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Il ragazzo d'argento - L'eterno rivale
Il ragazzo d'argento - L'eterno rivale
Il ragazzo d'argento - L'eterno rivale
E-book196 pagine2 ore

Il ragazzo d'argento - L'eterno rivale

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Info su questo ebook

L’avventura del ragazzo d’argento e della sua compagna sta per concludersi. Ogni pericolo sembra essere passato e la vita di Mufufu e Sanae sta divenendo sempre più rilassata. Lui continuerà a combattere per diventare il più forte del mondo, mentre lei dovrà trovare la sua passione personale. Sembra andare tutto per il meglio, se non fosse per qualcosa di malefico che sta complottando alle spalle della coppia, mettendo a rischio tutto ciò che hanno di caro. Nel loro rocambolesco viaggio, i due innamorati scopriranno molte verità perse nel passato del loro incredibile mondo.
LinguaItaliano
Data di uscita11 lug 2016
ISBN9788892617735
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    Anteprima del libro

    Il ragazzo d'argento - L'eterno rivale - Federico D'Anzi

    lettura!

    Capitolo 1: Il premuroso

    La torre Soragami, alta come il cielo, posta al centro del lago, scomparve come un miraggio così com’era apparsa: dal basso verso l'alto, dissolvendosi e confondendo il suo marroncino con la terra e il suo grigio con l'azzurro del cielo.

    Il ragazzo e la sua inseparabile amica visitarono la città, scrutando le vetrine, passeggiando per le strade e cercando di non perdersi nemmeno un dettaglio. Lei era spensierata e mostrava un sorriso davvero splendido, proprio come quella giornata di sole. La sua aura era intensa e radiosa, ma non era affatto in tensione; si muoveva sinuosa, seguendo la linea del suo corpo snello e ondeggiando come il mare su una spiaggia candida. Lui, no. Lui era turbato, ancora scosso da quello che era successo meno di cinque minuti prima.

    La maledizione gliel'aveva portata via ma lei, grazie all'anello che lui porta ancora all'anulare sinistro e che ancora brilla di una luce azzurra e tiepida, era tornata e si sentiva più che bene. Certo, era felice di rivederla, ma il momento della sua dipartita gli era rimasto impresso nella mente e per quanto si sforzasse, sembrava incancellabile. Ormai, averla di fronte gli ricordava quell'evento così terribile e il buon finale che aveva avuto quella vicenda non bastava a dissolvere le sue preoccupazioni.

    Che c'è Mufufu?

    N-no, niente, Gardevoir. era così che chiamava Sanae Sono un po' sovrappensiero.

    Dai, a me puoi dirlo. ammiccò lei.

    Beh, è per quello che è successo alla torre.

    Oh… beh, capisco come ti senti. gli si avvicinò Non pensarci più, Mufufu. Io sono qui e nessuno mi porterà via da te.

    Ecco, lo aveva fatto di nuovo: in poche semplici parole gli aveva risollevato il morale. Forse era il suo fascino o la sua voce soave o semplicemente la sua presenza. Qualunque fosse il motivo, ora Mufufu si sentiva meglio. Sarebbe stato difficile convivere con quel ricordo, ma aveva tempo per abituarsi. Passeggiarono insieme uno accanto all'altra, più uniti che mai.

    I due ragazzi presero posto a un tavolo di un ristorante e ordinarono da mangiare. Nell'attesa, il vento soffiava leggero e accarezzava i verdi capelli eterei della principessa. Il ragazzo d'argento fu di nuovo sovrappensiero, senza farlo notare troppo. Sentiva che qualcun altro nascosto nell'ombra stava assistendo a quel pranzo, non ne percepiva l'aura ma sentiva la sensazione di venire osservato. Sanae, un po' per il potere della sua specie, un po' per intuito femminile aveva capito il disagio del suo ragazzo, ma non il motivo.

    Che muso lungo, stai ancora pensando a quello?

    No, cioè sì, ci sto ancora pensando, ma forse qualcuno ci sta seguendo da quando siamo usciti dalla torre.

    Chissà cosa vorrà…

    O chi di noi due…

    Ehi, ora mi fai preoccupare!

    Tranquilla, ti difenderò anche a costo della vita.

    Ora mi preoccupo per te!

    Ok, allora ti proteggerò e non abbasserò mai la guardia.

    Finalmente, la principessa smise di preoccuparsi e poté finire di mangiare.

    Sanae alzò gli occhi al cielo e la sua espressione felice si fece più preoccupata. Vide una roccia sospesa a mezz'aria e riconobbe un’aura famigliare. Anche Mufufu la notò e ne fu incuriosito. La osservò finché non si frantumò al suolo.

    In mezzo ai frammenti di quella pietra vi era un uomo basso e con pochi capelli biondi, indossante un'armatura d’oro con un mantello rosso e attraversata sul petto da una vistosa N azzurra.

    Papà! esclamò Sanae.

    Figliola! Come stai? Cos'è successo nella torre?

    Sto bene, ma come fai a sapere della torre?

    Abbiamo visto tutto con i poteri di Mirai, ma quando sei entrata, non siamo riusciti a vedere all'interno.

    Beh, l'importante è che stiamo bene, giusto?

    Sì, ma sono curioso, voglio sapere della maledizione. Dai, raccontami.

    Sanae e Mufufu non erano sicuri di poter raccontare cos'era successo. Romoru era un padre molto protettivo e non gli avrebbe sicuramente fatto piacere sentire che la maledizione le aveva portato via la figlia, anche se per poco. Ciononostante non potevano nascondere un fatto così importante.

    Beh, prima è meglio tornare a Hiren. propose Mufufu Lì racconteremo tutto.

    Non ce n'è bisogno, raccontatemi, riferirò tutto io.

    L'entusiasmo del padre di Sanae rese i due ragazzi ancora più tesi. La principessa si fece forza e iniziò a raccontare tutto d'un fiato.

    Bene, e questo è tutto.

    Romoru non rispose.

    E-ehi, tutto bene? domandò lei.

    E così non sei riuscito a difenderla. si riferì a Mufufu.

    Io ho fatto il possibile. Non è dipeso tutto da me. rispose lui quasi scontroso.

    Questo è da vedere.

    Papà, calmati. fece la ragazza.

    Non credo di poter affidare mia figlia a te.

    Che stai dicendo?

    Dimostrami di cosa sei capace.

    Papà, smettila!

    No, va bene. ribatté Mufufu Se vuoi una dimostrazione, ti accontento subito.

    Bene, sei pronto?

    Mufufu e Romoru iniziarono a combattere. Il ragazzo d'argento sapeva di non essersi guadagnato il rispetto del padre della sua fidanzata e sapeva che era essenziale per continuare la sua relazione e il suo viaggio. In realtà Romoru non aspettava altro che un'occasione per combattere con il ragazzo e metterlo alla prova. Sanae non pensava che suo padre non si fidasse ancora del suo ragazzo. La sua specie, quella dei touch, era capace di percepire i sentimenti altrui, ma quello che sentiva in suo padre nei confronti di Mufufu era un'emozione che non era riuscita a comprendere finora.

    I colpi infuriavano, ma Mufufu si tratteneva per non far troppo male a Romoru; se lo avesse ferito, non avrebbe ottenuto la sua fiducia, anzi, avrebbe rischiato di perdere anche il rispetto di Sanae.

    Che ti succede? Non vuoi fare sul serio? domandò l'ex re.

    In realtà no, non vorrei farti male.

    Ma smettila! Sono forte io. Attaccami con tutta la tua forza, non mi farai niente!

    Mufufu sospirò: Va bene, ma ricordati che l'hai voluto tu.

    Sanae era preoccupatissima. Non voleva che Mufufu si scontrasse con suo padre e lo ferisse.

    Il ragazzo scatenò la sua aura e caricò l'energia nel pugno. Un'energia devastante divampava dal suo corpo. Romoru non era per niente intimorito e il ragazzo scattò verso l'avversario sferrando il suo attacco.

    Barriera Tellurica! esclamò Romoru.

    Il pugno di Mufufu venne fermato da una parete di roccia sbucata dal terreno molto rapidamente. L'energia era ben concentrata e bucò la roccia, lasciando il ragazzo incastrato. Romoru sollevò in aria la roccia con Mufufu incastrato in essa, la ruotò verso il basso e la frantumò a terra con violenza, schiacciando il ragazzo.

    E tu che stavi a preoccuparti per me, piccola. disse Romoru a sua figlia. Poi continuò riferendosi a Mufufu È tutto qui?

    Stavo per dirlo io.

    Il ragazzo d'argento, illeso, si rialzò senza problemi. Romoru si allontanò per avere maggior tempo di reazione e difendersi meglio. Mufufu riprovò con lo stesso attacco di prima, stavolta usando la mano destra. Si preparò a scattare, concentrando l'energia anche nelle gambe. Ora aveva capito come agire per finire quella battaglia.

    Non funzionerà! Barriera Tellurica!

    Appena prima di raggiungere Romoru, il terreno sotto Mufufu si sollevò di scatto ed esplose, alzando una nube di fumo. Sanae non vedeva né suo padre né il suo fidanzato. Poi la nube si diradò e vide i due combattenti perfettamente immobili. Il ginocchio del ragazzo era conficcato nel terreno rialzato da Romoru, fermando così la sua barriera. Il pugno di Mufufu distava un millimetro dalla faccia del suo avversario.

    Non mi hai colpito.

    Però ho vinto.

    La spada di Mufufu teneva sotto scacco l'ex re di Hiren, poggiandosi sotto al suo mento. Era per questo che aveva usato la mano destra per il pugno, la sinistra era la sua preferita per tenere la spada.

    Grazie alla sua maestria, Mufufu aveva vinto e Romoru era illeso. Era la soluzione migliore per tutti e Sanae ne fu felice.

    Bene, a quanto pare sei all'altezza.

    Sei soddisfatto?

    Sì. Ora so che mia figlia è al sicuro con te, ora ne ho la certezza.

    Il ragazzo d'argento vide finalmente il sorriso di Romoru, ma il volto sollevato di Sanae era ancora più gratificante da vedere.

    Il telefono di Mufufu squillò.

    Pronto? … Va bene.

    L'altro riattaccò.

    Chi era? domandò Sanae.

    Mio padre. Vuole che torni a casa.

    E perché?

    Non lo so, ma se mi ha chiamato, sarà per un buon motivo.

    Bene, torniamo a casa.

    Sanae mise le mani sulle spalle di Mufufu e Romoru e si concentrò a fondo sul suo castello. Il suo corpo si coprì di una luce azzurra che avvolse anche gli altri due e si teletrasportarono.

    Capitolo 2: La Volontà del Drago

    In un batter d'occhio, Sanae, Mufufu e Romoru erano di fronte al castello. Non restava altro da fare se non bussare.

    Ciao! Siamo tornati! squillò la voce della principessa.

    Le enormi porte si aprirono lentamente, accompagnate dal movimento di Alfred, il maggiordomo. Una donna molto somigliante a Sanae e con un grande ciuffo sull'occhio destro si affrettò a raggiungere la ragazza e ad abbracciarla con molta enfasi.

    Sanae! Figlia mia! Rieccoti finalmente!

    M-mamma! Eh eh, e dai!

    Sanae era sorpresa da questa manifestazione d'affetto. Dopo pochi secondi, Mirai si accorse della presenza di Mufufu e subito si ricompose, lasciando una mano sulla spalla della figlia.

    M-Mufufu! Che piacere vederti!

    Anche per me. sorrise anche se non capiva quel cambio improvviso di atteggiamento.

    Bene, entriamo? concluse Mirai.

    Mufufu e compagnia furono accolti da Hori, il quale sedeva sul trono, in veste di re.

    Bentornati!

    Ciao, Hori! Come vanno le cose qui? domandò Sanae.

    Me la cavo, sorellina. Devo ammettere che non potrei farcela senza l'aiuto di Iris. Comunque, come mai siete qui?

    Ma soprattutto, com'è andata alla torre? incalzò Mirai Non ho potuto vedere niente nella barriera a causa di Zanko. E poi, Zanko! Che ne è di lui?

    Vediamo, sono arrivata da sola alla torre perché Mufufu doveva combattere con l'oscurità del suo cuore e non sarebbe riuscito ad arrivare in tempo. Ma poi, eccolo! È stato magnifico!

    Poi la maledizione ha colpito. continuò Mufufu, il quale sembrava rabbrividire al pensiero. Mirai fu incuriosita nel vedere quella reazione.

    E… sono morta. finì Sanae con un sorriso.

    Lo sbigottimento generale tra i presenti tolse loro il fiato.

    Ma… tu sei qui. Che significa? domandò Hori.

    Significa che dopo sono tornata grazie all'anello che ho dato a Mufufu.

    E quando gliel'avresti dato? domandò Mirai.

    Appena prima del matrimonio di Hori.

    Effettivamente nessuno ne era al corrente e ora Mufufu si domandava da dove venisse quel gioiello azzurro.

    Comunque, è stata Gardevoir ad aver sconfitto Zanko. È stata strepitosa!

    Grazie, Mufufu.

    Ah! Quasi dimenticavo. Mio papà mi ha chiamato. disse il ragazzo.

    Per cosa non si sa, vero? domandò Romoru.

    Lo scoprirò tra poco.

    Bene, non voglio trattenerti troppo, Mufufu. disse Hori.

    Ok, ci vediamo dopo!

    Il ragazzo d'argento uscì dalla porta senza troppe cerimonie, lasciando Sanae un po' perplessa.

    Ehi, non mi aspetti?

    Oh, in realtà pensavo di tornare subito e magari vorresti sistemare un paio di cose al castello, è da un po' che manchi da qui.

    S-sì ma…

    Allora ci vediamo.

    Sì…

    Mufufu volò in direzione di Aosky, la regione a nord di Hiren, dove si trova casa sua. Sanae, oltre che perplessa, era un po' delusa. La sua aura era rimasta lucente da quando aveva sconfitto Zanko Kunmei. In quel momento, però, la sua brillantezza stava diminuendo.

    Il ragazzo d'argento arrivò in pochi minuti a casa. Dopo aver parlato con i suoi genitori del suo viaggio, si arrivò al dunque.

    Oggi t’insegnerò ad usare la Volontà del Drago. esordì suo padre.

    Davvero?

    Davvero. Devi sapere che è un potere che si risveglia raggiunti i diciassette anni.

    Già, me l'ha detto Ryugo e mi ha anche insegnato lo Sguardo Draconico.

    Allora siamo già a buon punto. commentò Sonia, la madre di Mufufu.

    Non vedo l'ora. aggiunse un'altra donna che il ragazzo riconobbe subito.

    G-Gardevoir! M-ma che..?

    Teletrasporto, e poi non ho niente da fare al castello. Ti dispiace se assisto? il suo sorrisetto fece sottintendere che sarebbe rimasta qualunque cosa avesse detto.

    Beh, io…

    Sì, per me non c'è problema. rispose il padre di Mufufu, sentendosi chiamare alla parola 'io'.

    Oh, ehm… sì, va bene. il ragazzo d'argento non volle continuare la conversazione, non c'era altro da dire.

    "Ok, passiamo alla pratica. Per

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