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Una settimana di passione
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Una settimana di passione
E-book65 pagine48 minuti

Una settimana di passione

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Info su questo ebook

Un evento particolare può cambiare in poco tempo la nostra vita. Questo accade ai personaggi di “Una settimana di passione”.
La storia è ambientata in una Milano degli anni settanta, in cui la rivoluzione culturale del sessantotto ha prodotto un profondo cambiamento nei rapporti sociali e interpersonali, in quelli tra padri e figli.
Il libro racconta il viaggio interiore di uomini e donne alla scoperta di sé e dei loro sentimenti più profondi.
In esso, non c’è un solo protagonista, come avviene in genere in un testo narrativo classico, perché tutti i personaggi di questo libro, per la parte che li riguarda, sono protagonisti.
Il libro narra, perciò, più storie, storie di uomini e donne le cui esistenze sono strettamente intrecciate fra loro ed accomunate dalla stessa fatica del vivere.
Tutti i personaggi sono caratterizzati esclusivamente dal punto di vista psicologico e sono definiti in modo dinamico.
Nel corso della settimana cambiano drasticamente i loro atteggiamenti, le loro idee, i loro ideali, le loro attese, la loro vita. Manca del tutto la loro descrizione fisica.
Eppure l’intenso travaglio delle loro anime, scandagliato con grande sensibilità dall’autrice, coinvolge fortemente il lettore e gli consente di dare loro un volto, di immaginarli anche nella loro fisicità.
Il tempo della storia è breve, una settimana, ma si dilata nel recupero dei percorsi di vita dei singoli personaggi.
Lo spazio è definito concretamente solo nel microcosmo del paesello in cui Giulia ha vissuto la sua fanciullezza e la sua giovinezza.
Milano resta una pura astrazione urbana.
Lo spazio vero, reale è quello dell’anima.
.
LinguaItaliano
Data di uscita24 feb 2020
ISBN9788874174874
Una settimana di passione

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    Anteprima del libro

    Una settimana di passione - Anna Paola Rainaldi

    DOMENICA

    Informazioni

    Copyright 2015 REA Edizioni

    Via S. Agostino 15

    67100 L'Aquila

    www.reamultimedia.it

    redazione@reamultimedia.it

    www.facebook.com/reamultimedia

    LUNEDÌ

    L’istante magico è quel momento in cui

    un si un no può cambiare

    tutta la nostra esistenza.

    Paulo Coelho

    Erano passate le otto del mattino quando squillò il telefono. All'orecchio di Giulia arrivò una voce lontana, confusa, ma lei non ebbe dubbi, era Elisa e, come al solito, doveva star male.

    Quando era in crisi la sua voce assomigliava ad un soffio, un sussurro incomprensibile.

    Giulia sospirando si dispose ad ascoltare con pazienza la litania dolorosa dell'amica. Era stanca, tanto stanca, non sopportava più l'indifferenza, l'insensibilità, la freddezza di Franco, doveva trovare una via d'uscita per non impazzire.

    Anche questa volta per contrasto il pensiero di Giulia corse a Sara, sua figlia. Tanto lei era determinata, decisa a voltare pagina nei momenti difficili della sua vita, quanto Elisa era irresoluta, disorientata, quasi paralizzata di fronte a qualsiasi problema

    Ma fu un attimo, solo un attimo di distrazione.

    L'affetto per Elisa, sua amica d'infanzia, prevalse sul sentimento, inconfessabile persino a se stessa, di fastidio per quel copione che ben conosceva.

    Elisa le accennò in maniera vaga che i suoi problemi si erano aggravati e che sentiva il bisogno di incontrarla per parlargliene.

    Giulia stava preparando il bagaglio per la sua partenza nel pomeriggio e doveva organizzare l'andamento domestico per il breve periodo di assenza da casa.

    Non era certo il momento giusto, disse ad Elisa, per incontrarsi e parlare distesamente.

    Le propose, perciò, di raggiungerla a P. dove lei sarebbe restata qualche giorno.

    Elisa non si fece ripregare, anzi accettò subito la proposta forse quasi sollevata dal pensiero di prendere le distanze da Franco e dalla solita vita.

    Giulia contenta di quella soluzione andò in cucina per prepararsi un caffè. Ma sì, pensò, mentre lo sorseggiava, insieme avrebbero messo a fuoco il problema e forse... la sua possibile soluzione.

    Il rumore della porta di casa che si apriva la distolse dalle sue riflessioni.

    Giulia riconobbe il passo inconfondibile di Sara, le andò incontro dopo averla chiamata a voce.

    Non poté fare a meno, prima ancora che posasse il suo borsone in camera, di chiederle come mai era tornata in anticipo dalla vacanza con Leo, come era andato il loro weekend, come era stato il tempo, se avevano visto Simona, quando avrebbe ripreso i suoi studi.

    Sara infastidita da quello che riteneva il solito fastidioso terzo grado della madre imbastì una risposta frettolosa, sbrigativa. Non voleva alimentare la curiosità di Giulia la quale non se ne risentì, abituata come era alle cronache all'osso di sua figlia e le annunciò di aver deciso di partire per P. prima del previsto.

    -Finalmente ti sei decisa a togliere la spina!- osservò Sara.

    -Non vedi l'ora di liberarti della mia presenza! - ribatté pronta Giulia.

    Sara, non volendo sviluppare la polemica implicita nelle parole della madre, fu cauta, non si trattava di libertà, sapeva ben difendere la sua libertà. Lei piuttosto doveva imparare a coltivare la sua, smettendo una buona volta i panni della madre e della moglie e dell’amica a tutto servizio. Aveva tutte la carte in regola per giocare una partita più interessante!

    Giulia accusò il colpo, s'impelagò in una serie di considerazioni sui ruoli, sui salti generazionali, per poi concludere, come in una resa, che la verità era che invecchiando piuttosto si peggiora.

    Ma Sara non si arrese, non ricorresse all'alibi della vecchiaia, il suo comportamento era l'opposto di quello tipico dei vecchi, solitamente egoisti e chiusi in se stessi.

    Poi si diresse nella sua stanza, lasciò il suo borsone sul letto ed uscì di casa non senza un cenno d'intesa verso sua madre.

    Giulia, nonostante le tante faccende messe in programma, si fermò a riflettere sulle parole di Sara.

    In fondo sua figlia le rimproverava una verità, il fatto che mettesse sempre in secondo piano i suoi bisogni, le sue esigenze. Sara voleva farle intendere che il suo equilibrio, la sua generosità verso gli altri erano espressione di un comportamento coatto, impostole dalla sua formazione ed educazione e non di una scelta di volta

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