Il Bosco incantato
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Anteprima del libro
Il Bosco incantato - Maria Santa Di Mauro
633/1941.
Era un sogno che accarezzava da molto tempo, uno di quei sogni delicati quasi impossibile che lei coltivava come una pianticella di pisello: perché proprio pisello? Forse perché assomiglia molto al pisello odoroso con i suoi fiori dai colori così delicati! Fatto sta che Dina, quando poteva, amava chiudersi nel suo mondo e pensare a qualcosa o a qualcuno che non era naturalmente cosa suo:ci fu un periodo di tempo che amava pensare di avere un posto dove vivere da sola in rassegnata solitudine. Questo posto aveva delle caratteristiche particolari: piccola abitazione circondata da molto verde, non in centro ma non troppo distante da esso.
Di solito il luogo non era inventato ma esisteva realmente, anzi di questi luoghi ne esistevano diversi...e ogni volta che lei passava lì davanti si sentiva proprio di viverci ed era felice, anche perché era proprio là che questo qualcuno la andava a trovare, anzi a cercare, con insistenza.
Questa fantasia era pulita, tutto si riduceva, in fondo, a poco...
E poi le piaceva pensare all’interno della casa a come poteva essere suddivisa e arredata. Tutto molto rilassante, Dina ci fantasticava mentre guidava, oppure quando non riusciva ad addormentarsi.
Non erano posti in cui sognava di viverci con questo qualcuno, no per carità, non ne aveva proprio voglia, lei in fondo cercava solo un pò di pace, e per averla non poteva certo avere in giro gente, ma nessuno proprio.
Quando Dina sognava che Mauro la veniva a trovare, lei era sempre immersa in una pace serafica di silenzio e di solitudine, per troppo tempo la sua vita era stata immersa nella baraonda più infernale!Lui la pregava di farlo entrare, e lei proprio come un sovrano che concede amorevolmente qualcosa ad un suddito glielo permetteva. Allora, proprio come per magia, gli si aprivano i cancelli e lui faceva ingresso in quella casa, immersa sempre in un rigoglioso giardino, magari zuppo d’acqua per l’attesa e il lungo motivare al citofono. Le case su cui amava fantasticare erano reali e così anche Mauro. Lui faceva l’avvocato e lei lo aveva conosciuto a causa di una questione legale che aveva avuto con un suo precedente datore di lavoro, poi c’era stato il momento del divorzio, che, anche se consensuale aveva preferito essere assistita da un suo avvocato personale e non da uno in comune