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Cronache del Gruppo ESP
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E-book202 pagine2 ore

Cronache del Gruppo ESP

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Info su questo ebook

Il gruppo ESP ritorna sulla scena, ma questa volta per compiere un'opera di bene. Riusciranno i nostri eroi a salvare una giovane ragazza indifesa dalle grinfie di una spietata setta satanica? Un'insolita alleanza con un esorcista inviato dal Vaticano e una strega redenta li sosterrà nella loro rischiosissima missione.
LinguaItaliano
Data di uscita31 ott 2016
ISBN9788822860859
Cronache del Gruppo ESP

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    Anteprima del libro

    Cronache del Gruppo ESP - Stephen Jack Farlock

    https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tambour_-_Himalaya.jpg

    Il Ritorno del Gruppo ESP

    Steve aprì gli occhi infastidito, mentre la stanza si riempiva delle note della Cavalcata delle Valchirie. Aveva programmato quel brano per la mattina precedente, per predisporsi psicologicamente alla riunione mensile della sua azienda, durante la quale aveva dovuto affrontare quegli squali dei soci di maggioranza. Quel giorno invece la ditta era chiusa e Steve avrebbe potuto dormire un po' più a lungo, se solo non avesse dimenticato la sveglia inserita. Rimase a letto per una buona mezz'ora e poi decise di alzarsi dato che non riusciva più a riaddormentarsi. Si tolse il pigiama, si trascinò sotto la doccia e, appena ebbe finito di insaponarsi, sentì il suono del campanello. Si risciacquò alla bell'e meglio, indossò un accappatoio e andò ad aprire. Il videocitofono era ancora guasto e per precauzione afferrò una mazza da baseball, che la sera prima aveva appoggiato vicino alla porta d'ingresso. Sulla soglia apparve un postino che lo scrutò con un misto di meraviglia e di preoccupazione.

    << Se può servire a tranquillizzarla >> disse guardandolo con apprensione << le dico subito che io la mancia non la chiedo mai. >>

    << Ah, è per la mazza? Scusi sa, ma alcuni giorni fa ho subito un'aggressione e da allora sono estremamente prudente. >>

    << È arrivato un DTS per lei. >>

    << Un DTS? >>

    << Sì, un Documento Telematico Stampato. Una volta si chiamava telegramma. >>

    << Un telegramma? >> ripeté Steve. << Non pensavo che esistessero ancora. >>

    << Esistono perché a volte si può bloccare il sistema di posta elettronica certificata, e anche per quelle quattro o cinque persone al mondo, come lei, che ne sono ancora sprovviste. >>

    << Ah sì, è vero. Il fatto è che ricevo talmente poche e-mail ... >> disse Steve porgendo la mazza da baseball al postino per poter firmare la ricevuta digitale.

    << Sono dieci nuovi dollari, >> disse il postino << cinque per il telegramma e cinque di multa per non essersi ancora messo in regola con il sistema di posta elettronica. Lo sa che sono due anni che è obbligatorio? >>

    << Sì, lo so, lo so >> rispose Steve dando un'occhiata al mittente. << Carl! Carl Booter! Ma come avrà fatto a trovarmi? Probabilmente ha chiamato in ditta e gli hanno dato il mio indirizzo. >>

    << Ma oggi la ditta non è chiusa? >>

    << Sì, ma non penso che lo sapesse. Carl è di Providence e lì oggi non è festa. Comunque qualcuno in ditta c'è sempre. Probabilmente gli avrà risposto il guardiano. >>

    << E il guardiano ha il suo indirizzo di casa? >>

    << Certo, è mio cugino. Ma a lei cosa interessa? >>

    << Niente, niente, era tanto per fare due chiacchiere >> rispose il postino.

    Steve pagò il dovuto, estraendo il denaro dal suo nascondiglio segreto, ovvero dal finto vaso da fiori sulla mensola vicino alla porta, richiuse la porta sgarbatamente in faccia al postino e aprì subito il plico. Solo molto tempo dopo avrebbe realizzato che il postino si era portato via la sua mazza da baseball. Infatti la brutta notizia che gli comunicava Carl lo aveva messo di pessimo umore e aveva fatto passare tutto il resto in secondo piano. Il loro vecchio amico Ronald Greenberg era morto.

    Il giorno seguente Steve prese un volo per New York e a metà pomeriggio raggiunse il luogo della cerimonia. Riconobbe immediatamente Norton, che dopo tutti quegli anni non aveva quasi cambiato aspetto. Aveva infatti mantenuto la sua capigliatura folta, molto ben pettinata, anche se ora tutti i capelli erano di un bianco candido. Notò che aveva sempre un aspetto piuttosto giovanile e un fisico del tutto invidiabile, per un uomo di oltre settant'anni d'età. Stentò invece a riconoscere Carl, ma solo perché non si aspettava di vederlo con i capelli corti, che conferivano al suo viso, dalle larghe mascelle, un aspetto particolarmente buffo. Infatti gli ricordava il pupazzo di una nota pubblicità di biscotti. Anche Carl sembrava in perfetta forma, cosa che del resto sia Steve che Norton si aspettavano, dato che conoscevano le sue abitudini salutiste.

    La cerimonia fu breve, ma molto commovente. Una grande folla era arrivata sul luogo delle esequie, in gran parte costituita dai dipendenti e dai residenti dell'ospizio in cui Ronald Greenberg, detto Green, aveva trascorso i suoi ultimi anni. Il gruppo dei parenti invece era molto più esiguo e comprendeva solamente la figlia e i tre nipoti venuti appositamente dall'Europa. Dopo la cerimonia Carl propose a Norton e a Steve di raggiungerlo nella sua abitazione per una cena frugale.

    << Temo che frugale sia la parola giusta >> disse Norton. << Sei sempre vegetariano, vero? >>

    << Sì, ovviamente. >>

    << Ti ringrazio Carl, >> disse Steve << ma domani mattina presto devo rientrare a Denver per affari, quindi non ce la faccio ad arrivare fino a Providence. >>

    << A parte il fatto che Providence è a mezz'ora di aereo, e quindi questa è una scusa bella e buona, da diversi anni io abito qui a New York. >>

    << Ma quale scusa! Ero convinto che stessi ancora nel Rhode Island. >>

    << No, là ci abita ancora mia madre. >>

    << E come sta? >> chiese Steve. << Deve averne di anni! >>

    << Ottantadue, >> rispose Carl << ma sta abbastanza bene. Pensa che alla sua tenera età lavora ancora! >>

    << Se non ricordo male era la più grande pranoterapeuta di tutto il New England >> disse Steve.

    << Sì, dopo di me, naturalmente. >>

    << E tuo padre? >> chiese Norton.

    << Mio padre è mancato. >>

    << Mi dispiace, >> disse Norton << non lo sapevo. >>

    << Neanch'io >> aggiunse Steve.

    << In un incidente d'auto quando avevo dieci anni. >>

    << Ah! >> rispose Steve evidentemente imbarazzato. << Be', in effetti non parlavamo mai dei nostri fatti personali, all'epoca del gruppo ESP. >>

    << Eravamo troppo impegnati a tentare di conquistare il mondo >> aggiunse Norton con una punta di malinconia.

    << Va be', bando ai ricordi >> disse Carl accompagnando i due amici presso la sua automobile.

    La zuppa di cereali preparata da Carl era molto migliore di quanto avessero previsto e Steve ne prese una seconda porzione. Nessuno dei tre aveva molta voglia di parlare, per cui cenarono quasi completamente in silenzio, a parte una breve considerazione di Carl sulla condizione di sovrappeso di Steve, immediatamente seguita da una rapida prescrizione di una dieta, che Steve ripose con finta cura nel suo portafogli, consapevole che non l'avrebbe mai seguita. Alla fine della cena Carl iniziò a sparecchiare e Norton propose un ultimo brindisi alla memoria del povero Green.

    << Be', proprio povero non direi ... >> disse Steve. << Insomma … arrivare a 104 anni in piena forma. Io ci metterei la firma. >>

    << Già, Steve ha ragione >> disse Carl. << Dovremmo ricordarlo sempre con un sorriso, non con una lacrima. >>

    << Non sapevo che fossi diventato un poeta >> rispose Steve, sinceramente commosso.

    << Sapete come è mancato? Gli è venuto un infarto mentre stava facendo l'amore con la sua nuova fidanzata. Glielo avevo detto io di non mettersi con una di trent'anni più giovane! >>

    << Trent'anni più giovane, vuol dire, se non sbaglio, settantaquattro anni >> disse Norton. << Quasi un'adolescente! >>

    << Un momento, Carl >> disse Steve. << Come fai a sapere tutte queste cose su Green? >>

    << Come sarebbe a dire? Ma se ero il suo medico curante! >>

    << Ah. Non me lo avevi mai detto. >>

    << Tante altre cose non ti ho mai detto, anche perché sono almeno trent'anni che non ci vediamo. >>

    << Sì, effettivamente ... >>

    << Io e Green invece siamo sempre rimasti in contatto. Mi ha scelto come suo medico di fiducia sia perché ho contribuito insieme a voi a guarirlo dal suo diabete ... >>

    << Sì, certo, mi ricordo. >>

    << Sia perché, ovviamente, sono un medico e, dato che eravamo amici, lo curavo gratis. Grazie all'unione della medicina classica con l'agopuntura, un po' di pranoterapia e anche qualche nozione di erboristeria, sono riuscito a mantenerlo in forma perfetta praticamente fino al suo ultimo giorno di vita. >>

    << Certo che Carl è tanto antipatico e indisponente come persona quanto è bravo come medico! >> disse Norton ammirato.

    << Non sono del tutto sicuro che tu mi abbia appena fatto un complimento >> rispose Carl un po' sconcertato. << In verità devo ammettere che non tutti i miei pazienti godono di una buona salute come quella che aveva il buon Green. Sicuramente gli deve avere giovato la mela degli elfi, che ha riportato indietro la sua età biologica di quasi vent'anni e anche la sua forte costituzione, ma soprattutto le cure che gli abbiamo prestato tutti insieme, quando Steve aveva ancora i suoi poteri. >>

    << Ti prego, non parlare di me al passato >> rispose Steve. << C'è qualcosa però che non vi ho ancora detto. Recentemente qualche mio antico potere ha tentato di risvegliarsi, in seguito a un'esperienza traumatica. >>

    << Davvero? >> chiese Carl.

    << Sì, ma è solo il pallido riflesso dei poteri che avevo allora. Ecco tutto quello che riesco a fare >> disse alzandosi in piedi e stendendo una mano sopra un foglio presente sul ripiano di una piccola credenza.

    Immediatamente il foglio si sollevò aderendo al palmo della mano. Quindi Steve fece un movimento brusco e il foglio si incendiò trasformandosi in cenere sotto lo sguardo attonito di Norton e di Carl.

    << Ecco, >> disse Steve << questo è il massimo che ora riesco a fare. >>

    << A me sembra anche troppo >> disse Carl.

    << In che senso? >>

    << Hai appena incenerito il mio diploma originale di agopuntore. >>

    << Scusa, credevo che fosse un foglio di carta senza importanza. >>

    << Non hai notato che si trattava di carta pergamena? >>

    << No, non ci ho fatto caso. Ma tu lasci in giro documenti così preziosi? >>

    << Sì, perché domani mattina contavo di appenderlo nel mio nuovo studio. Ora dovrò richiedere un duplicato e ci vorranno almeno due mesi. >>

    << Hai accennato a un'esperienza traumatica >> disse Norton. << Ci puoi dire che cosa ti è successo? >>

    << Pochi giorni fa, nel cuore della notte, mi sono svegliato improvvisamente e mi sono trovato seduto per terra nel salone di casa, con le mani legate dietro alla schiena, mentre uno strano tipo con un cappuccio nero mi faceva un sacco di domande. >>

    << Che domande? >>

    << Non so … non riesco a ricordare esattamente. Mi avevano drogato, come avevo subito intuito e come venne poi confermato dall'esame tossicologico. Ricordo solo che c'entrava la mia famiglia, o almeno i miei figli. >>

    << E la tua famiglia era stata presa in ostaggio? >> chiese Norton.

    << No, da alcuni mesi vivo da solo. Sono in attesa di divorzio. >>

    << Benvenuto nel club >> disse Norton amaramente.

    << A un certo punto un altro uomo incappucciato ha estratto una specie di bacchetta, probabilmente un nuovo tipo di pistola, e me l'ha puntata sul viso. Io ho improvvisamente capito cosa stava succedendo e ho urlato con tutto il fiato che avevo in gola. La paura mista all'effetto della droga deve avere risvegliato qualche mio potere latente, perché tutti gli oggetti di vetro dell'ingresso sono improvvisamente esplosi e il lampadario è caduto addosso a uno dei due uomini, mentre l'altro veniva ferito dalle schegge della specchiera. Altri due, o forse tre, incappucciati si sono precipitati nel salone e hanno trascinato fuori i loro compagni feriti. Poi ricordo che uno di questi è ritornato indietro e dalla porta mi ha scaricato addosso una sventagliata di mitra e poi è fuggito. Io mi sono gettato di lato con gli occhi chiusi e sono rimasto miracolosamente illeso. >>

    << Miracolosamente? >> chiese Carl, fortemente dubbioso.

    << Questo è quello che ha detto la polizia dopo i rilievi, ma io ho l'impressione di essere riuscito a creare uno scudo protettivo intorno alla mia persona. Tuttavia ho dei ricordi molto confusi. Poi ho tentato di liberarmi ricorrendo alla magia, ma invano. È stata la polizia a trovarmi, avvertita da qualcuno che deve aver sentito il rumore degli spari. >>

    << Rumore, dici? >> chiese Carl. << Quindi usavano vecchie armi? >>

    << No, forse no... Allora probabilmente hanno sentito il rumore dei vetri che si spaccavano. Non ricordo molto bene. >>

    << E cosa ti ha detto la polizia? >>

    << Sono convinti che si trattasse di un tentativo di rapina, dato che hanno trovato la cassaforte aperta, ma io credo che invece quei delinquenti volessero da me delle informazioni, anche se non riesco a ricordare cosa mi hanno chiesto. >>

    << Per questo ti posso aiutare io, se vuoi >> disse Norton.

    << E come? Ah già, scusa. I tuoi poteri ipnotici. Non ci pensavo più. >>

    << Cosa hanno sottratto dalla cassaforte? >> chiese Carl.

    << Niente. Era vuota, anche se la polizia non ci ha creduto. >>

    << Effettivamente non ci avrei creduto nemmeno io. Cosa te ne fai di una cassaforte se poi non la riempi? >>

    << Non l'ho comperata. Faceva parte degli accessori della casa che ho affittato quando mia moglie mi ha caccia … cioè quando ho deciso di trasferirmi. >>

    << Certo che è una strana vicenda, e anche piuttosto inquietante >> disse Carl raccogliendo i bicchieri vuoti in un vassoio. << Io se fossi in te prenderei delle serie precauzioni. >>

    In quell'istante si udì il suono del campanello.

    << Aspettavi qualcuno? >> chiese Steve.

    << No, non mi pare. Vai pure tu ad aprire, che io ho le mani occupate >> rispose Carl che stava finendo di rimuovere i bicchieri dalla tavola.

    Steve aprì la porta e si trovò di fronte una ragazza, di circa trent'anni, dagli occhi grigi e i capelli corvini. La carnagione chiara e uno strano accento indicava la sua provenienza dal Nord Europa.

    << Buonasera >> disse la ragazza. << Non mi invita a entrare? >> e intanto senza attendere risposta aveva già varcato la soglia dirigendosi verso il soggiorno.

    << Vedo che ci siete tutti >> disse.

    << Sì, ma lei non ci ha ancora detto chi è e che cosa vuole da noi >> disse Steve.

    << È possibile che non vi ricordiate di me? Sono Wendy Trevor. >>

    << Effettivamente il suo nome non mi è nuovo >> disse Norton.

    << Già, neanche a me, e neanche la sua fisionomia >> aggiunse Carl.

    << Piacere, Steve X >> disse Steve porgendole la mano, che la ragazza però rifiutò di stringere.

    << So perfettamente chi è lei, signor X. E anche chi sono i suoi amici. Dottor Keller, dottor Booter ... Non vi ricordate proprio nulla? Trent'anni fa, circa ... >>

    << Ma come può pretendere che ci ricordiamo di lei? >> interruppe Carl. << Cerchi di ragionare. Trent'anni fa doveva essere una bambina e anche molto piccola. >>

    << Non direi proprio

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