Tre amori, quattro omicidi, tre assassini
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Anteprima del libro
Tre amori, quattro omicidi, tre assassini - Damerino Del Pistoia
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CAPITOLO 1
Con nostalgia, al rientro delle vacanze si ricordano le giornate spensierate trascorse fra bagni, gite in barca e serate fatte d' incontri nei locali e piazze di paese.
Al ritorno scampagnate, escursioni in montagna ed ultime passeggiate sulle spiagge oramai deserte, d’inverno ce chi va a sciare e chi pensa già a dove trascorrerà le vacanze estive.
Io e mia moglie facciamo parte dei sognatori.
Dopo aver fatto incetta di cataloghi, trascorsi quel pomeriggio a fantasticare di fronte alle foto di spiagge, fondali marini ed immagini straordinarie di pesca. la mia attenzione fu attratta da una prima pagina che raffigurava il golfo di Bonassola.
La località dove trascorsi l’inizio della mia carriera come Maresciallo dell’Arma dei Carabinieri.
Le sue origini risalgono a circa il 1000 dc.
Gli abitanti fecero la loro fortuna con il commercio via mare-
La cittadina più vicina è Levanto. paese di antiche origini e di prestigio aristocratico.
A ridosso le colline ricoperte da una intensa vegetazione mediterranea, dove in alto il verde contrasta con il giallo delle ginestre mentre le ortensie e buganvillea ornano giardini lungo la strada che scende al paese.
A quei tempi era un paese dove la vita sembrava non scorrere mai e quando il tempo lo permetteva i più anziani e alcuni giovani andavano a pescare, sia per hobby che per necessità.
Altri facevano manutenzione alle loro case in attesa della stagione turistica, oppure lavoravano all'arsenale della marina militare di La Spezia raggiungibile in solo poco più di mezzora grazie alla ferrovia.
La parte più antica del paese e posizionata a nord della baia, al centro costruzioni più recenti, nel lato sud dove la strada scende poche ma antiche lussuose costruzioni.
Il paese si raggiungeva fra nuvole di polvere, sassi e ostacoli di ogni genere, le buche del fondo stradale si modificavano ad ogni acquazzone per dimensione e posizione.
L'incroci erano poco segnalati, alcune località prive di indicazioni a volte erano irraggiungibili.
I paesi più vicini collegati dalla linea ferroviaria sono Monterosso , Levanto a sud , Deiva e Sestri Levante a nord..
Mi ricordo che dopo aver ricevuto la comunicazione del mio trasferimento non dormii per due notti, da pochi giorni avevo acquistato la macchina del momento, la Fiat 500 , firmando ben sessanta cambiali.
Quella mattina caricai la valigia e uno scatolone dove aveva trovato rifugio quanto possedevo, accesi il motore e partì.
Avrei dovuto percorrere circa 300 km. e al pensiero di dover fare tutta quella strada, non vedevo l'ora di arrivare a destinazione.
A quei tempi si poteva arrivare a destinazione tramite la via Aurelia e affrontare il Passo del Bracco. Si trattava di una strada tutta curve e saliscendi.
Raggiunta Sestri Levante mi soffermai una decina di volte a domandare quale fosse la strada per raggiungere Bonassola.
Il fondo stradale ad un tratto divenne sterrato, fui colto dal dubbio di aver preso una direzione sbagliata, al primo incrocio avrei fatto manovra per ritornare sui miei passi.
Fortunatamente, dopo una curva intravidi una persona anziana, camminava con la cadenza di un montanaro.
<< Mi scusi vado bene per Bonassola?>>gli chiesi affacciato al finestrino.
Era assorto nei suoi pensieri e alla mia richiesta fece un sobbalzo, si raddrizzò e si voltò a guardarmi-
Prima di rispondere mi guardò con fare diffidente, spostò su un lato della bocca ciò che stava masticando, poi:
<< La strada va direttamente fino a Levanto, se le interessa vedere il mare il prossimo incrocio lo conduce a Deiva Marina, altrimenti l'altro a Fremura dopo trova Bonassola.>>.
CAPITOLO 2
Sono passati tanti anni da allora, per raggiungere Bonassola
non occorre più fare il Bracco, ora ce l’autostrada, dopo l’uscita di La Spezia si trova indicazione Levanto. si percorre una strada panoramica, giunti a Levanto si prende a destra dopo poco si raggiunge Bonassola.
E’ quello che spiegai a mia moglie prima di partire. Nella mia agenda avevo il numero di telefono di diversi amici e anche se da qualche anno non ci sentivamo,ero convinto che si sarebbero fatti in quattro per trovarmi un alloggio per il periodo di settembre.
Il giorno stesso, seppi che quel mese l'avrei trascorso in una piccola casetta di quattro vani con giardino.
Ricordavo quanto fosse carina quell’abitazione soddisfatto soprattutto perché sarebbe piaciuta anche a mia moglie
La sera prima di addormentarmi non potei fare a meno di programmare quelle che sarebbero state le mie giornate.
La mattina mi sarei alzato sul tardi, sarei andato a prendere il giornale, un caffè e due chiacchiere con qualche paesano.
Avrei atteso l'ora di pranzo, un sonnellino e poi se il tempo lo avesse permesso sarei andato a pescare.
CAPITOLO 3
Finalmente in vacanza
Erano le quattro del pomeriggio, dopo il mio riposo quotidiano preso un caffè, uscii in giardino a fumare.
Non dovrei, ma qualche sigaretta me la concedo ed ogni qualvolta è un rito, un'occhiata distratta al giardino, la mano destra che si inserisce nel taschino della camicia , il pacchetto delle sigarette e la macchinetta.
Prendo il corpo del reato , stacco una parte del filtro, anche perché se integro non percepisco il gusto della nicotina.
Faccio fuoco e aspiro profondamente fino a sentirmi sazio per trovarmi ben presto fra le dita un misero filtro violentato dal vizio.
La temperatura è mite, al momento di gettare ciò che rimane della sigaretta percepisco una folata di vento, poi un'altra e cosi a seguire.
La mia passione per la pesca a canna mi fa intuire che dopo una giornata di calma assoluta, il vento che percepisco, abbia dato origine ad un moto ondoso adatto allo scopo.
Mi auguro comunque che il vento non provenga da sud ovest, aver portato con me le canne sarebbe stato inutile, sarei comunque rimasto a godermi lo spettacolo.
Il vento che spira da quella direzione noi lo chiamiamo libeccio, ha un suo fascino e chi lo ignora non sa cosa si perde.
Sembra di assistere ad un film di fantascienza, le nubi all'orizzonte si accavallano, si separano, si estinguono, agli ultimi bagliori del tramonto appaiono e scompaiono, i gabbiani si librano immobili nell'aria.
Le raffiche del vento a volte ti costringono a chiudere gli occhi per alcuni istanti, poi quanto visto un attimo prima cambia.
L'onda ora costante ad un tratto fa paura, si innalza prepotentemente per poi infrangersi con un rumore ancora più assordante. Goccioline d'acqua polverizzata ti bagnano il viso.
Un'altra folata, un po di sabbia negli occhi , li sbatti e lo spettacolo si rinnova.
Prendo la mia attrezzatura e prima di chiudermi la porta alle spalle saluto la mia compagna promettendole di rientrare presto.
Devo percorrere cinquecento metri prima di arrivare sulla spiaggia, punto dal quale potrò valutare se e giornata di pesca o se la forza del vento e prepotente ed inarrestabile.
Un soffio a volte mi accarezza come volermi coccolare, altre sembra respingermi con violenza, con passo incerto, ma attento m'incammino fra case e viuzze ossigenato dalla ventilazione che si insinua leggera fra la vegetazione dei giardini.
Una folata di vento tenta di ostacolare il mio incedere.
Di fronte la spiaggia, ho superato la cosiddetta sfociata.
Ora mi trovo allo scoperto e percepisco con soddisfazione che si tratta di una brezza sostenuta ma accettabile, adatta per soddisfare le mie esigenze di pescatore.
La costa di fronte al paese è sabbiosa, sul lato destro una scogliera si sporge in mare dando origine ad una piccola ansa e quando le condizioni del tempo lo permettono l'acqua assume un aspetto cristallino. L’acqua vorrebbe rimanere imprigionata in quella piccola ansa ma la corrente la trascina fuori per dare origine a quel movimento perpetuo. Se il vento avesse soffiato da sud ovest, l'infrangersi del mare sarebbe stato dirompente, le onde avrebbero alzato alti spruzzi superando la barriera.
Appoggiai l'attrezzatura su di uno scoglio e prima di iniziare mi misi ad osservare il cielo, i suoi colori, l'irrequietezza delle nuvole , le loro forme.
Ad un tratto sentii sul collo un soffio,istintivamente girai la testa e mi trovai faccia a faccia con il muso di un cane.
Contrariamente a quanto mi sarei aspettato fu lui a spaventarsi ritraendosi di scatto per poi fermarsi.
Mi guardò, girò la testa prima da un lato poi dall'altro, quindi decise che ero di suo gradimento tanto che si avvicinò fino a farsi accarezzare.
Poi un fischio e una voce femminile :
<
Il cane si allontanò e nel seguirlo con lo sguardo intravidi i proprietari, lui era di media altezza e di corporatura robusta. Al suo fianco, una ragazza, la bellezza e la sua femminilità risaltava sotto un paio di
pantaloni attillati ed una maglietta