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Vita di Anselmo
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E-book59 pagine53 minuti

Vita di Anselmo

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Info su questo ebook

La convulsa e tumultuosa guerra di potere tra Papato e Impero dell'XI secolo, nota come lotta per le investiture, ha lasciato alla storia episodi leggendari, come l'incontro e la penitenza di Canossa, e figure indelebili, quali l'integerrimo papa Gregorio VII e l'infingardo imperatore Enrico IV o la gran contessa Matilde di Canossa, implacabile paladina della Chiesa e fulgido esempio – unico per secoli – di governante donna di un potentato di primo piano internazionale. Meno noto al grande pubblico, ma pure coprotagonista di quegli eventi fu Anselmo da Baggio, già vescovo di Lucca, uomo di fiducia del papa, legato pontificio per il nord Italia, consigliere spirituale e politico di Matilde e, post mortem, santo patrono della città di Mantova. La Vita di Anselmo è anche uno spaccato dal di dentro di quel grande scontro istituzionale tra le due massime autorità del tempo.
A cura e traduzione di Daniele Lucchini.
LinguaItaliano
Data di uscita30 apr 2016
ISBN9781326642365
Vita di Anselmo

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    Anteprima del libro

    Vita di Anselmo - Bardone

    Colophon

    Finisterrae 17

    Titolo originale dell’opera: Vita Anselmi episcopi Lucensis

    Prima pubblicazione: Gazoldo degli Ippoliti, 2008

    Prima volta in Finisterrae: 2009

    A cura e traduzione dal latino di Daniele Lucchini, dall'edizione di Jacques Paul Migne.

    In copertina: Benedetto Antelami

    Deposizione, 1178 (particolare)

    © 2009 Daniele Lucchini, Mantova

    www.librifinisterrae.com

    Tutti i diritti riservati

    ISBN: 9781326642365

    Epigrafe

    Non a noi, Signore, non a noi,

    ma al tuo nome dà gloria,

    per la tua fedeltà, per la tua grazia.

    Salmi 115,1

    Prefazione

    La Vita Anselmi è la prima biografia mai scritta su sant'Anselmo patrono di Mantova. Allo stesso tempo è un testo che pone almeno due interrogativi importanti; nessuna notizia infatti abbiamo del suo autore e poche sono le informazioni su Anselmo medesimo, almeno rispetto a come noi oggi intenderemmo una biografia.

    Ma procediamo un passo alla volta.

    L'autore dello scritto si presenta come un prete, ordinato proprio dal santo, e lascia ripetutamente intendere di essergli stato specialmente devoto e vicino. Dichiara di averlo seguito nell'esilio da Lucca e di averlo affiancato sino al giorno della morte di lui. Ma non ci lascia alcun indizio per farsi identificare. L'attribuzione dunque al presbitero Bardone, che probabilmente fu primicerio a Lucca, è ricostruita sulla base di alcuni manoscritti in cui l'amanuense ha assegnato a questo nome la Vita. La stessa edizione del Migne, utilizzata per la presente traduzione e di cui diremo meglio più sotto, non riporta nemmeno il nome, ma semplicemente B. e peraltro solo come ipotesi.

    Perché dunque l'autore non ha voluto firmarsi, come si direbbe oggi? La domanda ci porta alla seconda questione sollevata dal testo, vale a dire la scarsità di elementi biografici veri e propri riguardanti Anselmo. Non solo per noi, ma probabilmente anche per i contemporanei di chi scriveva, una vita, intesa come genere letterario, avrebbe dovuto riportare anche dati concreti sulla famiglia e sul luogo d'origine, sull'infanzia, sugli studi, sulle amicizie. Qui invece tutto è molto sommario: si dà per acquisito che il lettore conosca già, o non dia loro importanza, le informazioni di cui sopra e lo si porta subito in medias res. Anselmo, modello altissimo di virtù, comprimario di papa Gregorio VII e della contessa Matilde di Canossa, sta combattendo la dura guerra contro gli eretici sobillati ovunque dall'imperatore Enrico IV; guerra di nervi, di scomuniche e controscomuniche, ma anche di eserciti, in cui il nostro è sempre dipinto come stratega infallibile in virtù della fede in Dio e dalla devozione al pontefice. Fino alla sua dipartita, poco prima della metà del testo. La seconda parte è un elenco, incompleto ma dettagliato fin quasi alla pedanteria, di miracoli operati dal santo perlopiù dopo morto: per l'esattezza 86, suddivisi in 83 episodi.

    Stranamente gli studiosi, che a partire dalla fine dell'Ottocento ad oggi si sono cimentati con la Vita Anselmi, si sono spesso avventurati in ipotesi discutibili e fantasiose senza essere riusciti a fornire spiegazioni plausibili sulle questioni dell'autore e di un tal genere di biografia.

    La nostra idea, nata lavorando attentamente alla traduzione, è invece che la soluzione del mistero stia proprio tutta nel testo stesso. Vediamolo meglio.

    L'autore ci dice di essere presente alla morte di Anselmo a Mantova il 18 marzo 1086; ci dice inoltre che tra gli astanti vi sono le maggiori personalità dello schieramento filopapale: Matilde in primis, ma anche il vescovo della città Ubaldo, molti altri vescovi e alcuni cardinali della curia romana. Tutte queste persone avevano conosciuto Anselmo e lo consideravano già santo; il nostro ci racconta ad esempio che proprio il vescovo di Sutri lo definì esplicitamente esempio di santità da venerare, allorché ne propose la sepoltura in cattedrale, quasi a fondamento della chiesa mantovana. A tali affermazioni segue, per oltre metà libro, un ricco elenco di miracoli operati dal futuro patrono tra il terzo e il quarantesimo giorno dopo la morte, numeri forse non casuali, cui in gran parte furono testimoni religiosi di alto livello, non ultimo il già citato Ubaldo vescovo di Mantova. Pensiamo infine ad altri due aspetti. Il primo è che lo scritto, proprio anche per la sua sommarietà in tanti passaggi, dà l'impressione di essere stato buttato giù di getto; il secondo, stavolta ce lo dice la storia, è che Anselmo fu canonizzato nel 1087, a un anno dalla morte.

    Che cosa significa tutto ciò?

    Significa che molto verosimilmente la Vita Anselmi altro non è che un documento redatto

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