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la verità brucia
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E-book59 pagine38 minuti

la verità brucia

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Parma, 10 ottobre 2010 Alexander Creed, scrittore di giorno e killer spietato di notte, recupera dal cadavere della sua ultima vittima uno strano reperto: un pendente rinascimentale che rischia di dissotterrare il passato su cui si gettano le fondamenta della fede cristiana. Il Vaticano può rispondere alla sua insolenza soltanto in un modo. E non certo con il perdono. Alle lame di Creed contrappone quelle della Congregazione per la dottrina della fede, antico ordine religioso sopravvissuto nei secoli e meglio conosciuto come Inquisizione romana. La caccia sfrenata ad Alexander ha inizio. Perché soltanto una cosa dovrà restare sicura: la verità brucia.
LinguaItaliano
Data di uscita20 giu 2013
ISBN9788867821099
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    la verità brucia - Alexander Creed

    Creed

    CAPITOLO 1

    Alexander Creed avanzava come un’ombra sfuggente sullo sfondo della notte parmense. Il lento scorrere del torrente Parma era l’unico suono a conciliare i suoi passi, spezzandone la monotonia del ritmo. L’uomo sollevò lo sguardo: dall’altra parte della strada il Palazzo della Pilotta era un mosaico di luci in netto contrasto con il cielo scevro di stelle. Era il dieci di ottobre e l’edera sulla facciata dell’edificio si era tinta di rosso. Chi si fermava a osservarla alla luce del sole restava ammaliato dalla sua bellezza, ma di notte la prospettiva cambiava: quelle tonalità, così incontrastate e intense, suscitavano in molti un senso di grottesca inquietudine, e lo stesso giudicò Alexander accennando un sorriso. 

    Il Palazzo della Pilotta era una maschera di sangue sul volto della città.

    Gli occhi verdi saettarono verso il porticato che conduceva ai giardini pubblici di Piazzale della Pace. Grandi archi a tutto sesto completavano le colonne di mattoni rossi che reggevano l’intera struttura, dando un tocco di mistero all’ambiente notturno. Il posto a quell’ora sembrava deserto.

    Perfetto, meditò attraversando la carreggiata. Diede una rapida occhiata nei dintorni e poi entrò.

    Ma chi era davvero Alexander Creed? Lui amava definirsi uno scrittore dai toni cupi e violenti. I caratteri gotici del suo pseudonimo brancolavano tra gli scaffali delle piccole librerie, relegati nelle zone più buie e introvabili. Thriller, dark fantasy e horror: tutte opere con cui da sempre tentava di emergere dalle mostruose profondità dell’oceano editoriale. Scrivere, però, non gli bastava più oramai. A dire il vero non gli era mai bastato. Col passare degli anni non era riuscito a frenare l’impulso di crearsi una seconda identità: un doppio binario, diverso dal primo ma sorto dalla medesima oscurità affascinante.

    E la penna si era trasformata in coltello.

    Adoro questa vita, ragionò appoggiandosi a un pilastro davanti alle scale del Museo Archeologico Nazionale e della Biblioteca Palatina.

    Scrivere può rendere immortale la mia volontà, i miei pensieri. Ma solo strappando le anime di chi mi circonda riesco davvero a sentirmi… vivo.

    Una lunga sciarpa nera inghiottiva il suo volto sino all’altezza del naso, mentre corti capelli bruni incorniciavano un viso asciutto, di carnagione chiara, e un paio di occhiali tondi da vista.

    Un rumore scandito di passi destò il suo interesse.

    L’una in punto, si disse. Arrivano.

    Erano in due. Le luci del palazzo storico attiravano abitualmente i passanti, ma questa volta era qualcuno di speciale. Il suo informatore era attendibile. L’obiettivo era come descritto: maschio, sulla trentina, capelli lunghi, slanciato e vestito con gusto. Ivan Karawsky, imprenditore russo. L’illegalità per antonomasia: il contrabbando e il commercio illecito di reperti archeologici erano i suoi biglietti da visita.

    La  guardia  del  corpo  era poco più alta di lui, un unico fascio di muscoli reso squadrato dal tipico completo nero da buttafuori.

    Le dita di Alexander scivolarono svelte sotto la giacca di pelle nera. Si chiusero attorno all’impugnatura ergonomica del coltello: il suo coltello. Quasi tutti gli omicidi compiuti ne portavano l’inimitabile firma: quella sottilissima riga rossa che, senza eccessivo indugio, sanciva sulla gola un contratto indelebile tra la vittima e la morte.

    Il committente era stato chiaro

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