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Il Talismano del Piacere di Eleanor LeJune
Il Talismano del Piacere di Eleanor LeJune
Il Talismano del Piacere di Eleanor LeJune
E-book598 pagine7 ore

Il Talismano del Piacere di Eleanor LeJune

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Info su questo ebook

Ottava e ultima avventura del ciclo Otto rintocchi di sesso. Rielaborazione in chiave altamente erotica del romanzo Il Talismano del Cavaliere Templare di Adelaide Byrne.
Si parte da un’epica battaglia tra cristiani e mussulmani per finire un bordello di lusso, ove, inspiegabilmente, De Angelis fa prostituire la sua amante.
Si passa così da un’atmosfera da romanzo di avventure, ad un mistero in piena regola, a quello che è, infine, un aperto omaggio al romanzo Histoire d’O di Pauline Reage.
Le aveva detto di mettersi una maschera, per cui quando salì sulla carrozza e trovò tre uomini mascherati, Eleonora non se ne meravigliò. Il suo primo pensiero fu che andavano ad una festa in costume.
Si stava facendo sera ed il freddo era aumentato di intensità. Con un tocco del bastone De Angelis ordinò al vetturino di partire, poi abbassò le tendine della vettura. La cosa meravigliò non poco Eleonora, in quanto nella carrozza, ora, non si poteva che scorgere ombre.
Eleonora indossava un magnifico abito da sera, nero senza maniche, di linea semplice e con una profonda scollatura quadrata. Sopra di esso, una pelliccia di ermellino.
De Angelis le chiese:
— Ditemi sotto i vestiti che cosa indossate?
Eleonora si sentì avvampare. La presenza dei due sconosciuti la metteva in soggezione, ma soprattutto era timorosa delle intenzioni di De Angelis, ma si era ripromessa di ubbidire a tutte le sue richieste e lo avrebbe fatto.
Con voce flebile rispose:
— Le calze, il reggiseno e le mutandine.
— Siete troppo vestita per il luogo dove andiamo. Vi devo pregare di togliervi le calze, di sfilarvi le mutandine e il reggiseno. Sotto il vestito dovete rimanere completamente nuda.
Eleonora si alzò in piedi, si sollevò il vestito e srotolò le calze. Si sfilò poi le mutandine. Sfilarsi il reggiseno non era cosa altrettanto facile. Gabriele De Angelis le venne incontro. Le si avvicinò e le sussurrò ad un orecchio:
—Chinatevi leggermente verso di me e non muovetevi.
Eleonora inclinò leggermente il busto pensando che lui le volesse accarezzare i seni, per cui restò perplessa quando vide che con un paia di forbicine le tagliava le bretelle del reggiseno e la parte posteriore dello stesso. Il leggero indumento venne via facilmente. Ora, sotto il vestito, aveva i seni liberi e nudi, come il vello del pube.

LinguaItaliano
Data di uscita26 feb 2017
Il Talismano del Piacere di Eleanor LeJune

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    Anteprima del libro

    Il Talismano del Piacere di Eleanor LeJune - Amodio Tortora

    Copyright

    Il Talismano del Piacere di Adelaide Byrne e Eleanor leJune

    Blog di Riferimento di recente costituzione

    Il Quadro del Giorno

    Classici della Letteratura Erotica

    Il Mondo di Sherlock Holmes

    eBook Free Gratuiti Gratis

    Il Cinema Erotico

    Il Primo Capitolo

    eBook gratuiti nei formati Kindle, ePub, PDF

    (versioni complete non anteprime)

    Il Mistero di Cinecittà - di Augusto De Angelis

    Kansas Kid – Il Mistero della Missione della Sierra madre di Bruce Wayne

    Sherlock Holmes History di Autori Vari

    Dark Lady – Le Avventure di John Sherlock Holmes Il Figlio di Sherlock Holmes

    Il Mistero della Torre di Adelaide Byrne

    Il Romanzo Erotico

    Il Romanzo Poliziesco nel Circuito Self-Publish

    8 Detectives

    Storia del Cinema Horror

    Aurore Un Pomeriggio Dimenticato (Erotico)

    Il Talismano del Piacere (Erotico)

    iBooks gratuiti su iTunes

    Polizieschi

    Il Mistero della Torre

    Dark Lady

    Il Segreto di Hitler di Adelaide Byrne

    Il Mistero di Cinecittà

    Sherlock Holmes History

    Western

    Kansas Kid - Il Mistero della Missione della Sierra Madre

    Erotici

    Il Talismano del Piacere

    Indice

    Copyright

    Indice

    Introduzione

    Otto rintocchi di sesso

    Primo volume della Serie Otto rintocchi di sesso: La Torre del Piacere

    Secondo volume della Serie Otto rintocchi di sesso: L’Inganno dei Sensi

    Terzo volume della Serie Otto rintocchi di sesso: La Notte del Piacere

    Quarto volume della Serie Otto rintocchi di sesso: L’Audacia dell’Attrice

    Quinto volume della Serie Otto rintocchi di sesso: Le Due Impudiche

    Sesto volume della Serie Otto rintocchi di sesso: La Pazzia dei Sensi

    Settimo volume della Serie Otto rintocchi di sesso: Passi di voluttà sulla neve

    Ottavo volume della Serie Otto rintocchi di sesso: Il Talismano del Piacere

    Il Talismano del Piacere

    1 - Seicento anni prima

    2 - Tre mesi prima

    3 - La Lettera

    4 - La Partenza

    5 - L’Incontro

    6 - La sconfitta di Eleonora

    7 - De Angelis entra in scena

    8 - Il furto dello spillo

    9 - La scoperta

    10 - La vittoria di De Angelis

    11 - La resa di Eleonora

    Classici dell’Erotismo

    Eleanor LeJune

    Il Castello dei Peccati Mortali (versione iPad)

    Adelina La Biondina

    Afrodite

    Alphonsine e Henriette

    Dorothée e Greta

    Francesca

    Julia e Florentine - Le due sorelle

    La Cimiteriale

    Le Avventure di una Libertina

    Le Donne Turche

    L'Inquietudine di Arianna

    Tre donne: Bianca, Delphine e Eloisa

    Eloisa la pudica

    Una Avventura di Viaggio

    Una Avventura Inglese

    Sublime Ondata di Piacere

    Matrimonio senza Sesso

    Eleanor - Anima e Corpo

    Mark e Claudine - La Villa del Piacere

    Il Club - Special Edition

    La Pagoda dei sensi perduti

    Jean Sarky

    Gaëlle

    Florence

    Francine

    Marissa e altri racconti

    Feriha Yilnaz

    Il Volo della Farfalla

    Mabel Averback

    Jean-Pierre e Le Sue Amiche

    Paul Silvani

    Arlette

    Classici Italiani e Stranieri Erotizzati

    Decadenza di Luigi Gualdo

    Fammi Bella di Maria Mura

    Psiche di Pierre Louÿs

    Monique e Isabelle - Le Cognate

    Surama e Fathma - Racconti Erotici d’Oriente di Eleanor LeJune

    Giselle di Eleanor LeJune

    Otto rintocchi di sesso

    La Torre del Piacere

    L'Inganno dei Sensi

    La Notte del Piacere

    L'Audacia dell'Attrice

    Le Due Impudiche

    La Pazzia dei Sensi

    Passi di Voluttà sulla Neve

    Il Talismano del Piacere

    Maria Cremonini

    Incontri a Parigi

    Romanzi Rosa

    Un giorno nella vita - L'amore che non muore di Eleanor LeJune

    Il Vetro di Leng di Leyla Blanche

    Matrimonio d'affari di Leyla Blanche

    L’Ombra dell’Altra di Leyla Blanche

    Promessa di Matrimonio di Giuseppe Enrico Rosni

    Un eterno, grande amore di Carlo Debussi

    Relazione pericolosa di Leone Tinseni

    Orgoglio di Alice Cherbonnelli

    Gisela di Eleanor LeJune

    Giorgia: Fiamma d’Amore di Edoardo Filippo Oppen

    Introduzione

    Ottava e ultima avventura del ciclo Otto rintocchi di sesso. Rielaborazione in chiave altamente erotica del romanzo Il Talismano del Cavaliere Templare di Adelaide Byrne.

    Si parte da un’epica battaglia tra cristiani e mussulmani per finire un bordello di lusso, ove, inspiegabilmente, De Angelis fa prostituire la sua amante.

    Si passa così da un’atmosfera da romanzo di avventure, ad un mistero in piena regola, a quello che è, infine, un aperto omaggio al romanzo Histoire d’O di Pauline Reage.

    "Tenetelo, è uno spillo prezioso non per il suo valore, ma per altri pregi. Da giovane, trovandomi schiavo degli infedeli, lo ebbi da un pellegrino di ritorno dalla Terra Santa. Nel castone c’è un pò di terra del Santo Sepolcro, e non è un dono da rifiutarsi. Esso porta fortuna a tutti coloro che lo possiedono e si dice anche che preservi da morte violenta. Questo spillo vi difenderà dalla sventura, quando sarà giunta l’ora suprema... E, secondo le vostre affermazioni, l’ora suprema non è lontana. Ma ricordate, donandolo non sarete più sotto la sua protezione."

    Otto rintocchi di sesso

    Primo volume della Serie Otto rintocchi di sesso: La Torre del Piacere

    Quando l’indagine poliziesca si sposa con il sesso.

    Adattamento in chiave altamente erotica del racconto lungo Il Mistero della Torre di Adelaide Byrne. Il principe Gabriele De Angelis ha due passioni: le donne e la soluzione di misteri e delitti. E fa di tutto per rendersi utile a mogli, vedove, fidanzate, purchè belle, per risolvere i loro problemi. Il pagamento dei suoi servizi dovrà essere effettuato in natura.

    Nella Torre del Piacere, mentre è nella campagna vicentina egli distoglie una vedova Aurora da un insano progetto e facendo con lei una passeggiata penetra in una torre inquietante ove scopre prima un misterioso orologio, ancora in funzione dopo vent’anni senza che nessuno lo abbia mai ricaricato, e poi un cannocchiale nascosto nella cassa dell’orologio a muro. Le due scoperte porteranno alla luce due cadaveri insepolti e saranno gli indizi che riveleranno anche chi li ha assassinati. La ricompensa finale per i suoi sforzi sarà la bella Eleonora Danieli, che lo affiancherà anche nelle sue prossime avventure.

    Avevano fatto all’amore per tutta la notte, ma Eleonora Danieli decise di sorprendere il suo partner. Nella società in cui viveva, nell’epoca in cui viveva, alle donne cosiddette perbene non era concesso di prendere iniziative durante il coito ed anche all’uomo non era permesso di spingersi più in là dell’amplesso classico. Certe pratiche erano concesse solo alle prostitute.

    Fu così che decise di prendere in bocca il fallo del suo amante e di farlo risorgere a nuova vita. Una volta duro se lo sfilò di bocca e la sua mano si richiuse sulla verga rigida, iniziando un lento su e giù.

    L’intuito guidò i suoi movimenti, regolandone l’ampiezza e la cadenza secondo il suo gusto, rallentando o accelerando secondo il grado della sua eccitazione, finché non fu certa di poter portare a termine quel suo hand-job, come dicevano gli inglesi, nel momento in cui ella avesse voluto.

    Eleonora s'era fatta avanti col busto in modo che il braccio assolvesse meglio il suo compito, e di tanto in tanto si sfregava la punta del fallo sui capezzoli irti, nella tentazione di farsi aspergere dallo sperma che sentiva scaturire dal fondo dei testicoli che carezzava con l’altra mano.

    Le sue dita serrate salivano e scendevano, sempre più esperte, mano mano che la manipolazione proseguiva, raccogliendo nel palmo della mano la morbida pelle del prepuzio per poi scendere lentamente lungo il fusto profumato, scoprendo il glande sul quale la sua lingua si attardava umettandolo di saliva, tendendo il filetto sino allo spasimo, per poi risalire, con un movimento sensuale, finché le pieghe di mobile pelle nel cavo del palmo umido non avessero ricoperto la punta del membro, che si tendeva crescendo.

    Secondo volume della Serie Otto rintocchi di sesso: L’Inganno dei Sensi

    Roma agli inizi del 900. Il giovane Giacomo Auteri è stato condannato all’ergastolo e sta per entrare definitivamente a Regina Coeli. L’ingresso in quel carcere, noto per le condizioni disumane in cui vivono i detenuti, equivale ad una morte certa.

    Gabriele De Angelis decide di interessarsi al caso, sia per la sua innata curiosità ma soprattutto per la bellezza della moglie di Giacomo Auteri, Rosa Auteri. Si reca quindi dalla donna e le propone di salvare suo marito a patto che dovesse mostrare l’innocenza di suo marito lei passi una notte d’amore con lui.

    La donna, indignata, accetta, per poi scoprire, dopo la notte d’amore con De Angelis, di essere una donna diversa da quello che credeva. Ed ancora una volta Gabriele De Angelis con un’abilità diabolica risolve un caso grazie solo alle sue intuizioni e alla sua sagace intelligenza. Gli è accanto come sempre la sua amante e collaboratrice Eleonora Danieli.

    La mano del giovane si era posata sulla sua guancia a fermare il rivolo di sudore. Ella non si era ribellata a quel gesto audace, aveva taciuto e si era sentita attraversata da un tremito. E, nell’afa estiva e nel silenzio dominante della stanza, il giovane aveva avvertito quel tremito. Benchè timido, tremante al pari di lei, la sua mano era scesa ad accarezzare la fragilità della tempia, la tenerezza della gota, la seta dei capelli ondulati, la gola nuda.

    Poi, era scesa ancora nello scollo dell’abito e si era attardata sul suo seno nudo. Le aveva mormorato che non si ricordava di averla mai vista così bella. Si era chinata verso di lei, per rendere agevole la sua carezza, e i soffici capelli neri di lei torturavano dolcemente le labbra dell’uomo contro le quali si sollevavano per la brezza che penetrava nella stanza.

    Intuì che il profumo appena percettibile di giovane donna che da lei emanava aveva fatto sì che il giovane si sentisse in preda ad una strana vertigine. I loro sguardi si erano incontrati ed aveva potuto osservare gli occhi scuri di lui che brillavano e sembravano pervasi da un che di misterioso.

    Lui le aveva sollevato piano il volto e le loro labbra si erano unite in un bacio appassionato, ma al contempo tenero e prolungato. Non era mai stata baciata così da Giacomo. Aveva emesso un sospiro profondo ed il suo fiato ardente si era perso nell'orecchio del giovane e subito lei si era resa conto di una improvvisa rigidità che si era impadronita del corpo di lui.

    Con un movimento lento la mano di lei era scese fino ai calzoni e aveva messo a nudo un pene che si proiettava rigido da un cespuglio di peli dal colore indefinito. Aveva preso a tremare.

    A sua volta l’uomo, con mano tremante, si era perso nei ricci lussureggianti del suo vello. Aveva provato una sensazione deliziosa, un calore che nasceva ardente fra le sue cosce. Le era sembrato di sciogliersi fra le braccia dello sconosciuto

    Terzo volume della Serie Otto rintocchi di sesso: La Notte del Piacere

    A Castiglion della Pescaia, in Toscana, Eleonora Danieli incontra una sua antica fiamma, Aurora Aldrovandi, che le chiede aiuto per risolvere un intricato caso che riguarda l’uomo che intende sposare. Un uomo che ha due madri e che intende scoprire chi delle due è la sua vera madre.

    Come sempre Eleonora si rivolge al suo amante e maestro di vita Gabriele De Angelis che accetta il caso e quando pone le sue condizioni a Aurora Aldrovandi si sente rispondere:

    — Non ho alcun problema a darmi a voi. Non sarete né il primo né l’ultimo con il quale tradirò il mio futuro marito. Solo mi avrete alle mie condizioni, che vi detterò quando sarà il momento. E l’aspetta una sorpresa che non si aspettava.

    Eleonora nel guardare la sua amica si disse che non aveva perso nulla del suo fascino sottile ed ammaliante. Forse era anche più bella. E ancora una volta si sorprese a pensare a quelle labbra dalla curva trasparente e gonfie di sangue rosato.

    Quante volte si era abbeverata ad esse? Mai abbastanza ed anche in quel momento sentì l’impulso di baciarla, di stringerla a sé. Il ricordo della bellezza della lunga schiena flessuosa, dell’impudicizia delle natiche soffici e attraenti, del ventre concavo reso splendente da un vello folto e nero come la notte, delle cosce affusolate, delle fossette nelle ginocchia, dei polpacci snelli da atleta, delle caviglie sottili, tutto riaccendeva il suo desiderio.

    Aurora era l’unica donna che aveva amato. Era l’unica donna che era stata capace di accendere il suo desiderio. Eleonora non si considerava lesbica, non aveva particolare inclinazione verso le donne, al contrario si meravigliava di quell’unica eccezione della sua vita.

    Sapeva che non le avrebbe fatto schifo andare a letto con un’altra donna, forse ne avrebbe ricavato anche piacere, ma le mancava qualsiasi impulso a cedere a simili tentazioni. E, non le erano mancate le occasioni.

    Dieci anni, — disse

    Dieci anni, — ripetè Aurora.

    Sei sposata?

    No, ma ancora per poco. E tu?

    Io sì, ma è come se non lo fossi. Poi ti racconterò.

    La guardò per un attimo e l’occhiata sfacciata di Aurora sembrò dirle:

    Hai ancora voglia di me?

    Quarto volume della Serie Otto rintocchi di sesso: L’Audacia dell’Attrice

    Quarta avventura di Gabriele De Angelis e Eleonora Danieli della Serie Otto rintocchi di sesso.

    In un assolato pomeriggio romano Gabriele De Angelis incontra la bellissima attrice Aurora Andreani e decide che in un modo o l’altro deve averla. Il destino gli viene incontro sotto il rapimento della stessa da parte di una comparsa del suo ultimo film La Principessa Felice.

    Con l’aiuto della sua compagna e collaboratrice, Eleonora Danieli, si mette sulle tracce del rapitore, ma, proprio quando sta per cogliere il trionfo, una sorpresa che non aveva messo in conto lo sconcerta.

    Durante quella scena Gabriele si era eccitato alla vista dello splendido corpo di Aurora Andreani: schiena arcuata, seni svettanti, corpo lungo e agile, vita sottile, esaltata dalla rotondità dei fianchi snelli.

    Con gesto meccanico e fare indifferente aveva infilò una mano sotto la gonna di Eleonora e era risalito su per la caviglia sottile. Aveva denudato la gamba, poi il ginocchio, fino a che era comparso il triangolo rosso e folto del sesso della sua amante che dietro suo suggerimento quella sera non aveva indossato le mutandine.

    A sua volta Eleonora con la punta delle dita aveva fatto emergere dalla sua scollatura un capezzolo scuro su cui Gabriele aveva posato le labbra. Eleonora aveva emesso un sospiro, socchiuso gli occhi e aveva teso una mano verso la patta dei pantaloni di lui.

    Le dita esperte ne avevano estratto il sesso già duro. Vi aveva incollato sopra le labbra, mentre l’uomo le accarezzava le natiche e i fianchi. Mentre lo succhiava Gabriele l’aveva fatta ruotare su un fianco e le aveva cercato il clitoride, che aveva trovato gonfio e teso, pronto ad esplodere. Le reni arcuate, le natiche contratte, lei gli si era spinta contro, per accentuare la pressione.

    L’orgasmo era esploso all’unisono. Gabriele si era impregnato le dita dalla calda lava di lei, a sua volta Eleonora si era sentita irrorare il palato dal gusto un po’ acre e amaro dello sperma di lui.

    Si erano ricomposti pochi secondi prima che nel locale fossero riaccese le lampade.

    Quinto volume della Serie Otto rintocchi di sesso: Le Due Impudiche

    Quinto volume della Serie Otto rintocchi di sesso. Quando il poliziesco si sposa con l’erotico. Rielaborazione in chiave erotica del romanzo di Adelaide Byrne, Le Due Rivali.

    Una conversazione carpita in treno da Gabriele De Angelis gli fa sospettare la possibilità di un delitto. Con la sua amante e collaboratrice, Eleonora Danieli, si trasferisce sulla Riviera Ligure, e più precisamente a Santa Margherita Ligure, per controllare che nulla accada al famoso pittore Ernesto Giribaldi, la vittima probabile. E qui, proprio sotto i suoi occhi, avviene il delitto. Un delitto impossibile, in quanto, nella cabina da spiaggia in cui è avvenuto il misfatto, nessuno è entrato. Inoltre la cabina è stata tenuta costantemente sotto sorveglianza. Inizialmente si sospetta il suicidio, ma come si sarebbe ucciso? La ferita è proprio al centro della schiena, in un punto in cui la mano non può arrivare. E poi non vi sono armi nella cabina. Un mistero che Gabriele de Angelis riuscirà a sciogliere grazie alle sue intuizioni e alla sua sagacia, ottenendo la sua solita ricompensa.

    Finì per dichiarare:

    È veramente riuscito. Vi sta benissimo. Ma come sapete io dipingo solo nudi femminili.

    Se è per questo, da parte mia non vi è alcun problema a denudarmi.

    E cominciò a spogliarsi, lentamente. Si lasciava ammirare, contenta di essere bella e di piacergli. Era venuta nello studio del pittore senza aver detto niente a De Angelis, ancora indecisa su come comportarsi, se come semplice modella o come donna emancipata, vogliosa di una avventura.

    Ella lo analizzò con cura: ne osservò il viso, l’espressione, i biondi capelli ondulati, il vestito d’ottimo taglio, la camicia di seta, la cravatta ben intonata, le fede nuziale all’anulare della mano. Lo sguardo di Eleonora seguì la muscolatura atletica che si indovinava sotto la giacca di alta sartoria, le palpebre che, in certi momenti, soffocavano bagliori conturbanti, la bocca che dissimulava appetiti misteriosi e senza dubbio insaziabili, la linea del collo, sino giù ove la sporgenza del sesso tendeva leggermente i pantaloni di flanella.

    Tutto ciò non le richiese che uno sguardo, sguardo di cui ebbe piena coscienza il pittore.

    Ed egli ricambiò lo sguardo quando ella si slacciò la gonna a pieghe e la lasciò cadere ai suoi piedi. Sotto non indossava altro e lo sguardo di Ernesto Giribaldi potè salire su su, pieno di ammirazione, lungo le gambe slanciate, fasciate da calze di seta, trattenute dalle giarrettiere sopra il ginocchio, poi salì ancora più su, indugiando sulla liscia pelle bianca delle cosce e sul rossiccio triangolo del pube. Eleonora Danieli non solo non aveva indossato la sottogonna, ma non aveva indossato neanche le mutandine.

    Sesto volume della Serie Otto rintocchi di sesso: La Pazzia dei Sensi

    Quando il poliziesco si sposa con l’erotico. Sesta avventura della serie Otto rintocchi di sesso. Rielaborazione in chiave altamente erotica del romanzo La Signora dalla Mannaia di Adelaide Byrne.

    Orribili delitti seriali stanno avvenendo a Roma. Giovani donne vengono rapite, torturate e poi uccise con un colpo di mannaia in testa. Chi è che compie questi delitti e perché? Gabriele De Angelis, a seguito del rapimento della sua amante Eleonora Danieli è costretto ad indagare per salvare l’amata dal settimo colpo di mannaia. Ed egli, con la semplice logica del ragionamento, riesce a districare una terribile e oscura vicenda.

    "La donna si avvicinò ad Emanuela sorridendo in maniera ironica, si pose dietro a lei e, con una mano, prese ad accarezzarle le natiche perfette, saggiandone l’elasticità, palpeggiandole con rude violenza, dilatandole fino a scoprire la rosetta dell’ano. La carezza sui glutei contratti della ragazza continuò a lungo, mentre lei rabbrividiva di vergogna. Le dita soffici della suora si compiacevano di quella pelle morbida e tesa e, ogni tanto, una scendeva fino a sfiorarle il clitoride che, malgrado tutto o forse, proprio a causa della paura, era teso.

    Prese a massaggiarlo fino a quando non comprese che un orgasmo, volontario o meno che fosse, l’aveva travolta. Durante quel massaggio Emanuela aveva chiuso gli occhi e quando li riaprì l’orrore fu davanti ai suoi occhi. La suora aveva in mano una mannaia e la stava calando sulla sua testa."

    Settimo volume della Serie Otto rintocchi di sesso: Passi di voluttà sulla neve

    Settima avventura della Serie Otto rintocchi di sesso. Rielaborazione in chiave altamente erotica del romanzo Passi di Morte sulla Neve di Adelaide Byrne.

    Dopo la terribile esperienza vissuta da Eleonora Danieli, l’amante di Gabriele De Angelis nell’avventura della Signora dalla Mannaia, questa si è ritirata a Lucignano, un incantevole paesino alle porte di Arezzo. Da qui scrive una lettera a Gabriele De Angelis che, preso da nostalgia per la donna, la raggiunge, in tempo per risolvere un intricato delitto a cui la stampa ha dato il titolo di Passi di Morte sulla Neve.

    "Morire era l’unica soluzione! Ma la sua gioventù gridava: voglio vivere!

    E, presa da un impulso incontrollato, fece quello che non aveva fatto da tanto tempo: si levò tutti i vestiti e osservò la propria nudità davanti a un grande specchio. Non sapeva esattamente cosa stava cercando. E, tuttavia, dopo essersi seduta davanti allo specchio a gambe larghe, avvicinò la lampada in modo tale che la illuminasse meglio.

    Non rimase immobile a lungo. Una sua mano scese, senza esitazione, tra le gambe che aveva allargato, a cercare il clitoride su cui si fermò per un istante. Poi risalì, aprendo al suo passaggio il taglio tra le carni accostate. Giocherellò con i peli del pube, poi ridiscese, e il suo dito si spinse più in profondo, nell’umida carne, già imperlata di piacere. Massaggiò il clitoride sino al limite dello spasmo, poi si fermò di nuovo, esitò, racchiuse nella mano la sua carne palpitante.

    Il cuore, nel dubbio che qualcuno potesse entrare nella stanza che restava sempre aperta, le batteva così forte che temeva lo si sentisse. Si accarezzò le punte dei seni, dure e tese, poi proseguì il suo gioco. Dalla sua gola uscì un suono incontrollato. Il lamento divenne un grido e le cosce si aprirono di scatto e si richiusero di colpo sulla mano che restò prigioniera.

    Per tutto il tempo di quella carezza aveva immaginato che il pene di un uomo fosse prima tra le sue dita, poi nella sua bocca, nel profondo della sua vagina ed infine nel suo ano dove aveva scaricato il suo seme, denso e abbondante."

    Ottavo volume della Serie Otto rintocchi di sesso: Il Talismano del Piacere

    Ottava e ultima avventura del ciclo Otto rintocchi di sesso. Rielaborazione in chiave altamente erotica del romanzo Il Talismano del Cavaliere Templare di Adelaide Byrne.

    Si parte da un’epica battaglia tra cristiani e mussulmani per finire un bordello di lusso, ove, inspiegabilmente, De Angelis fa prostituire la sua amante.

    Si passa così da un’atmosfera da romanzo di avventure, ad un mistero in piena regola, a quello che è, infine, un aperto omaggio al romanzo Histoire d’O di Pauline Reage.

    Le aveva detto di mettersi una maschera, per cui quando salì sulla carrozza e trovò tre uomini mascherati, Eleonora non se ne meravigliò. Il suo primo pensiero fu che andavano ad una festa in costume.

    Si stava facendo sera ed il freddo era aumentato di intensità. Con un tocco del bastone De Angelis ordinò al vetturino di partire, poi abbassò le tendine della vettura. La cosa meravigliò non poco Eleonora, in quanto nella carrozza, ora, non si poteva che scorgere ombre.

    Eleonora indossava un magnifico abito da sera, nero senza maniche, di linea semplice e con una profonda scollatura quadrata. Sopra di esso, una pelliccia di ermellino.

    De Angelis le chiese:

    Ditemi sotto i vestiti che cosa indossate?

    Eleonora si sentì avvampare. La presenza dei due sconosciuti la metteva in soggezione, ma soprattutto era timorosa delle intenzioni di De Angelis, ma si era ripromessa di ubbidire a tutte le sue richieste e lo avrebbe fatto.

    Con voce flebile rispose:

    Le calze, il reggiseno e le mutandine.

    Siete troppo vestita per il luogo dove andiamo. Vi devo pregare di togliervi le calze, di sfilarvi le mutandine e il reggiseno. Sotto il vestito dovete rimanere completamente nuda.

    Eleonora si alzò in piedi, si sollevò il vestito e srotolò le calze. Si sfilò poi le mutandine. Sfilarsi il reggiseno non era cosa altrettanto facile. Gabriele De Angelis le venne incontro. Le si avvicinò e le sussurrò ad un orecchio:

    Chinatevi leggermente verso di me e non muovetevi.

    Eleonora inclinò leggermente il busto pensando che lui le volesse accarezzare i seni, per cui restò perplessa quando vide che con un paia di forbicine le tagliava le bretelle del reggiseno e la parte posteriore dello stesso. Il leggero indumento venne via facilmente. Ora, sotto il vestito, aveva i seni liberi e nudi, come il vello del pube.

    Il Talismano del Piacere

    1 - Seicento anni prima

    Il Castello stava per cadere nelle mani degli infedeli. In quel giorno che essi consideravano l’ultimo della loro vita, e il prossimo assalto sarebbe stato quello definitivo, fenomeni celesti e terrestri fecero presagire agli assediati ogni specie di calamità e di eventi straordinari.

    Al mattino il cielo si era improvvisamente e completamente oscurato, poi era apparsa, luminosa, una cometa dalla lunghissima coda. I soldati, facendosi il segno della croce, credettero di vedere nella coda della cometa una fossa sepolcrale e la croce del martirio.

    Questi spaventosi presagi indussero gli abitanti del castello a pregare, nella orribile attesa di una morte certa ed inumana. Si diceva che i mussulmani usavano impalare tutti i loro prigionieri o crocifiggerli dopo averli bagnati di olio bollente. Le donne venivano fatte schiave e le più belle mandate come concubine negli harem degli sceicchi.

    La stessa natura aveva perso il suo ordinario aspetto. La campagna si era mutata in un pantano impraticabile, le api ronzavano a sciami attorno agli alveari e gli animali al pascolo gemevano e mugghiavano.

    Era come se intuissero che da quella invisibile linea di confine, che era l’orizzonte, si profilasse la minaccia del pericolo. Aquile, falchi, corvi, avvoltoi, iene e fiere selvagge si contendevano i morti, nel cuore di quella desolazione, ove, all’apparenza, non c’era anima viva.

    Da quando durava quell’assedio? Nessuno lo ricordava più, era come se fossero passati eoni, nessuno sapeva o voleva rammentare il numero delle lotte impegnate e della gente che vi era perita, ma, appena si scorgevano nell’aria stormi di avvoltoi volteggiare sullo stesso posto, tutti ne arguivano che là c’erano cadaveri e ossa insepolti. Tra l’erba alta della campagna i mussulmani davano la caccia agli uomini, con ferocia inaudita.

    Quella terra un tempo florida e prosperosa, era diventata, a un tempo, deserta e popolata, muta e minacciosa, tranquilla e piena di imboscate, selvaggia sia per l’incolta asprezza del terreno sia per la rudezza delle anime.

    Era, all’improvviso, diventava un campo di battaglia. E orde di infedeli vi si susseguivano come marosi. Nella notte, il nitrito dei cavalli rispondeva come un’eco all’ululato dei lupi, il rullo dei tamburi e lo squillo delle trombe rimbombava fino al mare, e per le strade dei villaggi indifesi irrompevano torrenti di uomini. Irrompeva la morte, annunciata da innumerevoli stormi di uccelli che volavano verso occidente. Gli infedeli, sbucando dalla foresta, arrivavano nei villaggi subito dopo la partenza degli uccelli.

    Ma, in quel giorno, non si erano visti migrazioni di uccelli. Alto era il silenzio nel Castello.

    Dal limite settentrionale dei campi incoltivati, fino al mare, non si vedeva un’anima viva nè il minimo movimento tra la bruna e sterile sterpaglia.

    All’orizzonte rosseggiava un sole dalle tinte infernali, il cielo era già scuro e la campagna s’ammantava di tenebre. Ombre nere s’allungavano in quella desolazione, in quella luce che andava spegnendosi in ogni dove.

    Ovunque calava la notte, e con la notte il terrore. Nei campi erravano spettri di uomini morti senza Dio, i quali beffeggiavano le croci e le chiese. Altri cavalieri fantasmi imploravano un segno della croce, il perdono di Dio per i loro peccati terreni.

    E, le urla di coloro che erano rimasti nei campi, senza gambe per poter tornare al Castello, echeggiavano nella notte, quando i vampiri andavano a dissetarsi del loro sangue. Sembrava Dio avesse trasformato quel luogo nell’anticamera dell’Inferno. Agli assediati sembrava di scorgere, oltre alle orde mussulmane, intere legioni di spettri e imbattersi anche in un solo spettro non prometteva nulla di buono.

    All’improvviso le sentinelle del Castello scorsero un uomo a cavallo. Sembrava un Cavaliere Templare, ma come aveva fatto a passare le linee nemiche? Ma era, poi, un Cavaliere Templare?

    Erranti nuvole nerastre velavano a momenti l’astro notturno, e quella figura ora emergeva distinta ora piombava nell’oscurità della notte. Il cavaliere stava immobile e sembrava osservare il Castello. Nei suoi pochi, lenti, movimenti vi era un non so che di minaccioso, come era minacciosa tutta la campagna nella sua calma apparente.

    A tratti soffiava il vento dal Nord, scrollando le erbe aride, che stormivano e gemevano impaurite, e nella pallida luce notturna si scorgeva soltanto quel misterioso cavaliere. Ma perché non si muoveva? Perché non avanzava?

    Fu chiamato l’ufficiale di guardia, che dopo aver valutato la situazione, decise per una sortita, al fine di appurare se quella visione fosse reale o immaginaria, se si trattava veramente di un Cavaliere Templare o di un nemico.

    Alcuni soldati accorsero verso il cavaliere misterioso, ma all’improvviso egli sembrava sparito, quando una voce ordinò:

    Accendete il fuoco!

    La vivida fiamma di una torcia illuminò il corpo di un uomo che giaceva per terra.

    Era un Templare, o quanto meno indossava la divisa dei Templari.

    E’ vivo?

    E’ ancora vivo, signore, rantola appena, — rispose un soldato.

    Chi sarà mai?

    A giudicare dalle vesti e dall’armatura, una persona importante.

    Speriamo che sopravviva! — esclamò l’ufficiale che aveva guidato il drappello dei soccorsi. — Sembra un francese.

    E che cavallo! — esclamò il suo scudiero. — Nemmeno il nostro imperatore ne possiede uno eguale.

    L’ufficiale osservò il cavallo, ne ammirò la bellezza, poi diede ordine di trasportare il ferito all’interno del Castello.

    Solo dopo due ore il Cavaliere Templare riprese conoscenza, lentamente. Stette per un pò a girare gli occhi sugli sconosciuti che gli stavano d’attorno, poi provò a rialzarsi. Un soldato lo sollevò di sotto le ascelle, un altro gli mise un guanciale dietro la schiena, sul quale il ferito si appoggiò con tutta la sua forza.

    Un pò di acqua! — sussurrò alla fine con voce affievolita.

    Gli fu subito offerta, e lui, tracannandola avidamente, parve sentirsi meglio. Staccate le labbra dalla brocca, chiese con voce più chiara:

    Dove mi trovo? Tra chi mi trovo?

    Un uomo, che dalle vesti sembrava un nobile, si alzò dal tavolo ove era seduto e gli si avvicinò. Era un uomo di mezza statura, dalle spalle larghe, dai tratti energici, dalle membra robuste. Aveva una testa enorme, il viso abbronzato, gli occhi nerissimi, e i baffi gli pendevano di qua e di là dal mento in due folte nappe. Era indubbiamente uno slavo. Il volto rivelava orgoglio e audacia. Ispirava, per così dire, una simpatia repulsiva: in lui vi era un che di leale e schietto che si fondeva, però, ad una ferocia innata.

    Siete, sfortunatamente, nel mio castello di Legrad, cavaliere. Io sono il conte Miklós Zrínyi.

    Perché dite sfortunatamente?

    Da un momento all’altro gli infedeli ci attaccheranno e verremo tutti trucidati!

    Il Cavaliere Templare esaminò attentamente il volto del castellano scrollando il capo come a dire che non era d’accordo su quanto era stato appena detto. Poi, lentamente, si tastò i fianchi per cercarvi il cinturino nel quale evidentemente voleva ficcare le mani.

    Il castellano non pote tollerare quella superba tranquillità d’uno che stava per morire e che se non fosse morto avrebbe maledetto il giorno in cui era nato per la morte che gli sarebbe stata riservata dai mussulmani.

    Si direbbe che non abbiate paura di morire! — disse con tono sarcastico.

    Vostra signoria non si sbaglia, — rispose calmo il Cavaliere Templare. — E non morirete nemmeno voi.

    Poi, traendo di tasca un oggetto, proseguì:

    Osservate questo spillo antico composto di una corniola inserita in una montatura di filigrana. Vi prego di accettarlo.

    Il conte Miklós Zrínyi indietreggiò d’un passo e squadrò con perplessità il suo interlocutore, che proseguì con una fraterna dolcezza nella voce:

    Tenetelo, è uno spillo prezioso non per il suo valore, ma per altri pregi. Da giovane, trovandomi schiavo degli infedeli, lo ebbi da un pellegrino di ritorno dalla Terra Santa. Nel castone c’è un pò di terra del Santo Sepolcro, e non è un dono da rifiutarsi. Esso porta fortuna a tutti coloro che lo possiedono e si dice anche che preservi da morte violenta. Questo spillo vi difenderà dalla sventura, quando sarà giunta l’ora suprema... E, secondo le vostre affermazioni, l’ora suprema non è lontana. Ma ricordate, donandolo non sarete più sotto la sua protezione.

    Seguì un breve silenzio. Si udiva soltanto il crepitare della fiamma e il nitrito dei cavalli. Dai canneti lontani arrivava l’ululato lamentoso dei lupi.

    Il castellano accettò controvoglia lo spillo, vinto dalle parole del Cavaliere Templare, e con meraviglia, non appena ebbe nelle proprie mani il dono, dovette constatare, con dolore, la repentina morte del giovane guerriero.

    Si chiese se le ultime parole del guerriero non fossero state profetiche, poi, con scetticismo, si mise lo spillo nella tasca.

    Sulla notte era scesa la nebbia e le tenebre avevano avvolto tutto. Si era alzato il vento e sulle sue ali giungevano le urla degli infedeli che attaccavano il Castello. Al mattino, con sorpesa, il castellano dovette constatare che egli e i suoi uomini non erano morti.

    I campi davanti al Castello presentavano uno spettacolo degno di un grande pittore drammatico. Migliaia e miglia di infedeli giacevono morti nella pianura, mentre l’esercito imperiale tedesco, giunto nella notte, continuava a farne carneficina.

    Il conte Miklós Zrínyi strinse nelle mani la spilla che gli era stata regalata e non se ne separò mai più.

    2 - Tre mesi prima¹

    Nel salone, ove nessuno degli invitati era ancora disceso, De Angelis consegnò l'atto, con cui i beni venivano restituiti a Eleonora Danieli. Ella sembrava stupefatta di tutto quel che aveva udito e qualche cosa le dava da pensare più ancora di quella luce implacabile proiettata sul passato di suo zio, e cioè la chiaroveggenza prodigiosa e la straordinaria lucidità dell'uomo che, da alcune ore, dominava gli avvenimenti e faceva sorgere davanti al suoi occhi i quadri del dramma a cui nessuno aveva assistito.

    Siete contenta di me? — domandò il principe.

    Eleonora gli tese le due mani.

    Mi avete salvata da Rossignoli. Mi avete dato la libertà e l'indipendenza: vi ringrazio dal profondo del cuore. E state sicuro che pagherò il pegno che vi ho promesso….

    Oh non vi domando questo! Non siate precipitosa! — egli disse. — Al principio, ho voluto soltanto distrarvi, la vostra vita era monotona e mancava di imprevisto. E' stato così anche oggi?

    Come potete farmi una simile domanda? Ho vissuto i minuti più forti e più strani della mia vita...

    Ed è così la vita — egli disse — quando si sa guardare e operare. L'avventura è da per tutto, tanto nel fondo della capanna più miserabile quanto sotto la maschera dell'uomo più savio. Ovunque, se si vuole, vi è un pretesto per agire, fare il bene, salvare una vittima, mettere fine a una ingiustizia.

    Ella mormorò, colpita da quanto vi era in lui di forza e di autorità:

    Chi siete, dunque?

    Un avventuriero. Non altro. Un innamorato di avventure. La vita, forse, non vale la pena di essere vissuta se non attraverso le avventure, avventure degli altri o avventure personali. Quella di oggi vi ha sconvolta perchè toccava il più profondo del vostro essere. Ma quelle degli altri non sono meno affascinanti. Volete farne la prova?

    In che modo?

    Siate la mia compagna d'avventure. Se qualcuno mi chiama in aiuto, aiutatelo con me. Se il caso o il mio istinto mi mette sulla traccia di un delitto o sull'orma di un dolore, operiamo tutti e due in compagnia. Volete?

    — ella disse — ma...

    La giovane esitò, poiché cercava l'intenzione segreta di De Angelis.

    Ma — egli terminò sorridendo — voi diffidate un poco. Dove, dunque, questo amatore di avventure vuol trascinarmi? E' evidente che gli piaccio e che un giorno o l'altro non gli dispiacerà di riscuotere la ricompensa. Avete ragione. Ci vuole tra noi un ulteriore contratto oltre quello già stipulato.

    Molto preciso! — disse Eleonora, che preferiva mettere la conversazione su un tono scherzoso. — Ascolto le vostre proposte.

    Il principe riflettè un istante, e continuò:

    Ebbene, ecco: oggi, giorno della prima avventura, l'orologio Benettoni ha battuto otto rintocchi. Volete che accettiamo la sua decisione e sette volte ancora nello spazio di tre mesi, per esempio, affrontiamo insieme delle belle imprese? E volete che l'ottava volta vi sia, per voi, l'obbligo di accordarmi...

    Che cosa?

    Egli ritardò la risposta.

    Tutto quello che vi chiederò. Non potrete rifiutarmi niente. Anche se quello che vi chiedero vi sembrerà estremamente indecente, dovrete sottostare alle mie richieste. Notate che sarete sempre libera di abbandonarmi strada facendo, se non riuscirò a interessarvi. Ma se mi seguite fino in fondo, se mi permettete di cominciare e di terminare con voi l'ottava impresa, fra tre mesi, il cinque dicembre, nell'istante stesso che scoccherà l'ottavo rintocco dell'orologio — e scoccherà, siatene sicura, perchè il vecchio pendolo di rame non si fermerà più nella sua corsa — voi avrete l'obbligo di accordarmi...

    Che cosa? — ella ripetè un po' agitata, nell’attesa.

    Egli tacque. Guardava le belle labbra che voleva chiedere come ricompensa e fu talmente sicuro che la giovane aveva compreso che ritenne inutile parlare in modo più chiaro.

    Ma perché anticipare le sorprese? E voi che cosa esigete da me?

    Ella gli fu grata del suo rispetto, e rispose, ridendo:

    Che cosa esigo?

    .

    Posso esigere qualunque cosa, anche la più difficile e impossibile?

    Tutto è facile e tutto è possibile a chi vuol conquistarvi.

    Allora ella disse:

    Come voi a tempo debito vi sarà detto!

    Poi, furono l’uno nelle braccia dell’altro.

    3 - La Lettera

    Alla signora Eleonora Danieli

    30 novembre.

    «Amica carissima,

    Due settimane ancora senza vostre lettere! Non spero di riceverne ormai prima di quella modesta data del 5 dicembre che abbiamo fissato. come termine della nostra società. Ed io ho fretta, di arrivarvi, perchè allora voi sarete liberata da un contratto che, a quanto pare, non vi piace più. Per me, le sette battaglie che abbiamo impegnate assieme e vinte, furono un pericolo di gioia infinita e di esaltazione. Vivevo accanto a voi, sentivo tutto il bene che vi faceva quell'esistenza più attiva e più emozionante. La mia felicità era tale che non osavo parlarvene, e lasciarvi vedere dei miei sentimenti segreti se non il desiderio di piacervi e la mia appassionata devozione. Oggi non volete più saperne del vostro compagno d'arme? Sia fatta la vostra volontà. Ma mentre mi inchino davanti a questa decisione, volete permettermi di ricordarvi che cosa io abbia sempre pensato che sarebbe stata la nostra ultima avventura, quale scopo si sarebbe proposto il nostro sforzo supremo? Mi permettete di ripetervi le vostre parole, di cui neppure una, da allora, si è cancellata dalla mia memoria? — Esigo — diceste — che mi restituiate uno spillo antico composto di una corniola inserita in una montatura di filigrana. L'avevo avuta da mia madre, e nessuno ignorava che ad essa le aveva portato e le portava fortuna. Da quando è scomparsa dal cofano in cui era chiusa, sono disgraziata. Restituitemela, signor genio benefico! E poiché io vi interrogavo sull'epoca della scomparsa di quello spillo, voi rispondeste ridendo: — Sei o sette anni fa... o otto... Non so bene... Non so in che modo... Non so nulla! Era una specie di sfida che mi lanciavate, e mi ponevate quella condizione perchè mi fosse impossibile soddisfarla. Ma ho promesso e vorrei mantenere la mia promessa. Tutto quel che ho tentato per mostrarvi la vita sotto una luce più favorevole, mi sembrerebbe inutile, se mancasse alla

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