti da parte per un momento il tuo scetticismo e considera la possibilità che tu stia vivendo, proprio in questo momento, all’interno di una bolla creata dai tuoi pensieri, dalle tue convinzioni e dalle tue aspettative sulla realtà. Ora, se questo dovesse essere vero, ne consegue che, se credi in un mondo oggettivo esterno separato da te, lo creerai ed esso sarà la tua realtà. Parimenti, se neghi l’esistenza di un collegamento diretto tra il pensiero e la realtà, non potrai sperimentare quel collegamento nella tua vita. Non riuscirai a vederlo. Per te, non esisterà. Il pensare che è impossibile produrrà una realtà nella quale questo collegamento è effettivamente impossibile. Interpreterai le mie parole in un modo che sarà coerente con la tua realtà e molto probabilmente concluderai che sbaglio.

    È esattamente ciò che sostenevo io, quando ancora vivevo in una simile bolla di pensiero, con chiunque suggerisse che non esisteva una realtà oggettiva.

    Tuttavia, dopo molti anni di vita all’interno di quella bolla, sto diventando curioso. Davvero vivevo in una bolla di pensiero che avevo creato io stesso? Mi sarebbe stato possibile uscirne semplicemente cambiando le mie convinzioni e le mie aspettative sulla realtà?

    Ho quindi deciso di fare una prova per sapere se, cambiando le mie convinzioni, la mia esperienza di vita sarebbe cambiata di conseguenza in modo così potente da convincermi che ero davvero io a influenzare la realtà. Se, al contrario, mi fossi sbagliato, la realtà stessa avrebbe bocciato la mia teoria. Cominciare con cambiamenti che non mi avrebbero esposto a pericoli nel caso mi fossi sbagliato mi sembrava un rischio che si potesse correre. E se invece avessi avuto ragione? 

    Ho deciso di scoprirlo.

    Il solo atto di prendere questa decisione ha avuto conseguenze. La prima difficoltà che ho dovuto  affrontare era che non sapevo come modificare le mie convinzioni. Non sapevo come fare a impormi di  credere in qualcosa che pensavo non fosse vero. Mi sono accorto che mi stavo accostando all’esperimento con scetticismo, dubitavo che potesse veramente funzionare. Questo lo avrebbe condizionato, perché quei dubbi avrebbero trasformato le mie convinzioni in realtà. Mi occorreva trovare il modo di credere veramente in qualcosa di nuovo, quasi come se fossi sotto ipnosi. Fu in quel periodo che scoprii la programmazione neurolinguistica e appresi come fare. Nel momento in cui mi trovavo ad aver bisogno  di un metodo per modificare le mie convinzioni, ecco che questo metodo improvvisamente appariva. 

    Grazie alla programmazione neurolinguistica imparai a interrompere i miei vecchi schemi di pensiero e a installarne di nuovi. Queste tecniche sono spesso utilizzate per superare paure e fobie.  Quindi, per prima cosa, imparai che era possibile riprogrammare intenzionalmente le mie convinzioni e imparai come farlo. Un buon libro su questo argomento è Usare il cervello per cambiare di Richard Bandler. 

    Il passo seguente fu decidere quali nuove convinzioni installare e quali vecchie cancellare. Volevo cominciare con calma, ma volevo anche cambiare le grandi convinzioni generali che influenzavano la mia esperienza della realtà. Preciso che questi esperimenti sono proseguiti per anni, molto più a lungo di quanto potrei raccontare qui. Se sei ultraconvinto che la realtà è qualcosa di esterno a noi ed è completamente oggettiva, probabilmente non mi crederai nemmeno. Mi sono chiesto che cosa potrei raccontarti per  incuriosirti e spingerti a fare tu stesso questo esperimento per espandere la tua realtà attuale, piuttosto che dirti qualcosa che ti spaventi fino a farti desistere dal provare, o farti concludere che sono pazzo. 

    Il difficile è spiegare tutto ciò da dentro i confini di una bolla di pensiero che dice che è impossibile. Perciò andrò per gradi.

    Uno dei primi esperimenti che ho fatto è stato quello di riprogrammare le mie convinzioni religiose. Sono stato educato nella religione cattolica, poi sono diventato ateo e lo sono rimasto per parecchi anni. In ogni caso, quando ho cominciato questi esperimenti, mi trovavo a metà tra l’essere ateo e l’essere agnostico.  Era più o meno il 1993. Non credevo più nel Dio cristiano ma ero aperto all’idea che ci fosse qualche genere di potere superiore all’opera, anche se non avevo la più pallida idea di che natura fosse. Mi avvicinai quindi ad alcuni sistemi di convinzioni new age e adottai alcune delle loro credenze, molte delle quali erano in conflitto con le mie credenze precedenti. Mi riferisco per esempio all’idea che tutti gli esseri consapevoli sono interconnessi e che esistono altri regni astrali popolati da esseri consapevoli. Non appena installai queste nuove convinzioni fu come aprire una diga. La prima cosa che successe fu che attrassi nella mia vita altre persone con idee coerenti con le mie, che diversamente sarebbe stato improbabile incontrare, tra cui la mia futura moglie. Quando ero cattolico era come se queste persone non esistessero, pareva  non  incrociassero mai la mia strada. Diventarono le persone con cui passavo più volentieri il mio tempo. Già così era una cosa strana.

    Imparai in seguito che esistevano i sogni lucidi

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