Il cammino della Tecnologia
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Anteprima del libro
Il cammino della Tecnologia - Vittorio Ariosi
omissioni.
Introduzione
Fino all'Ottocento gli storici hanno raccontato la storia delle civiltà prevalentemente come storia politica, militare, delle istituzioni. Nel Novecento si è cominciato a prestare attenzione anche ai fattori economici e sociali; ma a tutt'oggi non sempre viene considerata l'importanza decisiva, nella storia dell'uomo, della tecnologia e della scienza. Particolarmente in un Paese come il nostro, dove da sempre la cultura è per definizione umanistica
. Importante ma insufficiente per la comprensione della vicenda umana; essendo indiscutibilmente evidente che le invenzioni e le scoperte in campo tecnico e scientifico hanno, e hanno sempre avuto in ogni epoca, un ruolo decisivo nel determinare le condizioni di vita e i modi di pensare e di rapportarsi degli uomini.
In questo libro, non specialistico, è raccontata in forma essenziale e lineare la storia millenaria, articolata e complessa, dell'uomo costruttore di strumenti
. Attraverso i momenti salienti dell'evoluzione della tecnologia, dalla scheggiatura della selce alla rivoluzione informatica.
Un libro non da studiare o da consultare, ma da leggere come un racconto, riccamente illustrato.
V.A.
Dedicato ai tanti inventori e scienziati che con il loro genio hanno in ogni tempo segnato e determinato il cammino dell'uomo.
Prefazione
Dalla lavorazione della pietra alla capacità di controllare il fuoco; dalla pastorizia all’aratro, dall’abilità di lavorare i metalli all’arte della guerra; dall’invenzione della ruota alla capacità di sollevare pesi e di solcare i mari. La tecnologia è paragonabile a un lungo cammino che accompagna la vicenda umana, sociale ed economica dell’Homo sapiens. Un viaggio che nelle pagine di Vittorio Ariosi si fa avvincente narrazione. La sua storia della tecnologia è un susseguirsi di invenzioni e di applicazioni d’uso che hanno determinato mutamenti radicali.
Un tema di grande attualità in un momento nel quale l’umanità entra nella Quarta Rivoluzione Industriale: dopo la macchina a vapore, dopo l’elettricità e dopo l’elettronica, si dischiude la nuova era della connettività e della rete. L’effetto più immediato sarà, tra le altre cose, la fabbrica intelligente
, ovvero quella che i tedeschi hanno definito Industry 4.0. Una evoluzione che utilizza tutte le potenzialità di soluzioni tecnologiche come la stampa 3D, la realtà virtuale, il cloud computing, l’internet delle cose e i big data. Tutto è destinato a cambiare per la nostra società, per le nostre imprese, per il lavoro, per le nostre vite e per i nostri figli.
La modernità non finisce di stupirci proponendo nuove sfide. A questo proposito vale la pena ricordare che nella storia premoderna l’umanità non ha assistito ad alcun sostanziale cambiamento delle risorse su cui contare. Per millenni, infatti, queste sono rimaste le stesse: la terra e le braccia che la lavoravano. L’avvento della modernità - come ben evidenziato nelle pagine di questo libro - ha portato con sé cambiamenti radicali a partire dalla rivoluzione industriale di fine Settecento. La crisi del vecchio mondo, che lascia spazio all’affermazione della società moderna, introduce un fatto nuovo e di importanza vitale: l’applicazione della scienza alla produzione. Tutto ciò si determina con lo sviluppo del capitalismo industriale dell’800 e successivamente con la sua progressiva trasformazione nella grande industria del ‘900 (il fordismo
). Una nuova realtà economico-sociale che incorpora la scienza nella tecnologia, nelle macchine, nei prodotti, nei processi e nella produzione di massa. Il risultato è un continuo aumento della produzione di beni e della produttività, ossia del valore generato da ogni ora lavorata.
Ho richiamato questa esperienza storica perché ci aiuta a comprendere la natura stessa del progresso
. Un processo, anch'esso simile a un cammino, nel quale una o più innovazioni mettono in crisi
il vecchio ordine innescando una reazione creativa. Si apre così, ciclicamente, un nuovo spazio per gli individui e le iniziative dei singoli, che inventano soluzioni innovative capaci di soddisfare nuove esigenze di vita, di consumo e di intrattenimento. Dunque, trattare di storia della tecnologia significa occuparsi dell’umanità e di come questa abbia saputo compiere balzi che, a loro volta, hanno determinato gli esiti positivi ma anche le numerose criticità che segnano il nostro tempo. Oggi siamo ad un giro di boa della storia. Come imprenditore penso sia fondamentale soffermarsi sul rapporto tra la tecnologia, le imprese e il lavoro. Tre elementi che non sono mai gli unici protagonisti dei propri successi, né i soli responsabili degli insuccessi. La storia, infatti, ci spiega che ogni volta che il lavoro e il suo valore sono stati posti al centro dell’attenzione - indipendentemente che a farlo fosse San Benedetto, Calvino o Roosevelt - ne è scaturita una fase di progresso, civile ed economico, accompagnata da vere conquiste di libertà.
Animati dalla buona volontà e sostenuti da una visione che pone l’uomo al centro, possiamo e dobbiamo guardare con fiducia alle innovazioni tecnologiche che ridisegnano l’ecosistema sociale ed economico nel quale viviamo e lavoriamo. Non dobbiamo avere paura: Lao-Tzu, il fondatore del Taoismo, ci ricorda che quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla
. Per le persone, per le comunità e perle impreseogni cambiamento è sempre una sfida. Per affrontarla è indispensabile avere coraggio e umiltà. E necessario abbandonare soluzioni che sono state di successo. E essenziale governare anziché subire gli eventi. Ed è fondamentale, infine, imparare a imparare.
La lettura delle pagine che seguono aiuta a imparare e può così contribuire a rafforzare la consapevolezza delle innovazioni che stanno trasformando il nostro modo di vivere, di lavorare e di relazionarci. Mi riferisco a una grande e universale verità: in tutte le epoche, ogni uomo, ogni donna, ogni imprenditore e ogni imprenditrice, possono dare il meglio di sé a condizione che la ricerca continua del nuovo nutra il loro cuore e la loro mente.
Seguir virtute e canoscenza, come insegna il grande Poeta, è e sarà sempre l’energia invisibile che alimenta la passione dell’agire umano.
Questa è la strada della tecnologia sulla quale l’umanità cammina sin dalle sue origini.
Fabio Storchi
Presidente di Federmeccanica
Le grandi rivoluzioni economiche nella storia avvengono quando nuove tecnologie di comunicazione convergono con nuovi sistemi energetici. (Jeremy Rifkin)
Abbiamo creato una civiltà i cui elementi vitali dipendono dalla scienza e dalla tecnologia, ma abbiamo anche fatto in modo che quasi nessuno capisca qualcosa di scienza e di tecnica. (Carl Sagan)
C'è vero progresso solo quando i vantaggi della tecnologia diventano per tutti. (Hanry Ford)
Un giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i problemi, ma mai nessuna di esse potrà porne uno. (Albert Einstein)
1
LA PREISTORIA
In mancanza di documenti scritti, la ricostruzione delle vicende umane durante la Preistoria, il lasso di tempo che va dalla comparsa dell'uomo sulla Terra fino all'invenzione della scrittura, è compito dell'archeologia. Un tempo lunghissimo se rapportato alla durata della vita umana, brevissimo se rapportato ai circa 4,6 miliardi di anni della Terra. Per avere un'idea, ponendo l'età della Terra pari ad un anno solare, la comparsa degli ominidi risulterebbe la mattina del 31 dicembre.
A sottolineare l'importanza dei materiali e degli utensili nell'evoluzione dell'uomo, nella Preistoria si considerano generalmente tre età: Età della pietra, Età del bronzo, Età delferro; con un periodo di transizione fra l'età della pietra e l'età del bronzo detto Età del rame.
Nell'Età della pietra si distinguono comunemente tre periodi: il Paleolitico, dalla comparsa dell'uomo a 10mila anni fa; il Mesolitico, da l0mila a 8mila anni fa; il Neolitico, da 8mila anni fa fino al IV millennio a.C. Si tratta però di una cronologia del tutto convenzionale, oltre che non lineare, perché in ogni epoca hanno convissuto, e convivono tutt'ora, popolazioni in condizioni di sviluppo molto differenti. In Mesopotamia, ad esempio, il Neolitico è terminato molti secoli prima che in Europa e in America, mentre permane ancora in alcune tribù che vivono in località sperdute.
Il Paleolitico
A Fort Ternan, nella regione dei laghi del Kenya, fra i resti fossili di un animale e di un Ramapithecus, il probabile capostipite degli ominidi, è stato ritrovato un ciottolo che presenta segni di scheggiature provocate da percussioni. Per gli archeologi si tratterebbe della più antica testimonianza giunta fino a noi di un utensile realizzato, circa 12 milioni di anni fa, da un nostro lontanissimo antenato, usato per strappare brandelli di carne e per rompere ossa. E' del tutto logico pensare che, prima di arrivare a scheggiare dei ciottoli, i primi ominidi abbiano usato, per un tempo indefinito, bastoni e pietre per frugare nel terreno, scuotere rami, cacciare animali, colpire i nemici. Ma i primi utensili di pietra realizzati intenzionalmente segnano l'inizio di un saper fare
tecnico. Una prima sostanziale differenziazione dell'operare dell'uomo rispetto agli altri animali. In ultima analisi l'origine del pensiero, del processo di astrazione, e quindi, a lungo andare, della religione, dell'arte, della filosofia, della scienza.
E' detto Paleolitico o Età della pietra antica il periodo di migliaia e migliaia di anni durante i quali i progenitori dell'uomo, pochi e sparsi, hanno fabbricato e usato rozzi utensili di pietra scheggiata, di osso e di corno. Impegnati tutto il tempo a procurarsi il cibo, con la caccia, la pesca e la raccolta di erbe, radici e frutti selvatici.
Bifacciale (o amigdala) di selce paleolitica. (Wikipedia)
Manufatti di osso del Paleolitico superiore. (World Imaging)
Stando al ritrovamento di alcuni resti umani in una grotta nei pressi di Pechino, circa mezzo milione di anni fa l'uomo assomigliava ancora alle scimmie, ma aveva già imparato ad usare il fuoco: per scaldarsi, fare luce nella notte, cuocere la carne, tenere lontani gli animali feroci. Una scoperta di straordinaria importanza nel cammino dell'uomo verso il controllo della natura. Iniziata, forse, partendo dall'osservazione dello spettacolo pauroso della savana e degli alberi incendiati dal fulmine; con la temeraria raccolta di un ramo in fiamme e la conservazione del fuoco in un luogo protetto, forse già in forma rituale.
Risalgono a circa 200mila anni fa le prime tracce dell'Homo sapiens, ritrovate in una valle dell'odierna Etiopia. Caratterizzato dalla postura eretta, viveva ancora solo di caccia, pesca e raccolta. Oltre a costruire semplici strumenti litici e di osso, aveva imparato ad accendere il fuoco mediante la frizione fra due legni secchi e con la percussione di selci e piriti di ferro, a indurire sul fuoco le punte delle lance di legno, a realizzare lance e giavellotti con punte di pietra o di osso per cacciare i grandi animali, a utilizzare le pelli degli animali cacciati per coprirsi, a proteggersi i piedi con calzari muniti di stringhe.
L'accensione del fuoco facendo ruotare una bacchetta di legno appoggiata su un altro pezzo di legno, fino a produrre segatura e calore, e quindi l'incendio della segatura, è una tecnica rudimentale e antichissima, ancora praticata da alcune comunità primitive che vivono in regioni isolate dell'America meridionale, in Africa e in Australia. (Nabibia Travel)
L 'Homo sapiens sapiens, l'uomo moderno, che ha probabilmente convissuto con l'Homo sapiens in Africa durante un lungo periodo, ha cominciato a diffondersi in Europa circa 40mila anni fa.
Dai ritrovamenti archeologici si deduce che nel Paleolitico superiore i nostri più diretti antenati hanno imparato