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Il gioiello del milionario: Harmony Collezione
Il gioiello del milionario: Harmony Collezione
Il gioiello del milionario: Harmony Collezione
E-book171 pagine2 ore

Il gioiello del milionario: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Indossare i diamanti della collezione Levantsky è uno dei lavori più prestigiosi che Anna Delane, splendida modella, abbia mai svolto. Ma quando uno di quei preziosissimi gioielli viene rubato, Anna si ritrova alla mercé di Leo Makarios, affascinante magnate greco. Leo è convinto che sia lei l'autrice del furto, e farà qualunque cosa pur di avere indietro ciò che gli appartiene. Anche se partire con Anna per i Caraibi può sembrare uno strano modo per incastrare una ladra.

LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2016
ISBN9788858945834
Il gioiello del milionario: Harmony Collezione
Autore

Julia James

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Il gioiello del milionario - Julia James

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Shackled By Diamonds

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2006 Julia James

    Traduzione di Cecilia Bianchetti

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-583-4

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Leo Makarios si fermò in cima all’ampia scalinata che conduceva al grande salone di Schloss Edelstein, con una mano sul montante della ringhiera di legno intagliato. Osservò la scena soddisfatto e il suo fisico imponente si rilassò.

    Justin aveva scelto bene. Le quattro ragazze erano davvero di una bellezza squisita, pensò, esaminandole una per una.

    La bionda l’aveva colpito, ma nonostante fosse splendida era un po’ troppo magra per i suoi gusti. Ed era anche molto tesa. La brunetta accanto a lei era morbida e sensuale, aveva una splendida massa di capelli mori, ma la sua espressione era vuota. Passò oltre. Le donne poco intelligenti lo irritavano.

    La rossa dall’aspetto preraffaellita era notevole, ma era anche la protetta di suo cugino Markos. Quindi, terreno proibito.

    Infine il suo sguardo si spostò sull’ultima ragazza... e lì rimase.

    Aveva i capelli neri come la notte, la pelle bianca come l’avorio e gli occhi verdi come gli smeraldi che indossava. E lo faceva con un’aria così annoiata che Leo provò una rabbia improvvisa. Com’era possibile che una donna potesse permettersi un atteggiamento simile quando portava una collana Levantsky? Non capiva che si trattava di un vero e proprio miracolo di oreficeria? E gli orecchini, i braccialetti, gli anelli?

    A quanto pare la ragazza non lo capiva, tanto che proprio in quel momento sospirò, con una mano sul fianco, spostando il peso da una gamba all’altra sotto la gonna lunga.

    Leo si calmò solo quando notò i suoi seni, che a causa di quel sospiro si erano sollevati. Già sottolineati dal corpetto attillato dell’abito, divennero così ancora più evidenti.

    Leo provò una sensazione piacevole e familiare.Così la bruna dagli occhi verdi si annoiava, eh?

    Bene, avrebbe provveduto personalmente a farla divertire un po’, si ripromise scendendo le scale.

    L’umore di Anna stava peggiorando. Perché quell’ennesima interruzione? Tony Benedetti stava confabulando con i suoi assistenti, anzi, a dire la verità, li stava coprendo di insulti. Anna sospirò di nuovo, e il corsetto le strinse i seni. Odiava quel corsetto, era troppo scollato, una vera e propria calamita per gli sguardi lascivi proprio di quel tipo di uomini che cercava sempre di evitare.

    Strinse le labbra, cercando di ripassare mentalmente un kata che aveva imparato a karate e che riusciva sempre a calmarla e rassicurarla, cancellando la fatica anche se purtroppo non le occhiate maschili.

    Il suo abito era pesantissimo. Fare la modella non era facile come credeva la gente e Anna sapeva che le due ragazze non professioniste, Kate e Vanessa, erano molto stanche. La bruna, Kate, senza lenti a contatto aveva uno sguardo vuoto, ma almeno evitava di vedere quelle orrende occhiate puntate su di lei. Si vociferava che la rossa, Vanessa, stesse con il cugino del tizio che aveva organizzato l’evento ed era proprietario del castello. Strano che un greco possedesse un castello nelle Alpi austriache. Forse, per stare più vicino alla banca svizzera in cui teneva i suoi soldi...?

    E, sicuramente, di soldi doveva averne un sacco.

    Schloss Edelstein era arrampicato su una montagna, circondato da boschi di pini e valli innevate.

    Lo sguardo distratto di Anna si accese di colpo ricordando il panorama stupendo che si godeva dalla sua camera da letto: il sole che brillava sulla neve e il lago gelato circondato dalle vette. Molto diverso dal benzinaio che aveva di fronte a casa da ragazzina.

    Poi, però, era stata molto fortunata, e lo sapeva.

    A diciotto anni era stata notata in un centro commerciale dall’addetto di un’agenzia di modelle. All’inizio aveva pensato a uno scherzo, invece l’offerta era seria e così aveva iniziato a lavorare in quel campo. Non era diventata una top model, e a ventisei anni era ormai a fine carriera, ma conduceva una vita assai diversa da quella a cui la sua estrazione sociale l’aveva destinata.

    Lavorando aveva imparato un sacco di cose: non solo come viveva l’altra metà del mondo, ma anche a sopravvivere in uno degli ambienti più difficili e competitivi che si possano immaginare senza farsi sfiorare dal fango.

    Aveva imparato presto che nel mondo della moda il fango era ovunque. Certe ragazze si drogavano e andavano a letto con chiunque potesse aiutarle nella carriera. Non che gli uomini fossero molto migliori.

    Per fortuna, però, non tutti erano così. C’erano anche brave persone: stilisti che Anna rispettava, fotografi di cui si fidava, modelle con le quali aveva legato, come Jenny, la bionda, che era diventata la sua migliore amica, in quel momento vestita di bianco con un diadema di brillanti e bracciali che le arrivavano fino al gomito.

    Anna strinse gli occhi.

    Jenny non stava bene. Era sempre stata magra, come tutte le modelle, ma adesso era addirittura emaciata. Non si drogava, altrimenti Anna non sarebbe stata sua amica. Forse mangiava troppo poco perché un fotografo le aveva consigliato di dimagrire. E se fosse stata malata? La vita era breve e si poteva anche morire a vent’anni. Sua madre non era arrivata ai venticinque, lasciando la sua bambina, già senza padre, alle cure della nonna vedova.

    Anna si ripromise di parlare con Jenny alla fine della sessione fotografica... sempre che finisse.

    Tony, che aveva finito di discutere, tornò dalle modelle, con gli occhi nascosti nella faccia grassoccia che nemmeno una barba trascurata ad arte riusciva a migliorare. «Tu!» ordinò a Jenny. «Giù!»

    Lei lo fissò confusa. «Giù?» ripeté.

    «Il vestito. Tiralo giù fino ai fianchi e incrocia le mani sul seno. Voglio un primo piano dei braccialetti. Sbrigati!» Poi si rivolse impaziente al suo assistente, che gli porse la macchina fotografica.

    «Non posso» mormorò Jenny raggelata.

    Tony la fissò. «Sei sorda? Abbassa subito il vestito!»

    «Non me lo tolgo!» protestò la ragazza con una nota quasi isterica nella voce, mentre un’assistente le slacciava le spalline.

    «Il contratto diceva che non ci saremmo spogliate» intervenne Anna.

    Il fotografo si girò di scatto verso di lei. «Taci!» le ordinò, poi si rivolse di nuovo a Jenny.

    Anna le si avvicinò e interruppe l’assistente. La sua amica era tesa come una corda di violino. A quel punto, parlò qualcun altro.

    «Abbiamo un problema?» chiese una voce profonda dal forte accento straniero, che Anna percepì immediatamente come una minaccia.

    Un uomo era uscito dall’ombra e si stava avvicinando al set fotografico.

    Anna ebbe un tuffo al cuore. Quell’uomo sembrava un leopardo: snello, forte, aggraziato e... pericoloso.

    Come mai le era venuto in mente proprio quell’aggettivo? Forse devastante sarebbe stato più adatto.

    Trattenne il fiato, continuando a fissarlo. Era alto, molto più di lei, aveva la pelle olivastra e un viso che sembrava preso da un mosaico bizantino: impassibile, remoto, calcolatore.

    E sexy in modo assurdo.

    Erano gli occhi, pensò Anna, riprendendo a respirare. Erano gli occhi che lo rendevano così sexy: a mandorla, nerissimi e sensuali.

    Lui parlò di nuovo, rompendo il silenzio improvviso. Non c’era da stupirsi che il suo arrivo avesse zittito tutti i presenti.

    «Ho chiesto se abbiamo un problema?»

    I problemi non gli piacciono, se ne libera subito. Sono solo una seccatura..., rifletté Anna, quasi senza volere.

    «Lei è...?» chiese Tony con aria aggressiva, commettendo un grosso errore.

    Il nuovo arrivato si voltò verso di lui, lo fissò e, dopo un lungo istante di silenzio glaciale, scandì: «Leo Makarios».

    Non alzò la voce e non parlò in tono enfatico, ma nel modo in cui il proprietario di Schloss Edelstein, di tutti i gioielli che indossavano le modelle e di un sacco di altre cose disse il suo nome le fece quasi provare compassione per Tony. Quasi, perché in realtà era uno dei più grandi imbecilli che l’avessero mai fotografata.

    «Sì» rispose Anna chiaro e forte prima che Tony potesse aprir bocca. «Abbiamo un problema.»

    Gli occhi nerissimi del nuovo arrivato si voltarono verso di lei.

    Com’era possibile che occhi tanto impassibili la rendessero così nervosa? Si sentiva una gazzella sola nella savana, al tramonto, proprio quando i felini iniziano la caccia.

    Ma lei non era una gazzella, e questo Leo Makarios non era un leopardo, ma solo un uomo molto ricco che si divertiva a presentare alla stampa il suo ultimo giocattolo, facendo fotografare quattro modelle ingaggiate per l’occasione.

    Ma, cosa importante, ingaggiate non per spogliarsi.

    «Il suo fotografo vuole rompere il contratto» continuò Anna dolcemente. Poi la sua voce s’inasprì. «Nessun nudo, è scritto a chiare lettere. L’ho controllato appositamente. Controlli anche lei...»

    Si mise accanto a Jenny con aria protettiva, notando che anche le altre due ragazze, le due dilettanti, si erano istintivamente avvicinate, chiaramente a disagio.

    Leo Makarios continuava a fissarla e lei sostenne il suo sguardo mentre, nel profondo, le succedeva qualcosa che non le piaceva affatto.

    Forse il modo in cui Leo Makarios la guardava la infastidiva perché la ricopriva di fango?

    No, quello non c’entrava. Il fango aveva imparato a gestirlo.

    In questo caso c’era qualcosa di peggio. Leo Makarios le stava facendo qualcosa di completamente diverso.

    Le stava succedendo qualcosa, Anna lo capiva dal battito impazzito del cuore, dal sangue che le scorreva veloce nelle vene, per la prima volta in vita sua.

    No, ti prego!, pensò scioccata, muovendosi come al rallentatore. Non adesso, non qui, non con lui.

    Eppure stava succedendo.

    Leo continuò a guardarla. Adesso la bella modella non aveva più l’aria annoiata. Sul suo viso si alternavano due emozioni, anche se lei cercava di non fare trasparire la seconda.

    La prima era collera: la ragazza era furiosa, e la rabbia doveva essere un sentimento per lei familiare.

    Ma la seconda emozione l’aveva decisamente sconvolta, pensò Leo soddisfatto.

    Poteva anche cercare di nasconderla, ma lui l’aveva vista, aveva notato le pupille dilatate quando lo sguardo della ragazza avevano incrociato il suo.

    Provò un certo compiacimento, ma in quel momento aveva altro a cui pensare. Se ne sarebbe occupato più tardi, adesso aveva un problema da risolvere.

    Guardò la bionda. È proprio nevrotica, commentò fra sé. Tesa e agitata, il tipo che faceva venire mal di testa a un uomo. Era bellissima, ma Leo non invidiava il suo partner.

    «Mi faccia capire» replicò, rivolto alla bionda. «Perché non vuole fare la foto che le chiede il signor Benedetti?»

    La ragazza quasi tremava dalla tensione.

    Tony snocciolò una litania in italiano che Leo interruppe con un gesto secco della

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