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Stiamo bene dove siamo
Stiamo bene dove siamo
Stiamo bene dove siamo
E-book138 pagine1 ora

Stiamo bene dove siamo

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Info su questo ebook

"Stiamo bene dove siamo" è una raccolta di articoli, poesie, racconti brevi di Gianni Zanata (www.giannizanata.it), scritti nel corso del 2012. I brani, già parte del suo blog, sono presentati in forma di eBook per renderne la lettura più piacevole e comoda, nonché per contribuire all'enorme sforzo creativo che l'autore riversa nel suo blog, sempre ricco di nuovi materiali. - See more at: http://www.heisenb3rgstudio.com/2013/06/gianni-zanata-stiamo-bene-dove-siamo.html#sthash.qdzYoGTz.dpuf
LinguaItaliano
Data di uscita3 ott 2013
ISBN9788868554989
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    Anteprima del libro

    Stiamo bene dove siamo - Gianni Zanata

    Gianni Zanata

    Stiamo bene dove siamo

    Scritti sparsi 2012

    Una produzione 

    Heisenb3rg Studio

    Prima di cominciare

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    Grazie,

    Heisenb3rg Studio

    2013. Quest'opera è stata rilasciata sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA. Si consente la riproduzione parziale o totale dell'opera e la sua diffusione per via telematica, purché non a scopi commerciali e a condizione che questa dicitura sia riprodotta.

    Stiamo bene dove siamo

    Mi sono chiesto se fosse necessario scrivere una prefazione, una postfazione, una nota introduttiva, descrittiva o esplicativa a questa raccolta di scritti sparsi. Me lo sono chiesto perché una raccolta di scritti sparsi non l’avevo mai pubblicata, è una cosa nuova, per me. Così ho pensato che avrei potuto far scrivere la prefazione a un prefatore, uno che lo fa di mestiere, voglio dire. Ma poi m’è venuto in mente che i prefatori in genere sono poeti o narratori falliti.

    E insomma.

    Magari uno s’offende.

    Non che non ce ne siano in circolazione, di narratori e poeti falliti, gente perbene sia chiaro, niente da ridire. Però, non lo so, i prefatori usano per lo più questo linguaggio un po’ fuori registro, un po’ demodé, dicono, non dicono, e non si sa mai bene da che parte stiano, se pensino le cose che scrivono o se le scrivano tanto per scrivere qualcosa, per sentirsi in sintonia col lettore o lo scrittore o l’editore. Che poi, mentre pensavo al nome di due, tre prefatori di professione a cui mi sarei potuto rivolgere per scrivere la prefazione, mi sono chiesto a che cosa realmente servano le prefazioni, ché le prefazioni si scrivono sperando che il lettore le legga, altrimenti non avrebbero senso. Però, a quel punto, secondo me, lo dico più da lettore che da autore, io troverei più interessante leggere un’altra cosa, una postfazione, tanto per dire. Che è tutto un altro tipo di approccio al tema, quello dei postfatori, una categoria che tra l’altro il dizionario integrato del computer ignora, nemmeno sa cosa sia, ché me la sottolinea in rosso questa parola, postfatore, proprio dice che non esiste, se ne frega persino di ciò che scrive il vocabolario on line della Treccani: Postfatóre s. m. (f. -trice) [tratto da postfazione, sull’esempio di prefatore] – Autore di una postfazione. Se esiste per la Treccani, non vedo perché non debba esistere anche per il dizionario integrato del mio computer, questa parola. Son cose che non capisco.

    E insomma.

    Alla fine ci ho rinunciato, alla prefazione. E anche alla postfazione (parola che, curiosamente, il dizionario integrato del mio computer non sottolinea in rosso, vattelappesca). Il testo qui presente, infatti, è soltanto un articolo, non troppo dissimile da quelli che mi capita di scrivere sul sito giannizanata.it. Adesso, grazie alle amorevoli cure dell’Heinsenb3rg Studio, alcuni di questi articoli sono raccolti qui. Si tratta di scritti sparsi, l’ho già detto, mi piace ripetere le cose, e comunque sia la definizione di scritti sparsi, ci sta proprio bene, mi piace assai. Scritti sparsi del duemiladodici, sembra passato un secolo.

    Ora, se fossi un prefatore, un postfatore, un introduttore, vi saprei spiegare con dovizia di dettagli anche il significato del titolo di questa raccolta: Stiamo Bene Dove Siamo.

    Invece, niente.

    Come scrive Ursula Kroeber Le Guin, è bene avere un fine verso il quale dirigersi; ma dopotutto quello che conta è il cammino.

    Note biografiche

    Gianni Zanata è nato a Cagliari. Fa il giornalista, scrive storie, romanzi, racconti. Gli piace leggere ad alta voce e farsi accompagnare da attori e musicisti durante le letture. Per Rebus Edizioni ha pubblicato Prestami una vita (romanzo, 2008). Per Quarup Editore ha pubblicato Non sto tanto male (romanzo, 2011) e Dettagli di un sorriso (romanzo, 2012). Se qualcuno lo definisce eclettico, lui subito si preoccupa.

    Proprio il tre gennaio

    La barca è ferma, la riva corre.

    Nessun inganno.

    C’è da limare qualche aggettivo

    Così dice il direttore di Sbatti il mostro in prima pagina al giornalista che in un articolo ha utilizzato il termine licenziato.

    Rimasto senza lavoro?, suggerisce il giornalista.

    Rimasto senza lavoro, annuisce il direttore soddisfatto, Bravo.

    Un prologo

    Tribunale.

    Interno/mattina.

    Brusio. Voci di sottofondo. Primo piano del Cancelliere.

    – Signori, la Corte!

    Silenzio nell’aula. Il pubblico in piedi.

    La porta si apre accompagnata da un lungo cigolio.

    È mezzogiorno, ma fa freddo.

    Eccola, la Corte.

    Tre giudici in toga nera. Entrano con passo misurato. Si siedono lentamente dietro un banco di legno scuro, alto e solenne come un monumento.

    Al centro prende posto il Giudice Supremo.

    È anziano, il viso rugoso e gli occhi cerulei e severi.

    Sotto il cappello spuntano ciuffi bianchi e ribelli. Gli tremola una mano.

    Alla sua destra siede il Giudice Sinistro, uomo calvo, di mezz’età, dal naso adunco e le orecchie grandi come padelle.

    Alla sinistra del Giudice Supremo siede infine il Giudice Destro, il più giovane dei tre, paffutello, le labbra carnose e una fossetta sul mento che sembra un culo in miniatura.

    Anche gli avvocati e la pubblica accusa prendono posto.

    – Imputato! – urla il cancelliere. – Si alzi!

    L’imputato si alza a fatica, i muscoli delle gambe sono rattrappiti. Si sorregge sui gomiti e si rivolge al Giudice Supremo.

    – Vostro Onore – dice.

    Lui lo guarda impassibile.

    – Imputato! – urla nuovamente il cancelliere. – Si dichiara colpevole?

    L’imputato prende fiato. Lotta con un fastidioso senso di stordimento.

    – Sì, – dice, – ma si è trattato di legittima difesa.

    Il tono della sua voce è malinconicamente ironico.

    Primo piano dell’imputato.

    Dissolvenza in nero.

    Musica.

    Titoli di testa.

    Un capitolo

    Lurido Tempo, oggi.

    Mi sono alzato alle cinque del mattino.

    Mi sono lavato, vestito, profumato.

    Alle sei ero già fuori da casa.

    E m’è venuto in mente un pensiero.

    Che rottura di coglioni, ho pensato.

    È buio quando monto in macchina, alle sei.

    E dentro l’auto mi vengono in mente solo pensieri neutri.

    Forse è per via del freddo. Fa freddo alle sei.

    Certe volte fa molto freddo.

    Per non annoiarmi, mentre sto in auto e guido, accendo la radio e ascolto il primo notiziario.

    Nel frattempo gorgheggio.

    Ascolto la radio e gorgheggio.

    Ba-ba-ba-ba-ba-ba. A voce bassa.

    Ba-ba-ba-ba-ba-ba. A voce più alta.

    Ba-be-bi-bo-bu-ma-me-mi-mo-mu. A voce alta.

    Ma-me-mi-mo-mu-mu-mo-mi-me-ma.

    Ma-me-mi-mo-mu-mu-mo-mi-me-ma.

    Ma-me-mi-mo-mu-mu-mo-mi-me-ma.

    Vado avanti così per un po’.

    I semafori rossi mi rendono nervoso.

    M’innervosisco se un’automobile mi si affianca.

    Stringo il cambio e guardo di lato con la coda dell’occhio.

    Al volante c’è un ragazzo.

    Dove cazzo vai, a quest’ora, eh?

    Lui manco mi guarda.

    Stai tornando a casa? A quest’ora?

    Do un po’ di gas. Schiaccio la frizione.

    Lui niente.

    Ma va’, va’.

    Va’ che è

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