Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Attacco al Testimone
Attacco al Testimone
Attacco al Testimone
E-book473 pagine6 ore

Attacco al Testimone

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Quando l’esperto avvocato Scott Winslow accetta di difendere Kevin Walters, dirigente di un’azienda energetica licenziato per aver denunciato degli illeciti, scatena una serie di eventi che gli cambieranno la vita.


Scott fa causa all’azienda, sostenendo che il suo cliente sia stato licenziato per aver denunciato delle condizioni di lavoro irregolari che mettevano a rischio la sicurezza dei lavoratori nelle miniere. Durante le indagini, però, Scott e i suoi collaboratori scoprono ricatti, verbali ritoccati e occultamenti da parte dell’azienda.


Kevin viene persino minacciato da qualcuno che vuole che il caso venga archiviato a qualsiasi costo. Quando anche Scott e la sua famiglia vengono presi di mira, si rendono conto che l’unica via d’uscita consiste nel trovare le prove necessarie per assicurare i responsabili alla giustizia.

LinguaItaliano
Data di uscita7 nov 2023
ISBN9798890080318
Attacco al Testimone

Correlato a Attacco al Testimone

Ebook correlati

Thriller per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Attacco al Testimone

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Attacco al Testimone - David P. Warren

    UNO

    16 dicembre 2015

    Il mio nome è Scott Phillip Winslow. Vivo a Thousand Oaks, California, in una delle tante zone di periferia della grande area di Los Angeles, con la mia bellissima moglie, Lisa, e i nostri due splendidi figli. Sono socio di un piccolo studio legale, Simmons & Winslow, che si occupa prevalentemente di diritto del lavoro. La mia vita era praticamente perfetta, fino al giorno in cui il mio mondo fu travolto da uno tsunami.

    La catena di eventi che avrebbero cambiato tutto ebbe inizio un sabato mattina, nove giorni prima di Natale. Ero pericolosamente appollaiato sulla stessa scaletta traballante che mi ripromettevo di sostituire ormai da tre anni. Mi ero arrampicato fin sull’ultimo gradino, su cui era chiaramente indicato ‘non salire’, nel tentativo di fissare una fila di lucine natalizie alla nostra casa di periferia. Stavo sudando, anche se fuori c’erano solo 18°C. E questo perché, com’era purtroppo mia abitudine, stavo lavorando troppo in fretta e troppo duramente in quello che avrebbe dovuto essere un rilassante sabato mattina.

    Per la verità, i bambini mi stavano chiedendo di mettere le lucine natalizie dal giorno del Ringraziamento. Mi sentivo in colpa per averci messo tanto. Dovete sapere che mia figlia Katy è una forza della natura. Ha solo cinque anni, ma è così matura che sembra averne trentacinque. Ha dei grandi occhi blu e porta i capelli biondi e ondulati lunghi sino alle spalle, su cui sembra reggere il peso del mondo. Non esiste argomento per il quale Katy non abbia una sua opinione. Sa come dovrebbero essere tutte le cose, e controlla personalmente che tutto vada come deve andare.

    Quella mattina, mia figlia aveva tenuto un’arringa talmente convincente sulla necessità di esporre le lucine che non avevo più potuto temporeggiare. Suo fratello maggiore, Joey, l’aveva spalleggiata, mentre mia moglie, Lisa, tentava a stento di trattenere una risata.

    Tutto era cominciato a colazione, quando i miei piani di tornare in ufficio erano stati distrutti da Katy, che sedeva a tavola con l’espressione triste di una bimba a cui era appena morto il criceto. Non parlava e giocherellava con i pancake che aveva nel piatto, senza mangiarne neanche un boccone. Lisa ed io ci scambiammo uno sguardo perplesso, poi la incitammo a dirci cosa avesse.

    Katy si asciugò una lacrima solitaria, quindi bisbigliò: Sarà il primo anno in cui Babbo Natale non verrà da noi!

    Cosa? chiese Lisa, incredula. Perché pensi questo? Babbo Natale verrà di sicuro.

    Katy scosse la testa con movimenti ampi e lenti, per nulla convinta. Non ci sono le lucine, disse. Mi sentii morire. Poi, corrugò la fronte e continuò: Come fa ad atterrare con la slitta se non ci sono le luci? Tornare in ufficio sarebbe stato davvero difficile, quel giorno.

    Certe volte odio il fatto che sia così precoce.

    Se non c’è una pista illuminata per le renne, non ci saranno regali la mattina di Natale. Nessuno mangerà i biscotti né berrà il latte che lasciamo vicino al camino la sera della vigilia, disse, puntandosi drammaticamente un dito al cuore. Poi, mi guardò negli occhi e disse: "Papino, lo so che sei molto occupato a fare l’avocado, ma bisogna mettere le luci sulla casa prima del Mago di Oz, lunedì. È a quel punto che Natale inizia davvero."

    Le stagioni misurate tramite gli eventi TV, pensai tra me e me, chiedendomi cosa avrei potuto fare per evitare che mia figlia mi estorcesse l’inevitabile promessa di mettere le lucine immediatamente. Un avocado, per quelli che non fanno parte della famiglia, è un avvocato. È adorabile e al contempo ridicolo, ma tutti coloro che sentono Katy definirmi così le chiedono di ripeterlo, sogghignando.

    Joey si appoggiò allo schienale con un’espressione che lasciava intendere che era pronto a intervenire, poi disse semplicemente: Sì.

    Sì? chiesi. Sì, cosa?

    Ha ragione, insistette, come fanno tutti i bambini di sette anni.

    Dici? chiesi.

    Certo. Non puoi mancare di rispetto a Babbo Natale e poi aspettarti che ci porti tutto ciò che vogliamo. I capelli corvini che Joey aveva preso da non so chi sparavano in tutte le direzioni, e alcune delle ciocche più lunghe gli ricadevano sulla fronte, coprendogli l’occhio destro. Finché non l’avessimo obbligato a pettinarsi, dopo colazione, i suoi capelli sarebbero stati un disastro. Sedeva comodo sulla sedia, come un uomo che ha tutte le risposte, e aspettava che la sua perla di saggezza fosse digerita dai suoi genitori.

    Mancare di rispetto a Babbo Natale? chiesi.

    Certo! Joey rispose con convinzione. Lui sa tutto, quindi non puoi prenderlo per i fondelli.

    A questa uscita del fratello maggiore, Katy annuì, fornendo il suo supporto. La perspicacia di suo fratello la impressionava sempre. Guardai Lisa, in cerca di aiuto, ma mia moglie era impegnata a soffocare una risata, godendosi in silenzio lo spettacolo di suo marito che nuotava contro corrente.

    Guardai Joey, corrugando la fronte. Prenderlo per i fondelli? Chi ti ha insegnato a parlare così? Fece spallucce, non aveva tempo da perdere con domande stupide.

    Guardai Joey, e poi Katy. Ok, voi due, metterò le lucine, sbottai, arrendendomi a questa cospirazione estemporanea.

    Joey annuì, soddisfatto, e Katy si illuminò. Grazie, papino, disse, e mi soffiò un bacio. Rifletté un momento, poi chiese: Quando?

    Una volta che ti avevano messo con le spalle al muro, non mostravano alcuna pietà. Subito, dissi, capitolando. L’espressione di Katy e la logica di Joey non mi lasciavano scelta. Guardai Lisa e i suoi occhi blu che brillavano dal divertimento. Dopo dieci anni di matrimonio, l’ultima parte dei quali con due bambini sempre a portata d’orecchio, avevamo sviluppato una forma di comunicazione non verbale degna di quella dei delfini. Sapeva benissimo che il mio tallone d’Achille sono i bambini e tutto ciò che è importante per loro. Le sorrisi, confermando il mio imbarazzo, ma fui subito distratto da quanto era bella. Quegli splendidi occhi blu, che aveva passato a entrambi i nostri figli, mi attiravano ogni volta che la guardavo. I suoi capelli biondi, lunghi fino alle spalle, e il naso leggermente all’insù le davano un’aria elegante e aristocratica, e i suoi modi pratici e accomodanti mi aiutavano a mantenere la calma nei momenti di crisi. Essendo stato preso in trappola, e non vedendo via d’uscita, abbandonai l’idea di andare in ufficio e mi arresi a dedicarmi subito alle lucine natalizie, apportando il mio contributo alla crisi energetica.

    Mi alzai da tavola e sussurrai a Lisa: Sono felice che tu ti sia divertita invece di venire in mio soccorso! Ci provi gusto a vedermi sulle spine?

    Mi mise le braccia al collo e mi diede un bacio, poi sorrise ironica, e disse: Già che ci sei, potresti costruire anche una torre di controllo, così Babbo Natale potrà chiedere l’autorizzazione all’atterraggio.

    Spiritosa! dissi. Mi avviai verso il garage, poi mi voltai e aggiunsi: Con te faccio i conti dopo.

    Ottimo, me lo segno in agenda, disse, poi andò ad aiutare Katy che non trovava le scarpe.

    Andai in garage, pensando che se avessi fatto in fretta avrei potuto andare in ufficio un paio d’ore a finire le istruzioni per la giuria e la mia memoria per il processo per molestie sessuali che sarebbe cominciato di lì a due settimane. Mi chiesi come avrei spiegato il caso a Katy, se me l’avesse chiesto. Ero certo che l’avrebbe fatto, lo faceva sempre. Stavolta, però, non avrei potuto parlarle del manager di una grande azienda che aveva passato due anni a tempestare la sua segretaria di domande sulla sua vita sessuale e le sue posizioni preferite, allungando le mani e sfregandosi contro di lei ogni volta che si abbassava per archiviare un documento. Dovevo trovare una versione più adatta degli eventi.

    Posizionare le luci si rivelò frustrante, come sempre. Lampadine bruciate, fusibili saltati e ganci che si staccavano dal cornicione appena li sfioravo. Ecco come era andata la mia mattinata.

    Improvvisamente, Bernie Jacobs, mio amico e vicino di casa, apparve in fondo alla scala e sollevò lo sguardo su di me, con un ghigno. Sembra che sia un lavoro difficile, disse con aria divertita. Lo sai, se ti convertissi, non dovresti fare tanta fatica. Praticamente tutta la via è abitata da ebrei. Solo voi e i McFaddens opponete ancora resistenza.

    Corrugai la fronte e dissi: Può darsi, ma una volta finito qui non mi resta altro da fare per preparare un unico grande giorno. Se dovessi fare tutto quello che fai tu tutto l’anno non riuscirei mai a tenere il ritmo.

    Non preoccuparti, disse. Katy ti farebbe uno schemino.

    Non potei fare a meno di ridacchiare. La conosceva bene. Hai ragione, lo farebbe, risposi. Con dodici colori e le note a piè di pagina. Indicai un punto a terra, sotto la scala. Mi passi quel martello, per favore? chiesi.

    Bernie mi passò il martello, poi disse: Non dimenticare che tu e Lisa siete invitati da noi per cena, stasera.

    Presi il martello e picchiai un chiodo sporgente, ma quello si piegò e cadde a terra. Shhh! sbottai, guardando l’erba che aveva inghiottito il chiodo.

    Eloquente, signor avvocato, borbottò Bernie. Molto articolato.

    Stai zitto e vai a preparare il barbecue. E non dimenticare i cocktail. Arriveremo verso le sei. Presumo che sarò affamato e assetato ora di allora.

    Ok, ci penso io. Lo accenderò per tempo e farò cuocere la tua bistecca finché sarà una suola di scarpa, proprio come piace a te. Ridacchiai e guardai Bernie.

    La sua espressione si era fatta più solenne. In realtà, disse, ero venuto per un altro motivo.

    Vuoi scusarti per quattro anni di pessime battute e insulti, vero?

    Questo pensiero non mi ha mai nemmeno sfiorato, disse, pensoso. Ma, adesso che mi ci fai pensare… fece una pausa, poi aggiunse: No! con una smorfia divertita.

    Allora, di che si tratta? chiesi, impaziente.

    Un mio buon amico è venuto a trovarmi, stamattina. Si chiama Kevin Walters, e ha dei grossi problemi, del genere di cui ti occupi tu.

    Guardai Bernie. Non c’era traccia di sarcasmo nella sua espressione. Scesi dalla scala, per agevolare la conversazione. E ha bisogno di parlarmi proprio stamattina?

    Sì, se hai un attimo di tempo. Fece una pausa, quindi aggiunse: É importante.

    Annuii. Cosa gli è successo? chiesi, avviando una conversazione per la quale mi mancava il tempo.

    Kevin è vicepresidente dalla Consolidated Energy, o almeno lo era. Giovedì, il presidente della società lo ha licenziato.

    Per quale motivo? chiesi, dimentico di cosa stessi facendo e coinvolto dal discorso, per deformazione professionale.

    A causa delle sue prestazioni professionali, questo è ciò che gli è stato detto.

    Immagino che lui non condivida, vero? pensai brevemente alla mia agenda, piena di appuntamenti, poi dissi: Magari potrei incontrarlo un giorno della prossima settimana.

    Qualcosa attirò l’attenzione di Bernie. Guardava oltre la mia spalla, verso casa sua. È qui, adesso, disse Bernie, facendo cenno a qualcuno di raggiungerci.

    La mia immediata reazione fu un Oh, merda, che naturalmente non dissi a voce alta, al pensiero di un altro impegno da aggiungere alle cose che dovevo fare quella mattina. Mi voltai e vidi un uomo alto e magro di circa sessant’anni che veniva verso di noi. Indossava degli occhiali con la montatura di metallo e i suoi folti capelli bianchi erano ben pettinati. Ai lati degli occhi aveva delle piccole rughe a zampa di gallina, i lineamenti erano aguzzi e l’espressione molto seria.

    Walters ci raggiunse sul prato e si presentò con voce profonda. Mi dispiace disturbarla, Sig. Winslow. So che è molto occupato e che oggi non è una giornata lavorativa.

    Non importa, dissi, anche se non lo pensavo davvero. Perché non entriamo a parlare nel mio studio?

    Walters annuì. Certo, se non è un disturbo.

    Bernie disse: Vi lascio soli.

    Walters gli diede la mano. Grazie, sei davvero un buon amico, Bernie.

    Bernie gli fece un cenno di saluto e si voltò per tornare a casa. Noi ci vediamo dopo, mi disse, senza voltarsi.

    Annuì e feci entrare Walters. Lo presentai a Lisa, che gli diede il benvenuto con un caldo sorriso e gli offrì un caffè, che lui rifiutò. Mentre ci dirigevamo verso il mio studio, Lisa ci chiese di farle sapere se ci serviva qualcosa.

    La mia scrivania di noce era posizionata nell’angolo più lontano della stanza, mentre due poltrone separate da un tavolino con sopra una lampada si trovavano di fronte al caminetto in mattoni rossi sulla parete più vicina alla porta. A volte la sera, dopo aver messo a letto i bambini, tra una richiesta e l’altra – Mi porti un bicchiere d’acqua? Sono appena andata in bagno, mi rimbocchi di nuovo le coperte? Ho fatto un brutto sogno, vieni a consolarmi? - Lisa ed io ci sedevamo a leggere accanto al fuoco, godendoci la reciproca compagnia.

    Chiusi la porta e accennai alla poltrona più vicina. Presi un blocco per gli appunti dalla scrivania e mi sedetti sull’altra poltrona. Come posso aiutarla, Kevin?

    Non so se potrà aiutarmi. Forse nessuno può farlo. Fece un profondo respiro, poi disse: Ho lavorato per la Consolidated per ventisette anni. Come saprà, è una grande multinazionale. Negli ultimi sette anni sono stato vicepresidente e rispondevo direttamente al Presidente e Amministratore Delegato, Michael Constantine. Negli anni precedenti, sono stato vicepresidente regionale per gli Stati Uniti Centrali. Durante la mia carriera sono stato promosso sette volte, ed è tutto facilmente verificabile.

    Fece una pausa, ed ebbi l’impressione che stesse cercando di trattenere l’emozione. Comunque, giovedì scorso Constatine mi ha convocato. Non l’avevo mai visto così agitato. Mi ha detto che le cose non andavano bene, e che avrei dovuto lasciare l’azienda. Ho capito subito che era a causa dei miei reclami sulle condizioni della miniera - che tra l’altro erano rimasti inascoltati - ma una parte di me non riusciva a crederci. Mike ed io abbiamo lavorato fianco a fianco per molti anni e non avrei mai pensato…

    Lasciò la frase in sospeso, poi riprese a parlare. Gli ho detto che le condizioni di lavoro mettevano a rischio la vita dei lavoratori e che il denaro non poteva giustificare la mancata protezione dei dipendenti. Non dimenticherò mai la rabbia che ho visto nei suoi occhi. Ha detto che non sapeva di cosa stessi parlando e che la società aveva solo bisogno di… quali erano le parole esatte? Ah, sì! ‘un cambiamento nel team che si occupa delle politiche’. L’ho guardato negli occhi e ho visto un lampo di collera, prima che distogliesse lo sguardo. Siamo rimasti lì, in imbarazzante silenzio, per qualche minuto, mentre cercavo di mettere insieme i pezzi. Poi gli ho detto che non potevo credere che mi stesse facendo questo dopo tutti gli anni passati insieme.

    Walters si appoggiò allo schienale della poltrona e scosse la testa, rivivendo il momento, poi disse: Si è limitato a guardarmi, comunicandomi che le Risorse Umane mi avrebbero contattato per discutere della mia buonuscita. A quel punto mi sono alzato e me ne sono andato.

    Stavo prendendo dettagliati appunti sul mio blocco, alzando lo sguardo per guardare Walters di tanto in tanto. E l’hanno contattata davvero? chiesi.

    Sì. Una persona con cui non avevo mai parlato prima mi ha telefonato e mi ha inviato la busta paga. L’accordo era che mi avrebbero corrisposto un anno di salario e la copertura sanitaria, dopo di che avrei chiesto il pensionamento anticipato e firmato una liberatoria a favore dell’azienda. Riuscivo a vedere la rabbia sul viso di Walters. Fece una pausa, cercando di darsi un contegno, poi continuò, più calmo: Stavo per accettare, ma quei figli di puttana mi hanno convocato e mi hanno minacciato.

    Come, minacciato? chiesi, totalmente preso dal discorso e completamente dimentico del passare del tempo.

    Davanti ad Alan Larson, uno dei nostri avvocati interni, il tipo delle Risorse Umane mi ha detto che a un funzionario del mio grado poteva essere proibito di lavorare per un concorrente, oppure che poteva essere citato per la divulgazione di informazioni riservate. Gli ho risposto che non avrei divulgato nulla di riservato, e che non doveva preoccuparsi. Walters si appoggiò nuovamente allo schienale, riflettendo. Mi ha risposto che non era così semplice. Che se avessi parlato a qualsiasi estraneo, avrebbero considerato le mie azioni come sleali e avrebbero agito di conseguenza.

    E lei cos’ha risposto? chiesi, già pensando all’effetto che tutto ciò avrebbe avuto sulla giuria.

    Ho risposto: ‘Capisco’. Poi ho preso la liberatoria che avevano preparato, l’ho stracciata e ho gettato i pezzi sul pavimento. Sembra un gesto molto melodrammatico, visto da fuori, ma ero davvero incavolato. Ho detto che potevano tenersi i lori soldi e considerare le mie azioni come volevano. Ho aggiunto che avrei fatto tutto il possibile affinché nessun altro rimanesse ferito a causa della mancata protezione fornita dall’azienda. Poi mi sono alzato e ho lasciato la stanza, nel silenzio più assoluto.

    Quando è avvenuto questo incontro? chiesi.

    Giovedì scorso, alle due.

    Ha parlato con qualche rappresentante dell’azienda da allora?

    Scosse la testa. No, però ho trovato cinque messaggi sulla segreteria telefonica, due dei quali di Constantine. Mi assicurano tutti che vogliono che io ottenga la mia buonuscita e che sperano che non abbia frainteso le loro parole. Che bastardi!

    Mi presi un momento per riguardare i miei appunti, poi chiesi: Ha detto che ha capito subito di cosa si trattava, quando l’hanno licenziata. Cosa intendeva?

    Le mie segnalazioni sulle condizioni di lavoro pericolose e le violazioni che non sono state sanate non sono state ben accette. Mi sono lamentato anche delle condizioni e della sicurezza dei condotti della miniera: ventilazione inadeguata e corredo antinfortunistico insufficiente. Si trattava di un vecchio ramo, e le ispezioni ingegneristiche effettuate l’anno scorso avevano rilevato la necessità di ricostruire i condotti. Il risanamento sarebbe costato venti milioni, tra spese di progetto e costruzione, e avrebbe bloccato i lavori per almeno quattro settimane, con un mancato guadagno di vari milioni. Quindi, mettere in regola la miniera sarebbe costato molto all’azienda.

    Walters sospirò. Le rughe sulla sua fronte si fecero più profonde e il viso divenne color cenere. La sincerità e il dolore erano evidenti sul suo volto.

    Fece uno sforzo per continuare. Avevo ordinato di porre rimedio alle violazioni, ma non è stato fatto nulla. Quando affrontai il manager che avevo incaricato, mi disse che Constatine in persona gli aveva ordinato di non seguire le mie istruzioni. Ne parlai a Michael, che ammise che i miei ordini erano stati… Fece una pausa, e i suoi occhi si strinsero a una fessura. Ricordo persino il termine che usò con particolare noncuranza. Disse che i miei ordini erano stati ‘messi da parte’ perché non era un buon momento per la società per spendere tanto denaro. Dovetti frenare la mia rabbia per non rispondergli a tono. Gli dissi che stavamo rischiando delle vite. La sua risposta fu che gli ingegneri avevano ingigantito il problema, e che avremmo posto rimedio a tempo debito. È stato in quel momento che si è aperto il baratro tra di noi. Gli dissi che non potevo accettare tale soluzione, che dovevamo fare qualcosa subito e non dopo un eventuale disastro. Michael mi fissò in silenzio a lungo, poi disse che da quel momento in poi si sarebbe occupato lui stesso della questione. Lasciai il suo ufficio in silenzio, incredulo, sapendo che le cose tra di noi non sarebbero più state come prima. Tornato nel mio ufficio, chiamai l’ispettore minerario della contea di Easton, che mi disse di aver ricevuto una lettera dalla società due settimane prima in cui si dichiarava che stavano ponendo rimedio alle violazioni in oggetto. Gli dissi che non era vero, e che stavano continuando a operare a pieno regime. Mi disse che era stato convocato per una riunione d’emergenza a Richmond ma che entro quarantotto ore si sarebbe recato alla miniera con una squadra, e che fino ad allora non avrei dovuto dire nulla all’interno dell’azienda. Accettai. Diciassette ore dopo, prima dell’arrivo del funzionario e della sua squadra, ci fu un crollo alla miniera. Un operaio morì e tre subirono delle gravi ferite.

    Maledizione! esclamai, incredulo.

    E c’è di peggio. Credo che i registri siano stati manipolati.

    Perché crede ciò?

    Perché le violazioni segnalate prima del disastro non c’erano più. È come se fossero sparite dai registri.

    Incredibile, dissi. Si tratta del crollo di Wheeling, di cui hanno parlato in TV?

    Proprio quello, disse Walters. Probabilmente ha visto anche i reportage che affermavano che il sito era di prima qualità.

    Sì, l’azienda è stata scagionata quasi immediatamente. Sono rimasto sorpreso da tanta rapidità.

    Infatti. In TV dissero che era un ottimo impianto e che non erano state rilevate violazioni che avrebbero potuto causare l’esplosione. È stata solo un’operazione di facciata, ma geniale. Constatine in qualche modo è riuscito a farla franca in un battibaleno. Walters schioccò le dita, per rafforzare il concetto.

    Annuii, riflettei un momento, poi dissi: E quel tipo della contea di Easton, non è che per caso si ricorda il suo nome?

    Certo, dissi. Si chiama Miller. Carl Miller.

    È poi venuto alla miniera?

    Il giorno dopo. Lo incontrai e gli dissi che le violazioni non erano state corrette. Mi rispose che sarebbe tornato in ufficio e avrebbe contattato gli avvocati. Era arrabbiato, e parlava di ingiunzioni e grosse sanzioni. Mi strinse la mano e se ne andò.

    E poi, lo fece davvero? chiesi, pensando che le sanzioni, o almeno un verbale ufficiale, ci avrebbero aiutato a stabilire che il sito presentava realmente dei problemi.

    Walters si morse il labbro e corrugò la fronte. No, disse, con lo stupore nella voce. Due giorni dopo, non avendo saputo più nulla, lo chiamai. Mi dissero che non lavorava più per la contea. Dopo essere stato licenziato, ho cercato di rintracciarlo per un paio di giorni, ma invano. Nessuno sembra sapere chi sia.

    Smisi di scrivere per la prima volta dopo venti minuti, avevo i crampi alla mano.

    Che storia incredibile, commentai. In base a quanto mi ha detto, credo che possa intentare causa per licenziamento senza giusta causa, in violazione dello statuto sulle segnalazioni delle non conformità e delle politiche pubbliche, che proteggono i dipendenti dalle ritorsioni in caso di denuncia di condotte contrarie alla legge e alle politiche pubbliche da parte della società. In caso di vittoria, potrà recuperare le perdite economiche, come il salario e i benefit, oltre ai danni morali. Se la giuria dovesse ritenere che il datore di lavoro abbia agito in modo doloso, potrebbe infliggergli anche dei danni punitivi.

    Walters mi guardò un momento, poi disse: Capisco, ma voglio che sappia che non lo faccio per denaro. La società è stata la mia vita per oltre ventisette anni. Me ne sarei andato senza problemi, anche se non credo che avrei dovuto essere licenziato. Non ho problemi di soldi, e ce la farò, indipendentemente dall’esito della causa. Ma non posso sopportare che l’azienda baratti vite umane per denaro e poi metta tutto a tacere.

    In quel momento capii che avrei rappresentato Kevin Walters.

    Si tolse gli occhiali e si sfregò gli occhi, poi li rimise a posto. Mi guardò preoccupato, con una certa vulnerabilità che lo rese ancora più umano, e credibile. Non mi stavo limitando ad analizzare il potenziale verso la giuria, quell’uomo mi piaceva davvero. Mi hanno detto che lei è molto bravo. Mi aiuterà? mi chiese, giungendo dritto al punto.

    Ignorai per un momento l’ultima domanda, e ne feci una io: Cosa mi dice dei verbali di Carl Miller? Ha cercato di recuperarli?

    Annuì. La sua espressione era un mix di disagio e perplessità. Certo. La contea dice che non c’è traccia di ciò che ha scritto, né della lettera che ho scritto io; nessun appunto, nulla. Poi, aggiunse con aria tranquilla: Sono sicuro che è abituato a parlare con persone che vedono cospirazioni dietro ogni angolo, ma io so di cosa è capace questa azienda. Constantine compensa la sua mancanza di umanità con il suo altissimo quoziente intellettivo.

    Sono certo che lei sia una persona credibile, e ciò è di estrema importanza quando decido se rappresentare qualcuno o meno. Mi appoggiai allo schienale della poltrona, prima di aggiungere: Ma, per essere onesto, la mia preoccupazione è come provare ciò che asserisce davanti alla giuria, soprattutto considerando che le prove sono sparite. Se non riusciamo a trovare nessun documento, la società farà del suo meglio per farla passare per un piantagrane che vuole vendicarsi per essere stato licenziato. Walters ci pensò su, in silenzio. Mi lasci ventiquattro ore per rivedere gli appunti e prendere una decisione, poi le farò sapere.

    D’accordo, disse. Quando entrambi ci fummo alzati, aggiunse: Deve sapere anche che faranno di tutto per batterci. E possono contare su delle incredibili risorse.

    Annuii. La cosa non mi preoccupava particolarmente, perché era la storia della mia vita. Rappresentando un dipendente contro una grande azienda, non ci voleva molto a imparare tutto sui grossi studi legali. Non vedevano l’ora di sommergerti di carte, affidavano il caso a due soci: quello anziano gestiva la maggior parte del lavoro mentre il più giovane passava interminabili ore a fare ricerche su domande incomprensibili, preparando gli interrogatori e le richieste di produzione di documenti, oltre a tutto ciò che ci ruota intorno. Capisco, dissi. Ho spesso a che fare con i membri di Fortune 500, e non mi rendono mai le cose semplici.

    Lo accompagnai alla porta. Ci fermammo sulla soglia per stringerci la mano e salutarci. Lei mi piace, Scott, mi disse Walters. Sembra una brava persona e sarei molto felice se potesse rappresentarmi. Spero che decida di occuparsi dalla questione. In ogni caso, grazie per aver tolto del tempo alla sua famiglia per parlare con me.

    Avevo già deciso che l’avrei rappresentato, ma non so perché decisi di non dirglielo subito. Con un sorriso, gli porsi la mano e dissi: È stato un piacere incontrarla, Kevin. La chiamerò domani.

    Mentre lo guardavo dirigersi verso la Tesla grigia parcheggiata davanti a casa di Bernie, valutai la conversazione. Credevo a quanto aveva detto. Sembrava davvero convinto della sua decisione di fare ciò che era giusto, e non ciò che era redditizio o vantaggioso. La sua era una scelta coraggiosa, e la rispettavo. Mi soddisfa molto lavorare per coloro che sembrano più sfavoriti. Mi piace rievocare l’immagine del piccolo Davide, i cui diritti sono stati calpestati dal gigante Golia, e lo faccio spesso quando parlo alla giuria, che di solito è composta per la maggior parte da dipendenti a cui non piace che uno come loro sia vittimizzato da una società molto più potente di loro. E i dipendenti che intentano causa sono sempre la parte più sfavorita. Le grandi aziende hanno tutte le informazioni, controllano gran parte del personale e spesso hanno a disposizione risorse illimitate.

    Mentre ripensavo a Kevin Walters, mi venne in mente che era una persona reale. Sapevo già che volevo quel caso, e me ne sarei occupato di sicuro a meno che Bernie mi avesse rivelato qualcosa di sinistro su quell’uomo, o avessi scoperto che era fuggito da un ospedale psichiatrico, entrambe cose di cui dubitavo. Mentre pensavo a tutto ciò, non avevo idea delle conseguenze che io e la mia famiglia avremmo subito a causa della decisione di rappresentare Kevin Walters.

    Dopo averlo salutato, mi voltai verso la casa e vidi Katy in piedi in mezzo al prato, che guardava le poche luci che ero riuscito a fissare prima di essere interrotto. Aveva l’aria corrucciata e una mano sul fianco. Soffocai una risatina, vedendola scuotere la testa, contrariata. Che piccola dittatrice! "Papino, fai ancora in tempo a finire prima del Mago di Oz? Magari un caffè potrebbe aiutarti?"

    Probabilmente, mia figlia credeva che la caffeina fosse l’unica risposta al mio limitato progresso. Ce la faccio, tesoro, dissi, per rassicurarla. Non preoccuparti. Ebbi una visione di me stesso arrampicato su quella scala traballante a mezzanotte. Ma quando mia figlia mi rivolse un ampio sorriso, l’idea non sembrò più così terribile. Evidentemente, le bambine hanno troppa influenza sui loro papà.

    DUE

    Alle cinque del pomeriggio, io e Lisa sedevamo comodamente nel giardino sul retro della casa di Bernie e Kathy Jacobs. Mentre chiacchieravamo con i nostri vicini, osservavamo il sole color arancio calare dietro le nuvole. Nel frattempo, Joey e Katy guardavano A Christmas Story – Una storia di Natale per la ventesima volta. Conoscevano talmente bene il film che spesso recitavano il dialogo prima degli attori. Entrambi i nostri figli erano affascinati dall’ossessione di Ralphie per il fucile automatico Red Ryder e divertiti da quella di suo padre per una strana lampada a forma di gamba di donna che aveva vinto.

    Fa freddo, ormai, fece notare Kathy. Meglio rientrare.

    Entra pure con Lisa, disse Bernie. Io e Scott finiamo di cuocere le bistecche e poi vi raggiungiamo. Dovrebbero essere quasi pronte.

    Mentre Lisa e Kathy si dirigevano verso casa, io e Bernie ci avvicinammo al barbecue. Bernie prese un piatto e afferrò la carne con le pinze. Lo guardai, corrugando la fronte. Se non hai intenzione di cuocerla, almeno dagli una scottata prima di toglierla dal fuoco.

    Bernie scosse la testa. Non a tutti piace mangiare una suola di scarpa per cena. Ma non preoccuparti, la tua bistecca sta cuocendo da stamattina.

    Ridemmo, mentre toglieva tre bistecche dal fuoco e girava la quarta. A proposito, com’è andata con Kevin Walters? chiese.

    Bene. Mi piace quel tipo.

    Bernie annuì. Credi di poterlo aiutare?

    Ho intenzione di provarci, anche se non gliel’ho ancora detto. Bernie continuava a guardare la griglia. Come l’hai conosciuto? chiesi.

    L’anno scorso la Consolidated Energy ha rilevato dieci aziende, tra cui la Lincoln Energy, del Nebraska. Io ho fatto da intermediario e Kevin ha negoziato l’acquisizione dall’interno, insieme alla sua squadra. L’operazione è durata quattro mesi, durante i quali ho incontrato Kevin varie volte. È un tipo intelligente e un buon negoziatore. Ormai, lo considero un amico.

    Annuii. Come hai saputo che l’avevano licenziato?

    L’ho incontrato un paio di giorni fa a una partita e mi ha detto che non lavorava più alla Consolidated. Quando mi ha raccontato cos’era successo non potevo crederci. Allora, gli ho detto di chiamare il Robin Hood della professione legale.

    Che sarei io? chiesi.

    Certo. Tu prendi denaro da stronzi ricconi e lo ridistribuisci a quelli che hanno ricevuto un calcio in culo da loro. Non è così?

    Hai trovato un bel modo eloquente per dirlo, non credi? dissi. Ma non suona più tipo Karl Marx? A ognuno secondo le proprie necessità… una specie di filosofia socialista?

    Forse, ma anche Robin Hood era un socialista, in fondo. Non credi?

    Non lo so, ma devo ammettere che mi piace l’immagine di Robin Hood.

    Anche a me, disse Bernie. Dovresti scriverlo sui tuoi biglietti da visita.

    Perché no? Magari con una foto di me in calzamaglia… aggiunsi.

    Mitico! Alla prossima riunione della Camera potrei distribuirli. Poi aggiunse: Spero che tu possa fare qualcosa per lui. È davvero una brava persona.

    Mi ha fatto una buona impressione, al primo incontro almeno.

    Al secondo e terzo andrà anche meglio, disse Bernie, togliendo l’ultima bistecca dal fuoco. Forza, andiamo a mangiare, prima che si freddi.

    Joey e Katy mangiarono in fretta i loro hot dog, per poter tornare subito a vedere il film. Il panino di Katy era molto semplice, senza alcun condimento. Quello di Joey, invece, straripava di ketchup, che gocciolava nel piatto e sul tavolo.

    Calma ragazzi, non è una gara. Mangiate piano e digerite con calma, dissi.

    Ma papà… dobbiamo finire di vedere il film, disse Katy, come se fosse ovvio. Trattenni un sorriso.

    Ma è registrato, vi aspetterà.

    Sì, papà, disse Joey, a bocca piena. Ma siamo arrivati alla parte migliore. Un bambino sta per rimanere con la lingua incollata a un palo.

    Lisa sorrise. Proprio una bella parte… poi aggiunse: Fai attenzione, Joey e pulì il tavolo di fronte a lui con un tovagliolo, togliendo le tracce di ketchup.

    Mio figlio grugnì una specie di ok, e diede un altro morso.

    Bernie guardò Lisa e poi me. Spero che sarete dei nostri, venerdì prossimo. Festeggiamo il nostro anniversario.

    Certamente, rispose Lisa. Non ce lo perderemmo per nulla al mondo.

    Bernie diede un’occhiata a Kathy e disse: Suono un uomo fortunato.

    Lo pensi ancora, dopo dodici anni? chiese lei.

    Più di prima.

    Sta diventando romantico, disse Katy, sollevando lo sguardo dal suo hot dog.

    Scoppiammo tutti a ridere. Hai ragione, tesoro, disse Bernie. Cercherò di controllarmi.

    Grazie, disse Katy, spostandosi davanti alla TV.

    Dopo un momento, Kathy si rivolse a Lisa. Non ci avete mai raccontato come vi siete incontrati.

    Lisa

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1