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quello che non ti ho mai detto
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E-book91 pagine52 minuti

quello che non ti ho mai detto

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Info su questo ebook

La vita può cambiare quando meno te lo aspetti. All’improvviso ti senti solo e tutto il mondo sembra non bastarti più. Le semplici azioni, i piccoli gesti lasciano il peso che trovano, nulla ha più senso.
E’ il caso di Francesco Medici, un giovane ragazzo che di punto in bianco subisce una scossa inaspettata che gli cambierà la vita.
Suo padre, l’uomo con il quale non ha mai avuto un rapporto idilliaco si ammala gravemente di ischemia cerebrale.
Alla notizia Francesco reagisce nel modo più sbagliato. Si chiude in sé stesso e scopre un mondo fatto di inaspettati dolori.
La sorella riuscirà a farlo evadere dal tunnel della depressione e lui inizierà a trovare il coraggio di far visita al padre, rinchiuso nelle quattro mura del reparto di rianimazione dell’ospedale.
La speranza la troverà in un piccolo diario che leggerà al padre nei pochi minuti limitati dall’orario delle visite. La forza Francesco la scoprirà in coltellino arancione, strumento inseparabile del padre che rivelerà una grande sorpresa.
LinguaItaliano
Data di uscita14 mar 2015
ISBN9788891055194
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    Anteprima del libro

    quello che non ti ho mai detto - Michele Ungolo

    Quello che non

    ti ho mai detto

    di

    Michele Ungolo

    copertina realizzata

    a cura di

    Isabel Tornaquindici

    Ai miei genitori e a mia sorella,

    che hanno sempre appoggiato

    e sostenuto le mie scelte,

    a Marcella,

              per avermi

        dato la forza di continuare

    scacciando via l’ansia del          

    fallimento

    e con grande amore a Filomena,

    immensa fonte d’ispirazione.

    INTRODUZIONE

    Francesco era un ragazzo di sedici anni, viveva

    in un piccolo paese di montagna quasi del tutto

    sconosciuto, assai lontano dalle città più

    sviluppate, si trattava di una piccola realtà

    ormai dimenticata dai suoi stessi abitanti.

    I cittadini sin dalla loro nascita nutrivano il

    desiderio di scappare via da quella terra,

    recandosi magari in un luogo dove con ogni

    probabilità avrebbero trovato maggior fortuna.

    Terminati  gli studi, gran parte dei ragazzi

    lasciava il proprio passato alle spalle ed

    emigrava nelle città, chi per continuare gli studi

    e quindi iscriversi all’università, chi invece per

    7

    realizzare un sogno che il paese non poteva

    promettergli.

    Francesco non sapeva ancora cosa fare del

    proprio destino, magari avrebbe abbandonato

    anche lui le proprie radici per continuare gli

    studi altrove, pur sapendo che qualora lo avesse

    fatto, sarebbe andato alla ricerca di una città

    vicina  al  suo  paese  natale  in  modo  da  poterci

    tornare facilmente ogni qual volta lo desiderasse,

    oppure avrebbe potuto assecondare le richieste

    del padre, ossia, quelle di seguire le sue orme,

    apprendendo da lui tutto ciò che c’era da sapere

    per poter imparare i trucchi e l’arte del suo

    mestiere, quello del meccanico.

    La sua casa era composta da tre piani, nel pian

    terreno vi era l’officina del padre, un noto

    artigiano, che sia per l’amore adottato nel

    proprio lavoro, sia per le sue innate capacità nel

    mestiere aveva ereditato l’appellativo di Maestro

    come i primi uomini del paese che appresero

    l’arte della meccanica.

    8

    Il Maestro aveva 54 anni, era molto conosciuto

    anche nei paesi limitrofi, aveva molti amici e la

    sua officina era sempre piena di gente nuova.

    Spesso, per alleviare la lunga attesa dei suoi

    clienti, i quali attendevano che le dovute

    riparazioni

    delle

    proprie

    automobili

    terminassero, amava intrattenerli raccontando

    loro delle storie. Storie di una vita vissuta con

    fierezza e che con orgoglio si portava dietro le

    spalle, storie di viaggi in terre straniere, di amori

    e di avventure, storie che aveva toccato con

    mano e che mai avrebbe dimenticato.

    L’uomo conosceva il linguaggio che parlavano i

    vecchi saggi o meglio degli antichi come lui

    preferiva definirli.

    Qualunque situazione si presentasse dinnanzi a

    sé, sapeva cosa fare e quali parole utilizzare.

    Tuttavia, come ogni cosa bella che si rispetti,

    arriva il momento in cui la felicità svanisce,

    lasciando il posto a dolore e rassegnazione.

    9

    1.

    Francesco si trovava a scuola, l’unica nel suo paese.

    Era un istituto abbastanza datato, basti pensare che lo

    stesso venne frequentato anni addietro da sua madre

    e suo padre e da allora era cambiato davvero poco in

    quella struttura, infatti, erano ancora presenti le

    grandi porte in legno massiccio tinte di rosso. La

    pavimentazione dell’intera struttura era ancora quella

    di venti anni prima, di tanto in tanto le mattonelle più

    rovinate venivano sostituite con altre nuove ma con

    tonalità diverse di colori.

    Nell’attesa che arrivasse il docente, il giovane ragazzo

    come ogni mattina da circa dodici anni amava

    scambiare alcune battute con il suo vicino di banco

    nonché amico fraterno. I due amavano confidarsi e le

    loro discussioni spaziavano su vari argomenti, ma

    finivano come sempre nel parlare di sport.

    11

    La conversazione venne interrotta dall’ingresso in aula

    del preside, del tutto inatteso.

    L’uomo si girava intorno come spaesato e finalmente

    dopo alcuni attimi di incertezza, osservando ad uno ad

    uno tutti gli studenti, gridò "Medici, chi di voi è

    Francesco Medici?"

    Francesco alquanto incredulo di aver udito il proprio

    nome si alzò dalla sedia e tremante di paura sussurrò

    con voce bassa

    Si.. Signor Preside, sono io Medici.

    l’uomo, che era rivolto a lui di spalle, si girò e dopo

    averlo scrutato attentamente, si avvicinò dicendo:

    "Bene figliolo, non aver paura, devi seguirmi

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