Dalle ceneri della fenice

Di Marco Conti

Fu quando imparai a specchiarmi nel cielo che appesi sopra il letto della mia stanza il poster di Ronaldo, che sistemai con cura i libri di scuola nella libreria, che piegai la mia roba nei miei cassetti, che iniziai a sentirmi a casa mia.
Capii che nessuno di noi era diverso, nessuno era peggiore.
Capii che eravamo accomunati dal semplice ma inesorabile fatto di non poter scegliere la propria origine.
Specchiandomi nel cielo capii che potevamo però scegliere il nostro futuro...

Marco Conti è nato a Cagliari nel 1985. Dal 2008, anno della laurea in Scienze dei Servizi Sociali e dell'esame di stato, è un Assistente sociale. Esercita la professione presso la casa famiglia per minori e adolescenti di Esterzili e i centri di medicina riabilitativa CMF e Santa Lucia. “Dalle ceneri della fenice” è la sua opera d’esordio letterario. La prima edizione è stata pubblicata nell'ottobre del 2011. Parallelamente ha continuato a coltivare la sua passione per il calcio.

 

• Lingua: Italiano
• Editore: Amico Libro
• Data di uscita: 1 gen 2020
• ISBN: 9788898738045

Anteprima del libro

MARCO CONTI

DALLE CENERI

DELLA FENICE

Marco Conti

Dalle ceneri della fenice

Proprietà letteraria riservata

l'opera è frutto dell’ingegno dell'autore

© 2013 AmicoLibro

via Oberdan 2

75024 Montescaglioso (MT)

www.amicolibro.eu

[e-mail]

prima edizione digitale: dicembre 2013

 a nonna Ruffilla

Bisogna avere in sé il caos

per poter partorire una stella che danzi…

(F. Nietzsche – Così parlò Zarathustra)

«che la fenice more e poi rinasce,

quando al cinquecentesimo appressa

erba né biada in sua vita non pasce,

ma sol d’incenso lacrima e d’amomo,

e nardo e mirra son l’ultime fasce».

                (Inferno XXIV, 107-111)

Prefazione

Nell’immaginario di tutti l’età della scuola rappresenta il luogo della memoria, della spensieratezza, il paradigma di quell’epoca della vita in cui tutto è possibile.

Mi capita ancor oggi di andare a scuola… per lavoro, ovviamente, ma tuttora riesco a sentire il bambino che si nasconde dentro di me! Quelle macchine in doppia fila, i genitori che aspettano, il suono della campana, il senso di una disarmante normalità si confondono con tante storie che, a volte, celano lo spettro di una mostruosa diversità: una famiglia disgregata, un abbandono, una violenza nascosta…

A volte ci si sveglia già grandi e i mostri dell’infanzia scompaiono con le luci del giorno, altre volte il buio della notte o un momento sbagliato segnano la vita per sempre, togliendo la speranza e ogni possibilità di riscatto. Ci si sente fuori tempo in un’età difficile e, a momenti, maledetta; un’età in cui non sai dare un senso a ciò che ti accade, alla sofferenza, ai giorni in cui sprofondi dentro la voragine di un futuro privo di luce e nel quale bisogna nascondersi per sopravvivere.

Ma per fortuna la vita può cambiare in un istante, a volte basta un incontro, una scelta, uno spiraglio, per scorgere che le cose possono andare anche in modo diverso; in fondo al cuore o in un angolo di cielo si trovano le forze per provare a ricominciare.

Certo, è impossibile farcela da soli, senza l’aiuto di qualcuno o qualcosa che possa dare una nuova luce a ciò che è stato, ma il luccichio delle stelle ci insegna che nessuno è abbastanza forte per farcela da solo e così debole da non poter aiutare!

Questo libro bellissimo colpisce al cuore e all’anima, ci guida in un percorso di rinascita, nella ricerca di una sceneggiatura diversa per la vita! Se non si può cambiare ciò che è stato per le nostre origini e ciò che si è diventati per quello che non si è potuto scegliere, di sicuro, l’accettazione piena di ciò che siamo può far sperare che ancora si può costruire, costruire se stessi divenendo i primi protagonisti-registi delle proprie scelte e costruire un futuro diverso nella straordinarietà di una vita che, come dice l’autore di questo libro, riesce a specchiarsi nel cielo!

Christian Medda

Neuropsichiatra dell’Infanzia e dell’Adolescenza

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Quando lanciai un’occhiata interrogativa al mio orologio da polso, mi resi conto di non aver impiegato neanche la metà del tempo per realizzare la brutta copia del mio ultimo compito di Italiano. Mi rilassai,