Dyane 6 in viaggio
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Marco Crestani
Marco Crestani, veneziano trapiantato sull’Altopiano di Asiago, è convinto che scrivere sia un po’ come parlare (senza essere interrotti) e ha perciò, da qualche anno, messo in pratica il motto di Plinio il Vecchio “Nulla dies sine linea”. Forse per questo si libra sopra l’abisso (trattenuto solo dalla grammatica) e fa il copywriter non rassegnandosi alla solitudine.Animatore culturale, da parecchi anni è affascinato dalla scrittura e dallo sviluppo storico dei fenomeni espressivi. E’ il fondatore del Centro Culturale Sant’Antonio delle Fontanelle, associazione no-profit che ha dato vita al progetto Priamo.Appassionato studioso di storia e antropologia culturale, per la Meligrana ha pubblicato: “Dall’Altopiano al Mayumbe” (2010 - ebook); “Dyane 6 in viaggio” (2011/2013 - ebook); “L’attualità di Sofia” (2011 - ebook); “Cercando dove l’acqua è più profonda” (2012 - ebook); “Canale di Brenta” (2013 – ebook).
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Dyane 6 in viaggio - Marco Crestani
Dyane 6 in viaggio
Marco Crestani
Published by Giuseppe Meligrana Editore
Copyright Meligrana Editore, 2013
Copyright Marco Crestani, 2013
Tutti i diritti riservati
ISBN: 9788897268185
I edizione 2011
II edizione 2013
Meligrana Editore
Via della Vittoria, 14 – 89861, Tropea (VV)
Tel. (+ 39) 0963 600007 – (+ 39) 338 6157041
www.meligranaeditore.com
info@meligranaeditore.com
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INDICE
Frontespizio
Colophon
Licenza d’uso
Marco Crestani
Copertina
Dyane 6 in viaggio
Una scintilla di pallido sole
Piccolo grande Zero
Mamba e boschi
Monte Fior
Mi sento svanire
Foglie di tabacco
Strade di palude
Un’aggiustatina veloce ai capelli
Come ogni granello di sabbia
In aereo direzione nord-est
Cimitero di rottami
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Marco Crestani
Marco Crestani, veneziano trapiantato sull’Altopiano di Asiago, è convinto che scrivere sia un po’ come parlare (senza essere interrotti) e ha perciò, da qualche anno, messo in pratica il motto di Plinio il Vecchio Nulla dies sine linea
. Forse per questo si libra sopra l’abisso (trattenuto solo dalla grammatica) e fa il copywriter non rassegnandosi alla solitudine.
Animatore culturale, da parecchi anni è affascinato dalla scrittura e dallo sviluppo storico dei fenomeni espressivi. E’ il fondatore del Centro Culturale Sant’Antonio delle Fontanelle, associazione no-profit che ha dato vita al progetto Priamo.
Appassionato studioso di storia e antropologia culturale, per la Meligrana ha pubblicato: Dall’Altopiano al Mayumbe
(2010 - ebook); Dyane 6 in viaggio
(2011/2013 - ebook); L’attualità di Sofia
(2011 - ebook); Cercando dove l’acqua è più profonda
(2012 - ebook); Canale di Brenta
(2013 – ebook).
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marco@libereditor.it o libereditor@gmail.com
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Una scintilla di pallido sole
Mi svegliai nell’oscurità dell’alba con la convinzione d'aver compiuto qualcosa, o almeno di averla iniziata. Allora, immediatamente, e per la prima volta dopo non so quanto tempo, ripensai al lido, per motivi che non so spiegarmi, e fu come se all’improvviso - dal buio - avessi messo piede su una scintilla di pallido sole impregnato di salsedine. Durò solo un minuto, meno di un minuto, ma mi fece capire cosa dovevo fare e dove dovevo andare.
Non riuscivo a togliermi dalla testa il posto in cui avevo baciato Sonia per la prima volta. I tuoni e i fulmini di quel giorno, le raffiche di pioggia, il capanno rosso, i lunghi sguardi e il faro grigio. Tutto mi era tornato in mente come se lo avessi appena vissuto.
Era un giorno d’autunno magnifico, quel genere di giornata in cui sembra che l'estate, in realtà, non sia mai passata.
Svoltai sulla strada asfaltata che portava in città. Solo qualche foglia di un rosso vivido rimaneva sui rami ormai quasi spogli. Le foglie di quercia erano rossastre e ondulate: per un attimo, oltre gli alberi, si intravedeva l'effimero spettacolo della baia, piatta e solenne sotto un cielo turchino.
Mi avviai giù per il lido nel pigro chiarore della mattina. Un lampione sbilenco spandeva ancora un cerchio di luce sul marciapiede. La spiaggia era deserta. Solo uno sprazzo di sole inclinato tingeva d'oro la sabbia.
Un candido uccello marino si alzò in volo e con uno schiocco muto si girò tuffandosi sul dorso vorticoso e incalzante del mare.
Ormai in quei luoghi ero come un turista qualsiasi. Eppure, guardandomi alle spalle verso la baia, mi rendevo conto di quanto tutto mi apparisse familiare.
Mi incamminai a passo lento, soffermandomi qualche istante davanti a un’autorimessa dove, sotto la luce cruda di una lampada ad arco, un meccanico in tuta cambiava la ruota a una macchina.
Sul piazzale antistante, poco lontano dalla vetrata, c'erano delle macchine parcheggiate a spina di pesce. Mi fermai accanto a una vecchia automobile. Non capitava spesso di vedere un modello simile e perciò l'avevo notata. Era una Dyane 6 del 1976, un esemplare particolare perché dotato di quattro freni a tamburo, frecce anteriori bianche, maniglie bianche e banda cromata esclusiva. Era nera e sprofondata sulle sospensioni, piena di graffi e malconcia, con sedili di pelle beige e un volante in legno. Libri dalle copertine sbiadite e spiegazzate erano gettati alla rinfusa sul ripiano sotto il lunotto inclinato da granturismo, insieme a una carta stradale consumata dall’uso e a uno strano assortimento di souvenir.
Non so cosa mi prese, ma quando vidi la chiave inserita nel quadro provai l'irresistibile desiderio di entrarci e partire.
Il bello è che ci entrai davvero e lo feci quasi senza rendermene conto.
Inutile dire che andò in moto al primo colpo. Il motore girava come un orologio, quasi non ci credevo. I cablaggi o erano stati rifatti o erano ancora nuovi. Non avevo parole.