Il principe tradito (eLit): eLit
Di Raye Morgan
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Info su questo ebook
Monte DeAngelis, principe ereditario di Ambria, non riesce a dimenticare le uniche due notti di passione che ha vissuto con la conturbante Pellea Marallis. Il suo corpo si riaccende al pensiero di loro due teneramente abbracciati. Ma ora Monte non può permettersi distrazioni, c'è in gioco la sua vita e quella di coloro che vogliono vedere spodestati gli attuali regnanti di Ambria. Ma il principe ereditario ha un altro motivo per tenere lontano da sé Pellea, lei è la figlia dell'uomo che tanti anni prima ha tradito i suoi genitori.
Raye Morgan
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Il principe tradito (eLit) - Raye Morgan
1
Pellea Marallis passò così vicino al nascondiglio di Monte DeAngelis, principe ereditario di Ambria, che lui, pur non riuscendo a vederla, per un istante si sentì accarezzare dal suo inebriante profumo.
Quel profumo che conosceva così bene e che in un secondo gli fece passare davanti agli occhi tante immagini lontane, quasi stesse sfogliando un vecchio album di fotografie. Le luci fioche del tramonto che baciavano la figura longilinea di una splendida ragazza, avvolta in un abito bianco; le gocce d’acqua che scivolavano sulla sua pelle di seta, come fossero stati tanti piccoli preziosi diamanti. E poi baci e carezze...
Subito, tuttavia, si impose di ignorare la nostalgia che quei fulminei flash gli avevano risvegliato e si obbligò a concentrarsi solo sul presente. Non era lì per ricominciare la loro relazione. Era lì per rapirla. E questa volta non avrebbe permesso che la forte attrazione che c’era tra loro intralciasse i suoi piani.
Pellea gli passò di nuovo vicino. Stava camminando avanti e indietro per il giardino del suo alloggio personale, che si trovava in un’ala protetta e tranquilla del castello.
Lì, viveva come una principessa.
Se questo gli dava fastidio?
Sì, abbastanza. Del resto, non avrebbe potuto essere altrimenti, anche se quella non era la zona del castello in cui aveva vissuto con i propri genitori prima del colpo di stato.
Quell’ala, infatti, era stata completamente rasa al suolo durante l’incendio in cui i suoi genitori erano stati brutalmente assassinati dai Granvilli - i criminali che adesso governavano la piccola isola di Ambria - e solo da poco, venticinque anni dopo quel drammatico evento, si erano conclusi i lavori di restauro.
E questo sì che gli dava un enorme fastidio.
Detestava i Granvilli, e chi li aveva appoggiati, con tutto se stesso. Pellea, però, non c’entrava nulla con quello che era successo quella notte. Era stato suo padre a rivelarsi un traditore, non lei.
Lei stava semplicemente godendo del fatto che suo padre, Vaneck Marallis, fosse da anni il fidato consigliere dei Granvilli. Nonché l’uomo grazie a cui quegli usurpatori avevano strappato il trono ai DeAngelis.
Lui, infatti, non era tornato per vendicarsi di Pellea. Ma per farla pagare ai Granvilli e ai loro sostenitori.
Adesso si trovava nella stanza guardaroba, dove si era infilato appena era uscito dal passaggio segreto. Non aveva ancora visto Pellea. Stava aspettando il momento migliore per entrare in azione.
Doveva procedere con molta calma. Non gli era assolutamente concesso fare passi falsi. Lei era l’unica donna che fosse mai riuscita a fargli perdere completamente il controllo. Ma questa volta nulla lo avrebbe distolto dal suo obiettivo.
La sentì alzare la voce e, spiandola da una fessura, Monte si accorse che stava parlando al telefono.
«Sì. Perle ovviamente e boccioli di rosa. Così dovrebbe essere perfetto.»
Mentre la ascoltava chiuse gli occhi, come per lasciarsi cullare dal suono armonioso della sua voce. Non ricordava che avesse una voce così calda. In effetti era da molto tempo che non la sentiva. E adesso che lei era di nuovo a pochi passi da lui, si ritrovò quasi senza accorgersene a sorridere. Aveva sentito così tanto la sua mancanza.
Alt.
Che cosa gli stava succedendo? Non era il momento di fare il sentimentale. Non poteva rovinare tutto!
Si mosse allora cautamente, uscendo dal suo nascondiglio, e si nascose rapidamente dietro la colonnina, accanto alla porta finestra.
Peccato che quando finalmente la vide più da vicino, Monte sentì il cuore fermarsi.
Era bella come una statua greca, sottile come un angelo dei dipinti rinascimentali, terrena come una danzatrice di Toulouse Lautrec, possedeva classe come una diva degli anni Trenta, e infine era misteriosa come una novella Mata Hari.
Era, insomma, tutto ciò che lui cercava in una donna.
Aveva un viso dai tratti delicati, incorniciati da capelli che sembravano fili d’oro. Labbra carnose e seducenti. Perfette. Occhi scuri con uno sguardo profondo, determinato, reso ancora più attraente da un velo di tristezza.
Poteva essere un attimo prima dolce come un gattino, e un istante dopo irruente come una tigre.
Dal primo momento in cui l’aveva vista si era reso conto che era una donna speciale. E per alcuni giorni, un paio di mesi prima, era stata tutta sua.
«Non le ho dato i miei disegni?» domandò lei continuando a parlare al telefono. «Preferisco qualcosa di più tradizionale. Non troppo moderno. Non troppo sensuale. Non per questa occasione, perlomeno.»
Lui provò a immaginare di che cosa stessero parlando.
Di un abito per un ballo probabilmente? Riusciva a immaginarla mentre ballava, incantando tutti.
Chissà quando avrebbero ballato ancora insieme loro due. Forse avrebbero potuto farlo proprio lì, in quello splendido giardino. Perché no?
Era un ambiente suggestivo, fiabesco. L’ultima volta in cui era stato lì era inverno, per cui c’era un’atmosfera più grigia. Adesso, invece, in primavera, splendeva una miriade di colori.
Sì, avrebbero potuto accendere la musica e ballare in quell’angolo di paradiso, ricordando i vecchi tempi.
«Diamanti?» la sentì domandare. «No, no. Solo uno. Non sono una di quelle ragazze che amano essere coperte di gioielli.»
Quando passò vicino alla portafinestra, Pellea si voltò di scatto, come se avesse sentito la sua presenza. Ma, fortunatamente, lui si ritrasse prima che lei lo sorprendesse.
«Se non sbaglio, il velo è color avorio. Ci sono delle perle sul diadema e lungo i bordi, mi sembra quindi che possano bastare.»
Il velo? Monte aggrottò la fronte. Stava parlando del suo abito da sposa?
Stava per sposarsi?
La guardò atterrito.
Come era possibile che avesse deciso di sposarsi? Aveva già dimenticato quello che c’era stato tra loro?
Non poteva sposarsi. Non glielo avrebbe permesso!
Poi, in un momento di lucidità, Monte si rese conto che non era lì per farle una scenata di gelosia, ma per un motivo molto più importante.
Vendicarsi di chi aveva sterminato la famiglia reale dei DeAngelis.
Una specie di gong lo fece sobbalzare. Era una novità. Qualche mese prima c’era un batacchio di ottone per bussare alla porta.
A quanto pareva erano cambiate tante cose dall’ultima volta in cui era stato lì.
Pellea, per esempio, stava per sposarsi.
Che assurdità!
Era una fortuna che fosse arrivato prima che fosse troppo tardi.
Pellea aveva appena terminato la conversazione telefonica con il suo stilista, quando sentì il nuovo gong che annunciava che qualcuno era venuto a farle visita.
Prese un profondo respiro.
Non era in vena di ricevere visite. Soprattutto perché già sapeva chi era l’ospite in questione. Il suo futuro sposo.
«Entra.»
Qualche attimo più tardi, infatti, la raggiunse in cortile un giovane alto, con i capelli cortissimi e un fisico atletico. Era sicuramente un tipo attraente, ma lo sarebbe stato molto di più se non avesse avuto sempre stampato sul volto quel risolino sarcastico, tipico di una persona che si riteneva un essere superiore.
Leonardo Granvilli era il figlio maggiore di George Granvilli, il leader dei ribelli che avevano spodestato la famiglia DeAngelis venticinque anni prima, assumendo il controllo di Ambria.
«Mia cara, sei radiosa proprio come questa splendida giornata di primavera.»
«Leonardo, per favore, non ti sforzare di essere gentile con me» reagì lei con tono freddo. «Ci conosciamo da quando eravamo bambini e mi sembra del tutto inutile che tu faccia il galante.»
«Pellea, perché non puoi essere come tutte le altre donne e limitarti ad accettare il mio complimento per quello che è? Pura formalità. Un modo per superare i momenti di imbarazzo. Un po’ di zucchero per indorare la pillola.»
Pellea scoppiò a ridere, ma la sua risata si trasformò subito in un sorrisino ironico. «La prego, mio nobile e gentile cavaliere, può dirmi che cosa la porta nei miei appartamenti?»
«Così ti preferisco.»
Lei gli fece un inchino.
«Lo vedi? Dopotutto il nostro matrimonio potrebbe anche funzionare.»
Ora Pellea lo fulminò, ma lui fece finta di niente.
«Ci sono delle novità. Forse dovremo posticipare il nostro matrimonio.»
«Perché?» Involontariamente Pellea si portò le mani sul ventre, ma appena se ne accorse, le tolse subito. «Per quale ragione?» ripeté con tono più calmo.
«Quello stupido vecchio, l’ultimo duca del clan De-Angelis, finalmente è morto. Questo però significa che ci potrebbero essere delle sommosse tra gli espatriati di Ambria, che ora dovranno trovare un nuovo leader. Dobbiamo quindi essere pronti ad affrontare la situazione.»
«Ti aspetti qualcosa di preciso?»
«No. Tanto rumore e le solite minacce, che possiamo tranquillamente fronteggiare.»
«D’accordo. E allora per quale motivo dovremmo posticipare il matrimonio? Non sarebbe meglio, al contrario, anticiparlo?»
«Senti, senti, la mia fidanzata non vede l’ora di sposarmi» la provocò lui, giocherellando con un suo ricciolo.
Pellea si allontanò di scatto. «Se va fatto, tanto vale togliersi il pensiero il prima possibile, no?»
«Non ti innervosire, mia cara. Posso sapere come mai hai tutta questa fretta?»
«Te l’ho già detto, voglio togliermi il pensiero.»
«Capisco. È per via dello stato di salute di tuo padre, giusto?» Si strinse tra le spalle. «Parlerò con mio padre e vedrò che cosa si può fare.» Le sorrise. «Se penso che dopo tutto questo tempo, e dopo tanti no, finalmente sposerò la donna dei miei sogni.» Prese un profondo respiro. «Non mi sembra vero.»
«Già, non dirlo a me. Sai, Leonardo, a volte penso che sarebbe molto meglio se tu trovassi una ragazza da amare.»
«Di che cosa stai parlando? Sai che io ho sempre voluto soltanto te.»
«Parlo di vero amore. Non di ossessione.»
«Ognuno ha quello che si merita.»
Lei gli rispose con uno sconsolato sospiro.
Seguendo la scena, Monte sentì montare un irrefrenabile desiderio di saltare addosso a Leonardo per strangolarlo con le sue stesse mani. Tuttavia rimase immobile. I suoi muscoli erano come pietrificati. Solo la sua mente e le sue emozioni erano vive.
Il risentimento.
L’odio.
Verso Leonardo. Verso suo padre. Verso la sua intera famiglia.
Avrebbe voluto ucciderlo in quel preciso istante. Purtroppo però doveva aspettare, perché non era ancora arrivato il momento giusto per passare all’attacco.
Doveva avere un po’ di pazienza, e poi avrebbe potuto finalmente assaporare la vendetta.
Quanto a Pellea, non avrebbe mai immaginato che, rivedendola, si sarebbe sentito ancora così attratto da lei. Non desiderava altro che stringerla a sé e sentire il calore delle sue labbra.
In realtà, sapeva perfettamente che tra loro c’era stata solo