La Bomba Sul Terrazzo
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Info su questo ebook
esteriormente accattivante ma in realtà caratterizzati da
grande autodisciplina e rigido pragmatismo interiore,
assolutamente necessari per portare avanti un cinico
scontro dai ritmi serrati: altissima suspense ed azione a
non finire nell'Italia post-capitalista del terzo millennio,
descritta con meticolosità durante le peripezie del tipico
anti-eroe neo-moderno che arriva ad insinuarsi tra le
pieghe del potere conservatore fino ad abbattere l'ormai
decrepita struttura del sistema ed assicurare alla
giustizia l'oscuro manovratore.
Ah, sia ben chiaro: niente di tutto ciò.
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Recensioni su La Bomba Sul Terrazzo
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Anteprima del libro
La Bomba Sul Terrazzo - Gem Luis Tallys Mendoza
..
Prefazione
a cura di DANILO LANDI
Mi tocca.
Tra l’altro vuole uscire addirittura a Natale, in linea col mercato dritto in mezzo al periodo giusto per ogni tipo di strenna: ha pure fretta, quindi.
Dopo aver scoperto che scrivere di sederi, tette ed altre facezie dense di tuttologia indeformabile gli vien facile e gli porta pure un minimo di consenso e plauso, l’autore ci riprova.
Essendo perennemente al verde come tutti gli esseri umani con tendenza artistoide, mi ha chiesto un’altra volta di scrivere qualcosa a prefazione.
Gratuitamente, s’intende: ben che mi vada ricaverò qualcosa di simile ad una punta di formaggio parmigiano con una bottiglia di vino rosso a base sangiovese, motivo per cui la prefazione viene come viene e va bene così ..
Allora: in definitiva questo racconto nient’altro è che il continuo del precedente, stessa solfa, un altro giro di valzer. Però siccome il primo andava giù benino, lasciando aperti tanti interrogativi a cui rispondere, o meglio tanta prateria per ulteriori scorribande, alla fine dei conti mi tocca di ammettere che il legger ‘ste nuove storie non è spiacevole, anzi.
Nell’invecchiare è diventato pure più ruffiano: quando mescola quel poco di vita vera alle palle colossali che s’inventa per farcire le storie, gli viene benino. Il ritmo regge, la trama barcolla (ma quando mai è andata via in linea retta ?) e rimbalza in giro in controtempo, strappando qualche sorriso ed alcuni ritagli di emozione: dopo un po’ si riesce addirittura ad approdare ad un finale neppure troppo scontato.
Perciò ho deciso che lo rileggerò, chiaramente dopo aver divorato il grana e svuotato il sangiovese: buoni anche quelli, si trattano sempre bene lui e quella banda di fegati espansi dei suoi compagni di merende ..
LA BOMBA SUL TERRAZZO
(Parecchi altri mesi di Ics Eipsilon)
Prologo
E tu ? Tu alla fine in tutto questo cosa rappresenteresti per me ?
Io ? Io, beh, io vorrei essere quello che ti fa andare in giro col sorriso sulle labbra senza sapere bene il perché ..
Sei il solito. Bella frase: l’hai letta su feisbùk però.
Può darsi, lì o da qualche altra parte. Ci vuole anche il coraggio di dirla. E qualcuno di interessante a cui dirla. Mi sa che ti è piaciuta ..
Molto. Te c’hai quelle cose qui, ogni tanto, che si fa fatica a far finta di non sentire ..
In realtà non ero io.
Era il mio cervello, per interesse proprio e drogatissimo di sostanze ormonali provenienti dal basso, che girava a mille ed originava qualsiasi frase, comportamento o situazione che potesse generare un ritorno full optional, comprensivo della scena in cui lei era in qualsiasi modo congiunta a me.
Fu così che diventammo amanti.
Così, per strada, e tutto il mondo fuori ..
Richiamino
Eh, descrivere la felicità è difficile già di per sé, figuriamoci al lunedì.
La domenica pomeriggio stavo cazziando Jimbo Boy, ai kart elettrici, perché esultava in faccia agli altri contendenti in maniera un pelino irridente, dopo aver vinto il proprio mini GP.
Papo, per favore, LASCIAMI ESSERE FELICE: è la mia prima gara, e l’ho vinta, sono arci-contento !
Gli avevano dato pure una medaglietta, che ha poi portato a scuola, in mostra ai compagni di classe.
In fondo ci vuol poco ..
Ero lì che mi godevo la mia sfiga, il mio placido letargo sentimentale, in giro con Jimbo per un gelato appunto al lunedì pomeriggio, dopo averlo recuperato a scuola. Aveva ancora la medaglia al collo, nonostante l’intera giornata scolastica. Lui parlava e mi ri-descriveva curve e frenate, io annuivo e intanto pensavo a cosa, di similmente sciocco e banale, poteva smuovermi dallo stand-by e far scattare il tutto verso un livello superiore di stupidissima, interna e falsamente inconsapevole felicità.
Ecco fu proprio di Lunedì pomeriggio che, molto semplicemente, a qualche metro di distanza attraversò la strada la Rosy.
Che faccio, mi dissi, la saluto o fingo di non vederla e amen, acqua passata ?
Papo quella non è la Rosy ?
Sì è lei ..
E’ un po’ che non la incontriamo, vero ?
Già ..
Sembrava fossero circa dieci minuti, era invece ben oltre un anno. D’altronde non ce n’era più stato motivo, di vederla: occhio non vede ..
Ciaaooooo Rooosyy !!!
E via di occhioni, sorriso e manina a salutare.
La Rosy si fermò, girandosi al richiamo.
Poi tornò indietro sulle strisce, verso di noi, tra il sorpreso ed il soddisfatto.
Baci, abbracci.
Non vale usare Jimbo per agganciare le donne deboli di cuore ..
Siii, come no, la regina dei bypass coronarici .. al primo bar lui fa merenda con un cornetto all’amarena, prendi un caffè ?
Si-sì, sono di corsa ma un caffè ci sta !
Ecco sì un caffè e poi vattene: disturbi il letargo. Sei bella che fai male, canterebbe quellolà.
Rosy lo sai che ieri ho vinto il mio primo mini-GP ?
Wow, Jimbo: pesti forte, eh ?
Ma in realtà eravamo in pochi, ed io sono quello che ha più pratica. Però ho vinto !
Bravo, intanto hai vinto – gli disse lei mostrando il pollice alzato – ad arrivare secondi si fa sempre in tempo .. allora che gelato prendi ?
Jimbo si diresse al frigo, prese un cornetto e poi si soffermò a guardare un anziano molto malridotto che seguitava a versare la propria tassa sulla povertà: centellinando le monete l’uomo stava giocando di fronte ad una luminosissima slot machine.
Buon per me, sarebbe stato più facile punzecchiare la Rosy durante il caffè.
Allora ? Hai sciato quest’inverno ?
Quasi niente, Ics, e tu ?
Qualche giorno con Jimbo, ma nessuna discesa lunga e selvaggia ..
Sorrise.
Segno che qualche bel ricordo le stava scorrendo rapido in zucca.
Io li sapevo a memoria, li avevo consumati, ero certamente più abituato all’effetto che possono fare ed allora riuscii a girare il cucchiaino nel caffè ostentando distacco e controllo.
Neppure nessun mezzo metro di formaggio – mi chiese, a bruciapelo, perché lei non era quella che stava lì a subire – in questo freddo inverno ? Faticherei a crederci ..
Esitai un attimo a ribattere, un attimo di troppo: recita finita.
Il mezzo metro di formaggio, un gioco a due, l’avevo improvvisato a Verbier l’anno prima, acquistando Souternes in abbondanza, vari formaggi francesi puzzoni, una baguette e un vasetto di miele.
Ispirato da una specie di tagliere stretto, in legno, lungo poco più di mezzo metro, in dotazione allo chalet, avevo disposto tante fettine di formaggio simmetricamente dalle estremità verso il centro.
In mezzo a far da spartiacque il vasetto di miele: mangiare partendo ciascuno da una delle estremità, obbligatorio mandar giù un bicchiere di vino per passare da una fettina a quella successiva.
Se uno dei due non riesce ad arrivare al centro, l’altro decide dove spalmare il miele; se finisce pari c’è l’obbligo di leccare assieme il miele nel piccolo vasetto ..
Lottare per vincere anche se si sta bene, se non addirittura meglio, perdendo ..
Non mi ero divertito quella volta: avevo rubato l’assetta dalla dotazione dello chalet affittato.
Rosy puoi crederci: nessun mezzo metro .. tu, piuttosto hai diffuso l’usanza ?
Neppure io. Ogni panorama ha i suoi colori. E sto guardando ancora quello che è venuto dopo di te ..
Oppalalà .. storia che dura, un record !
Scemo. Probabilmente sto invecchiando ..
Sì-si, sei tutta una ruga e lui ci si è affezionato ..
Invidioso !
" Ghè meèl .. "
E giù il caffè, che era meglio andarsene alla svelta, il ‘richiamino’ stava diventando pericoloso ..
Jimbo, hai finito il gelato ? Andiamo ?
Jimbo si smosse dall’ipnosi ludica della slot, ipnosi che non gli aveva impedito di ridurre il cornetto ad un moncone e le guance ad un variegato amarena.
La Rosy lo ripulì e lo baciò, poi ci salutò: Vi ho visto proprio volentieri – sorrise – ma davvero, molto ..
Noi no ..
Ecco, mi toccava essere felice di Lunedì, dopo essermi chiesto la Domenica cosa potesse rendermi tale.
In fondo ci vuol poco ..
@@@
Quel visti-volentieri-davvero-molto
rimbalzò nella mia testa per tre giorni, senza scomparire, alla fine mi arresi e al Giovedì la chiamai:
Mi sarei sentito un cretino a non chiamarti. C’è modo di rivederti ?
Oh certo, ma non come pensi tu. Ho voglia di fare delle chiacchiere con te, ma non a quattr’occhi: meglio se c’è gente, tipo nella confusione di qualche aperitivo nei locali alla moda della nostra cittadella ..
Azz .. è così geloso ?
Affatto. Sei troppo bravo nell’uno contro uno, è un rischio che non voglio correre ..
Ma smettila: se c’è qualcuno bravo nell’autodeterminarsi, questa sei tu !
Non si sa mai ..
Quindi ?
Beh, per esempio c’è sempre un sacco di gente al venerdì ora aperitivo nei locali in zona Barilla Center, è divertente girarci: un po’ di vetrine e un po’ incontri con amici, amiche e gente varia ..
Ahhh .. declassato a comparsa di una stupidissima caccia al tesoro ..
Hai chiamato tu ..
@@@@
La trovai dopo il secondo franciacorta rosé, anzi lei trovò me, era con una sua amica che venne quasi subito agganciata da un falchetto di quelli che le donne basta-che-respirino-oggi-è-venerdì.
Con la Rosy avevo deciso di provare a ribaltare i ruoli, di giocare la parte di quello che dei due è più avanti, più libero, quello da inseguire, non il cacciatore che cerca la preda.
Le offrii da bere e mentre spizzicava cominciai l’assalto all’improvviso, in mezzo ad altre chiacchiere che spaziavano dai compiti di Jimbo Boy all’effetto zoccola del tacco dodici su oltre metà dell’universo femminile, incapace di camminare elegantemente tanto in alto:
Non ci stai dentro, eh ? Ti sei già stancata di lui. Sicuramente non di un certo tipo di vita, ma di lui abbastanza: sei troppo abituata a cambiamenti, alti e bassi, inseguimenti, obiettivi e montagne da scalare ..
Dici ? Secondo me sei tu che sei ancora molto, troppo, di parte. Non sono in crisi, certo la coperta è sempre troppo corta ma al novanta per cento sto proprio bene ..
In effetti da vedere sei decisamente bonazza, ma .. non so: ho come l’impressione che non sia poi il novanta per cento la parte coperta. Ma hai ragione tu: sono di parte, sicuramente. E senza Jimbo, per quel che mi riguarda, la copertura mi scende al cinquanta ..
Sorrise.
Ma quando hai Jimbo sei al 110%. Ecco il mio quindici per cento di scoperto potrebbe essere che non ho un Jimbo, per ora ..
Era passata dal 10% al 15% di scoperto ..
Lui cosa ne pensa ?
Di default è ‘niet’, ma in realtà non ho ancora neppur provato a mettermi nell’idea di fargli aprire gli occhi ..
Toccava a me sorridere: " Perché non sei ancora sicura che sia quello ‘adatto’,