Costanza Alfieri d'Azeglio: & Torino al tempo del colera
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Info su questo ebook
L’approccio alla protagonista e alle vicende a lei legate si fonda sul ricco carteggio di Costanza intitolato “Lettere al figlio”, scritte dalla madre nell’arco di tempo che va dal 26 giugno 1829 all’8 aprile 1862, … lo stralcio di alcune parti delle 611 lettere ivi contenute (tradotte liberamente dalla scrivente dal francese all’ italiano) si è cercato da un lato di riassumere la storia del nostro Risorgimento fino al 1862, anno della morte della protagonista e al contempo di offrire un affresco-anche se incompleto-della vita torinese a lei contemporanea e di alcune sue vicende familiari.
Nella seconda parte e’ stata aggiunta una ricerca sull’epidemia di colera asiaticus che colpì per qualche mese Torino dall’agosto al dicembre del 1835 e che vide impegnato in prima persona il marito di Costanza, il marchese Roberto Tapparelli d’Azeglio, e di cui Costanza stessa parla in alcune lettere al figlio diciannovenne che per sicurezza era stato allontanato da Torino
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Anteprima del libro
Costanza Alfieri d'Azeglio - Maria Orsola Quario
Maria Orsola Quario
Costanza Alfieri d'Azeglio
Dall’epistolario di una marchesa la storia del Risorgimento e della Torino ottocentesca
UUID: a5738fba-1841-11e7-b7ca-0f7870795abd
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Indice dei contenuti
INTRODUZIONE
Tavola genealogica delle famiglie Alfieri/Azeglio
PRIMA PARTE
1. NASCITA E ADOLESCENZA DI COSTANZA ALFIERI DI SOSTEGNO
2.LA FAMIGLIA ALFIERI
3. IL MATRIMONIO CON IL MARCHESE ROBERTO D’AZEGLIO
4. IL FIGLIO EMANUELE
5. LA FIGLIA MELANIA
6. IL COGNATO MASSIMO
7. ROBERTO, GLI IMPEGNI POLITICI E ARTISTICI
8 ROBERTO, COSTANZA E LA BENEFICENZA
9. TORINO, CITTÀ BENEFICA
10. I NOBILI TORINESI SONO MOLTO POVERI
11.COSTANZA E LE VACANZE
12. COSTANZA, LA VITA SOCIALE E GLI INTERESSI CULTURALI.
13. I GRANDI EVENTI CITTADINI
14. UN COMPLEANNO TRA I TANTI
SECONDA PARTE
1. 1848: inizia il Risorgiment
2. DAL 1848 AL 1850
3.GUERRE E LUTTI IN CASA REALE
4. 1858 - 1859: LA SECONDA GUERRA D’INDIPENDENZA
5. L’ARMISTIZIO.
6. DALL’ ENTUSIASMO ALLA DELUSIONE
7. GIUDIZI E PREGIUDIZI
8. LA MORTE DI CAVOUR
9. VERSO LA FINE
10. TORINO NON È PIÙ CAPITALE
Torino al tempo del colera
1.Il colera a Torino
Copia di relazione fatta dai Sig.ri Professore Berruti e Medico De Rolandis il 24 agosto 1835.
2.Testimonianze del tempo
Lettera di Costanza d’Azeglio al figlio.
Estratto dal capitolo IV de I miei tempi
di Vittorio Bersezio
3.Come organizzarsi contro il colera.
Provvedimenti dell'autorità sanitaria ( 1832-1835)
Provvedimenti dell’ Autorità Sanitaria (1832 – 1835)
4. Interventi collaterali
5. Un po’ d' igiene non fa mai male, ma talora gli interventi creano problemi nuovi
Da una modernizzazione passiva a una modernizzazione attiva
di Umberto Levra. Estratto.
ISTRUZIONI PER LE COMMISSIONI DI SANITÀ - Estratto
6. Anche i cittadini accorrono in aiuto
7. L’epidemia volge al termine
8.Si ringraziano Dio e gli uomini
Note
INTRODUZIONE
La presente opera vuole essere la breve biografia di una nobildonna torinese, la marchesa Costanza d’Azeglio nata Alfieri, che fu molto famosa ai suoi tempi e oggetto di un rinnovato interesse nel centocinquantenario dell’ Unità d’ Italia, data in cui la biografia doveva essere pronta.
L’interesse era in particolare rivolto a riscoprire personaggi femminili che in qualche modo si erano distinti per il loro amor di patria e per il ruolo avuto nel loro tempo. L’approccio alla protagonista e alle vicende a lei legate si fonda sul ricco carteggio di Costanza intitolato Lettere al figlio
, scritte dalla madre nell’arco di tempo che va dal 26 giugno 1829 all’8 aprile 1862, raccolte e trascritte dall’originale a mano dalla studiosa Daniela Maldini Chiarito, pubblicate a Roma nel 1996, per conto dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano e annotate con infinita pazienza.
Attraverso lo stralcio di alcune parti delle 611 lettere ivi contenute (tradotte liberamente dalla scrivente dal francese all’ italiano) si è cercato da un lato di riassumere la storia del nostro Risorgimento fino al 1862, anno della morte della protagonista e al contempo di offrire un affresco anche se incompleto della vita torinese a lei contemporanea e di alcune sue vicende familiari.
Quasi tutte le citazioni in corsivo nel testo e virgolettate sono tratte dalle Lettere al figlio
della prof. Daniela Maldini Chiarito.
Nella seconda parte e’ stata aggiunta una ricerca sull’epidemia di colera asiaticus che colpì per qualche mese Torino dall’agosto al dicembre del 1835 e che vide impegnato in prima persona il marito di Costanza, il marchese Roberto Tapparelli d’Azeglio, e di cui Costanza stessa parla in alcune lettere al figlio diciannovenne che per sicurezza era stato allontanato da Torino e viveva presso il nonno materno nel castello di San Martino Alfieri.
Tavola genealogica delle famiglie Alfieri/Azeglio
PRIMA PARTE
1. NASCITA E ADOLESCENZA DI COSTANZA ALFIERI DI SOSTEGNO
Costanza era nata il 27 gennaio 1793 in una famiglia dell’alta nobiltà piemontese, originaria di Asti, che contava tra i suoi antenati un crociato, Manuele, il cui figlio Guglielmo fu il fondatore degli Alfieri di Magliano dai quali discenderà Cesare Giustiniano capostipite degli Alfieri di Sostegno e bisnonno di Costanza. Si contano inoltre uno storico, un poeta, Vittorio, autore di tragedie, un architetto urbanista, Benedetto, che dalla metà del ‘700 aveva ricostruito Torino, dando seguito all’opera iniziata da Filippo Juvarra.
Il padre Carlo Emanuele Alfieri di Sostegno ricoprì cariche politiche e fu ambasciatore sardo a Parigi, la madre Carlotta Melania dei conti Duchi fu donna celebre per la sua bellezza, colta e amante della lettura e dello scrivere. Morì nel 1805 forse per la tisi che colpì in modo flagellante la famiglia di Costanza, malattia egualitaria che non risparmiava né i poveri, né i ricchi, perché la medicina non conosceva cure efficaci, ma soltanto salassi e sanguisughe, nell’illusione di purificare il sangue, in realtà indebolendo ancor più l’organismo. Le moriranno la sorella, la figlia, la cognata e forse due pronipoti di questo male ondivago, che concedeva qualche tregua, un rinascere di speranza, ma alla fin e si rivelava inesorabile.
Ogni lettera contiene l’elenco delle morti anche precoci di parenti e conoscenti, le cui cause andavano dal parto al cuore, dal morbillo alla varicella, dalla febbre tifoidea al vaiolo all’erisipola, dai calcoli biliari all’apoplessia, alla grippe
.
Dodicenne dovette occuparsi dei due fratelli più piccoli, Luisa e Cesare, a lei affidati dalla madre nel suo testamento spirituale, scritto in prossimità della morte, con serenità e accettazione commoventi: " nel momento in cui il Signore sembra chiamarmi a Lui e impormi il sacrificio della separazione da tutto ciò che mi è caro, i miei sguardi si volgono principalmente a Voi, miei cari figli, oggetto della mia più tenera sollecitudine, e a Voi, soprattutto, mia cara Costanza, a cui la Vostra età consente di rivolgermi in modo speciale…" [1] .
Il padre impostò in modo severo l’educazione della figlia imponendole una rigida suddivisione degli impegni quotidiani, dove poco spazio era lasciato allo svago e molto allo studio e alle pratiche devozionali e a questo schema la figlia si ispirò lungo tutta la sua vita operosa, sviluppando un forte senso di responsabilità verso gli altri che a lei ricorrevano con fiducia.
Una testimonianza affettuosa sul suo carattere le giunge dalla suocera Cristina Azeglio che in una lettera scrive ricorro a te figlia mia…Tu hai dal cielo talento e ottimo carattere, prudenza e tutto quello che fa all’uopo…
[2]
2.LA FAMIGLIA ALFIERI
La sorella Luisa prese il titolo di contessa di Favria e morì nel 1839, a trentasette anni, nubile.
Cesare iniziò la carriera diplomatica nel 1816; fu applicato d’ambasciata a Parigi, presso il padre, poi all’Aia, a Berlino e a San Pietroburgo.
Nel 1826 rientrò a Torino per sposarsi e prendere servizio come scudiero dell’erede al trono, Carlo Alberto. Fu prima titolare del Ministero dell’ Istruzione Pubblica nel 1847, estensore dello Statuto Albertino assieme a Luigi des Ambrois e Giacinto Borelli, Senatore del Regno dal 1° aprile 1848 e Presidente del Senato dal 1855 al 1860.
La moglie Luisa Costa della Trinità, più che cognata sorella e amica di Costanza, donna gentile e generosa nella carità, morì a 42 anni nel 1849 di una crisi respiratoria.
Il figlio Carlo, infine, ereditò i beni di famiglia, sposò in prime nozze Ernestina Doria di Cirié morta di parto e in seconde nozze nel 1851 Giuseppina Benso di Cavour, nipote prediletta di Camillo. Costanza, a proposito del matrimonio, descrive al figlio la