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Textual Relations: Edizione italiana
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E-book140 pagine1 ora

Textual Relations: Edizione italiana

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Info su questo ebook

Henry, professore di psicologia evolutiva, è pronto a trascorrere il suo compleanno come ogni volta: una bella pulizia dei denti seguita da un pasto con suo fratello. Ma quando riceve un messaggio da un numero sconosciuto che conferma i dettagli di un appuntamento, fa quello che farebbe qualsiasi persona premurosa: va all’incontro per spiegare cos’è successo all’altra persona.
Asher Wescott non si aspetta che il suo appuntamento al buio vada bene, quando mai succede? Invece Henry si presenta e le cose iniziano di colpo a migliorare. Socialmente imbranato e attaccato alla sua routine, Henry è comunque uno degli uomini più affascinanti e gentili che Asher abbia incontrato da molto tempo.
Peccato che Asher non sia il suo tipo.
Un appuntamento accidentale, un bacio impulsivo e qualche sentimento conflittuale dopo, Asher riuscirà a convincere Henry a vedere il mondo – e lui – sotto una luce diversa?
LinguaItaliano
Data di uscita18 lug 2023
ISBN9791220706254
Textual Relations: Edizione italiana

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    Anteprima del libro

    Textual Relations - Cate Ashwood

    1

    Ogni anno, il giorno del mio compleanno, avevo una solida routine, e quell’anno non ci furono eccezioni.

    Prenotai una pulizia dei denti.

    Non si trattava solo di igiene orale, anche se è una cosa molto importante: il mio compleanno era il momento perfetto per fare un checkup riguardo alle cose della mia vita. Era un promemoria annuale che non stavo solo diventando vecchio – beh, più vecchio, comunque –, ma che era necessario prendermi cura di me stesso.

    Così, la mattina del mio trentaduesimo compleanno, mi alzai, mi vestii e lasciai che la mia placca venisse rimossa da un vivace e giovane igienista dentale che indossava un camice con sopra raffigurati gli Orsetti del Cuore.

    Mi passai la lingua sui denti lisci mentre aspettavo che arrivasse mio fratello Calvin. Un’altra tradizione del mio compleanno era quella di incontrarlo per cena alla Casa dello Spaghetto Felice. I pasti venivano serviti in stile caffetteria, l’arredamento sembrava uscito da un brutto video musicale degli anni ‘80 e il servizio lasciava molto a desiderare, ma quando si trattava del loro menu, non c’era nessuno che cucinasse del cibo cinese migliore.

    «Per favore, dimmi che non hai passato di nuovo il tuo compleanno dal dentista,» disse Calvin, mentre si sedeva di fronte a me.

    «Stai sottovalutando l’importanza di una buona igiene orale. Non voglio nemmeno sapere quando hai fatto l’ultima pulizia.»

    Calvin sospirò e alzò gli occhi al cielo. Mi rispondeva in quello stesso modo da quando aveva tredici anni.

    «Era una cosa triste quando hai compiuto ventun anni, e forse è ancora più triste ora che ne hai trentacinque.»

    «Trentadue,» lo corressi.

    «È triste, non importa in quale gruppo demografico ti identifichi.»

    «Alcune persone credono che essere responsabili sia una caratteristica encomiabile.»

    «Donne?» chiese. «Le donne lo pensano?»

    «Non so cosa dica di Holly il fatto che tu non lo sappia, ma in realtà la maggior parte lo pensa, sì,» dissi, mettendomi un po’ sulla difensiva. «È una risposta evolutiva, cablata nel loro DNA. Le donne sono attratte dagli uomini che possono provvedere a loro e alla loro prole, e la capacità di mantenere l’igiene di base è un indicatore dell’idoneità fisica.»

    «Merda, Henry. Non stavo dicendo sul serio. Come puoi essere così sprovveduto? Mi stupisce ancora il fatto che tu abbia avuto una ragazza.»

    Lo fissai indignato. Finiva sempre in quel modo. Non riuscivo a capire la preoccupazione di Calvin per la mia vita amorosa. Aprii la bocca per dirglielo, ma lui continuò a parlare.

    «A giudicare dal vestito che indossi, non hai intenzione di averne un’altra. Ogni possibilità che avevi è stata distrutta quando ti sei messo…» Gesticolò. «… qualunque cosa sia… Sono toppe sui gomiti, quelle?» Fece un cenno sprezzante. «Non importa. Non voglio saperlo.»

    «A che punto la nostra chiacchierata si è trasformata in una conversazione su quanto io sia desiderabile per le donne? Ho degli appuntamenti. Sembra che alle donne io piaccia.»

    «Abbastanza da toccarti l’uccello?»

    Dio, mio fratello sapeva essere rozzo. Lo guardai di nuovo male.

    «Quello che voglio dire è che, se ti sforzassi, avresti qualcuno con cui trascorrere il tuo compleanno.»

    «Lo passo con te,» ribattei.

    «Intendevo con qualcuno che vuole toccarti l’uccello, Henry.»

    «Oh.»

    Avrei di certo potuto formulare una risposta più che appropriata, ma forse Calvin aveva ragione, almeno in parte. Non ero solo nel vero senso della parola. Mi piaceva stare da solo. Mi dava il tempo di fare le cose che mi piaceva fare, come leggere e guardare documentari. Avevo avuto delle relazioni, una anche seria. Non ero così sgradevole da portare le donne a evitarmi del tutto, ma succedeva sempre qualcosa, o non succedeva, e la relazione inevitabilmente si deteriorava.

    A volte stare da soli è più facile. E, a dire il vero, non avevo mai imparato del tutto come comportarmi nelle situazioni sociali. C’era sempre qualcosa di goffo o insicuro nel modo in cui interagivo con le persone nuove… con le persone che conoscevo… con le persone in generale, ecco.

    Essere il cigno nero della mia famiglia non mi aveva mai infastidito molto, ma per un secondo mi chiesi come sarebbe stato essere Calvin. Quanto sarebbe stato più facile vivere la vita sapendo come relazionarmi con le persone e quali erano le norme che rendevano gli scambi così prevedibili.

    A me niente era mai sembrato prevedibile.

    Avevo passato migliaia di ore a studiare il comportamento umano e le motivazioni dietro di esso. Da un punto di vista evolutivo, la maggior parte dei comportamenti era facilmente spiegabile, ma studiare oggettivamente un concetto e possedere la capacità di implementare quella conoscenza in modo concreto erano due cose molto diverse.

    «Aspetta qui. Vado a prendere il cibo,» disse Calvin alzandosi. «Cosa vuoi?»

    «Pollo all’arancia, uno speciale chow mein, due involtini primavera…» Feci una pausa, riflettendo, poi aggiunsi: «E una doppia porzione di manzo di Szechuan.»

    «Whoa, hai sul serio intenzione di festeggiare questo compleanno, eh?»

    «La parola del giorno è indulgenza. Inoltre, questo non è il primo compleanno che passo qui con te. So che divorerai almeno una porzione prima ancora che io dispieghi il tovagliolo.»

    «Questo ti insegnerà a non usare un tovagliolo,» disse da sopra la spalla mentre si allontanava.

    «Il fatto che siamo usciti dallo stesso utero è un miracolo della genetica,» mormorai tra me e me.

    «Ti ho sentito!» ribatté lui.

    Calvin tornò pochi minuti dopo con due vassoi carichi di cibo. Sembrava che avesse preso il mio ordine e lo avesse raddoppiato.

    «Ti è cresciuto un secondo stomaco mentre eri in fila?» domandai.

    «Gli avanzi per il pranzo di domani. Mi fa guadagnare punti con Holly, perché odia cucinare e adora il cinese.»

    «Gli avanzi del tuo cibo ti fanno guadagnare punti?»

    «Sì,» ripose con orgoglio.

    «Forse è vero che non capisco le donne.»

    Calvin rise. «È quello che ho sempre detto.»

    Mi alzai. «Torno subito. Hai dimenticato i tovaglioli.»

    Quando raggiunsi la piccola esposizione di salsa di soia, bacchette, forchette e coltelli, sale e pepe, mi resi conto che Calvin aveva dimenticato anche tutti quegli oggetti. Presi ciò che potevo trasportare e tornai al tavolo in tempo per vedere Calvin che mangiava un pezzo di maiale in agrodolce con le mani.

    Aprii la bocca per rimproverarlo ma, prima che potessi farlo, prese il mio telefono con le dita appiccicose e lo fece scivolare verso di me. «Il tuo telefono ha squillato mentre eri via.»

    Diedi un’occhiata allo schermo e vidi un numero che non conoscevo. Afferrando un tovagliolo, pulii i residui appiccicosi dai lati e lo rimisi a posto.

    «Non hai intenzione di controllare il messaggio?» chiese Calvin.

    «È un testo. Nessuno mi scrive tranne te.»

    «Non si sa mai.»

    «Io invece penso di saperlo. Se non sei tu, è spam… qualcuno che cerca di vendere qualcosa o che mi propone di comprare degli oggetti per cercare di vincere una crociera.»

    Mi strinsi nelle spalle e mi tuffai nella mia porzione di manzo alla Szechuan, chiedendomi come ogni anno perché non ci andavamo più spesso. Il cibo giustificava più di un viaggio annuale, ma non ci tornavamo mai.

    Diversi minuti dopo, il mio telefono squillò di nuovo.

    «Qualcuno ti vuole disperatamente inserire nella sua squadra di acquirenti,» scherzò Calvin.

    «A quanto pare. Iscriverò te.»

    Presi il telefono e passai il dito per sbloccare lo schermo. Il messaggio apparve in un lampo, e non proveniva da un servizio di truffe.

    Non ho ancora avuto tue notizie, ma la batteria del mio telefono è al 3%. Ci vediamo stasera.

    Notai che avevo ricevuto vari messaggi in momenti diversi, tutti dallo stesso numero. Scorsi fino al primo.

    Ehi. Sono Ash. Sei ancora d’accordo per stasera? Ci vediamo al Contempo alle 7:00. Tavolo nell’angolo vicino alla finestra. Non vedo l’ora di incontrarti.

    «È strano.» Ricontrollai il numero per assicurarmi di non conoscerlo. Forse qualcuno aveva accidentalmente scelto il contatto sbagliato nella sua lista. Avevo incontrato una donna di nome Ashley e me l’ero dimenticato? Potevo essere un po’ smemorato, ma ero abbastanza certo che mi sarei ricordato di aver dato il mio numero di telefono a una donna.

    «Che cosa?» chiese Calvin.

    «Una donna mi sta mandando messaggi riguardo un appuntamento.» Gli passai il telefono in modo che potesse leggere i testi. I suoi occhi si illuminarono mentre scorreva i messaggi.

    «Sembra sexy.»

    «Non puoi capirlo da una manciata di parole.»

    Abbassando il tono e parlando con voce ansimante, lesse di nuovo. «Tavolo nell’angolo vicino alla finestra. Non vedo l’ora di incontrarti.» Rise. «Il miglior regalo di compleanno di sempre,» disse Calvin, sorridendo.

    «Non l’hai organizzato tu, vero?» Era triste che sentissi il bisogno di chiederglielo, ma era doveroso. La mia vita sessuale era una grande fonte di divertimento per lui.

    «No. Non è opera mia. Probabilmente ha sbagliato numero, ma forse è l’universo che sta cercando di dirti che è passato troppo tempo dall’ultima volta che hai scopato.»

    Aggrottai la fronte. «Penso che sia altamente improbabile. Le risponderò con un messaggio e le farò sapere che ha sbagliato numero.»

    Digitai un breve messaggio e lo inviai, fiducioso che la batteria del telefono di Ash sarebbe vissuta abbastanza a lungo per riceverlo, poi misi da parte il telefono per finire la cena.

    Più stavo seduto lì, guardando mio fratello che si cacciava in bocca mucchi di pollo all’arancia, più pensavo alla persona che aveva inviato il messaggio. Il suo non vedo l’ora di incontrarti suggeriva che fosse un primo appuntamento. E se il mio messaggio non fosse arrivato in tempo? E se si fosse ritrovata da sola in un bar, seduta lì ad aspettare qualcuno che non sarebbe mai arrivato? Le sette si facevano sempre più vicine.

    Sollevai di nuovo il telefono e rilessi il messaggio, notando che non c’era alcuna notifica che la mia risposta fosse stata ricevuta.

    Quando alzai lo sguardo, Calvin mi stava fissando. «Stai prendendo in considerazione

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