La tenebra della coerenza
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Anteprima del libro
La tenebra della coerenza - Enrico Rigamonti
Enrico Rigamonti
La tenebra della coerenza
Enrico Rigamonti
La tenebra della coerenza
© Editrice GDS
Via Matteotti 23
20069 Vaprio D’Adda-Mi
www.gdsedizioni.it
www.editoriunitigds.it
TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI
CAPITOLO PRIMO
Rotland, resosi conto di aver perso i contatti col resto del corteo, imprecò contro se stesso, mentre lanciava al galoppo il cavallo, verso la foresta di Becherstan.
Nel silenzio dell’ambiente si udirono ben presto solo l’ansimare del quadrupede spronato dal cavaliere ed il sinistro scricchiolare del terreno ghiacciato sotto gli zoccoli dell’animale.
Idealmente si sarebbe peraltro potuto avvertire anche il pulsare violento e convulso del cuore di Rotland, preoccupatissimo, nel frangente, di non ritrovare più i compagni di viaggio.
Maledizione a me, maledizione!
continuava a ripetersi, mentre cercava di individuare, anche grazie alla sia pur minima traccia, il percorso seguito da chi l’aveva preceduto.
Poco prima, mentre gli altri marciavano in avanti, lui non aveva invece resistito alla tentazione di fermarsi al limitare della foresta ad osservare, nelle loro ragguardevoli dimensioni, gli alberi secolari che, anche in quella gelida alba dell’11 gennaio 1117, svettavano verso il cielo.
Era stato come rapito dalla solennità di quei massicci tronchi e specialmente dalla fisionomia di due enormi querce poste, una per ciascuno dei lati, all’ingresso della foresta, esattamente nel punto da cui dipartiva un sentiero, destinato però a scomparire fra le ramaglie poco più addentro.
I due alberi erano chiamati gli angeli custodi
soprattutto dai viandanti desiderosi di un aiuto superiore, ritenuto quanto mai necessario al momento di inoltrarsi in siffatto dedalo arboreo.
Anche a non voler credere infatti alle storie ed alle leggende che si raccontavano, non appariva comunque raccomandabile l’attraversare la foresta, senza conoscere alla perfezione l’esatto andamento del percorso per arrivare all’altro lato e cioè alla pianura di Scenteorf.
Il perdersi infatti nell’intreccio di arbusti e di vegetazione era evento facile a verificarsi.
Da questa evenienza verificatasi spesso, a quanto si diceva, traevano origine i sinistri racconti ripetuti di generazione in generazione.
Rotland, accortosi di essere rimasto solo, era dunque ritornato di botto e con spavento, alla realtà da quella sorta di contemplazione onirica in cui aveva indugiato e che ora convintamente malediceva, insieme alla propria insipienza.
Per sua fortuna, in un breve arco di tempo fu in grado di avvistare alcuni cavalieri del seguito: tirò un sospiro di sollievo e frenò la corsa del povero cavallo ormai esausto, così da portarsi in coda al corteo, con un tranquillo trotterellio.
Nessuno aveva notato la sua temporanea assenza, così che non gli furono poste domande e non dovette sopportare lazzi e ironie.
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Rotland, giovane di ventotto anni appena compiuti, era il segretario di Joanesdan, margravio di Motruscel, una delle regioni di cui si componeva l’Ussedria, splendida terra fatta di pianure e di montagne altissime, nell’Europa centro-orientale.
L’Ussedria, forse soprattutto per le sue risorse naturali, era ambita dai potenti vicini che la circondavano e che l’avrebbero inghiottita in un sol boccone, se una complessa serie di costituzioni e trattati non l’avesse impedito loro.
Il potere era nelle mani di un re, in carica a vita ed eletto dall’assemblea dei setti margravi, insediati alla guida degli altrettanti distretti di confine.
Questi, da un punto di vista morfologico, formavano una sorta di corona alle pianure centrali, territorio soggetto alla giurisdizione diretta del re ed ai cui margini si trovava la capitale del paese: Deuvitt.
I setti distretti portavano nomi difficili da ripetere: Motruscel, Derenvight, Cucuchett, Poltrenach, Grechecau, Accestrel ed infine Ciclecrad.
L’elezione del re avveniva, per tradizione, presso il castello di Accestrel, la regione più montagnosa, ricca di laboratori artigiani per la lavorazione del legno e specialmente per la costruzione delle botti di rovere.
Rotland si trovava in viaggio per accompagnare il proprio signore appunto ad Accestrel, dove l’indomani sarebbero iniziate le votazioni dei margravi per l’elezione del nuovo re.
Il precedente infatti, Baltazar VII, era morto, quasi ottuagenario, il 4 gennaio dopo circa trent’anni di regno.
Il giorno 7 era stato sepolto, alla presenza dei maggiorenti del paese, nella cripta della cattedrale di Deuvitt e subito dopo le esequie, come da antichissimo cerimoniale, il vescovo della capitale, Matheus, aveva impartito ai margravi l’ordine di essere presenti in Accestrel entro la sera dell’11, così che il giorno successivo, a cinque giorni dall’inumazione del sovrano, potessero iniziare gli scrutini per eleggerne il successore.
Puntualità e rispetto dei tempi costituivano un’assoluta necessità per la stessa sopravvivenza della nazione.
Consolidati editti disponevano infatti che il re dovesse essere eletto entro un tempo massimo di tre giorni.
Nel caso in cui, per qualunque motivo, ciò non fosse avvenuto, il re di Dragonia, la più potente fra le fameliche terre di confine, sarebbe stato legittimato ad invadere l’Ussedria che avrebbe così cessato di esistere come entità politica autonoma.
Occorreva dunque che in quell’occasione tutti i margravi fossero ad Accestrel appunto entro l’11, per iniziare gli scrutini il giorno successivo ed eleggere il re entro il 14.
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Rotland, avvicinati, dove sei? Possibile che quanto ti cerco, tu sia sempre lontano!
Così urlò ad un certo punto Joanesdan, volgendosi all’indietro alla ricerca del segretario.
Eccomi, mio Signore
rispose dal fondo della carovana il giovane, aumentando poi immediatamente l’andatura, così da essere, in breve, col cavallo, a fianco di quello del padrone.
Hai fatto annunciare dai banditori l’aumento delle tasse per i lavandai?
Il Motruscel, distretto collocato ai piedi di un’imponente catena montuosa, era caratterizzato dalla presenza di numerosi e ricchi corsi d’acqua che avevano favorito nel tempo la nascita di fiorenti attività di lavanderie, principale fonte di ricchezza del territorio.
Sì Margravio, la Vostra decisione è stata comunicata in ogni angolo del distretto, anche se …
Anche se …?
Non è stata accolta con gradimento … potete immaginare che un aumento delle tasse …
Non me ne importa nulla del gradimento, a me importa che paghino e basta quei ricconi dei lavandai, sempre pronti a piangere ed a lamentarsi quando si parla di tasse; paghino o li farò frustare, quant’è vero Iddio! E adesso andiamo a questa tortura, sperando che finisca prima dei tre giorni!
Rotland chinò leggermente il capo in avanti in segno di assenso e rispetto e ritornò quindi verso la coda del corteo.
Quando ebbe voltato le spalle al suo signore non potè trattenere un sorriso ricordando il tono rassegnato e stizzoso con cui il margravio aveva concluso il proprio discorso e la cui ragione il giovane conosceva molto bene.
Il cerimoniale prescriveva infatti che quei tre giorni fossero di assoluta clausura per i signori del regno ed anche, sostanzialmente, di penitenza.
Avrebbero infatti potuto mangiare solo formaggi, erbe e pane raffermo; da bere solamente acqua di fonte.
Simile povertà alimentare assumeva valenza purificatoria, ma non era difficile cogliere un’altra e più concreta finalità in tale prescrizione dietetica.
Da parte degli antichi compilatori delle regole si era voluto cioè far sì che gli opulenti nobili, abituati ai sontuosi banchetti, fossero ancor più invogliati da tale povertà di cibo a procedere celermente nell’elezione del re.
Rotland conosceva anche un altro segreto motivo per il quale la prospettiva della prossima clausura pesava tanto al margravio.
Durante il periodo di votazione era infatti assolutamente bandito ogni contatto carnale e questa proibizione costituiva una vera e propria tortura per il signore di Motruscel.
Joanesdan, nonostante i propri quarantacinque anni e la pesante corporatura, manifestava grande vigoria nelle frequentazioni femminili. Non pago dei favori da parte della consorte, con cui aveva generato sette figli, era dunque solito intrattenersi, anche quotidianamente, con altre donne, fossero esse contadine, mogli di artigiani o di consiglieri di corte.
Date queste abitudini, rifletteva ironicamente Rotland in quel momento, tre giorni di astinenza sarebbero parsi davvero un’eternità al focoso margravio.
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La comitiva completò finalmente l’attraversamento della foresta e si fermò per il pranzo nella pianura, prima di affrontare l’ultima parte del viaggio e cioè la scalata del colle Vortendai, dove si trovava il castello di Accestrel.
"Muoviti con quella