scritti corsari 3: dentro il decennio perduto della crisi economica
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Si, è vero, quello della fine non ancora checchè ne dicano proprio quelli che avrebbero dovuto prevederne lo schiocco e magari pure gli echi che di tanto in tanto rimbalzano in ogni dove. Anzi, a dirla tutta lor signori ci hanno provato non azzeccandone una; stanno ancora lì a dare dritte, che sono inesorabilmente andate storte. Sentite questa, era un dì di marzo del 2010: Simone, mio figlio 24 anni, da cuoco cercava lavoro, si dava da fare, si informava ; scriveva, ciattava, inviava curriculum.
Qualcosa si mosse, viene contattato dalla Adecco per conto di Alitalia Cai. Una segretaria gli offre di fare operazioni di check-in all’aeroporto di Fiumicino. Carico e scarico bagagli, 30 ore settimanali, 450 € lordi al mese e niente più.
Mio figlio, avrebbe potuto quindi spendere, fare la sua parte: acquistare, consumare l'acquistato, generare ricchezza, far riprodurre dando continuità al ciclo economico, come avrebbero dovuto far tutti.
Poteva Simone con tal striminzito reddito smaltire le quantità di merci necessarie al sostegno della crescita economica?
La risposta arriva dall’FMI che, per bocca del capo economista Olivier Blanchard, chiese di rialzare il tetto dell’inflazione al 4% per combattere più efficacemente una eventuale crisi sistemica.
Ullallà, si tentò di mettere in campo la tecnica per scongiurare i rischi di deflazione alzando l’obiettivo di stabilità dei prezzi nel medio periodo, dalla BCE già fissato al 2%.
Cavolo, mio figlio avrebbe potuto avere così a fine mese ben 450 – 4% = 432 € di reddito, ancor più insufficiente per acquistare la sua quantità di merci necessaria a sostenere la crescita economica.
Idoneo forse per combattere efficacemente una eventuale crisi sistemica?
Oggi Simone vive a Brisbane, lì fa l'head chef; 450 euro li guadagna in quattro giorni. Spende e spande, quel che gli tocca, per fare la crescita.
Lì, non qui, bella, no?
Bando alle ciance; si va per l'ultimo tratto a rimirar altre facezie:
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scritti corsari 3 - Mauro Artibani
3
SCRITTI CORSARI 3
Dentro il decennio perduto della crisi economica
SCRITTI CORSARI 3
Mauro Artibani, l’Economaio. Studio l’Economia dei consumi, quella che gli accademici non scorgono e che le facoltà di Economia non insegnano.
Autore del libro: Professional Consumer .
Autore del libro: La domanda comanda, verso il capitalismo di consumatori; ben oltre la crisi.
Ho in corso la redazione del Sillabario dell’Economia dei consumi, testo che riallinea le voci dell’economia al nuovo paradigma della produzione.
Autore della web series: La gente, la crisi e il bandolo della matassa.
Autore della collana: Scritti corsari.
Autore del romanzo La vita spesa a fare la spesa
Ci siamo, un'ultimo sforzo.
Attenzione a dove mettete i piedi, il percorso sdrucciola, gli ostacoli stanno in ogni dove.
Tocca andare però, gambe in spalla e pedalare.
Fin dove?
Beh pressappoco sulla cresta dello strapiombo, que l 7 agosto 2007, secondo l'allora numero uno di Northern Rock, il giorno in cui il mondo cambiò
.
Si, Bnp Paribas informò i sottoscrittori di tre fondi di investimento che non li avrebbe rimborsati perché non era più in grado di calcolare il valore degli attivi sottostanti. Poi Bear Stearns, Fannie Mae e Freddie Mac, Lehman e poi e poi e pò....
Poi si va, a ritroso, fino in cima. Anzi, prima facciamo il punto.
Dunque, si entra in crisi perché i redditi erogati per produrre risultano insufficienti a smaltire quanto prodotto.
Si resta ficcati nella crisi perché quell’insufficienza è stata surrogata dal debito fino a farne business per fare ricchezza.
Si esce dalla crisi?
Come, se i redditi sono ancora insufficienti, i debiti hanno fatto sboom, il credito risulta inattingibile?
Ah, dimenticavo, ora anche i Governi, gli Stati, le Nazioni, le Regioni, le Provincie, i Comuni sono indebitati.
Tutti siamo indebitati.
Occorre ricominciare daccapo, là dove quei redditi si sono mostrati insufficienti a sostenere la domanda.
Adeguare quel reddito, il modo
Restituire il potere d’acquisto ai Consumatori, il come.
Riattivare la crescita, lo scopo.
Così far ripartire la produzione, il lavoro, l’occupazione; rimpinguare le casse erariali, uscire dalla crisi tutti e tutti insieme.
Bene allora, si va a passo di gambero. Tocca fare 870 dì di cammino, da giovedì 1 Aprile 2010 al Sabato11 novembre 2007
THURSDAY, 1 APRIL 2010
GLI AFFARI SI INGROSSANO
Per i consumatori fare affari si può, o no?
Added Value per eBay.it conduce un’indagine: 35 milioni di Italiani non utilizzano più il 20% del loro guardaroba.
Perché?
Gli abiti rovinati il 13%
Non piacciono più il 40% (per le donne il 44%)
La taglia non è più la stessa il 37% (per le donne il 43%)
Li hanno sostituiti 23%
Passati di moda 22%
Manca l’occasione per indossarli 22% (per gli uomini il 25%)
Sono abiti dimenticati il 18%
Bene, ci sono 15 milioni di Italiani disposti a venderli: guadagno medio 140 euro a testa.
Un business da 5 miliardi.
Già, affari: se quei 15 milioni vendono, la stessa merce fa nuovamente prezzo, senza impiego di nuove risorse, senza doverla smaltire; migliora la redditività del reddito disponibile.
Produce meno il Produttore, commercia meno il Commerciante: la ricchezza langue.
Chi non vende, gli altri 20 milioni, acquista il nuovo, vengono impiegate risorse scarse, si deve smaltire l’usato.
Producono di più i Produttori, commerciano di più i Commercianti: si genera maggior ricchezza.
Quei renitenti alla vendita non utilizzano al meglio la risorsa guardaroba
, peggiorano la redditività del loro reddito, smaltiscono il quasi intonso.
Due modi di stare sul mercato, due modi di fare l’affare.
Che dire, ha chi ha da giudicar, l’ardua sentenza!
FRIDAY, 26 MARCH 2010
PRODUTTORI E CONSUMATORI, RAPPORTI ALTERATI
I Produttori producono Beni per dare soddisfazione alle necessità; se scarsi acquistano Valore, fanno Prezzo.
I Consumatori hanno bisogni, passioni, emozioni e quant’altro da soddisfare.
Acquistati, quei beni, si trasformano in ricchezza che retribuisce tutti gli attori del meccanismo economico; la loro consumazione genera nuova produzione fornendo continuità al ciclo, sostegno alla crescita economica.
Quando, e siamo all’oggi, i redditi disponibili risultano insufficienti, i debiti insostenibili, il credito inattingibile a smaltire quei beni, le merci offerte sopravanzano la domanda, il valore dei beni si svaluta, viene bruciata ricchezza.
Nel sistema circolare della produzione, alterati gli apporti dei soggetti occupati nel ciclo, entrano in crisi pure i rapporti tra quegli operatori.
Diviene Bene economico l’acquistare; acquista valore il reddito adeguato alla bisogna.
Per ripristinare l’equilibrio alterato, due le soluzioni:
A) La funzione consumo si fa Offerta, la funzione produzione si fa Domanda.
Gli uni che prima spingevano tirano, gli altri adesso spingono.
Un nuovo modo per far agire la crescita e produrre nuova ricchezza.
B) Viene messa in campo una adeguata redistribuzione dalla ricchezza che rifocilla i redditi inadeguati.
Una più adeguata capacità di spesa restituisce ruolo propulsivo alla funzione consumazione che rivaluta i beni, che ripristina la scarsità indi il valore delle merci riattivando il ciclo economico.
THURSDAY, 11 MARCH 2010
IO STO CON I CONSUMATORI GRECI
Si, ci sto con i Consumatori Greci: perché?
Crisi finanziaria, per risanare i conti la soluzione ritenuta idonea: tagli delle spese, aumenti delle entrate, riduzione di stipendi e salari.
Si prospetta un intero mese di stipendio in meno per gli statali e blocco agli aumenti delle pensioni; per tutti un aumento dell’iva di due punti.
Ricapitoliamo: tagli di spesa ovvero meno welfare, più spese da sostenere per i contribuenti; meno redditi, meno capacità di spesa; più iva, aumento del costo delle merci.
Negli USA il PIL prodotto dalle azioni di consumo risulta pari al 70 %, in Giappone al 60 %, in Italia del 56 %, in Grecia non so.
So però che domani sarà inferiore all’oggi; i governanti, incasseranno meno iva, avranno un costo del debito più alto, le finanze ancor più scassate; per i governati, più che PIL in più, acquisti in meno. La crisi ancor più giù.
THURSDAY, 4 MARCH 2010
I PRODUTTORI RICAVANO UTILI MA RIDUCONO I MARGINI
I Produttori ricavano utili da un mercato del lavoro, sovraffollato dalla Domanda, che ha ridotto stipendi e salari e da un mercato delle merci, sovraffollato di Offerta, che non ha ridotto i prezzi.
Beati di vantaggi insomma.
Non è tutt'oro quel che riluce però dentro la catena di passaggi più o meno produttivi, più o meno lineari, che conducono la materia a farsi materiale infine merce per essere acquistata, vieppiù consumata.
Già, la filiera produttiva quell'insieme, descritto da Vito Saccomandi, degli agenti economici amministrativi e politici che, direttamente o indirettamente, delimitano il percorso del prodotto ma anche il complesso delle interazioni e delle attività di tutti gli agenti che determinano quel percorso.
Quanto troppo lunghe queste filiere, difficile a dirsi; affollate senz'altro da tizi di tutti i tipi.
Tutti incatenati alla catena reclamano compensi che riducono i margini di profitto delle aziende.
Se nel sistema circolare della produzione, una adeguata circolare filiera incorpora la funzione consumazione
, voilà inaspettate sinergie, economie di scala, persino rifocilli si affacciano all'orizzonte.
Bè, ad occhio e croce, se quei funzionari, ficcati dentro il meccanismo a smaltire l'offerta, trovassero adeguato ristoro economico, tuttunaltra musica:
* qualche denaro in più, qualche debito in meno; si riduce il costo del debito che retribuisce quelli del credito.
* se acquistare conviene ben oltre le reclame
, si diradano pure i pubblicitari.
* poter consumare la nostra domanda, non quella del marketing. Meno marketing!
Diradare l'affollamento si può, rimpinguare i margini delle imprese pure, migliorare il potere di acquisto dei Consumatori anche.
C'è già chi lo fa con incontri impudichi nei Farmers Market.
La parola d'ordine Km.zero
: un abbraccio senza intermediari tra Contadini/Produttori e Consumatori.
Un formidabile contributo ad una filiera né lunga né corta magari solo idonea per pedalare in salita senza affanno.
THURSDAY, 25 FEBRUARY 2010
IO CORRO, TU CORRI, TUTTI CORRONO. CONCORRENZA?
Io corro, tu corri, tutti corrono per produrre al meglio, per acquistare al meglio: concorrenza.
E' okkei per affinare il prodotto, migliorare la qualità, mitigare il prezzo: buona per i Consumatori.
Per i Produttori: una guerra di tutti contro tutti per migliorare i processi, i prodotti, controllare i costi, aumentare i ricavi.
L’innovazione tecnologica il mezzo, l’aumento dell’efficienza il fine; la produttività il must.
Ecco, si produttività.
Per chi mette merci sul mercato: efficienza, novità a più non posso e valore, valore, Valore Aggiunto. Poi fare meglio degli altri, prima degli altri, farlo in fretta: la tecnologia touch screen
, ancora da vendere, già superata dal meraviglioso no touch, point to
; il succedersi rituale delle collezioni della moda per collezionisti Consumatori che indossano il tempo breve del fashion.
Stress.
Collassa così il ciclo di vita delle merci, saltano i tempi di ammortamento, sale il costo per unità di prodotto.
Nell'empireo dell'eccesso produttivo, altro eccesso: si produce invenduto, si ingolfa il mercato, si riducono i margini di profitto, si svaluta valore; si bruciano risorse e ricchezza.
Per chi acquista: la possibilità di avere di più e, magari quel più con meno; di ottenere il nuovo ad ogni piè sospinto ed il nuovissimo appena il giorno dopo, tanto da non riuscire né a pagare, né a godere l'avuto.
Viene alterata la capacità riproduttiva della natura; la capacità di smaltimento della Terra.
THURSDAY, 18 FEBRUARY 2010
OCCUPAZIONE, LA PAROLA D’ORDINE DEI POLITICI: OIBO'!
Occupazione la parola d’ordine dei politici, tutti occupati a mettere in campo ipotesi alla bisogna.
Quelle keynesiane, senza il becco d’un quattrino, risultano inattingibili.
Quali altre allora?
Rimettere in moto la produzione che genera lavoro, indi occupazione, magari fornendo incentivi.
Ma non si era senza un cent e con i conti pubblici in fibrillazione?
Poi quale Produttore, seppur incentivato, vorrà investire per produrre se non ha certezza di incontrare la domanda?
Mica scemo, Lui sa che per far produrre ha erogato redditi insufficienti a smaltire il prodotto.
Signori, per queste vie non si cava un ragno dal buco.
Nell’Economia dei Consumi, partire dall'occupazione per avere reddito che acquista e genera crescita: pia illusione.
Basta ciance: si parte dal reddito e, vedrete, l’occupazione verrà.
Ricominciamo daccapo: quel reddito potrà generare consumo, di seguito crescita, poi nuova produzione, indi lavoro, poscia occupazione.
Si dirà: dare reddito a gratis
per innescare il processo virtuoso, risulta diseconomico, ancor più immorale.
Ennò cari miei, la sostanza economica di quel reddito compensa quel lavoro di acquisto e consumazione che, svolto ben oltre il bisogno, potrà sostenere proprio l’economia e vivaddio fornire un assegno morale agli atti di consumo.
Dove stanno le risorse per retribuire?
Là dove sono: nelle rendite, nelle filiere produttive troppo lunghe che disperdono profitto, negli utili inutilizzati pure tra quelli della bassa propensione al consumo che mettono i soldi al pizzo.
Tocca redistribuire i carichi, i compensi ed i vantaggi per raddrizzare la barca e tornare a navigare sulle rotte della crescita.
THURSDAY, 11 FEBRUARY 2010
CRISI/TERMINI/FIAT: UNA SUCCESSIONE DI EVENTI, DUE VERITA ’
Crisi/Termini/Fiat: una successione di eventi, due verità.
Montezemolo, presidente Fiat afferma: da quando sono alla Fiat non abbiamo ricevuto un euro dallo Stato.
E i bonus rottamazione allora?
Non perde baldanza e ribatte: non bisogna fare confusione. Gli incentivi sono un sostegno a chi consuma, non soldi che vengono dati alle aziende.
Vero, falso?
Ne l'una, ne l'altra, Il Nostro afferma le sue ragioni attingendo alla verità ufficiale.
Questa recita: i Produttori producono dando ristoro ai bisogni dei Consumatori.
Si, ma, nella fattispecie, quel bisogno risulta ampiamente soddisfatto dalle 30.000.000 di auto prodotte in eccesso dall’intera industria automobilistica: ben oltre la domanda.
C’è invece un'altra verità, quella non ufficiale che da’ nuova luce ai fatti.
Recita: gli incentivi vengono erogati per dare ristoro al bisogno – questo si insoddisfatto – dei Produttori di smaltire l’eccesso di offerta che ingolfa il mercato.
Perchè, giova rammentarlo: nell'Economia dei Consumi hanno più bisogno i Produttori di vendere che i Consumatori di acquistare.
C’è, insomma, verità e verità: pure quella della crisi.
THURSDAY, 4 FEBRUARY 2010
IL CONSUMATORE TRASFORMA LA MERCE IN RICCHEZZA: BUON PRO CI FACCIA
Se il Consumatore, con la sua azione di acquisto, da corso a processi di trasformazione del valore merce in ricchezza, non pago poi consuma l’acquistato dando corso a processi di ri-produzione e continuità al ciclo, questo consumare diviene esercizio di pratica economica occupando vivaddio il centro della scena produttiva.
Questo esercizio non pagato invece paga con il debito, poi ancora debito su debito fino al collasso economico che svaluta valore, brucia ricchezza.
Perche questo ruolo, queste ragioni, questo impegno pure questi squilibri non trovano rappresentazione politica?
Ho bella perché, potentemente mistificato da un luogo comune, quel consumare viene ritenuto dai più esercizio di bisogno a cui provvidi e compassionevoli produttori forniscono ristoro guadagnando così un posto al sole e lauti profitti.
Signori politici, non ci siamo, per sostenere la domanda occorre andare ben oltre il consumo di bisogno, occorre poter disporre del nostro Tempo, dell'Attenzione ; disporre di una ragionevole Fiducia, del Denaro per acquistare l'eccesso di offerta.
Le prime due, categorie del fare; la terza una categoria dello spirito; la quarta dell'agire.
Se corroborate, tonificate possono rigenerare la crescita economica, la ricchezza altrimenti recessione, povertà.
Questa la nostra forza, questa la debolezza dei produttori; il nostro destino, il destino del mondo.
Signori politici che siete lì a lambiccarvi sulla crisi, sul cosa fare, come farlo e soprattutto con chi, noi una idea l'avremmo: è tempo di cambiare le carte in tavola: acquistino i produttori
Acquistino la nostra fiducia, con i denari acqisteremo le loro merci.
Sborsino un regionevole interesse per l'uso del nostro scarso denaro per acquistare il loro eccesso di merci.
La nostra attenzione ci consente di prestare attenzione alle vostre merci, la si acquisti.
I Consumatori senza denaro da spendare hanno tempo da vendere. Chi vuole quel tempo, non apetti tempo, lo acquisti.
Cos'altro dire: buon pro ci faccia. A tutti.
THURSDAY, 28 JANUARY 2010
SVALUTATO IL VALORE DEL DENARO
Al mercato funziona più o meno così: se un bene risulta scarso, appetito dai più, fa un buon prezzo; se abbondante, tutti sazi, il prezzo scende.
Stessa cosa per il denaro: bene idoneo per soddisfare bisogni.
Di questi tempi, con i bisogni soddisfatti quel denaro che acquista meno, acquista valore.
Quando invece tocca smaltire offerta in eccesso, il credito rifocilla denaro insufficiente per dare corso agli acquisti. Viene così restituito valore a merci altrimenti svalutate, viene svalutato il valore di quel denaro.
Il Produttore fa profitti incongrui; al Consumatore toccano merci in eccesso e credito da restituire; per tutti ricchezza prodotta con il debito.
Il denaro, troppo esposto a venti congiunturali, che alterano le misure, mal misura il valore delle merci.
Per uscire dal guado occorre ancorare la resa del portafoglio su fondali più stabili.
Se il denaro incorpora la fatica del lavoro, occorsa per guadagnarlo, divenendo unità di misura del valore-lavoro, si avrà più attenzione nello spenderlo ed un impiego più redditizio.
THURSDAY, 21 JANUARY 2010
DISPARI LA PROPENSIONE AL CONSUMO DEGLI INDIVIDUI
La propensione degli individui al consumo risulta dispari, inversa alla disponibilità di reddito, dice J. M. Keynes.
C'è da credergli.
La propensione a produrre degli imprenditori, invece, indifferente ai redditi insufficienti per smaltire il prodotto, ingolfa il mercato; svaluta valore, brucia ricchezza: la crisi economica lo espone.
La somma di andazzi tal fatti, conclama quella crisi.
La propensione al consumo scende in presenza di un reddito elevato, sale in presenza di un basso reddito; collassa di fronte a redditi insufficienti, riparmi prosciugati e crediti inesigibili.
Insomma: chi ha molto, non spende tutto per acquistare; chi ha poco, spende tutto, ma poco; chi non ha, si arrangia.
Quelli benestanti, si mostrano renitenti alla leva dell'acquisto; quelli che stanno in mezzo, fanno più di quel che possono; quelli insufficienti
, militesenti.
Già, se poi si aggiunge che, i Consumatori del mondo ricco sono per lo più poveri di capacità di acquisto, lo squilibrio si mostra evidente.
Propensioni acquirenti così squilibrate alterano la capacità di smaltimento di una offerta propensa all'eccesso: due squilibri in un solo colpo.
Riallineare i redditi, alfin di rendere omogenee le propensioni dei coscritti consente di trovare equilibrio nella spesa.
Si potrà trovare così pure un nuovo equilibrio tra consumo e produzione: sarà tuttunaltra musica.
Si tornerà a creare ricchezza; si potranno magari rimpinguare i risparmi, buoni per gli investimenti produttivi; non si dovrà abusare del debito.
THURSDAY, 14 JANUARY 2010
OH OH, SI ANNUNCIANO IN EUROPA TAGLI DI SPESA E DI DEBITO
Forti tagli di spesa si annunciano in Europa per ridurre deficit e debito pubblico, lievitato oltre il livello di guardia, per dare soccorso alla crisi economica.
Necessario?
Necessario! Dice Darling.
In un intervista al Times, il ministro delle finanze britannico ha annunciato il varo del più ampio programma di riduzione della spesa pubblica degli ultimi 20 anni.
La riduzione della spesa pubblica: un imperativo non negoziabile; la mia priorità ridurre l’indebitamento
.
Oh my darling,
lei intende ridurre la spesa per ridurre l’indebitamento, come avranno da fare tutti i paesi in Europa.
Oh my darling,
toh, lo stesso proposito che debbono avere i Consumatori British per sopravvivere al proprio debito.
Oh my darling,
come la mettiamo allora?
Clementine,
già consumatrice, dice di non farcela più,