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Solstitium Vitae
Solstitium Vitae
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E-book119 pagine1 ora

Solstitium Vitae

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La notte è il ventre che accoglie, la transizione è la pasta madre della vita, l'attesa dell'ineluttabile cambiamento è ciò con cui l'esistenza umana deve fare i conti. Le protagoniste di questa opera hanno sogni, ricordi e attraversano le mutazioni. Una luna, una tisaniera, una bambola di stoffa, una soffitta, una pietra cristallo. E poi Alba, Adele, Rosatea, Stella e Esther. Alle prese con due solstizi, con il nuovo imposto dalle luci dell'alba e con il domani. Un testo scritto a dieci mani in equilibrio tra tecniche e stili e per questo un'opera catalizzante, semplice e complessa. Frutto di un laboratorio di gruppo di scrittura creativa. Fino alla fine un caleidoscopio di effetti che chiamano il lettore a sviluppare intuizione e visione. All'ultima pagina la curiosità di rileggere tutto da capo per ritrovare i sassolini lasciati sotto due lune.
LinguaItaliano
Data di uscita11 mag 2021
ISBN9791220335690
Solstitium Vitae

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    Anteprima del libro

    Solstitium Vitae - AA. VV.

    Neri

    ATTO PRIMO

    SIPARIO

    BUIO

    Sulla scena una grande sfera, simile a quella terrestre, ruota come un mappamondo.

    Una scala di legno circonda il palco.

    Lentamente il fondale si illumina con la luce della notte e delle stelle.

    Gradualmente la sfera, ruotando, mostra il suo contenuto e la luce illumina in penombra una soffitta e vari oggetti da essa custoditi: una bambola di stoffa, una tisaniera, un cristallo di rocca.

    LA LUNA LUNATICA

    Una donna vestita di bianco cammina lentamente su una passerella sospesa in alto, sopra la soffitta

    Dai che da domani avrò qualche minuto in più di vita. Da domani avrò più tempo per godermi la mia notte, i miei cambiamenti di umore, per essere calante o crescente, per essere bianca, gialla, rosa, arancione, per essere come mi pare e come decido, per essere. lunatica!

    Lunatica.

    Diventare una definizione. chi l'avrebbe mai pensato? Ma. Sono Pazzi Questi Romani direbbe Obelix!

    Questa cosa non mi è mai piaciuta molto. Non ho mai ben deciso se esserne orgogliosa o offesa: presa come definizione per quegli esseri umani che cambiano umore con estrema facilità, che non sono padroni di istinti e pulsioni, depressioni e gioie. Io, io invece sono potente. E certo che tocco anche le flebili corde di questi bipedi così insulsi.capirai! Comando le maree, influenzo la crescita delle piante, spingo le doglie, agisco sulla stabilità dell'asse di rotazione di questa strana palla chiamata Terra . mhmm, arrivo persino a dire la mia sulla ricrescita di unghie e capelli, sugli accoppiamenti, sull'invecchiamento della vita.

    Sono potente e bella, donna, femmina e solitaria! Calante o crescente, poco importa. E loro mi prendono come esempio per cosa!? Per le paturnie dei volubili.

    Dicano quello che vogliono, gli esseri umani, ma loro sono comunque da sempre con il naso all'insù, ad affidarmi patemi d'amore, poesie, canzoni, desideri, preoccupazioni, notti insonni; sogni e aspettative. Conosco tutte le aspettative che accarezzano nel dormiveglia, prima di abbandonarsi a Morfeo, ribadendo a loro stessi che se lo meritano, che accadrà sicuramente a loro, che non potrà accadere proprio a loro. Conosco tutti i sogni che fanno, dormendo o ad occhi aperti. Mi gusto, mangiando pop-corn al caramello, la regia del loro inconscio che nell'onirico trova spazio per urlare le verità recondite, le vergogne nascoste, le paure rifuggite, i blocchi mai superati, i sogni inconfessabili.

    Io conosco i loro sogni, quelli notturni e più profondi. E lì, signori miei, siete nudi come vermi, siete aperti come libri, siete senza maschere.

    Conosco solo questo degli uomini e delle donne: le loro notti insonni tra le attese, le loro notti dormienti tra i sogni. Conosco i baci rubati, i tradimenti, le corse, gli affanni, la ricerca di stelle cadenti, le lacrime, le lettere, le litigate, gli addii, i programmi per il giorno dopo... per un giorno dopo che io non vedo mai.

    Ma gli umani spesso sono i primi a non riconoscere se sognano o se son desti.

    Vivono nell'attesa. E nei ricordi. Di cosa? Che i loro sogni vengano da me realizzati e che le aspettative vengano confermate dall'Universo. Che il passato torni e resti uguale, che accada qualcosa ma che non trasformi nulla.

    Vivono nell'attesa spasmodica ed elettrizzata. Attendono il domani per iniziare a vivere, ad essere felici. Aspettano che il giorno porti via inquietudini e dubbi, che doni conferme e rassicurazioni.

    Eh, io li conosco bene gli esseri umani di notte: sono codardi, si pentono, si ripiegano sul senso della vita, sulla paura della morte, piangono lacrime di coccodrillo, prendono impegni, fanno promesse. Tutti Innominati, ma che col sole riprendono vigore, infilano maschere, si rifanno il trucco e rientrano nei ruoli. Vampiri al contrario che temono la notte e la voce dell'esistenza che nel buio si fa forte su per le scale. Sono tutti alle prese con la goccia che sale gli scalini, amici miei! Il re è nudo, di notte. E io li vedo tra i colori e le ombre dei loro sogni.

    Eh sì, più ci penso e più mi do ragione da sola: gli umani spesso sono i primi a non riconoscere se sognano o se son desti. Vivono nell'attesa, sempre girati verso i ricordi ma con la mano aperta pronta a ricevere dal domani.

    Questo domani! Cosa avrà di tanto bello 'sto domani?! Io non ho idea di cosa sia il domani, per me è sempre qui e ora, sempre notte, ovunque vada. Secondo voi esiste il domani per chi non conosce il sorgere del sole? Per chi non conosce il calare del sole?

    Una luna come me, per esempio, ha qualcosa da aspettarsi dal domani? Mhmm? Dovrei pensarci. bella domanda mi sono fatta! Brava vecchia mia!

    Certo è che se devo vivere l'intera esistenza dilaniata tra attesa e paura del domani, come fanno Loro, meglio esistere felice nel firmamento! Qui e ora. Con la notte.

    Loro. Loro invece sono prigionieri dell'attesa, tremano per qualunque rumore si avvicini alla porta della loro esistenza, temono tutto quello che non possono appuntare con anticipo sul calendario (io sono sempre appuntata sui loro calendari, calante, crescente, a spicchi, piena o in day-off. senza dubbio sono io, proprio io, la prima Pin Up da calendario della storia!).

    E mi ubriacano con le loro angosce e con le loro gioie. Oh. però, mai si chiedessero se Io sia stanca, di notte. Oh, ma sapete che rottura che è vivere costantemente con il vocìo dei nottambuli e dei sognatori, alle prese con sogni, attese ed aspettative? Mi ubriacano, mi intossicano, mi inquinano.

    E mai che si chiedano Ma, 'sta povera luna, dove dorme? Quando dorme? Cosa sogna? Chi la ama? Cosa si aspetta dal domani?. Eh! Se sapessero che, in realtà, dormo e come, anche io! Se sapessero che sono come gli uccelli: resto ferma, appollaiata tra le stelle, e giro il volto di 180 gradi, dietro, sul mio dark side, e mi appisolo, quasi nascosta sotto l'ala piumata di un pappagallo. Il mio lato B, che nessun essere vivente di questa Terra ha mai visto. È il mio spazio intimo e personale dove poter godere di un po' di privacy, dove concedermi una pippatina di sigaretta, dove versare una lacrima, dove emettere un sospiro, dove ripiegarmi sui miei pensieri senza che tutti vedano. Per il tempo che mi serve. Poi, come ogni donna, mi stampo un sorriso, mi rigiro e torno a rassicurare la Terra che va tutto bene, ci sono io, sono sempre qui, ci penso io, no, non è niente. sto bene, tornerò a crescere e a splendere.

    Vabbè, dai, Luna, non essere storta... mi sei caduta nell'esistenzialismo cosmico. No, dai, non oggi che per l'ultima volta il giorno è stato più lungo della notte.

    Da domani, ci riprendiamo i nostri spazi, io e la Notte. Da domani (ahah, allora posso averlo anche io un domani!).

    Tanto ormai lo sai che tu sei della Notte e che la Notte è tua. il Sole, cara mia, amalo segretamente quando sei ripiegata indietro, sotto l'ala del pappagallo, ma poi lascialo alla sua Missione.

    Hai imparato da troppo tempo la lezione: si deve vivere la vita per la quale si è nati! Ma tu guarda, con questo pensare a voce alta non mi sono accorta che il tempo vola. È ora

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